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Still Life: il doloroso costo del progresso

Still Life (Sanxia haoren, Cina / Hong Kong, 2006) di Jia Zhangke; con Han Sanming, Zhao Tao.Disponibile a noleggio nelle videoteche da poco più di due settimane, l’ultimo Leone d’Oro a Venezia.Pianosequenza: gente poverissima su una barca sullo Yangtze. La macchina da presa ci fa vedere il villaggio di Fenjie. Da più di dieci anni

20 Luglio 2007 12:55

Still Life (Sanxia haoren, Cina / Hong Kong, 2006) di Jia Zhangke; con Han Sanming, Zhao Tao.

Disponibile a noleggio nelle videoteche da poco più di due settimane, l’ultimo Leone d’Oro a Venezia.

Pianosequenza: gente poverissima su una barca sullo Yangtze. La macchina da presa ci fa vedere il villaggio di Fenjie. Da più di dieci anni è in corso il progetto Tre Gole, e finirà nel 2009: la città sarà sommersa dalla formazione di un lago artificiale e da un’enorme diga. Conseguenze del processo, che ovviamente fa parte del progresso economico e industriale della Repubblica Popolare Cinese: lo spostamento di circa un milione di abitanti dalle decine di città scomparse.

Già, il costo del progresso. Inevitabile e doloroso. Still Life è sì un documentario, ma ci propone anche due storie inventate: quella del minatore Han Sanming in cerca dell’ex-moglie e della figlia che non vede da troppi anni, e quella dell’infermiera Shen Hong in cerca del marito. Lo sguardo del bravissimo Jia Zhang-ke sta tra il neorealismo e il magico tocco d’autore; ciò che ne esce fuori è il ritratto di un periodo, di un’umanità e di una condizione che commuove e lascia il segno.

Il ritmo decisamente lento e calmo della pellicola, costruito (siete avvisati) su molti e lunghi pianisequenza, ci offre l’opportunità di poter vedere una realtà lontana. E la fotografia, virata giustamente su colori azzurri e acquosi, lascia decisamente senza fiato. E in questa realtà un uomo e una donna cercano di ritrovare il loro passato.

Jia Zhang-ke ci fa pensare e riflettere proprio su questa voglia di tornare al passato, alla voglia di ritrovare la propria storia, che per quanto riguarda le città rase al suolo è la Storia. Han Sanming e Shen Hong diventano portavoci di migliaia di persone, la cui tradizione verrà, se non distrutta, almeno definitivamente cambiata. Per sempre. Ma almeno una delle due storie lascerà una dolcissima speranza, mentre l’altra farà cadere tutte le illusioni: il costo del progresso è doloroso, ma non possiamo rinunciarci.

Eppure a Venezia, dove fu il film sorpresa dell’ultima edizione e fu inserito in concorso, vincendo e sbaragliando la concorrenza, ci sono stati grossi e grassi sbadigli. Possibile che neanche il geniale e poetico edificio che prende il volo abbia svegliato i critici che poi, con grande sorpresa (come tutti, del resto), hanno appreso della vittoria di questo film anche al Lido paradossalmente sconosciuto? A chi vorrà addentrarsi adesso nella visione di questa pellicola lirica anche se realistica, tra documentario e finzione, consigliamo la massima attenzione, e si verrà ripagati davvero alla grande. Resta in testa, resta nel cuore, come il canto di un bambino.

Voto Gabriele: 8

Festival di Venezia