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La battaglia dei tre regni – La recensione in anteprima

La battaglia dei tre regni di John Woo con Tony Leung, Chiu Wai, Takeshi Kaneshiro, Zhao Wei, Shido Nakamura, Chang Chen, Zhang Fengyi, Hu Jun, Lin Chiling, You Yong, Tong Dawei, Song Jia, Wang Qingxiang, Hou Yong, Jiang Tong.Anno 208, la storia della Cina sta vivendo i giorni del declino della dinastia Han. L’imperatore non

pubblicato 22 Ottobre 2009 aggiornato 2 Agosto 2020 10:21

La battaglia dei tre regni di John Woo con Tony Leung, Chiu Wai, Takeshi Kaneshiro, Zhao Wei, Shido Nakamura, Chang Chen, Zhang Fengyi, Hu Jun, Lin Chiling, You Yong, Tong Dawei, Song Jia, Wang Qingxiang, Hou Yong, Jiang Tong.

Anno 208, la storia della Cina sta vivendo i giorni del declino della dinastia Han. L’imperatore non è che un giovane inesperto soggiogato dall’ambizioso primo ministro Cao Cao che lo convince a dichiarare guerra ai regni meridionali, quello di Shu e quello di Wu. Un esercito impressionante inizia una lunga marcia sotto la guida dello stesso Cao Cao. I due regni del sud, tradizionalmente rivali capiscono che l’unica speranza per contrastare l’attacco è un’alleanza che troverà il suo quartier generale presso le Scogliere Rosse dove sono chiamati a raccolta i soldati dei due eserciti. Le truppe di Cao Cao inizieranno un assedio di logoramento che sembra avere un’unica possibile conclusione, ma dalla Battaglia delle Scogliere Rosse dipende la storia della Cina a venire. Ma la saggezza può diventare più importante delle armi…

1800 anni fa in Cina si combatteva un’unica battaglia di proporzioni mai viste dalla quale sono dipesi gran parte dei rapporti socio-economici dei secoli a venire. John Woo, a cui evidentemente giova l’aria della patria, dipinge un epico affresco (costato 80 milioni di dollari, la più grande produzione mai realizzata in lingua cinese) ispirandosi a Le cronache dei tre regni un resoconto storico dei fatti scritto oltre settecento anni fa.

Dopo Ang Lee (La tigre e il dragone) e Zhang Yimou (Hero, La foresta dei pugnali volanti), Chen Kaige, anche John Woo compie un passo indietro e ritorna in patria per occuparsi della tradizione cinese. Questa volta però non ci sono i classici elementi del wuxpian, come i combattimenti volanti di cappa e spada, e Woo calca la mano sul genere storico offrendo un ritratto epico di una battaglia che è valsa un’intera una guerra. Dimenticate quindi il Woo hollywood style (che ci ha regalato quel gioiello di Face/Off, ma anche tante delusioni), dategli un budget di ottanta milioni di dollari e una colomba (elemento immancabile nei suoi film) e vi porterà a casa un capolavoro da brividi.

Partendo da uno dei testi fondamentali dell’epos cinese, il primo ostacolo per Woo è stata la stesura della sceneggiatura. Molti elementi del testo originario avevano trasformato la storia in leggenda, elevando le figure dei protagonisti a semi dei dai poteri straordinari. Il progetto di Woo infatti prevedeva una profonda aderenza storica e le ricerche in tal senso sono state approfondite e meticolose. Il secondo problema che è stato sottolineato da Woo è la necessità di rendere un film dal budget così elevato appetibile anche per un pubblico occidentale, dopotutto il cinema è un’industria e segue le sue regole, per questo è stato scelto un cast con stelle di carature internazionale, come Tony Leung, e uno stile di grande epicità degno del nome di Woo. Il terzo problema è quello di mettere insieme tante prospettive diverse su un momento storico che ha segnato la storia e la cultura cinese in modo tanto profondo (forse non ci sono episodi della storia italiana paragonabili per importanza nei confronti della nazione).

John Woo si dimostra come un fiume in piena, strabordante di creatività e di intuizioni visive. Ne scaturisce un film epico della durata di oltre quattro ore (solo per l’edizione cinese, in Italia lo vedremo durare poco meno di due ore e venti, ma che non riducono il fascino del film), in cui si intrecciano storie di uomini, relazioni amorose, scontri diplomatici, in un’unica grande battaglia epica, giocata tutta sulla strategia e l’astuzia, con una grandissima profusione di effetti speciali (evidente il larghissimo uso dei software che moltiplicano le masse). Ma La battaglia dei tre regni non è un film che sbalordisce solo per il suo impatto visivo, John Woo firma infatti il suo capolavoro raccontando la storia della Cina infarcendo la narrazione di citazioni al grande cinema mondiale. Praticamente tutte le più grandi battaglie cinematografiche sono citate o alluse durante il lunghissimo assedio alle Scogliere Rosse (da Sergeij Eijsenstein a Il signore degli Anelli, passando anche da Troy) , e non mancano delicatissimi omaggi al cinema di Sergio Leone, come la goccia d’acqua usata per mostrare il cambio della direzione del vento fino al cinema classico di John Ford.

Il cast è composto di nomi celebri in patria ma ben noti anche in occidente. In prima fila ritorna la splendida coppia composta da Tony Leung e Takeshi Kaneshiro che furono i due protagonisti del meraviglioso di Hong Kong Express di Wong Kar-Wai, rispettivamente nella parte dello stratega Zhuge Liang e del vicerè Zhou Yu.

La battaglia dei tre regni esce nei cinema il 30 ottobre, qui trovate il trailer italiano.

Voto Carlo: 8,5
Voto Gabriele: 7