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Mongol – L’epopea di Gengis Khan: foto e curiosità

Dovrebbe uscire il 25 aprile il film Mongol – L’epopea di Gengis Khan diretto da Sergei Bodrov con Tadanobu Asano e Sun Honglei pellicola candidata all’Oscar come miglior film straniero.In questo film il regista russo premio Oscar Sergei Bodrov (Il prigioniero del Caucaso) racconta la vita e la leggenda di Gengis Khan. Basato su autorevoli

di carla
27 Febbraio 2008 09:41

mongol locandina Dovrebbe uscire il 25 aprile il film Mongol – L’epopea di Gengis Khan diretto da Sergei Bodrov con Tadanobu Asano e Sun Honglei pellicola candidata all’Oscar come miglior film straniero.

In questo film il regista russo premio Oscar Sergei Bodrov (Il prigioniero del Caucaso) racconta la vita e la leggenda di Gengis Khan. Basato su autorevoli documenti storici e scritto da Bodrov con Arif Aliyev, Mongol ripercorre i drammatici e tormentati primi anni del sovrano nato nel 1162 col nome di Temugin, dalla sua difficile infanzia fino alla morte, facendone un ritratto che lo dipinge non più come lo spietato mostro, ma come un nobile condottiero impavido e visionario.

Mongol racconta anche la storia del rapporto con la moglie Borte, grande amore della sua vita, e sua più fidata consigliera.

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Mongol è stato girato nei veri luoghi che hanno dato i natali a Gengis Khan, ed è interpretato dal giovane e apprezzato attore giapponese Asano Tadanobu. L’esordiente Khulan Chuluun è la moglie di Temugin, Borte, e l’attore cinese Honglei Sun interpreta il capitano mongolo Jamukha, il miglior amico di Temugin, e insieme il suo più letale nemico.

Il cineasta russo Sergei Bodrov ha conosciuto per la prima volta Gengis Khan sui banchi di scuola.

“Nei nostri testi di storia, Gengis Khan veniva raffigurato come un mostro. Quei libri erano il prodotto dei tempi, certo, e le descrizioni erano decisamente rozze e semplicistiche. (…) Mi interessa sempre prendere un personaggio famoso e approfondire la sua storia, prendere un cliché e scoprire com’era veramente. Mi sono chiesto: se era davvero un uomo tanto malvagio, accusato di aver ucciso milioni di persone, come è successo? Come è diventato Gengis Khan?. Della sua infanzia non si sapeva nulla. Ho scoperto che era orfano di padre, che era uno schiavo, che tutti volevano ucciderlo; gli avevano rapito la moglie, e quando era riuscito a liberarla, lei era incinta. A quel punto, ho capito di avere per le mani la storia avvincente di un personaggio straordinario.”

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La sceneggiatura di Mongol ripercorre la nascita e l’ascesa di uno degli uomini più potenti che l’umanità abbia mai conosciuto. Ma è anche e forse soprattutto una grande storia d’amore. Anche qui, l’amore tra Temugin e la sua prima moglie Borte sarà probabilmente una sorpresa per la gran parte degli spettatori, com’è stata per Bodrov.

“E’ una storia incredibile e, anche questa, sconosciuta. Un bambino di 9 anni sceglie la sua futura sposa e, anche se ancora non lo sa, la sua vita cambierà per sempre. Naturalmente, alla fine della sua vita Gengis Khan aveva avuto centinaia di mogli, ma la donna più importante è sempre rimasta Borte. Lei non è stata solo sua moglie, è stata anche la sua più stretta collaboratrice e consigliera: Temugin discuteva con lei tutte le decisioni più difficili. Il loro era un rapporto molto moderno, di complicità. Un tipo di rapporto che non è comune neppure ai giorni nostri, ma che all’epoca era addirittura impensabile!”

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Mongol è stato girato in alcuni dei luoghi più isolati della terra, spesso la città più vicina era a 12, anche 15 ore di viaggio in auto, e lungo strade accidentate e rudimentali. La modernità era lontana, e la troupe ha sempre cercato di rispettare le antiche usanze sciamaniche, ogni volta che si fermava su un territorio mongolo, andando a visitare i luoghi di culto riservati a richieste e offerte. Racconta Bodrov:

“Portavamo le offerte e dicevamo: ‘Veniamo con buone intenzioni. Chiediamo agli spiriti se possiamo lavorare qui.’ E secondo me abbiamo fatto bene, perché era un film molto difficile da realizzare. A volte, non so neanch’io come abbiamo fatto a sopravvivere. Forse proprio perché abbiamo seguito gli usi locali. Come dice il proverbio – A Roma, fai come fanno i romani. Ci trovavamo in un altro paese, completamente diverso dal nostro, e dovevamo lavorare con gente diversa da noi. Gente che seguiva certe credenze. Io credo che abbiano apprezzato il fatto che cercassimo di rispettare le loro tradizioni.”

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Per realizzare le spettacolari sequenze delle battaglie a cavallo, Bodrov ha utilizzato decine di esperti stuntmen kazaki e kirghisi. Nei due mesi di prove, gli stuntmen hanno anche addestrato le comparse e i cavalli che avrebbero partecipato alle scene di battaglia del film. Hanno portato i loro cavalli, come hanno fatto i figuranti non-professionisti – mongoli, kazaki e uygur – le cui culture hanno forti tradizione equestri. Anche se non c’erano rappresentanti di associazioni animaliste sul set, i cavalli – addestrati e non – sono stati tutti trattati con la massima cura e il più grande rispetto. “Io sono un amante dei cavalli”, ha dichiarato Bodrov. “Non un solo cavallo è rimasto ferito durante le riprese. C’è una battuta, nel film, che Jamukha pronuncia rivolgendosi a Temugin: ‘Per un mongolo, il cavallo è più importante di una donna.’ Ed è così anche per gli stuntmen kazaki e kirghisi. Si prendono grande cura dei loro cavalli, e sono stati molto coscienziosi.”

“Non dileggiate un cucciolo debole, potrebbe diventare il figlio di una tigre.”
Detto mongolo

Qui trovate il trailer ed un video del making of.

Si ringrazia l’ufficio stampa per il materiale fornito.

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