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Liberami: trailer del doc sull’esorcismo premiato a Venezia 2016

Trailer, poster, foto, note di regia di Liberami, il documentario di Federica Di Giacomo, premiato a Orizzonti a Venezia 2016, in sala dal 29 settembre 2016

di cuttv
pubblicato 27 Settembre 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 05:26

In tempi di crisi, il disagio cresce insieme a dipendenze di ogni genere, anche forme di esorcismo ‘contemporaneo’, come quello protagonista del documentario di Federica Di Giacomo, miglior film nella sezione Orizzonti della 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

La regista già premiata al Torino Film Festival per “Il lato grottesco della vita” (2006), indagando la forma di malessere che sempre più persone sono propense a considerare una sorta di “possessione”, porta sul grande schermo un viaggio in pratiche e rituali quotidiani, tanto inquietanti quanto esilaranti, in equilibrio tra religioso e profano, antico e contemporaneo.

Un film sul ritorno dell’esorcismo nel mondo contemporaneo. Il nostro mondo.
Ogni anno sempre più persone chiamano “possessione” il loro malessere, in Italia, in Europa, nel mondo. La Chiesa risponde all’emergenza spirituale nominando un numero crescente di preti esorcisti ed organizzando corsi di formazione.
Padre Cataldo è un veterano, tra gli esorcisti più ricercati in Sicilia e non solo, celebre per il carattere combattivo ed instancabile.
Ogni martedì Gloria, Enrico, Anna e Giulia seguono, insieme a tantissimi altri, la messa di liberazione di padre Cataldo e cercano la cura ad un disagio che non trova altrove risposte né etichette.
Fino a dove ognuno di noi, credente o meno, è disposto ad arrivare purché qualcuno riconosca il nostro male? Cosa siamo disposti a fare per essere liberati qui ed ora?
È la storia dell’incontro fra la pratica esorcista e la vita quotidiana dove i contrasti tra antico e contemporaneo, religioso e profano, risultano a tratti inquietanti a tratti esilaranti. Un film non sulla religione ma su come la religione può essere vissuta.

Il soggetto del documentario, della stessa regista e Andrea Zvetkov Sanguigni, è una produzione Mir Cinematografica con Rai Cinema, in coproduzione con Opera Films e France 3 Cinema, con il sostegno di Sicilia Film Commission, Procirep et de l’Angoa-Agicoa, CNC – Centre National Du Cinema et de L’image Animee e il supporto de l’atelier di post produzione Milano Film Network, per un film riconosciuto di interesse culturale dal MIBACT – Direzione generale cinema e dalla Regione Siciliana (Ufficio Ragionale per il Cinema).

Liberami, vincitore del Premio Solinas – Documentario per il cinema 2014 e del Premio Orizzonti per il miglior film alla 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica a la Biennale di Venezia 2016 arriva nelle nostre sale dal 29 settembre 2016, con la distribuito da I Wonder Pictures, in collaborazione con Biografilm Festival International Celebration of Lives.

Liberami: note di regia

   

All’inizio cercavo storie per un film sulle ossessioni in tempo di crisi, una sorta di viaggio fra le dipendenze mentali. Non mi aspettavo però di imbattermi in una notizia ancora più folle delle mie più folli aspettative. Un corso di formazione per preti esorcisti organizzato dalla Chiesa cattolica. E la Sicilia con i suoi 20 esorcisti era la regione più all’avanguardia insieme alla Lombardia. Da qui è partito un lungo lavoro di ricerca in cui abbiamo avuto modo di partecipare a moltissime messe di liberazione, messe particolari a cadenza settimanale che durano almeno tre ore in cui viene invocata una liberazione dal maligno collettiva, propedeutica agli esorcismi privati.

Nella mia mente iniziava a comporsi uno strano puzzle postmoderno in cui la Chiesa cattolica riproponeva il rituale antico ed estremo dell’esorcismo come una nuova forma di assistenza sociale a disagi assolutamente contemporanei, tanto da formare i preti attraverso lezioni sulla psichiatria, le mode giovanili, sulle sette sataniche fino ai tipi di droghe utilizzate nelle discoteche o nelle messe nere. L’esorcista come nuovo guaritore moderno, spesso l’ultima spiaggia dopo una via crucis di maghi, psichiatri, medici vari e rimedi alternativi, metafora di una società in cui la ricerca di senso diventa spasmodica come la ricerca di una cura, rapida, efficace e risolutoria. Anche a costo di consegnarsi a qualcuno che ci chiama Satana.

Piano piano mi sono resa conto che questa realtà così distante da me era una chiave d’accesso straordinaria per raccontare uno stato incendiario in cui i confini fra lucidità e dissociazione sono sempre più labili. La domanda fondamentale non è tanto se Satana esista o no, ma piuttosto come sia possibile che la pratica dell’esorcismo diventi un appuntamento settimanale, una ritualità precisa, con aspetti inquietanti, ma comunque integrabile da ognuno, con le proprie strategie, nella vita di tutti i giorni. La possessione e la liberazione raccontati come qualcosa, quindi, in cui si può entrare ed uscire continuamente.

La struttura del film si organizza intorno ad una successione di stati fra il quotidiano e l’anomalo come in una giornata interminabile con apici grotteschi che si generano naturalmente, mantenendo, ritengo, un pudore, un rispetto, su cose che rimangono ignote e su chi coglie la presenza del divino nel mondo. Ho scelto di raccontare questa storia dal punto di vista di chi la vive ogni giorno. I preti che vestono i panni di questo incarico, che non scelgono di essere esorcisti ma vengono nominati dai vescovi e la loro vita si trasforma completamente, assediati giorno e notte. Padre Cataldo è il simbolo di una dedizione assoluta unita ad una spontaneità e schiettezza disarmanti. E i cosiddetti posseduti che non sono fanatici ipercattolici ma persone comuni che si avvicinano alla Chiesa in un momento particolarmente difficile della loro vita. La loro esperienza si emancipa, quindi, dall’immaginario horror e acquista un’inedita complessità fatta di dubbi, inciampi, sbagli di interpretazione ma anche di un’inesauribile autoironia.
Federica Di Giacomo

Via | Kino

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