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Turistas: anche la tensione va in vacanza

Turistas (Turistas, USA, 2006) di John Stockwell; con Josh Duhamel, Melissa George, Olivia Wilde, Beau Garrett, Desmond Askew.Alla fine, Turistas non è neanche uno dei peggiori horror usciti negli ultimi anni. Anche perchè segue uno schema fisso senza inventarsi cose assurde o imbarazzanti: presentazione dei protagonisti (sempre antipaticissimi ragazzi in vacanza all’estero) per un bel

6 Giugno 2007 22:43

Turistas (Turistas, USA, 2006) di John Stockwell; con Josh Duhamel, Melissa George, Olivia Wilde, Beau Garrett, Desmond Askew.

Alla fine, Turistas non è neanche uno dei peggiori horror usciti negli ultimi anni. Anche perchè segue uno schema fisso senza inventarsi cose assurde o imbarazzanti: presentazione dei protagonisti (sempre antipaticissimi ragazzi in vacanza all’estero) per un bel po’ e poi il macello. Purtroppo l’horror parte dopo cinquanta minuti, forse un po’ troppi, nonostante qualche piccola scena (notevole il paletto conficcato nell’occhio di un uomo). Passata la prima oretta di stanca, restano una quarantina di minuti con un po’ di gore (la versione unrated presenta un’operazione di espianto d’organi decisamente carina: ma non aspettatevi un tripudio di sangue, anzi) e il solito gioco tra il gatto e il topo. Questa volta, però, fra i boschi e persino sott’acqua, tra le caverne sottomarine, in una delle poche sequenze valide della pellicola.

John Stockwell (eh sì, il protagonista del carpenteriano Christine) è fissato proprio con l’acqua, vedi i precedenti Blue Crush e Trappola in fondo al mare, e sarà per questo che riesce a catturare l’attenzione dello spettatore proprio nella già descritta sequenza subacquea. Però c’è da dire che non c’è un vero momento di paura, e soprattutto non c’è tensione. Che se ne sia andata in vacanza anche lei come i bellissimi protagonisti di Turistas? Ma soprattutto, confrontato ad altri horror vacanzieri recenti, il film di Stockwell non è crudo e violento come Le colline hanno gli occhi, non è politico come Hostel e non è teso come Wolf Creek.

Un pochetto di sangue e una sola sequenza che può shockare qualche novellino (quella dell’espianto, appunto), un discorso che sembra intraprendere la strada dell’horror politico abbandonato subito, e il tutto non acquista mai vero interesse. Non si capisce come qualcuno l’abbia accolto a braccia aperte. Più che brutto, un horror abbastanza inutile, e per niente coraggioso.

Voto Gabriele: 5
Voto Carla: 5