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Dragon Trainer – La recensione in anteprima

Dragon Trainer (How To Train Your Dragon) Regia di Dean DeBlois e Chris Sanders con le voci di Gerard Butler, Craig Ferguson, America Ferrera, Jonah Hill, Christopher Mintz-Plasse, Kristen Wiig, T.J. Miller, Jay Baruchel.Hiccup Horrendous Haddock III è il figlio adolescente del capo di un villaggio vichingo, il suo terribile nome non si adatta bene

pubblicato 26 Marzo 2010 aggiornato 2 Agosto 2020 03:20

Dragon Trainer (How To Train Your Dragon) Regia di Dean DeBlois e Chris Sanders con le voci di Gerard Butler, Craig Ferguson, America Ferrera, Jonah Hill, Christopher Mintz-Plasse, Kristen Wiig, T.J. Miller, Jay Baruchel.

Hiccup Horrendous Haddock III è il figlio adolescente del capo di un villaggio vichingo, il suo terribile nome non si adatta bene (con grande disappunto del coraggioso padre Stoick) a un fisico gracile e un animo mite. Mentre altrove la gente viene infastidita dalle zanzare, il paese vichingo dove vive il piccolo Hiccup è infestato dalla scomoda presenza di enormi draghi che compiono razzie quotidiane sottraendo le scorte di cibo raccolte in vista del lungo inverno, che nel nord dura ben nove mesi all’anno.

I migliori guerrieri vichinghi, sotto il comando del coraggioso Stoick, combattono i draghi con scudi e asce, mentre i giovani devono frequentare dei duri allenamenti per imparare a combattere contro queste mostruose creature. Nonostante sia lo zimbello dei suoi coetanei, Hiccus imparerà presto come comportarsi di fronte ai terribili lucertoloni sputa-fuoco, ma il segreto è un drago con cui ha stretto amicizia.

Il percorso narrativo descritto dal film della coppia Dean DeBlois e Chris Sanders potrebbe apparire piuttosto risaputo. Un protagonista inadatto a diventare guerriero si trasforma nell’eroe del villaggio grazie a un segreto. Quando questo viene però scoperto Hiccus perde il consenso dei suoi prossimi e dovrà dimostrare una volta in più di essere dalla parte della ragione, conquistando così in modo definitivo la fiducia nella sua gente. Lo scheletro del racconto sembra ispirato ai canoni più tradizionali della fiaba di magia, quella studiata da Vladimir Propp: un rito iniziatico, una storia magica, un’amicizia impossibile, un ragazzino che diventa uomo sono solo alcuni dei livelli con cui può essere poi letta la storia di Dragon Trainer.

Certi luoghi sono infestati dalle zanzare, il villaggio vichingo dove vive il piccolo Hiccup invece deve vedersela con famelici draghi che fanno razzia delle loro scorte. Diventare uomo, per i membri del villaggio, significa essere in grado di uccidere questi animali minacciosi, conoscerne le caratteristiche e i punti deboli per portare avanti l’eterna guerra per la sopravvivenza. Il percorso di formazione di Hiccup lo porta a compiere non uno, ma molti riti di iniziazione tipici dell’adolescenza. Il ragazzo diventa uomo superando una serie di ostacoli e di prove, come nella tradizione della fiaba classica. In questo elemento Dragon Trainer è un film che non offre l’innovazione di sceneggiature come quelle firmate da Pixar (si veda la complessità di Up o le invenzioni narrative di Monsters & Co.).

In compenso l’ultimo film di casa Dreamworks riesce a brillare nonostante, sulla carta, possa sembrare nato da un’idea scontata. La banalità della storia si limita alla sinossi raccontabile in tre righe, l’intreccio che si viene a creare invece è ricco di invenzioni e di sottotrame che inspessiscono un plot abbastanza esile e contribuiscono a dare un ritmo altissimo a tutto il suo svolgimento. Cento minuti si bevono in un soffio, tra momenti di grande ilarità e azione frenetica, supportata da un’ottima animazione in 3D. Il character design gioca a rielaborare il look che il mondo fantasy ha attribuito alle popolazioni nordiche, fisici possenti, lunghe barbe, elmi cornuti e asce a due lame, mantenendo però un profondo taglio cartoonesco. Una scelta azzeccata.

Colpisce in senso positivo, inoltre, la fluidità dei movimenti dei personaggi (e in particolar modo quello dei draghi, modellati su comportamenti felini), finalmente slegati dalla rigidità che ha contraddistinto anche i film più recenti. Ulteriore elemento positivo è l’uso funzionale del 3D che non è più uno sfoggio di tecnologia ma un elemento necessario all’evoluzione del racconto.

Un discorso a parte meriterebbe la caratterizzazione dei draghi, realizzata con la precisione puntuale di un role-play-game, sottolineata dalle continue descrizioni di uno dei ragazzini compagni di avventura di Hiccus. La mano di Dean DeBlois e Chris Sanders si nota in particolare su Sdentato, il drago che diventa amico di Hiccus, un essere adorabile che ricorda senza alcuna possibilità di dubbio l’alieno bluastro di Lilo & Stitch, realizzato dagli stessi registi.

Non lasciatevi intimidire dall’idea che si tratti di un film per bambini, come in tanti lo hanno letto, Dragon Trainer riesce a superare tutte le aspettative. Nella versione originale le voci sono di Jay Baruchel, Gerard Butler e America Ferrera.

Dragon Trainer esce nei cinema venerdì 26

Voto Carlo 8,5
Voto Federico8+
Voto Gabriele: 9
Voto Carla: 8
Voto Simona: 9