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Last Vegas: recensione in anteprima del film d’apertura di Torino 2013

Torino Film Festival 2013: Last Vegas è effettivamente la versione “anziana” di Una notte da leoni, diciamocelo. Prova a dire qualcosa di più ovviamente sull’amicizia e il tempo che passa, ma non va al di là di un risultato medio. Si ride e si dimentica subito, colpa di un regista piatto e di poca buona volontà. Film d’apertura della rassegna.

pubblicato 24 Novembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 06:59

La versione “anziana” di The Hangover? Alla fine sì, ammettiamolo candidamente. Perché è pur vero che Last Vegas prova anche a fare dei discorsi sull’amicizia, ovviamente pure sul tempo che passa e quant’altro, ma innanzitutto questo è: una commedia che vuole far ridere con una trama che gira attorno ad un addio al celibato nella sin city.

Nulla di male, direte voi. E infatti nell’idea di partenza non ci abbiamo mai visto – al contrario di tanti – nulla di male. Si tratta di uno spunto piccolo e fragile, come tanti se ne vedono in giro ad Hollywood e dintorni, che con il giusto cast e uno script adatto può trasformarsi in qualcos’altro. Ad esempio, nel caso specifico di Last Vegas, il compito di elevare l’operazione spettava giustamente in parte al cast.

Michael Douglas, Robert De Niro, Morgan Freeman, Kevin Kline: un cast da Oscar e da sogno. Un concentrato di bravura e carisma che assicura già dei “ruoli” predefiniti e riconoscibili: Douglas è quello sexy, De Niro quello ormai bolso che però tira ancora pugni, Freeman rifa sé stesso e Kline è il più simpatico. Ma ce l’avranno fatta nel compito di far brillare Last Vegas, film d’apertura del 31. Torino Film Festival?

I quattro amici pensionati Billy, Paddy, Archie e Sam si conoscono da sempre; in occasione dell’addio al celibato di Billy, l’incallito scapolo del gruppo che ha finalmente deciso di sposare la sua compagna (ovviamente molto più giovane di lui), partono per Las Vegas con il proposito di rivivere i loro giorni di gloria, dimenticandosi della loro vera età.

Ben presto però i quattro si renderanno conto che la Città del peccato è molto cambiata da quella che ricordavano e che la loro amicizia non è poi così solida come credevano. Torneranno i nostri attempati eroi a farla da padroni in quello che un tempo era stato il loro regno?


Last Vegas si apre in modo promettente. Siamo nella Brooklyn degli anni 50, e i nostri quattro protagonisti sono già amici sin da piccolissimi. Si fanno chiamare i Quattro del Flatbush, sono inseparabili e ne combinano di ogni colore. 58 anni dopo vivono tutti in zone dell’America diverse e ognuno ha la sua vita e la propria famiglia. Ritrovandosi, salteranno fuori problemi irrisolti, vecchi rancori e dolori, ma anche lo spirito del gruppo che fu.

Non è che Last Vegas non sia a suo modo divertente: come crowdpleaser funziona pure, per carità, basta vedere la reazione del pubblico qui a Torino. Però francamente sembra tutto buttato alle ortiche. Ad esempio la sceneggiatura di Dan Fogelman sembra più interessata a continuare ad usare gli stereotipi sui vecchietti (possibili infarti, viagra, stanchezza ecc.) che ad impegnarsi di più sulle tematiche “serie” come l’amicizia che dura nel tempo.

Tutto è prevedibile e tutto va come deve andare. In un prodotto medio non c’è nulla di male, però vien da chiedersi se effettivamente non fosse il caso di impegnarsi un po’ di più. Davvero la bottiglia di scotch del 50 non è parsa una trovata narrativa francamente un po’ deboluccia? Per non parlare del modo in cui vengono inserite tutte le marchette a Las Vegas e al circo che ci gira attorno, cantanti compresi (LMFAO, 50 Cents…).

Il vero problema è per tuttavia la regia di Jon Turteltaub, shooter assolutamente medio(cre) che si limita a girare in modo piattissimo e laccato. La sua è una regia meramente funzionale allo script e al cast. Però si sente molto la mancanza di una mano in grado di elevare un filo la materia che ha tra le mani. Così appare tutto infinitamente medio, robetta da facile consumo, dimenticabilissima.

Mary Steenburgen, cantante costretta ad esibirsi in un angolino di un bar di un casino ogni giorno quasi senza pubblico, ruba spesso la scena ai quattro “ragazzacci” ed ha spesso le battute migliori. Il finale non pecca troppo di retorica e buonismo e riesce ad asciugare i toni di una storia che poteva effettivamente prendere pieghe molto furbe. Però a questo punto appare una magra consolazione per quello che è oggettivamente un prodottino.

Voto di Gabriele: 5

Last Vegas (USA 2013, commedia 105′) di Jon Turteltaub; con Morgan Freeman, Robert De Niro, Michael Douglas, Kevin Kline, Mary Steenburgen, Jerry Ferrara, Roger Bart, Weronica Rosati, Romany Malco, Jena Sims, Autumn Dial, Bre Blair, Danielle Andrade, Dane Davenport, April Billingsley, Ric Reitz. Qui il trailer italiano. Dal 23 gennaio 2014 in sala.