Home Berlinale - Festival internazionale del cinema di Berlino Berlino 2012: Addio Mia Regina – La recensione e una clip di Farewell, My Queen

Berlino 2012: Addio Mia Regina – La recensione e una clip di Farewell, My Queen

Una serva lettrice di Maria Antonietta diventa una persona importante per la regina di Francia: arriva al cinema “Les adieux à la reine” dal romanzo di Chantal Thomas.

pubblicato 10 Febbraio 2012 aggiornato 1 Agosto 2020 04:03


La Berlinale, il festival del cinema d’inverno, affronterà quest’anno il tema ampio dei cambiamenti sociali: un contenitore perfetto per mettere dentro riferimenti all’attualità, dalla primavera araba alla crisi economica. E perfetto anche per storie come Farewell my Queen (Addio mia regina), un film, basato sull’omonimo romanzo di Chantal Thomas, che parla del cambiamento per eccellenza, cioè della rivoluzione francese, vista però, ahimé, ancora una volta, dalle quinte della reggia di Versailles.

È la storia di Sidonie Laborde (Léa Seyedoux), una semplice serva “lettrice” di Maria Antonietta (Diane Kruger) che, per qualche ragione, passa dall’essere nessuno all’avere un ruolo importante a fianco della regina negli ultimi giorni a corte prima che Maria Antonietta, il re e tutti i più stretti collaboratori siano decapitati. La storia è tutta presentata dal punto di vista ingenuo della Laborde che fino all’ultimo momento crede che il re riuscirà, con il suo discorso, a convincere la popolazione.

E’, almeno a prima vista, una versione di Maria Antonietta più verosimile del suo antenato più recente, cioè la versione di Sofia Coppola: la regina parla francese, non ha le All Stars, non si sfonda di dolci e non cammina per i corridoi della reggia al ritmo degli Strokes. Però non è detto che la verosimiglianza sia solo una questione estetica e non è nemmeno detto che la verosimiglianza sia una categoria per giudicare se un film è bello o no.

addio_MIA_REGINA_film

Se il castello di Benoît Jacquot si regge in piedi, è solo grazie all’interpretazione di due brave e belle attrici come Léa Seydoux, che a 25 anni ha già una carriera di tutto rispetto, e la versatile Diane Kruger, che recita qui senza alcun problema in francese. Kruger e Seydoux riescono a mantenere alta l’attenzione e a portare avanti la storia anche in mezzo a un film che ha un evidente problema di sceneggiatura: i personaggi sono bidimensionali e la loro ingenuità o inadeguatezza fa spesso sorridere pur non volendo. Il pretesto che muove la vicenda è frivolo e poco credibile, incapace di convincere lo spettatore che ci sia qualcosa dietro alla solita parafrenalia di costumi d’epoca, per carità bellissimi, con cui sono infarciti tutti i film su Maria Antonietta.

Nessuno applaude e nessuno lascia la sala. Considerato che è la proiezione per la stampa della Berlinale, un pubblico notoriamente impaziente e difficile, non è un cattivo risultato. Come inizio del festival, mi aspettavo di più: qualcosa di spettacolare o veramente intellettuale. Me ne vado dal cinema con la consapevolezza che tutto sommato non è male stare ore nella scatola magica visto il freddo che fa fuori, indipendentemente da ciò che vedi. So comunque che mi dimenticherò presto di questo film.

Voto di Laura Lucchini: 5

Farewell, My Queen (Les adieux à la reine – Francia 2011 – Drammatico/Storico – Les adieux à la reine) di Benoît Jacquot con Diane Kruger, Léa Seydoux, Virginie Ledoyen, Xavier Beauvois, Noémie Lvovsky, Vladimir Consigny, Julie-Marie Parmentier, Michel Robin, Grégory Gadebois, Lolita Chammah. Ancora sconosciuta (per ora) la data di uscita in Italia.

Berlinale - Festival internazionale del cinema di Berlino