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The Good Shepherd – L’ombra che copre anche il presente

The Good Shepherd – L’ombra del potere (The Good Shepherd, USA, 2006) di Robert De Niro; con Matt Damon, Angelina Jolie, Alec Baldwin, Tammy Blanchard, Billy Cudrup, Robert de Niro, William Hurt, Timothy Hutton, Joe Pesci.E’ una presenza spettrale lungo tutta la pellicola; il mondo cambia radicalmente e si trasforma tra corruzione e notevoli cambiamenti

30 Aprile 2007 12:20

The Good Shepherd – L’ombra del potere (The Good Shepherd, USA, 2006) di Robert De Niro; con Matt Damon, Angelina Jolie, Alec Baldwin, Tammy Blanchard, Billy Cudrup, Robert de Niro, William Hurt, Timothy Hutton, Joe Pesci.

E’ una presenza spettrale lungo tutta la pellicola; il mondo cambia radicalmente e si trasforma tra corruzione e notevoli cambiamenti politici, e lui al di fuori sembra un uomo normalissimo. Ed invece il buon pastore fa parte attivamente di questi cambiamenti e di questo mondo, che dal ’39 al ’61 vedrà l’America al centro di molti fra i più importanti avvenimenti della storia contemporanea.
Ha il volto monocorde (anche troppo) di Matt Damon, il protagonista del secondo film diretto da Bob De Niro. Si chiama Edward Wilson, prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale è un ottimo studente di poesia all’università di Yale, finchè non viene scelto per la confraternita degli Skull and Bones. Da lì in poi, solo il baratro.

Segretezza, parole in codice, controinformazione, politica corrotta e idealismo sono alla base della sua vita. Eppure Edward s’innamora, ma non può portare avanti la sua relazione perchè ha messo incinta la sorella del suo migliore amico, che è una persona importante e quindi Edward “sa quello che deve fare”, e quindi è costretto a sposare senza opporre resistenza Margaret Clover. E una settimana dopo il matrimonio si ritrova già in Inghilterra a lavorare presso l’Ufficio Servizi Strategici (l’OSS), e da quell’organismo nascerà la CIA. “Le chiedo di essere un buon cittadino”, dice l’agente dell’FBI Murach al giovane Edward ai tempi dell’università, e lui dovrà essere un buon cittadino per sempre, fino all’ultimo. Il mondo si divide fra il bipolarismo della Guerra Fredda, e l’American Dream sta per giungere alla fine con l’omicidio Kennedy. Ma per il proprio paese, quell’America che ha solo sè stessa ed è invasa da popoli “solo di passaggio”, tutto è lecito e tutto dev’essere fatto. A costo d’impazzire per il dolore e la sofferenza.
De Niro è cantore classico, nato tra le braccia di Scorsese e Coppola, che non possono non echeggiare lungo tutta la pellicola, la cui trama sembra uscita direttamente da un romanzo di Ellroy. La matassa non è facile da snodare, la pellicola può risultare anche sfiancante, ma è un decoroso ritratto dell’epoca più complicata dell’America, le cui ombre sembra non si siano mai accorciate, bensì allungate smisuratamente fino ad oggi. The Good Shepherd è un’epopea innanzitutto interessante, imperfetta e romanzata, interessata più ai suoi personaggi che arrivano ad un passo dall’autodistruzione. E si passa sopra all’interpretazione di Damon, che dopo The Departed conferma la sua inespressività eccessiva anche per il personaggio spettrale e doloroso che qui deve interpretare (e si ha l’impressione che da ragazzo fosse molto più bravo), perchè alla fine si assiste ad un film importante e tutt’altro che brutto, scritto dall’impegnato Eric Roth (Alì e Munich), complesso e complicato ma interessante e persino malinconico.

Voto Gabriele: 7