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CineBlog consiglia: Accattone e Mamma Roma

Stanotte (e te pareva…) Rete 4 trasmette i due primi film del mai troppo rimpianto Pier Paolo Pasolini. E i primi due film sono già capolavori assoluti. Vicini ai fantastici romanzi Ragazzi di vita e Una vita violenta, che trattano dell’adolescenza e della vita in generale nelle borgate romane del sottoproletariato, Accattone e Mamma Roma

31 Ottobre 2006 07:00

Stanotte (e te pareva…) Rete 4 trasmette i due primi film del mai troppo rimpianto Pier Paolo Pasolini. E i primi due film sono già capolavori assoluti.
Vicini ai fantastici romanzi Ragazzi di vita e Una vita violenta, che trattano dell’adolescenza e della vita in generale nelle borgate romane del sottoproletariato, Accattone e Mamma Roma si avvicinano per tematiche a questi primi due libri.

Parliamo del folgorante esordio di Pasolini in campo cinematografico, ossia quindi di Accattone . “Torna a scrivere che è meglio!“. Così un genio come Fellini bocciava il film di Pasolini, ma anche i geni sbagliano. Clamorosamente. La storia è ovviamente quella di Accattone (interpretato dal grande Franco Citti), ragazzotto che trascina la sua vita senza emozioni tra piccole rapine e il nulla. E’ mantenuto da una prostituta, ma quando questa finirà in carcere, cercherà di ritornare dalla moglie, poi s’innamorerà di una ragazza. Ma l’amore puro che pensava di aver trovato non sussisterà, perchè cercherà di far prostituire anche lei…
Un film già disilluso e senza speranze, in cui il sottoproletariato non può sopravvivere perchè incatenato ad una vita che ha un destino già segnato. Commovente e magistrale, al di là del neorealismo.
Stanotte, 23.55, Rete 4
Seconda opera cinematografica di Pasolini, Mamma Roma è un altro capolavoro. Protagonista è proprio Mamma Roma, una prostituta che nasconde il suo vero lavoro al figlioletto per potergli dare serenità e un futuro felice. E lui cresce nelle borgate, tra i primi amori e approcci con l’altro sesso e alcune bravate, che però gli costeranno molto care…
Interpretato meravigliosamente da una fantastica Anna Magnani, il personaggio principale è qualcosa di unico: carismatico, ironico, vivo, commovente (l’ultima scena è straziante). Pasolini dirige dipingendo il ritratto di una donna e dipingendo letteralmente il suo film, tra citazioni pittoriche raffinatissime (vedi in primis il Cristo Morto di Mantegna), raccontando ancora una storia di sottoproletariato, con una componente emotiva che davvero rapirà chiunque. Forse il suo film più riuscito dopo Salò o le 120 giornate di Sodoma.