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Festival di Venezia 2009: Life During Wartime di Todd Solondz – Alla ricerca dei personaggi e della trama

Ad oggi, Life during wartime è uno dei film più misteriosi e segreti del concorso della 66. Mostra del Cinema di Venezia. Di sicuro, è il titolo americano di cui si sa meno. Dopotutto, è lo stesso Todd Solondz che ha voluto mantenere il silenzio attorno alla sua nuova fatica, ammettendo semplicemente che si tratterà

13 Agosto 2009 16:10

Festival di Venezia 2009: Life During Wartime di Todd Solondz - Alla ricerca di personaggi e della trama Ad oggi, Life during wartime è uno dei film più misteriosi e segreti del concorso della 66. Mostra del Cinema di Venezia. Di sicuro, è il titolo americano di cui si sa meno. Dopotutto, è lo stesso Todd Solondz che ha voluto mantenere il silenzio attorno alla sua nuova fatica, ammettendo semplicemente che si tratterà di un (folle) sequel del suo capolavoro Happiness. Se per ora non esistono immagini o trailer, possiamo comunque iniziare a tracciare una specie di trama partendo dai personaggi di Life during wartime.

Joy: interpretata in Happiness da Jane Adams e in Life during wartime da Shirley Henderson, è la trentenne frustrata e ingannata dai maschietti; oggi scappa dal marito (Allen: se non ricordate chi è… continuate a leggere!), ed è corteggiata dal fantasma dell’ex fidanzato Andy (Paul Reubens (!) al posto di Jon Lovitz), morto suicida per lei.

Trish: sorella di Joy e Helen, interpretata nel sequel da Allison Janney che sostituisce Cynthia Stevenson; in Happiness scopriva che il marito Bill era un pedofilo, spera di trovare una nuova stabilità nel rapporto con Harvey (Michael Lerner), un uomo appena divorziato.

Bill: il marito di Trish esce di prigione! In Happiness era Dylan Baker, qui Ciaran Hinds. Tornano anche i tre figli della coppia: Billy, quello ossessionato dalla masturbazione che finalmente alla fine del film riusciva a venire, con Chris Marquette che sostituisce Rufus Read; poi Timmy, da Justin Elvin a Dylan Riley Snyder, e la sorellina Chloe, da Lila Glantzman-Leib a Emma Hinz.

Helen: sorella di Joy e Trish (da Lara Flynn Boyle a Ally Sheedy), scrittrice famosa che si sente sempre perseguitata dal successo e dagli uomini.

Allen: il molestatore telefonico che prima incontrava Helen, vicina di casa, poi la cicciona omicida Kristina. Da Philip Seymour Hoffman a Michael K. Williams: totalmente diversi. Oggi è il marito di Joy.

Mona Jordan: la madre di Joy, Trish e Helen, separata dal marito in Happiness. Interpretata da Louise Lasser nell’originale, qui sarà Renée Taylor. Il mistero però è un altro: tempo fa si disse che Paris Hilton avrebbe avuto un ruolo in Life during wartime: qualcuno vocifera che la Hilton potrebbe interpretare Mona in un flashback.

Kristina: Camryn Manheim nell’originale, oggi Chane’t Johnson. Fugge di prigione per ritrovare il suo amore Allen.

Jacqueline: new entry interpretata da Charlotte Rampling, una donna che perde ogni cautela nella ricerca dell’amore.

Mark: interpretato da Rich Pecci. Potrebbe essere il fratello maggiore di Dawn, la protagonista di Fuga dalla scuola media, interpretato da Matthew Faber, visto anche in Palindromes (dove veniva accusato di aver molestato un bambino), film che si apriva proprio con il funerale di Dawn? Nella sinossi che gira in rete dovrebbe essere il figlio di Harvey: ciò non esclude l’ipotesi di prima…

Gli altri personaggi saranno Wanda (Gaby Hoffmann), Dave (Brian Tester) e Jesse (Meng Ai). Ma attenzione: come abbiamo ben visto un po’ in Storytelling e soprattutto in Palindromes, a Solondz ultimamente piace mischiare un po’ le carte in tavola. Sono passati infatti 10 anni da Happiness, ma ecco cos’ha dichiarato il regista:

Preferisco non sentirmi legato alla letteralità del tempo o delle circostanze. A me piace modificare le cose, guardale da una prospettiva nuova, e così per esempio, alcuni personaggi sono invecchiati di cinque anni, altri di venti, alcune storie sono state alterate e io ho fatto sì che la razza di appartenenza dei personaggi non fosse qualcosa di definitivo. Naturalmente, c’è un cast completamente differente. È molto più divertente e interessante così.

D’altronde, cosa aspettarsi da un regista che nel precedente film da lui diretto faceva interpretare la sua protagonista Aviva da sette attrici (tra cui una corpulenta attrice di colore) e un giovincello? Life during wartime si presenta così come l’ennesimo tassello in una filmografia dissacrante, intelligente e cinica in modo astuto, un film nel quale i personaggi qui descritti “si incastrano, si espandono e collidono per creare un ritratto caleidoscopico e emozionalmente risonante dei prigionieri dell’amore e della vita in tempo di guerra“.

Fonte: Leggo e The Playlist

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