Home Trailer Vesuvio: trailer del documentario di Giovanni Troilo al cinema dal 14 al 16 marzo

Vesuvio: trailer del documentario di Giovanni Troilo al cinema dal 14 al 16 marzo

Tutto quello che c’è da sapere su “Vesuvio – Ovvero: come hanno imparato a vivere in mezzo ai vulcani” il doc al cinema dal 14 al 16 marzo.

14 Marzo 2022 10:56

Città Novecento trailer docufilm con Alessandro Haber e Massimo Cacciari al cinema dal 14 al 16 marzo (10)
Leggi anche:
Città Novecento: trailer docufilm con Alessandro Haber e Massimo Cacciari al cinema dal 14 al 16 marzo

Dopo l’anteprima alla 31° edizione del NOIR in Festival a Milano lo scorso dicembre, il documentario Vesuvio – Ovvero: come hanno imparato a vivere in mezzo ai vulcani, diretto da Giovanni Troilo, arriverà al cinema come evento speciale il 14, 15 e 16 marzo prodotto da Dazzle Communication distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.

Indice
  1. Trama e personaggi
  2. Vesuvio – trailer e video Note di regia   L’area che comprende il Vesuvio e i Campi Flegrei —il secondo super-vulcano che periodicamente ricorda agli abitanti delle zone di Agnano, Pozzuoli e Bagnoli della sua esistenza attraverso stormi sismici ricorrenti, è la più densamente abitata d’Europa. In caso di eruzione i risultati sarebbero catastrofici. Il nostro racconto prende avvio dall’analisi del potenziale di devastazione di una possibile eruzione e del livello di criticità con il quale si avrebbe a che fare. Attraverso le storie, spesso al limite del paradossale, di coloro che si trovano a vivere su una vera e propria bomba a orologeria, proviamo a indagare il rapporto di simbiosi profonda che lega questa straordinaria umanità ai suoi vulcani; a esplorare, in una zona franca dal giudizio, le ragioni razionali e irrazionali che inducono a vivere questo rapporto di continuo scambio con la montagna nera. Nelle infinite possibilità di umana declinazione. Assieme agli elementi tecnici e scientifici, saranno le storie di sarti, casalinghe, professori, cartomanti, ostetriche, giornalisti, contadini ed eremiti a susseguirsi in un insieme di prove tangibili di un pericolo sempre presente, alla magia e alle molte superstizioni, nel tentativo di spiegare l’esistenza precaria di coloro che ancora vivono alle pendici del vulcano con l’aspirazione a una vita più semplice e, forse proprio per questo, più vitale. Il Vesuvio è il vulcano dalla storia meglio documentata al mondo. Se ne sono occupati geologi, archeologi, filologi e antropologi. È un paesaggio globale fatto di miti popolari; descritto da scrittori e poeti, registi e musicisti. Da Plinio il Vecchio il suo fascino arriva fino a Leopardi e Malaparte. L’eruzione del 79 d.C. lega il suo nome alla classicità, mentre quella del 1631 alla storia moderna. La tragedia imminente, scampata o persistente, salda il destino del vulcano a quello di coloro che ne abitano la zona circostante e che dopo ogni singola eruzione hanno ricostruito le loro città e i loro paesi devastati. Per molti, il Vesuvio non rappresenta solamente una minaccia, ma anche l’incarnazione di un’identità. È attraverso le storie di queste persone che il nostro racconto prenderà vita. Il vulcano, la montagna nera, incombe sulla città Napoli e sull’area limitrofa: su ospedali dove ogni giorno giovani madri si preparano a partorire, sulle industrie, sui paesi e sulle cittadine. Sulle persone che in questi luoghi hanno scelto o si sono trovate ad abitare. Giuseppe Mastrolorenzo, esperto vulcanologo e in particolare studioso del Vesuvio e dei campi Flegrei, introdurrà la possibile catastrofe che riguarda tutte le vite, vecchie e nuove, che popolano le pendici del vulcano. Nel corso del documentario, i suoi interventi torneranno più volte a illustrare ciò che potrebbe accadere da un momento all’altro: una catastrofe imprevedibile che spazzerebbe via immediatamente milioni di esistenze. L’umanità che circonda il vulcano è varia e complessa, fatta di vite semplici, di esistenze eccezionali, di passatempi e lavori regolari, di testimonianze al di fuori dell’ordinario: a pochi chilometri dal vulcano, seguiremo gli allievi di una scuola di ballo che proseguono con i loro corsi coscienti della minaccia costante ma, come tutti, speranzosi di non vedere mai la cenere scivolare giù per la costa della montagna. Nello studio televisivo di Paradise TV a Ercolano, esattamente ai piedi del vulcano, potremo assistere alle esibizioni di vari cantanti neomelodici e raccogliere la testimonianza del titolare Pino Grazioli che ricorda ancora i racconti del padre, presente all’eruzione del 1944. Entreremo dietro le quinte del teatro San Carlo di Napoli, dove si allestisce il palco per la messa in scena di un’opera lirica che ha il Vesuvio come sfondo, assistendo alle prove del coro delle voci bianche e potendo scorgere la montagna nera dalla terrazza. A sorvegliare su queste esistenze, almeno in parte, è l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che tiene monitorata l’attività vulcanica del Vesuvio e dei Campi Flegrei. In caso di segnali di “movimento”, i tecnici dell’INGV sarebbero tra i primi a dare l’allarme – che probabilmente però, non sarebbe abbastanza per garantire l’evacuazione degli abitati. Il documentario ne testimonierà parte dell’attività. Alle testimonianze presenti, saranno alternate immagini d’archivio per raccontare un po’ del passato che ha legato le popolazioni della cosiddetta “zona rossa” ai loro vulcani. Durante l’ultima i mezzi tecnologici erano ancora più precari e le colonne di evacuati affollavano le strade sinistrate dai bombardamenti della guerra non ancora passata completamente. I soldati americani affiancavano i civili nella pulizia delle strade e negli scavi alla ricerca dei feriti. Chi è Giovanni Troilo? Regista e fotografo, Giovanni Troilo si muove tra i mondi del cinema, della televisione, dell’editoria e della pubblicità. Il suo lavoro è stato pubblicato su Newsweek, Der Spiegel, D di Repubblica, GQ, CNN, Wired, Ventiquattro, Wallpaper, Vanity Fair, Io Donna, Flair, Urban. Nel 2011 ha diretto Fan Pio, il suo primo lungometraggio, e pubblicato in Germania il suo primo libro, “Apulien”, premiato come miglior libro fotografico agli International Photography Awards nel 2012. Troilo ha diretto numerosi documentari, spot, videoclip. Tra il 2012 e il 2015 Troilo ha diretto per Sky Arte HD Fotografi, tre serie di documentari sui più importanti fotografi italiani, la serie di documentari On The Road – Joe Bastianich Music Tour e Caravaggio Criminale. Nel 2015, con il progetto La Ville Noire – The Dark Heart of Europe, è stato premiato come People Photographer of the Year al Sony World Photography Awards. Nello stesso anno dirige per Sky Arte Fotofactory Modena.
Dal 2016 è direttore artistico di PhEST, festival internazionale di fotografia e arte a Monopoli (BA). Nel 2016 dirige il documentario Casanova Undressed per Sky Arte HD; nello stesso anno William Kentridge – Triumphs and Laments, film documentario sul grande artista sudafricano William Kentridge, è selezionato alla Festa Internazionale del Cinema di Roma e nel 2017 al Jewish New York Film Festival, al München DOKFest e al Biografilm Festival. Il film-doc Coeurope, ambientato in Belgio sull’Europa contemporanea, è stato selezionato in concorso a IDFA 2016 ed è andato in onda su RAI3 e Arte/ZDF in Germania e Francia. Nel 2017 dirige Il mistero dei capolavori perduti, serie di 7 documentari realizzati per l’hub internazionale di Sky Arts (UK, ITA, GER).
Tra il 2018 e il 2019 ha lavorato a Le Ninfee di Monet e Frida, Viva la Vida, due film-documentari per il cinema prodotti da Nexo-Digital e B/Arts. Entrambi i film sono stati distribuiti in Italia ed sono tutt’ora in distribuzione in molti paesi. In questo momento Troilo sta lavorando a un nuovo film-doc per il cinema prodotto da Sky e al suo secondo lungometraggio di finzione in Belgio.
 Giovanni Troilo è nato a Putignano (BA) nel 1977 ed è laureato in Economia con una tesi in Geografia dello Sviluppo. Foto e poster  
  3. Note di regia   L’area che comprende il Vesuvio e i Campi Flegrei —il secondo super-vulcano che periodicamente ricorda agli abitanti delle zone di Agnano, Pozzuoli e Bagnoli della sua esistenza attraverso stormi sismici ricorrenti, è la più densamente abitata d’Europa. In caso di eruzione i risultati sarebbero catastrofici. Il nostro racconto prende avvio dall’analisi del potenziale di devastazione di una possibile eruzione e del livello di criticità con il quale si avrebbe a che fare. Attraverso le storie, spesso al limite del paradossale, di coloro che si trovano a vivere su una vera e propria bomba a orologeria, proviamo a indagare il rapporto di simbiosi profonda che lega questa straordinaria umanità ai suoi vulcani; a esplorare, in una zona franca dal giudizio, le ragioni razionali e irrazionali che inducono a vivere questo rapporto di continuo scambio con la montagna nera. Nelle infinite possibilità di umana declinazione. Assieme agli elementi tecnici e scientifici, saranno le storie di sarti, casalinghe, professori, cartomanti, ostetriche, giornalisti, contadini ed eremiti a susseguirsi in un insieme di prove tangibili di un pericolo sempre presente, alla magia e alle molte superstizioni, nel tentativo di spiegare l’esistenza precaria di coloro che ancora vivono alle pendici del vulcano con l’aspirazione a una vita più semplice e, forse proprio per questo, più vitale. Il Vesuvio è il vulcano dalla storia meglio documentata al mondo. Se ne sono occupati geologi, archeologi, filologi e antropologi. È un paesaggio globale fatto di miti popolari; descritto da scrittori e poeti, registi e musicisti. Da Plinio il Vecchio il suo fascino arriva fino a Leopardi e Malaparte. L’eruzione del 79 d.C. lega il suo nome alla classicità, mentre quella del 1631 alla storia moderna. La tragedia imminente, scampata o persistente, salda il destino del vulcano a quello di coloro che ne abitano la zona circostante e che dopo ogni singola eruzione hanno ricostruito le loro città e i loro paesi devastati. Per molti, il Vesuvio non rappresenta solamente una minaccia, ma anche l’incarnazione di un’identità. È attraverso le storie di queste persone che il nostro racconto prenderà vita. Il vulcano, la montagna nera, incombe sulla città Napoli e sull’area limitrofa: su ospedali dove ogni giorno giovani madri si preparano a partorire, sulle industrie, sui paesi e sulle cittadine. Sulle persone che in questi luoghi hanno scelto o si sono trovate ad abitare. Giuseppe Mastrolorenzo, esperto vulcanologo e in particolare studioso del Vesuvio e dei campi Flegrei, introdurrà la possibile catastrofe che riguarda tutte le vite, vecchie e nuove, che popolano le pendici del vulcano. Nel corso del documentario, i suoi interventi torneranno più volte a illustrare ciò che potrebbe accadere da un momento all’altro: una catastrofe imprevedibile che spazzerebbe via immediatamente milioni di esistenze. L’umanità che circonda il vulcano è varia e complessa, fatta di vite semplici, di esistenze eccezionali, di passatempi e lavori regolari, di testimonianze al di fuori dell’ordinario: a pochi chilometri dal vulcano, seguiremo gli allievi di una scuola di ballo che proseguono con i loro corsi coscienti della minaccia costante ma, come tutti, speranzosi di non vedere mai la cenere scivolare giù per la costa della montagna. Nello studio televisivo di Paradise TV a Ercolano, esattamente ai piedi del vulcano, potremo assistere alle esibizioni di vari cantanti neomelodici e raccogliere la testimonianza del titolare Pino Grazioli che ricorda ancora i racconti del padre, presente all’eruzione del 1944. Entreremo dietro le quinte del teatro San Carlo di Napoli, dove si allestisce il palco per la messa in scena di un’opera lirica che ha il Vesuvio come sfondo, assistendo alle prove del coro delle voci bianche e potendo scorgere la montagna nera dalla terrazza. A sorvegliare su queste esistenze, almeno in parte, è l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che tiene monitorata l’attività vulcanica del Vesuvio e dei Campi Flegrei. In caso di segnali di “movimento”, i tecnici dell’INGV sarebbero tra i primi a dare l’allarme – che probabilmente però, non sarebbe abbastanza per garantire l’evacuazione degli abitati. Il documentario ne testimonierà parte dell’attività. Alle testimonianze presenti, saranno alternate immagini d’archivio per raccontare un po’ del passato che ha legato le popolazioni della cosiddetta “zona rossa” ai loro vulcani. Durante l’ultima i mezzi tecnologici erano ancora più precari e le colonne di evacuati affollavano le strade sinistrate dai bombardamenti della guerra non ancora passata completamente. I soldati americani affiancavano i civili nella pulizia delle strade e negli scavi alla ricerca dei feriti. Chi è Giovanni Troilo? Regista e fotografo, Giovanni Troilo si muove tra i mondi del cinema, della televisione, dell’editoria e della pubblicità. Il suo lavoro è stato pubblicato su Newsweek, Der Spiegel, D di Repubblica, GQ, CNN, Wired, Ventiquattro, Wallpaper, Vanity Fair, Io Donna, Flair, Urban. Nel 2011 ha diretto Fan Pio, il suo primo lungometraggio, e pubblicato in Germania il suo primo libro, “Apulien”, premiato come miglior libro fotografico agli International Photography Awards nel 2012. Troilo ha diretto numerosi documentari, spot, videoclip. Tra il 2012 e il 2015 Troilo ha diretto per Sky Arte HD Fotografi, tre serie di documentari sui più importanti fotografi italiani, la serie di documentari On The Road – Joe Bastianich Music Tour e Caravaggio Criminale. Nel 2015, con il progetto La Ville Noire – The Dark Heart of Europe, è stato premiato come People Photographer of the Year al Sony World Photography Awards. Nello stesso anno dirige per Sky Arte Fotofactory Modena.
Dal 2016 è direttore artistico di PhEST, festival internazionale di fotografia e arte a Monopoli (BA). Nel 2016 dirige il documentario Casanova Undressed per Sky Arte HD; nello stesso anno William Kentridge – Triumphs and Laments, film documentario sul grande artista sudafricano William Kentridge, è selezionato alla Festa Internazionale del Cinema di Roma e nel 2017 al Jewish New York Film Festival, al München DOKFest e al Biografilm Festival. Il film-doc Coeurope, ambientato in Belgio sull’Europa contemporanea, è stato selezionato in concorso a IDFA 2016 ed è andato in onda su RAI3 e Arte/ZDF in Germania e Francia. Nel 2017 dirige Il mistero dei capolavori perduti, serie di 7 documentari realizzati per l’hub internazionale di Sky Arts (UK, ITA, GER).
Tra il 2018 e il 2019 ha lavorato a Le Ninfee di Monet e Frida, Viva la Vida, due film-documentari per il cinema prodotti da Nexo-Digital e B/Arts. Entrambi i film sono stati distribuiti in Italia ed sono tutt’ora in distribuzione in molti paesi. In questo momento Troilo sta lavorando a un nuovo film-doc per il cinema prodotto da Sky e al suo secondo lungometraggio di finzione in Belgio.
 Giovanni Troilo è nato a Putignano (BA) nel 1977 ed è laureato in Economia con una tesi in Geografia dello Sviluppo. Foto e poster  
  4. Note di regia
  5. Chi è Giovanni Troilo?
  6. Foto e poster
  1. Trama e personaggi
  2. Vesuvio – trailer e video Note di regia   L’area che comprende il Vesuvio e i Campi Flegrei —il secondo super-vulcano che periodicamente ricorda agli abitanti delle zone di Agnano, Pozzuoli e Bagnoli della sua esistenza attraverso stormi sismici ricorrenti, è la più densamente abitata d’Europa. In caso di eruzione i risultati sarebbero catastrofici. Il nostro racconto prende avvio dall’analisi del potenziale di devastazione di una possibile eruzione e del livello di criticità con il quale si avrebbe a che fare. Attraverso le storie, spesso al limite del paradossale, di coloro che si trovano a vivere su una vera e propria bomba a orologeria, proviamo a indagare il rapporto di simbiosi profonda che lega questa straordinaria umanità ai suoi vulcani; a esplorare, in una zona franca dal giudizio, le ragioni razionali e irrazionali che inducono a vivere questo rapporto di continuo scambio con la montagna nera. Nelle infinite possibilità di umana declinazione. Assieme agli elementi tecnici e scientifici, saranno le storie di sarti, casalinghe, professori, cartomanti, ostetriche, giornalisti, contadini ed eremiti a susseguirsi in un insieme di prove tangibili di un pericolo sempre presente, alla magia e alle molte superstizioni, nel tentativo di spiegare l’esistenza precaria di coloro che ancora vivono alle pendici del vulcano con l’aspirazione a una vita più semplice e, forse proprio per questo, più vitale. Il Vesuvio è il vulcano dalla storia meglio documentata al mondo. Se ne sono occupati geologi, archeologi, filologi e antropologi. È un paesaggio globale fatto di miti popolari; descritto da scrittori e poeti, registi e musicisti. Da Plinio il Vecchio il suo fascino arriva fino a Leopardi e Malaparte. L’eruzione del 79 d.C. lega il suo nome alla classicità, mentre quella del 1631 alla storia moderna. La tragedia imminente, scampata o persistente, salda il destino del vulcano a quello di coloro che ne abitano la zona circostante e che dopo ogni singola eruzione hanno ricostruito le loro città e i loro paesi devastati. Per molti, il Vesuvio non rappresenta solamente una minaccia, ma anche l’incarnazione di un’identità. È attraverso le storie di queste persone che il nostro racconto prenderà vita. Il vulcano, la montagna nera, incombe sulla città Napoli e sull’area limitrofa: su ospedali dove ogni giorno giovani madri si preparano a partorire, sulle industrie, sui paesi e sulle cittadine. Sulle persone che in questi luoghi hanno scelto o si sono trovate ad abitare. Giuseppe Mastrolorenzo, esperto vulcanologo e in particolare studioso del Vesuvio e dei campi Flegrei, introdurrà la possibile catastrofe che riguarda tutte le vite, vecchie e nuove, che popolano le pendici del vulcano. Nel corso del documentario, i suoi interventi torneranno più volte a illustrare ciò che potrebbe accadere da un momento all’altro: una catastrofe imprevedibile che spazzerebbe via immediatamente milioni di esistenze. L’umanità che circonda il vulcano è varia e complessa, fatta di vite semplici, di esistenze eccezionali, di passatempi e lavori regolari, di testimonianze al di fuori dell’ordinario: a pochi chilometri dal vulcano, seguiremo gli allievi di una scuola di ballo che proseguono con i loro corsi coscienti della minaccia costante ma, come tutti, speranzosi di non vedere mai la cenere scivolare giù per la costa della montagna. Nello studio televisivo di Paradise TV a Ercolano, esattamente ai piedi del vulcano, potremo assistere alle esibizioni di vari cantanti neomelodici e raccogliere la testimonianza del titolare Pino Grazioli che ricorda ancora i racconti del padre, presente all’eruzione del 1944. Entreremo dietro le quinte del teatro San Carlo di Napoli, dove si allestisce il palco per la messa in scena di un’opera lirica che ha il Vesuvio come sfondo, assistendo alle prove del coro delle voci bianche e potendo scorgere la montagna nera dalla terrazza. A sorvegliare su queste esistenze, almeno in parte, è l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che tiene monitorata l’attività vulcanica del Vesuvio e dei Campi Flegrei. In caso di segnali di “movimento”, i tecnici dell’INGV sarebbero tra i primi a dare l’allarme – che probabilmente però, non sarebbe abbastanza per garantire l’evacuazione degli abitati. Il documentario ne testimonierà parte dell’attività. Alle testimonianze presenti, saranno alternate immagini d’archivio per raccontare un po’ del passato che ha legato le popolazioni della cosiddetta “zona rossa” ai loro vulcani. Durante l’ultima i mezzi tecnologici erano ancora più precari e le colonne di evacuati affollavano le strade sinistrate dai bombardamenti della guerra non ancora passata completamente. I soldati americani affiancavano i civili nella pulizia delle strade e negli scavi alla ricerca dei feriti. Chi è Giovanni Troilo? Regista e fotografo, Giovanni Troilo si muove tra i mondi del cinema, della televisione, dell’editoria e della pubblicità. Il suo lavoro è stato pubblicato su Newsweek, Der Spiegel, D di Repubblica, GQ, CNN, Wired, Ventiquattro, Wallpaper, Vanity Fair, Io Donna, Flair, Urban. Nel 2011 ha diretto Fan Pio, il suo primo lungometraggio, e pubblicato in Germania il suo primo libro, “Apulien”, premiato come miglior libro fotografico agli International Photography Awards nel 2012. Troilo ha diretto numerosi documentari, spot, videoclip. Tra il 2012 e il 2015 Troilo ha diretto per Sky Arte HD Fotografi, tre serie di documentari sui più importanti fotografi italiani, la serie di documentari On The Road – Joe Bastianich Music Tour e Caravaggio Criminale. Nel 2015, con il progetto La Ville Noire – The Dark Heart of Europe, è stato premiato come People Photographer of the Year al Sony World Photography Awards. Nello stesso anno dirige per Sky Arte Fotofactory Modena.
Dal 2016 è direttore artistico di PhEST, festival internazionale di fotografia e arte a Monopoli (BA). Nel 2016 dirige il documentario Casanova Undressed per Sky Arte HD; nello stesso anno William Kentridge – Triumphs and Laments, film documentario sul grande artista sudafricano William Kentridge, è selezionato alla Festa Internazionale del Cinema di Roma e nel 2017 al Jewish New York Film Festival, al München DOKFest e al Biografilm Festival. Il film-doc Coeurope, ambientato in Belgio sull’Europa contemporanea, è stato selezionato in concorso a IDFA 2016 ed è andato in onda su RAI3 e Arte/ZDF in Germania e Francia. Nel 2017 dirige Il mistero dei capolavori perduti, serie di 7 documentari realizzati per l’hub internazionale di Sky Arts (UK, ITA, GER).
Tra il 2018 e il 2019 ha lavorato a Le Ninfee di Monet e Frida, Viva la Vida, due film-documentari per il cinema prodotti da Nexo-Digital e B/Arts. Entrambi i film sono stati distribuiti in Italia ed sono tutt’ora in distribuzione in molti paesi. In questo momento Troilo sta lavorando a un nuovo film-doc per il cinema prodotto da Sky e al suo secondo lungometraggio di finzione in Belgio.
 Giovanni Troilo è nato a Putignano (BA) nel 1977 ed è laureato in Economia con una tesi in Geografia dello Sviluppo. Foto e poster  
  3. Note di regia   L’area che comprende il Vesuvio e i Campi Flegrei —il secondo super-vulcano che periodicamente ricorda agli abitanti delle zone di Agnano, Pozzuoli e Bagnoli della sua esistenza attraverso stormi sismici ricorrenti, è la più densamente abitata d’Europa. In caso di eruzione i risultati sarebbero catastrofici. Il nostro racconto prende avvio dall’analisi del potenziale di devastazione di una possibile eruzione e del livello di criticità con il quale si avrebbe a che fare. Attraverso le storie, spesso al limite del paradossale, di coloro che si trovano a vivere su una vera e propria bomba a orologeria, proviamo a indagare il rapporto di simbiosi profonda che lega questa straordinaria umanità ai suoi vulcani; a esplorare, in una zona franca dal giudizio, le ragioni razionali e irrazionali che inducono a vivere questo rapporto di continuo scambio con la montagna nera. Nelle infinite possibilità di umana declinazione. Assieme agli elementi tecnici e scientifici, saranno le storie di sarti, casalinghe, professori, cartomanti, ostetriche, giornalisti, contadini ed eremiti a susseguirsi in un insieme di prove tangibili di un pericolo sempre presente, alla magia e alle molte superstizioni, nel tentativo di spiegare l’esistenza precaria di coloro che ancora vivono alle pendici del vulcano con l’aspirazione a una vita più semplice e, forse proprio per questo, più vitale. Il Vesuvio è il vulcano dalla storia meglio documentata al mondo. Se ne sono occupati geologi, archeologi, filologi e antropologi. È un paesaggio globale fatto di miti popolari; descritto da scrittori e poeti, registi e musicisti. Da Plinio il Vecchio il suo fascino arriva fino a Leopardi e Malaparte. L’eruzione del 79 d.C. lega il suo nome alla classicità, mentre quella del 1631 alla storia moderna. La tragedia imminente, scampata o persistente, salda il destino del vulcano a quello di coloro che ne abitano la zona circostante e che dopo ogni singola eruzione hanno ricostruito le loro città e i loro paesi devastati. Per molti, il Vesuvio non rappresenta solamente una minaccia, ma anche l’incarnazione di un’identità. È attraverso le storie di queste persone che il nostro racconto prenderà vita. Il vulcano, la montagna nera, incombe sulla città Napoli e sull’area limitrofa: su ospedali dove ogni giorno giovani madri si preparano a partorire, sulle industrie, sui paesi e sulle cittadine. Sulle persone che in questi luoghi hanno scelto o si sono trovate ad abitare. Giuseppe Mastrolorenzo, esperto vulcanologo e in particolare studioso del Vesuvio e dei campi Flegrei, introdurrà la possibile catastrofe che riguarda tutte le vite, vecchie e nuove, che popolano le pendici del vulcano. Nel corso del documentario, i suoi interventi torneranno più volte a illustrare ciò che potrebbe accadere da un momento all’altro: una catastrofe imprevedibile che spazzerebbe via immediatamente milioni di esistenze. L’umanità che circonda il vulcano è varia e complessa, fatta di vite semplici, di esistenze eccezionali, di passatempi e lavori regolari, di testimonianze al di fuori dell’ordinario: a pochi chilometri dal vulcano, seguiremo gli allievi di una scuola di ballo che proseguono con i loro corsi coscienti della minaccia costante ma, come tutti, speranzosi di non vedere mai la cenere scivolare giù per la costa della montagna. Nello studio televisivo di Paradise TV a Ercolano, esattamente ai piedi del vulcano, potremo assistere alle esibizioni di vari cantanti neomelodici e raccogliere la testimonianza del titolare Pino Grazioli che ricorda ancora i racconti del padre, presente all’eruzione del 1944. Entreremo dietro le quinte del teatro San Carlo di Napoli, dove si allestisce il palco per la messa in scena di un’opera lirica che ha il Vesuvio come sfondo, assistendo alle prove del coro delle voci bianche e potendo scorgere la montagna nera dalla terrazza. A sorvegliare su queste esistenze, almeno in parte, è l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che tiene monitorata l’attività vulcanica del Vesuvio e dei Campi Flegrei. In caso di segnali di “movimento”, i tecnici dell’INGV sarebbero tra i primi a dare l’allarme – che probabilmente però, non sarebbe abbastanza per garantire l’evacuazione degli abitati. Il documentario ne testimonierà parte dell’attività. Alle testimonianze presenti, saranno alternate immagini d’archivio per raccontare un po’ del passato che ha legato le popolazioni della cosiddetta “zona rossa” ai loro vulcani. Durante l’ultima i mezzi tecnologici erano ancora più precari e le colonne di evacuati affollavano le strade sinistrate dai bombardamenti della guerra non ancora passata completamente. I soldati americani affiancavano i civili nella pulizia delle strade e negli scavi alla ricerca dei feriti. Chi è Giovanni Troilo? Regista e fotografo, Giovanni Troilo si muove tra i mondi del cinema, della televisione, dell’editoria e della pubblicità. Il suo lavoro è stato pubblicato su Newsweek, Der Spiegel, D di Repubblica, GQ, CNN, Wired, Ventiquattro, Wallpaper, Vanity Fair, Io Donna, Flair, Urban. Nel 2011 ha diretto Fan Pio, il suo primo lungometraggio, e pubblicato in Germania il suo primo libro, “Apulien”, premiato come miglior libro fotografico agli International Photography Awards nel 2012. Troilo ha diretto numerosi documentari, spot, videoclip. Tra il 2012 e il 2015 Troilo ha diretto per Sky Arte HD Fotografi, tre serie di documentari sui più importanti fotografi italiani, la serie di documentari On The Road – Joe Bastianich Music Tour e Caravaggio Criminale. Nel 2015, con il progetto La Ville Noire – The Dark Heart of Europe, è stato premiato come People Photographer of the Year al Sony World Photography Awards. Nello stesso anno dirige per Sky Arte Fotofactory Modena.
Dal 2016 è direttore artistico di PhEST, festival internazionale di fotografia e arte a Monopoli (BA). Nel 2016 dirige il documentario Casanova Undressed per Sky Arte HD; nello stesso anno William Kentridge – Triumphs and Laments, film documentario sul grande artista sudafricano William Kentridge, è selezionato alla Festa Internazionale del Cinema di Roma e nel 2017 al Jewish New York Film Festival, al München DOKFest e al Biografilm Festival. Il film-doc Coeurope, ambientato in Belgio sull’Europa contemporanea, è stato selezionato in concorso a IDFA 2016 ed è andato in onda su RAI3 e Arte/ZDF in Germania e Francia. Nel 2017 dirige Il mistero dei capolavori perduti, serie di 7 documentari realizzati per l’hub internazionale di Sky Arts (UK, ITA, GER).
Tra il 2018 e il 2019 ha lavorato a Le Ninfee di Monet e Frida, Viva la Vida, due film-documentari per il cinema prodotti da Nexo-Digital e B/Arts. Entrambi i film sono stati distribuiti in Italia ed sono tutt’ora in distribuzione in molti paesi. In questo momento Troilo sta lavorando a un nuovo film-doc per il cinema prodotto da Sky e al suo secondo lungometraggio di finzione in Belgio.
 Giovanni Troilo è nato a Putignano (BA) nel 1977 ed è laureato in Economia con una tesi in Geografia dello Sviluppo. Foto e poster  
  4. Note di regia
  5. Chi è Giovanni Troilo?
  6. Foto e poster

Trama e personaggi

La trama ufficiale: L’area metropolitana di Napoli è una delle più densamente abitate del pianeta ed è compresa tra il Vesuvio ed i Campi Flegrei, due tra i vulcani attivi più pericolosi al mondo. Oltre un milione di persone vivono nella cosiddetta zona rossa, pronte ad essere evacuate al primo segnale di eruzione. Forse. Giovanni Troilo, documentarista di successo noto per i documentari d’arte come il recente Frida – Viva la vida, mette in scena in Vesuvio – Ovvero: come hanno imparato a vivere in mezzo ai vulcani un documentario di grande fascino che racconta l’ombra lunga della catastrofe in uno dei territori più suggestivi e inquietanti d’Italia, lungo le pendici del Vesuvio e tra i minacciosi crateri partenopei, e lo fa con un linguaggio unico al confine tra fiction e documentario. Attraverso le storie, spesso al limite del paradossale, di coloro che si trovano a vivere su di una vera e propria bomba a orologeria, Troilo indaga il rapporto di simbiosi profonda che lega questa straordinaria umanità ai suoi vulcani e le ragioni – razionali e irrazionali – che inducono a vivere questo rapporto di continuo scambio con la montagna nera.

Giuseppe Mastrolorenzo: Vulcanologo e studioso del complesso del supervulcano. È la voce scientifica che ci guida attraverso il documentario.
Pino Grazioli: Titolare di Paradise TV, che ha sede ad Ercolano, alle pendici del vulcano. Suo padre ha assistito all’eruzione del 1944.
Antonio Panico: Sarto, la sua bottega, aperta a Napoli nel 1964, è un punto di riferimento per chiunque viva o si trovi a passare sotto il Vesuvio.
Ciro e Elena: Titolari della Pirotecnica Vesuvio. Ciro è nato qui e ha rilevato l’azienda di famiglia. Elena si è trasferita dalla Liguria e ha imparato a convivere con il vulcano e le sue contraddizioni.
Goblin lo psicomago: Sensitivo che abita sulle pendici del Vesuvio, dice di essere in contatto con le energie sotterranee e di poter controllare attraverso di esse la vita in superficie.
Ciro: Anziano che abita in fondo al cratere di Agnano: coltiva friarielli con la sola compagnia della compagna polacca. Ha assistito all’eruzione del 1944.
Sonia Scalpellini: Vive accanto alla solfatara dei Pisciarielli assieme alla sua famiglia e rifiuta l’idea di andarsene.
Ferdinando: Giovane fantino che vive e si allena ad Agnano.
Madame Luigia: Sensitiva che per tutta la vita ha operato sulle pendici del vulcano, chiamando a raccolta le forze della natura e quelle dei santi perché ne beneficiassero tanto i singoli colpiti da maledizioni e anatemi, quanto la collettività.

Vesuvio – trailer e video

Note di regia

 

L’area che comprende il Vesuvio e i Campi Flegrei —il secondo super-vulcano che periodicamente
ricorda agli abitanti delle zone di Agnano, Pozzuoli e Bagnoli della sua esistenza attraverso stormi
sismici ricorrenti, è la più densamente abitata d’Europa. In caso di eruzione i risultati sarebbero
catastrofici. Il nostro racconto prende avvio dall’analisi del potenziale di devastazione di una possibile eruzione e del livello di criticità con il quale si avrebbe a che fare. Attraverso le storie, spesso al limite del paradossale, di coloro che si trovano a vivere su una vera e propria bomba a orologeria, proviamo a indagare il rapporto di simbiosi profonda che lega questa straordinaria umanità ai suoi vulcani; a esplorare, in una zona franca dal giudizio, le ragioni razionali e irrazionali che inducono a vivere questo rapporto di continuo scambio con la montagna nera. Nelle infinite possibilità di umana declinazione. Assieme agli elementi tecnici e scientifici, saranno le storie di sarti, casalinghe, professori, cartomanti, ostetriche, giornalisti, contadini ed eremiti a susseguirsi in un insieme di prove tangibili di un pericolo sempre presente, alla magia e alle molte superstizioni, nel tentativo di spiegare l’esistenza precaria di coloro che ancora vivono alle pendici del vulcano con l’aspirazione a una vita più semplice e, forse proprio per questo, più vitale. Il Vesuvio è il vulcano dalla storia meglio documentata al mondo. Se ne sono occupati geologi, archeologi, filologi e antropologi. È un paesaggio globale fatto di miti popolari; descritto da scrittori e poeti, registi e musicisti. Da Plinio il Vecchio il suo fascino arriva fino a Leopardi e Malaparte. L’eruzione del 79 d.C. lega il suo nome alla classicità, mentre quella del 1631 alla storia moderna. La tragedia imminente, scampata o persistente, salda il destino del vulcano a quello di coloro che ne abitano la zona circostante e che dopo ogni singola eruzione hanno ricostruito le loro città e i loro paesi devastati. Per molti, il Vesuvio non rappresenta solamente una minaccia, ma anche l’incarnazione di un’identità. È attraverso le storie di queste persone che il nostro racconto prenderà vita. Il vulcano, la montagna nera, incombe sulla città Napoli e sull’area limitrofa: su ospedali dove ogni giorno giovani madri si preparano a partorire, sulle industrie, sui paesi e sulle cittadine. Sulle persone che in questi luoghi hanno scelto o si sono trovate ad abitare. Giuseppe Mastrolorenzo, esperto vulcanologo e in particolare studioso del Vesuvio e dei campi Flegrei, introdurrà la possibile catastrofe che riguarda tutte le vite, vecchie e nuove, che popolano le pendici del vulcano. Nel corso del documentario, i suoi interventi torneranno più volte a illustrare ciò che potrebbe accadere da un momento all’altro: una catastrofe imprevedibile che spazzerebbe via immediatamente milioni di esistenze. L’umanità che circonda il vulcano è varia e complessa, fatta di vite semplici, di esistenze eccezionali, di passatempi e lavori regolari, di testimonianze al di fuori dell’ordinario: a pochi chilometri dal vulcano, seguiremo gli allievi di una scuola di ballo che proseguono con i loro corsi coscienti della minaccia costante ma, come tutti, speranzosi di non vedere mai la cenere scivolare giù per la costa della montagna. Nello studio televisivo di Paradise TV a Ercolano, esattamente ai piedi del vulcano, potremo assistere alle esibizioni di vari cantanti neomelodici e raccogliere la testimonianza del titolare Pino Grazioli che ricorda ancora i racconti del padre, presente all’eruzione del 1944. Entreremo dietro le quinte del teatro San Carlo di Napoli, dove si allestisce il palco per la messa in scena di un’opera lirica che ha il Vesuvio come sfondo, assistendo alle prove del coro delle voci bianche e potendo scorgere la montagna nera dalla terrazza. A sorvegliare su queste esistenze, almeno in parte, è l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che tiene monitorata l’attività vulcanica del Vesuvio e dei Campi Flegrei. In caso di segnali di “movimento”, i tecnici dell’INGV sarebbero tra i primi a dare l’allarme – che probabilmente però, non sarebbe abbastanza per garantire l’evacuazione degli abitati. Il documentario ne testimonierà parte dell’attività. Alle testimonianze presenti, saranno alternate immagini d’archivio per raccontare un po’ del passato che ha legato le popolazioni della cosiddetta “zona rossa” ai loro vulcani. Durante l’ultima i mezzi tecnologici erano ancora più precari e le colonne di evacuati affollavano le strade sinistrate dai bombardamenti della guerra non ancora passata completamente. I soldati americani affiancavano i civili nella pulizia delle strade e negli scavi alla ricerca dei feriti.

Chi è Giovanni Troilo?

Regista e fotografo, Giovanni Troilo si muove tra i mondi del cinema, della televisione, dell’editoria e
della pubblicità. Il suo lavoro è stato pubblicato su Newsweek, Der Spiegel, D di Repubblica, GQ, CNN, Wired, Ventiquattro, Wallpaper, Vanity Fair, Io Donna, Flair, Urban. Nel 2011 ha diretto Fan Pio, il suo primo lungometraggio, e pubblicato in Germania il suo primo libro, “Apulien”, premiato come miglior libro fotografico agli International Photography Awards nel 2012. Troilo ha diretto numerosi documentari, spot, videoclip. Tra il 2012 e il 2015 Troilo ha diretto per Sky Arte HD Fotografi, tre serie di documentari sui più importanti fotografi italiani, la serie di documentari On The Road – Joe Bastianich Music Tour e Caravaggio Criminale. Nel 2015, con il progetto La Ville Noire – The Dark Heart of Europe, è stato premiato come People Photographer of the Year al Sony World Photography Awards. Nello stesso anno dirige per Sky Arte Fotofactory Modena.
Dal 2016 è direttore artistico di PhEST, festival internazionale di fotografia e arte a Monopoli (BA). Nel 2016 dirige il documentario Casanova Undressed per Sky Arte HD; nello stesso anno William Kentridge – Triumphs and Laments, film documentario sul grande artista sudafricano William Kentridge, è selezionato alla Festa Internazionale del Cinema di Roma e nel 2017 al Jewish New York Film Festival, al München DOKFest e al Biografilm Festival. Il film-doc Coeurope, ambientato in Belgio sull’Europa contemporanea, è stato selezionato in concorso a IDFA 2016 ed è andato in onda su RAI3 e Arte/ZDF in Germania e Francia. Nel 2017 dirige Il mistero dei capolavori perduti, serie di 7 documentari realizzati per l’hub internazionale di Sky Arts (UK, ITA, GER).
Tra il 2018 e il 2019 ha lavorato a Le Ninfee di Monet e Frida, Viva la Vida, due film-documentari per il cinema prodotti da Nexo-Digital e B/Arts. Entrambi i film sono stati distribuiti in Italia ed sono tutt’ora in distribuzione in molti paesi. In questo momento Troilo sta lavorando a un nuovo film-doc per il cinema prodotto da Sky e al suo secondo lungometraggio di finzione in Belgio.
 Giovanni Troilo è nato a Putignano (BA) nel 1977 ed è laureato in Economia con una tesi in Geografia dello Sviluppo.

Foto e poster