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Stasera in tv: “Mio Papà” su Rai 1

Rai 1 stasera propone “Mio papà”, film drammatico del 2014 diretto da Giulio Base e intepetato da Giorgio Pasotti, Donatella Finocchiaro e Niccolò Calvagna.

pubblicato 29 Novembre 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 03:43

 

Cast e personaggi

Giorgio Pasotti: Lorenzo
Donatella Finocchiaro: Claudia
Niccolò Calvagna: Matteo
Fabio Troiano: Roberto
Ninetto Davoli: Orso
Emanuela Rossi: Lea

 

La trama

Lorenzo (Giorgio Pasotti) è un uomo a cui piace la libertà, lavora come subacqueo su una piattaforma poco distante dalla costa adriatica, nella sua professione è uno dei migliori, ma non vuole nessun legame e se scende sulla terraferma è solo per divertirsi. Finché una sera incontra Claudia (Donatella Finocchiaro), bella, diversa dalle altre. Con lei è subito passione, forse amore, però Claudia non è sola: ha un figlio, Matteo (Niccolò Calvagna), sei anni.

Lorenzo da principio vede la cosa come un ostacolo, ma dopo qualche scontro nasce tra i due una sorta di complicità, affetto, un vero rapporto tra padre e figlio. Il destino porterà gli eventi verso una conclusione inaspettata.

 

Note di regia

Ricordo perfettamente la prima volta che abbiamo parlato di questo film con l’amico Giorgio Pasotti: eravamo in treno e non mi raccontava una semplice idea, mi raccontava un pezzo della sua vita. Ne sono stato rapito da subito perché era anche un pezzo della mia vita, che poi è simile a quella di moltissimi altri padri adottivi: l’esperienza di amare figli ‘non propri’.

Spesso mi ritrovo a pensare che con la mia figlia non di sangue il cimentarsi dell’affetto paterno sia ancora più forte, proprio perché non è dovuto, non è imprescindibile, non è immediatamente naturale. Ci si studia, e poi -solo poi- si sceglie di amarsi.

Potrei aggiungere qui discorsi altisonanti sul linguaggio del cinema e su ellissi e metafore di racconto…bla bla bla…ma stimo tutti voi che leggerete queste note per non sapere che sapete che un film non consta di quello.

Un film sta soprattutto in un’idea di mondo che propone e sebbene non sia certamente io il prototipo del regista ribelle, nell’idea di mondo che questo film suggerisce c’è un tipo di amore paterno che – al momento – è fuorilegge.

[Giulio Base]