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The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro: Recensione in Anteprima

2 anni dopo l’inatteso boom del reboot, Marc Webb torna alla regia di The Amazing Spider-Man 2, titolo spartiacque della saga legata all’Uomo Ragno, grazie all’arrivo di una valanga di cattivi

pubblicato 14 Aprile 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 02:36

Chiamato nel 2012 a realizzare l’impossibile, ovvero far risorgere Peter Parker solo 5 anni dopo il 3° ed ultimo capitolo firmato Sam Raimi, Marc Webb è riuscito nell’impresa. Il suo Uomo Ragno era risultato digeribile, divertente e spettacolare dal punto di vista visivo, con tanto di boom al box office, vedi i 752,216,557 dollari incassati in tutto il mondo. Confermato in cabina di regia per l’intera nuova trilogia, Webb ha ovviamente cavalcato lo step successivo, ovvero ampliare l’Universo Spider-Man. E il perché tutti noi lo conosciamo. Oltre a The Amazing Spider-Man 3 e The Amazing Spider-Man 4, da tempo ufficialzzati, in casa Sony Columbia hanno annunciato gli arrivi di due spin-off legati a Parker, ovvero Venom e I Sinistri Sei. Due film interamente dedicati ai ‘cattivi’ del supereroe Marvel, che di fatto iniziano a prendere forma proprio con questo primo sequel, visivamente ancor più strabordante del primo ma clamorosamente limitato da un eccesso di svolte e contenuti, vuoti nella loro evoluzione e maledettamente ‘accettati’ nella sceneggiatura.

Perché è proprio lo script firmato Alex Kurtzman, Roberto Orci e Jeff Pinkne a reggersi su pochi friabili pilastri, che provano con limitata convinzione e soprattutto scarsa credibilità a spaziare tra passato, presente e futuro di Peter Parker. Perché se Andrew Garfield si conferma un Uomo Ragno praticamente impeccabile, a non funzionare in questo capitolo 2 sono le tante novità che andranno ad incrociare la sua nuova esistenza. C’è l’amore di Gwen da calibrare, soppesare e valutare, causa promessa al padre morente di starle lontano per proteggerla; una zia da tranquillizzare e coccolare; un ricordo paterno sbiadito eppure particolarmente pressante da studiare e decifrare; un vecchio amico che ritorna e chiede l’impossibile da accontentare; un nuovo temibile cattivo che sogna di cancellarlo dalla faccia della Terra da superare; e soprattutto una Oscorp Corporation da analizzare a fondo e smascherare, perché è da qui che tutto nasce e prende vita.

Mantenuto il tono ‘adolescenziale’ di un Garfield ancora volutamente ‘gigioneggiante’, Webb ha ripreso i fili del discorso da dove li aveva interrotti nel 2012. Ovvero dal padre di Parker, qui presente tanto nella testa del ragazzo, che con ostinazione cerca di arrivare ad una verità mai toccata con mano, quanto sul grande schermo, con un paio di scene che finalmente motivano il ‘perché’ dell’abbandono del giovane Peter agli zii May e Ben. Per arrivare al ‘punto’, regista e sceneggiatori seminano giustamente tante altre novità, andando però a sbattere contro una totale mancata introspezione, che passa semplicemente da bianco a nero. Sia Jamie Foxx nei panni di Elettro che il meraviglioso Dane DeHaan in quelli di Harry Osborn vengolo letteralmente ‘spinti’ in una voragine psichica che li porterà dal giorno alla notte a ‘tramutarsi’ in mostri, e con l’inevitabile nemico numero uno da abbattere. Neanche a dirlo, Spider-Man.

Aiutato da un mondo, quello degli effetti speciali, che negli ultimi 10 anni ha fatto passi giganteschi, Webb ci immerge in quest’occasione in un vero e proprio diluvio di CG, che ha di fatto tramutato molte scene del film in un autentico videogioco. Se i volteggi dell’Uomo Ragno tra i grattacieli di New York affascinano e conquistano, perché l’occhio del regista ‘vola’ sulla Grande Mela, alcune scene di pura e semplice esagerazione visiva finiscono paradossalmente per stancare, avendo poco o nulla di logico e soprattutto ‘reale’. Un trionfo tecnologico che sembra abbandonare il live action per dar vita all’impossibile, come l’esplosivo scontro finale tra Elettro e Spider-Man, praticamente completamente ricostruito al computer. Se la spettacolarità ne guadagna, è evidente, a perdere punti è la forza della realtà, la credibilità di un confronto tra bene e male, che dovrebbe ‘resistere’ persino in un Universo come quello dei cinecomics, dove tutto è realmente possibile.

Il modo in cui l’invisibile, geniale, solitario e mentalmente alterato Foxx giura ‘odio totale’ nei confronti di Parker solo e soltanto perché colpevole di avergli fatto ‘ombra’, dopo averlo venerato fino alla scena prima, è oggettivamente inaccettabile, così come la discesa verso gli inferi del solitamente spaventoso DeHaan, indolore, rapida ed essenzialmente legata alla paura di dover morire perché malato. Avversità che Garfield dovrà riuscire a superare, ma senza trascurare i media inizialmente naturalmente ostili, le pene d’amore che lo vorrebbero distante dalla propria dolce metà per non farle rischiare la vita, i fantasmi di un tempo che tornano a farsi strada e un misterioso passato paterno che inaspettatamente va ad incrociare proprio i suoi super-poteri. Ingredienti che Webb cucina con scarse capacità culinarie, perché privi di sapore e il più delle volte scaduti, andati a male, in quanto già visti e abbondantemente elaborati in precedenza. Il non-sense, in tante, troppe situazioni, prende il sopravvento, appesantendo un titolo che in più occasioni intraprende la strada della stupidità autoriale, ovviamente non voluta e purtroppo gratuita, causa inconsistenti villain che si sommano, e succedono, livello dopo livello, neanche lo spettatore avesse un joystick tra le mani. Sconfitto uno, ecco immediatamente subentrare l’altro, con l’inesauribile e praticamente insuperabile Peter Parker pronto a ricominciare, ragnatela dopo ragnatela.

Cavalcata fino alla nausea la strada della computer grafica, probabilmente mai così tanto esplicitata nella storia dei cinecomic Marvel, Webb ha avuto per lo meno il coraggio di chiudere in bellezza, provando a spiazzare uno spettatore fino a quel momento tutt’altro che sconvolto dal susseguirsi di eventi scontati e a volte persino gratuiti, per non dire inspiegabili. Garfield, addolorato e innamorato, potrà finalmente e definitivamente maturare, abbandonando la maschera da studente fino ad oggi indossata con scarso senso del pericolo e strafottenza, per poi prepararsi all’avvento di ben altri ‘mostri’. Vedi i Sinistri Sei, in questo Amazing Spider-Man 2 letteralmente ‘introdotti’ e impreziositi dalla presenza di Paul Giamatti, pronto a fare fuoco e fiamme nei panni di Rhino in The Amazing Spider-Man 3. Nella speranza che dal tripudio di effetti speciali, villain ed esplosioni videoludiche di questo capitolo 2, si possa tornare anche al buon vecchio caro Cinema. Magari meno appariscente, più artigianale e visivamente persino difettoso, per carità di Dio, ma inesorabilmente più umano ed emotivamente incisivo.

Voto di Federico: 5
Voto di Gabriele: 5

The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro (Usa, 2014, comics) di Marc Webb; con Andrew Garfield, Emma Stone, Jamie Foxx, Dane DeHaan, Campbell Scott, Embeth Davidtz, Colm Feore, Paul Giamatti, Sally Field, Felicity Jones, Stan Lee, Martin Sheen, Marton Csokas, Chris Zylka, Chris Cooper, Denis Leary, Sarah Gadon, Kari Coleman, Alanna Blair, Raymond Mamrak, Pharrell Williams, B.J. Novak – uscita mercoledì 23 aprile 2014.