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Film Sporco

Si è conclusa da poco la lavorazione del nuovo film di Lorenzo Bianchini, giovane e promettente filmmaker friulano in piena esplosione e maturazione creativa, che aggiunge con quest’ultima pellicola dal titolo Film sporco una tappa importante nella sua già ricca carriera. Ha affinato le sue tecniche, Bianchini, e, dopo il grande successo dei due film

28 Novembre 2005 07:48

Si è conclusa da poco la lavorazione del nuovo film di Lorenzo Bianchini, giovane e promettente filmmaker friulano in piena esplosione e maturazione creativa, che aggiunge con quest’ultima pellicola dal titolo Film sporco una tappa importante nella sua già ricca carriera.

Ha affinato le sue tecniche, Bianchini, e, dopo il grande successo dei due film precedenti (√3 – Radice quadrata di tre del 2001, distribuito in dvd su scala nazionale; Custodes Bestiae, con cui ha vinto il primo premio al ToHorror-FilmFest di Torino nel 2004), si misura ora con un thriller urbano dove la periferia della cittadina udinese assume una dimensione metropolitana astratta e generale.

In questa dimensione, il regista friulano si muove con estrema sicurezza nella creazione di un’atmosfera tesa e angosciante e nella costruzione di un racconto impeccabile che ne fa il suo film più maturo sul piano narrativo. Il montaggio è preciso ed efficace e l’uso della musica è estremamente creativo nel suo contributo drammatico.

Spariscono i mostri fantastici e le presenze demoniache per lasciare il posto all’attualità di una storia che ha per protagonisti quattro pusher e un misterioso assassino coinvolti in una catena di omicidi “nerissimi” con tanto di sorpresa finale.
I suoi maestri sembrano essere i geni del thriller-horror italiano, da Dario Argento al Pupi Avati di La casa dalle finestre che ridono… si è scomodato perfino il grande Kubrick di Shining.

Il film è stato presentato in anteprima al Visionario di Udine venerdì 25 novembre e rimarrà in programmazione per tutta la settimana. Fateci sapere le vostre impressioni, siamo curiosi. Noi pensiamo che pellicole del genere potrebbero trovare dialogo con i nostri amici americani