Home Curiosità Urlo: la locandina italiana di Howl e la poesia di Allen Ginsberg

Urlo: la locandina italiana di Howl e la poesia di Allen Ginsberg

Esce il 27 agosto il film drammatico Howl diretto da Rob Epstein e Jeffrey Friedman ed intepretato da Mary-Louise Parker, James Franco, Jon Hamm, Jeff Daniels, Alessandro Nivola, David Strathairn, Treat Williams, Sean Patrick Reilly.Il film racconta di Howl (Urlo), di Allen Ginsberg (James Franco) e della generazione beat degli anni 1957. Il testo è

di carla
pubblicato 3 Agosto 2010 aggiornato 1 Agosto 2020 21:55


Esce il 27 agosto il film drammatico Howl diretto da Rob Epstein e Jeffrey Friedman ed intepretato da Mary-Louise Parker, James Franco, Jon Hamm, Jeff Daniels, Alessandro Nivola, David Strathairn, Treat Williams, Sean Patrick Reilly.

Il film racconta di Howl (Urlo), di Allen Ginsberg (James Franco) e della generazione beat degli anni 1957. Il testo è giudicato osceno… e inizia il processo. L’avvocato della difesa è Jake Ehrlich (John Hamm). Il pubblico ministero è Ralph Mcintosh (David Strathairn), i testimoni dell’accusa sono un’insegnante d’inglese (Mary-Louise Parker) e un professore (Jeff Daniels). Il giudice che presiede l’udienza è Clayton Horn (Bob Balaban)…

In Italiano la pellicola è stata intitolata Urlo, proprio come il testo Howl è stato tradotto nella nostra lingua. A proposito, potete leggere la poesia dopo il salto dove trovate anche il poster italiano. Qui il trailer originale.

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URLO
Ho visto le migliori menti della mia generazione
distrutte dalla pazzia, affamate, nudem isteriche
trascinarsi per strade di negri all’alba in cerca di droga rabbiosa
hipster dal capo d’angelo ardenti per l’antico contatto celeste
con la dinamo stellata nel macchinario della notte,
che in miseria e stracci e occhi infossati stavano su partiti a fumare nel buio soprannaturale di soffitte a acqua
fredda fluttuando nelle cime delle città, contemplando jazz
che mostravano il cervello al Cielo sotto la Elevated
e vedevano angeli Maomettani illuminati barcollanti su tetti di casermette
che si accucciavano in mutande in stanze non sbarbate bruciando denaro nella spazzatura
e ascoltando il Terrore attraverso il muro
Ho visto le migliori menti della mia generazione che mangiavano fuoco in hotel ridipinti
o bevevano trementina in Paradise Alley, morte, o si purgatoriavano il torace
notte dopo notte con sogni, con droghe, con incubi a occhi aperti, alcol e cazzo e balle-sballi senza fine,
che vagavan su e giù a mezzanotte per depositi ferroviari cheidendosi dove andare, e andavano, senza lasciare cuori spezzati,
Ho visto le migliori menti della mia generazione
che trombavano in limousine col cinese di Oklahoma su impulso invernale mezzonotturno illampionata pioggia di provincia,
che ciondolavano affamate e sole per Houston cercando jazz o sesso o zuppa,
e seguivan quel brillante spagnolo per coversar d’America e d’Eternità, tempo sprecato, e poi via per nave in Africa

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