Un corto realizzato con l’IA sbarca ai David di Donatello
Per la prima volta riceve la candidatura ai David di Donatello un cortometraggio realizzato con l’Intelligenza Artificiale: una scelta cha generato diverse polemiche

Il prossimo 7 Maggio saranno assegnati i David di Donatello, il prestigioso e ambito premio dell’industria cinematografica italiana. La manifestazione andrà in onda su Rai Uno e sarà condotta per la prima volta da Elena Sofia Ricci e Mika: diversi gli ospiti presenti e i volti del mondo del cinema e della tv candidati a ritirare l’ambita statuetta. Quest’anno, per la prima volta, tra le candidature dei cortometraggi ce n’è uno che è stato realizzato con l’Intelligenza Artificiale, un lavoro del tutto originale che secondo l’accademia dei David di Donatello non viola il regolamento e per questo legittimato a presenziare.
Il cortometraggio al centro delle polemiche è The Eggregores’ Theory realizzato dal regista Andrea Gatopoulos, che ha già ricevuto diversi riconoscimenti per il suo lavoro. A contestare la candidatura dell’opera è stata soprattutto l’Anac (Associazione Nazionale Autori Cinematografici) che ha posto l’attenzione su un aspetto che merita di essere dibattuto in un confronto leale: “Occorrono regole necessarie per un uso dell’intelligenza artificiale etico e rispettoso del diritto d’autore”. Ha così esordito Francesco Martinotti, portavoce dell’associazione.
In discussione c’è soprattutto l’accettazione alla partecipazione ai premi di quelle opere realizzate con l’Ai e messe in competizione con quelle frutto della creatività tradizionale. Un confronto che non dovrebbe essere neanche fatto e che necessita di un intervento immediato finalizzato ad apportare regole prefissate per gestire al meglio la situazione e che non screditano né il lavoro umano, né quello creato dalle recenti e più avanzate tecnologie. Lo stesso Gatopoulos ha difeso il suo lavoro sostenendo quanto sia impegnativo usare l’Ai.
Andrea Gatopoulos: The Eggregores’ Theory è frutto di un lavoro impegnativo”
“Per fare i 15 minuti di The Eggregores’ Theory ci è voluto un anno e mezzo, proprio per la sua natura e per la ricerca della continuità tra un’immagine e l’altra oltre che di una visione artistica coerente. In altri casi, se si insegue un risultato più realistico, ci possono volere anche 4 o 5 giorni per fare un minuto.” Ha spiegato il regista, che ha anche aggiunto che solo le immagini del cortometraggio sono state lavorate con l’Ai, altri aspetti come la voce narrante e la musica sono state create convenzionalmente.
Il regista ha difeso il suo operato e ha posto in evidenza quanto lavoro c’è stato dietro la realizzazione dell’opera. Midjourney è la piattaforma che è stata utilizzata per generare le immagini e che necessita per esercitare il suo lavoro della descrizione di un testo che indichi cosa l’Ai deve creare. Di conseguenza la sequenza delle immagini create non saranno mai uguali, dettaglio questo che ha indotto il regista e i suoi collaboratori ad un lavoro non indifferente di selezione e montaggio.
The Eggregores’ Theory, trama
The Eggregores’ Theory ha una trama ben precisa e articolata che si esprime appieno. E’ una storia di fantascienza narrata da una voce fuori campo che accompagna le diverse immagini con significati a volte metaforici. Nel film il narratore ha ricordi labili della sua storia d’amore e della sua compagna e le immagini sono rappresentativi di questo stato d’insicurezza.
“Ho incentivato l’IA a creare immagini con glitch e poi le ho lavorate su Photoshop. Così è stato creato anche l’alfabeto del film. Mi ha aiutato a costruire l’inaffidabilità del narratore, che non si rende conto neanche che la sua innamorata era probabilmente coinvolta in un’azione antigovernativa. Ha dichiarato il regista.
L’Anac non contesta il cortometraggio e il suo successo avuto ai vari Festival internazionali, ma pone l’accento sulle modalità della creazione dell’opera: “Il punto critico è il rischio di creare un precedente in cui opere realizzate in larga parte da macchine possano competere con quelle frutto di un lavoro umano. E quindi servono regole precise per il loro impiego nei concorsi cinematografici.” Ha accentuato Martinotti, che non ha nascosto la sua preoccupazione sul caso.