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Io e Lei di Maria Sole Tognazzi: Recensione in Anteprima

L’amore universale dal punto di vista femminile. Margherita Buy e Sabrina Ferilli mattatrici nel nuovo film di Maria Sole Tognazzi. Io e Lei

pubblicato 25 Settembre 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 12:25

Quando nei cinema d’Italia uscì Il Vizietto di Jean Poiret, inarrivabile capolavoro di genere interpretato da Michel Serrault e Ugo Tognazzi, Maria Sole Tognazzi, figlia del grande attore, aveva appena 7 anni. Era il 1978 e mai, l’allora bimba, avrebbe potuto immaginare che nel 2015 avrebbe omaggiato proprio La cage aux folles con il suo atteso 4° lungometraggio, Io e Lei, commedia di ‘genere’ con protagoniste Margherita Buy e Sabrina Ferilli. Due attrici lontane anni luce dal punto di vista professionale e interpretativo, qui chiamate ad indossare gli abiti di una svampita, borghese, algida e ‘repressa’ architetta con ex marito e figlio 23enne carico, e un’esuberante ex stella del cinema nostrano nel tempo diventata commerciante.

Raramente, tolta la filmografia di Ferzan Ozpetek che tende però più al dramma, la cinematografia nostrana aveva ‘osato’ raccontare il mondo glbtq con toni da commedia verace ma brillante, senza quindi scemare nel macchiettistico che si fa folklore. A Maria Sole e agli storici collaboratori Ivan Cotroneo e Francesca Marciano il compito di infrangere questo tabù, attraverso un film dal taglio troppo televisivo dal punto di vista visivo ma ben soppesato nella divertita e divertente scrittura. Perché è la ‘normalizzazione’ della coppia gay, finalmente, a venire a galla.

Federica e Marina vivono insieme da 5 anni. Se la prima è mezza cieca e perennemente distratta, l’altra ha problemi di schiena e una carriera passata, quella d’attrice, che torna ad invaghirla. Due donne di mezza età che si sono incontrate da adulte, con storie diverse alle spalle, si sono innamorate e hanno intrapreso quel tipo di rapporto che contraddistingue il 75% delle relazioni umane, etero o gay che siano, tra gelosie, quotidianità, insoddisfazioni, noia, scarsa attività sessuale (nel letto si ‘bisticcia’, come Raimondo e Sandra insegnano), tanto affetto, dubbi, litigi e rappacificazioni. Pura e semplice vita di coppia. Per riuscire nell’impresa Maria Sole si è affidata ad un taglio da commedia dura e pura, in cui si ride grazie alla sboccata romanità della Ferilli e alla goffa ‘isteria’ della Buy, incapace di accettare la propria omosessualità. Perché Federica non si considera nemmeno lesbica, essendosi in una sola occasione innamorata di una donna, preoccupandosi indirettamente del giudizio altrui. Che vive quasi come se fosse un ‘peccato’. Il tema della ‘paura’ nel mostrarsi prende così il sopravvento, in un paese, l’Italia, in cui ancora oggi c’è chi vive con terrore l’idea di un semplice coming out. Mondo dello show business in testa. Un appello tutt’altro che velato ai propri colleghi e colleghe, quello spedito dalla Tognazzi, che dai tempi di Tiziano Ferro nessuno ha più colto.

Due donne agli antipodi e proprio per questo indivisibili, perché gli opposti, si sa, si attraggono. Con la puzza sotto il naso una, senza peli sulla lingua l’altra. Nel mezzo un meraviglioso gatto e un filippino impiccione, chiaro riferimento della regista a quel Benny Luke che interpretò il cameriere Jacob nella trilogia del Vizietto. Margherita e Sabrina, va detto, funzionano perfettamente nei due ruoli per loro disegnati dalla Tognazzi, assemblandosi e incontrandosi come se fossero due metà della stessa mela. Il bilanciamento dei toni è invece più complesso, anche dal punto di vista recitativo, perché se la Ferilli buca lo schermo e trascina la pellicola nei momenti da ‘comedy’, in quelli più drammatici deraglia vistosamente, a causa anche di una regia che abbonda nei primi piani dal taglio fastidiosamente televisivo.

Una commedia sui sentimenti mai gratuitamente volgare (bensì ‘romanamente genuina’), piacevole e leggera ma non troppo, alla fin fine persino benevola con gli uomini (ti portano il caffè a letto!) e soprattutto dichiaratamente distante da quel genere nostrano che quando ha a che fare con il mondo gay, tranne rarissime eccezioni vedi ‘Come non Detto‘ di Ivan Silvestrini, tende a scimmiottare pesantemente i cliché di genere. Stereotipi qui ‘ribaltati’, andando a colpire tanto gli etero (plauso doveroso al come al suo solito impeccabile Ennio Fantastichini) quanto gli omosessuali. Ovviamente accomodante nei confronti del rapporto tra le due protagoniste che andrà inevitabilmente a complicarsi (e qui spunta il ‘vizietto’), perché pur sempre di una commedia ‘sentimentale’ stiamo parlando, Io e lei non fa altro che portare in scena l’amore universale con tutte le sue sfumature e difficoltà, prendendo a pieni mani dalla normalità del quotidiano. E lo fa sorridendo, ma solo e soltanto dopo aver invitato chi osserva a non temere i giudizi altrui, perché essere se’ stessi, in fondo in fondo, ti cambia l’esistenza. E in meglio.

[rating title=”Voto di Federico” value=”6.5″ layout=”left”]

Io e lei (Ita, commedia, 2015) di Maria Sole Tognazzi; con Margherita Buy, Sabrina Ferilli, Fausto Maria Sciarappa, Domenico Diele, Ennio Fantastichini, Alessia Barela, Massimiliano Gallo, Anna Bellato, Roberta Fiorentini, Antonio Zavatteri – uscita giovedì 1 ottobre 2015.