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Die Hard Vivere o Morire: Recensione in Anteprima

Die Hard Vivere o Morire (Live Free or Die Hard, Usa, 2007) di Len Wiseman; con Bruce Willis, Justin Long, Timothy Olyphant, Cliff Curtis, Maggie Q, Cyril Raffaelli, Mary Elizabeth WinsteadE’ il 4 luglio, e l’America si appresta a festeggiare.John McClane decide di passare il suo giorno dell’Indipendenza spiando la figlia ormai maggiorenne, ma viene

12 Ottobre 2007 10:25

Die Hard Vivere o Morire (Live Free or Die Hard, Usa, 2007) di Len Wiseman; con Bruce Willis, Justin Long, Timothy Olyphant, Cliff Curtis, Maggie Q, Cyril Raffaelli, Mary Elizabeth Winstead

E’ il 4 luglio, e l’America si appresta a festeggiare.

John McClane decide di passare il suo giorno dell’Indipendenza spiando la figlia ormai maggiorenne, ma viene immediatamente spogliato dagli insoliti abiti di genitore per colpa di un apparente e quanto mai intempestivo semplice incarico: rintracciare e portare all’Fbi un giovane hacker, Matt Farrell.

Ma come spesso capita al nostro “cowboy” gli incarichi più semplici e banali si trasformano in eventi straordinari, al limite della sopravvivenza, capaci come sempre di scagliarlo nel posto sbagliato al momento sbagliato!

Così mentre la nazione dovrà combattere il più incredibile attacco terroristico informatico della propria storia, denominato “Saldi per Incendio“, presentato al mondo attraverso un’irriverente montaggio che vede alcuni Presidenti degli Stati Unidi d’America annunciare l’incredibile avvenimento, a McClane spetterà il duro compito di salvarla, per l’ennesima volta, al motto di “Yipee-Ky-Yay“!

Dopo la resurrezione di Rocky, e quella prossima di Rambo, non poteva mancare anche quella del mitico e insuperabile John McClane!

19 anni dopo la celebre trappola di cristallo e 12 dopo l’ultimo capitolo, Bruce Willis torna a vestire i panni del personaggio che l’hanno reso celebre, regalando nuova linfa al proprio alter ego cinematografico, grazie ad una sceneggiatura ricchissima di battute pungenti e al vetriolo, tipiche del McClane che tanto ha fatto per entrare nell’iconografia del genere.
E’ ovviamente lui il punto di forza della pellicola, ogni parola, ogni smorfia di dolore, ogni sorrisetto sbruffone, ogni frase ad effetto valgono da soli il prezzo del biglietto.

L’azione è portata all’estremo della credibilità e della verosimiglianza.
Succede praticamente di tutto!
Inseguimenti di ogni tipo, macchine lanciate contro elicotteri, camion con rimorchio capaci di reggere l’urto di missili terra aria, cadute e incidenti di ogni sorta con conseguenze fisiche pari allo zero, sparatorie come se piovessero, e ovviamente lui, “er canotta”, sballottolato per 120 minuti di pellicola, ricoperto di sangue, graffi e tagli, ma sempre pronto a rialzarsi ed inventarsi qualcosa per annientare il nemico!
Il personaggio è ovviamente invecchiato, è una “sveglia analogica in un’era digitale“, non capisce nulla di nulla del mondo tecnologico, e si ritrova a dover combattere un terrorista informatico!

Ottimo Timothy Olyphant, cattivo carismatico, affascinante, brillante e ovviamente mezzo pazzo, mentre sono soprattutto due le scene da segnarsi con il pennarello rosso: quella che vede Rand, uno degli scagnozzi di Olyphant, saltare da un edificio, atterrare su un condizionatore, saltare verso una scala antincendio, scivolare lungo una seconda scala, dondolarsi su una terza scala, il tutto nell’arco di un’unica incredibile ripresa, mentre la seconda è quella che vede Bruce Willis combattere con Maggie Q, in un corpo a corpo all’ultimo sangue in un’auto sospesa verticalmente nel condotto di un ascensore!

La regia di Wiseman è decisamente promossa, l’azione domina le scene, inventandosene praticamente di tutti i colori, regalando sicuramente due ore di puro divertimento.
Uniche pecche la ripetuta e ridicola rappresentazione degli agenti della sicurezza nazionale degli Stati Uniti, dipinti praticamente come una massa di bambacioni incompetenti, cosa palese anche negli insulsi dialoghi e nelle pessime performace degli attori che li interpretano, e purtroppo il nostro Edoardo Costa, con un doppiaggio capace di far rimpiangere quello della Bellucci, avvilente quanto riesca a risultare obiettivamente inutile ai fini della pellicola stessa.

In conclusione inferiore comunque al primo e al terzo capitolo, ma meritevole di esser visto, grazie ad un Bruce Willis davvero davvero d’annata!

Voto Federico: 6,5
Voto Carla: 7
Voto Gabriele: 4