Home Festival di Venezia Venezia 2017, questo è una mostra per Vecchi, per fortuna

Venezia 2017, questo è una mostra per Vecchi, per fortuna

Il film di Virzì è piaciuto ma subito le voci malvagie (la Mostra ne è piena) dicono subito che sembra finanziato dai Fondi pensione che investono ovunque, anche nel cinema. Non è così. E’ semplicemente un film ben fatto e intelligente

pubblicato 4 Settembre 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 02:33

Il tasso di linguacce alla Mostra è sempre stato molto alto, anche in questi tempi in cui si sono ridotte considerevolmente le presenze degli sciocchi che cinema, provenienti dalla politica, dal giornalismo, dallo stesso cinema e delle balorde burocrazie che si infilano a rendere viscide la sorti del cinema. Pazienza, le linguacce non se ne andranno mai.

Adesso le linguacce possono farsi masticare dai loro stessi denti decadenti. Per fortuna, ci sono registi italiani che se ne fregano di loro, così come fanno i produttori che allestiscono progetti e li varano con sempre maggiore capacità (produttori italiani che si muovono finalmente nel mondo). Si può citare ad esempio quelli di Paolo Sorrentino che non hanno nulla da spartire con i ruderi che trafficano con i partiti per la divisione della torta delle sovvenzioni. Punto.

Premesso questo devo dire che ho visto molto volentieri “Ella & John- Leisure seeker” di Paolo Virzì. con cui hanno collaborato Francesca Archibugi e Francesco Piccolo, Stephen Amich; anche Virzì ha immaginato e poi scritto.

Poteva sembrare che dalla sinossi (le sinossi sono spesso avvisi di cadaveri) si sarebbe poi passati a un film per vecchi, un genere che negli ultimi decenni sta andando fortissimo perché una buona porzione di pubblico che va ancora al cinema è costituito da pantere grigie che vogliono mordere le emozioni come possono.

Cioè, si rischiava di trovarsi di fronte ad una di quelle storie rassegnate e melense in cui i vecchi pretendono di essere i cittadini del mondo con i loro Fondi pensione e le legioni di nostalgici pretenziosi a caccia di lacrime.

Invece non è stato così. Non si tratta certo di un film on the road degli anni Sessanta e Settanta con moto e capelloni a ritmo di rock. No, si tratta di uno di quel film che si divertono- sono pochi, pochissimi, a proporre caratteri e aspettative di vita ancora ancora vive, curiose- ad allestire l’ironia che serve per contemplare gli andamenti di sentimento, rabbie, saggezza e follie di vecchietti che hanno qualcosa da insegnare allo sfascio delle relazioni, insomma dell’amore e le sue trappole.

Si tratta di due anziani che prendono la fuga nella loro roulotte e si lasciano alle spalle la rottura di…palle dei figli, delle amicizie stantie, dei medici rompiscatole e così via.
Virzi ha costruito con i suoi collaboratori un buon testo, ma soprattutto ha avuto a disposizione due attori: Donald Sutherland e Helene Mirren che confermano che la loro bravura non è acqua, ma distillato di whisky di gran qualità. Un film che si sorseggia con attenzione, qualche impazienza, sfumata malinconia, piacere di sorridere. Buona fortuna film, buona fortuna Paolo Virzì.

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