Home Curiosità De Matteo: “I nostri ragazzi è un film sul senso di colpa vissuto dai genitori”

De Matteo: “I nostri ragazzi è un film sul senso di colpa vissuto dai genitori”

Ispirato a La cena di Hernan Koch, narra le vicende di due famiglie borghesi la cui quotidianità viene spezzata da una tragica bravata commessa dai figli adolescenti.

pubblicato 30 Dicembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 05:41

Sono terminate le riprese de I nostri ragazzi, nuovo film del regista romano Ivano De Matteo, in uscita (data ancora da destinarsi) nel 2014. Il cast promette bene, con Alessandro Gassman e Luigi Lo Cascio nel ruolo di due fratelli sposati, rispettivamente, a Barbara Bobulova e Giovanna Mezzogiorno: due famiglie borghesi, benestanti, annoiate, la cui quotidianità viene improvvisamente spezzata da una “ragazzata” commessa dai figli che rischia di portare a conseguenze drammatiche.

De Matteo indaga nuovamente la famiglia italiana alle prese con la contemporaneità: se ne La bella gente (2009) era stato l’improvviso arrivo di una ragazza ucraina a spezzare gli equilibri di una famiglia liberale e progressista, ne Gli equilibristi (2012) abbiamo apprezzato Valerio Mastandrea nel tragico tentativo di ricomporre i cocci di una vita sfasciata da un errore, drammatico ritratto dei tanti italiani che fanno i salti mortali per arrivare a fine mese. Oggi la causa scatentante del dramma non è più economica, come De Matteo ha dichiarato a Il Corriere della Sera:

“Il tema ci appassiona, la famiglia è il luogo dove tutto parte e ritorna, dove gli equilibri sono perennemente a rischio. Ne Gli equilibristi era la crisi a provocare l’effetto domino, il motore della disgregazione era economico. Qui la questione è tutta morale, ruota intorno all’interrogatorio: se capitasse a te cosa faresti?”

Gassman è l’avvocato Massimo, Lo Cascio il chirurgo Paolo: due professionisti affermati, senza preoccupazioni economiche, sposati a due belle donne, da cui hanno avuto figli ora adolescenti e sconosciuti. Famiglie dove la conversazione è ridotta a una mera forma di educazione e nella convivenza l’amore è stato sopraffatto dalla noia. I figli soffrono e si trasformano in insospettabili delinquenti, desensibilizzati alla violenza e agli effetti delle loro azioni:

“Da una parte i genitori si interrogano sulle proprie responsabilità, fanno i conti con il senso di colpa. Dall’altro vedono i propri figli in una bolla di virtualizzazione del dolore e della violenza. Come se vivessero in un continuo videogioco, come se lo schermo assorbisse tutto, facesse da filtro con la realtà.”

Un film che anela a far riflettere, anche se non promette risposte. Una tematica sempre più attuale, sembra che il cinema abbia riscoperto il tema della famiglia, in anni di difficoltà economiche colossali, sembra essere diventato l’ultimo baluardo, l’ultimo rifugio dell’individuo, nel decennio scorso impegnato ad affermare sé stesso nella società. Carlo Verdone nel suo ultimo film Sotto una buona stella, lamenta che “il disastro della società è derivato dall’assenza dei genitori” (leggi le dichiarazioni), De Matteo non giudica ma si limita a commentare:

“E’ una storia che ci ha coinvolto molto, attori compresi. Abbiamo tutti figli. Cosa faresti se scoprissi che tuo figlio adolescente ha fatto qualcosa di terribile?”