Home Notizie Golden Globe Awards 2014: sorpresa Dallas Buyers Club, vince Sorrentino – ecco i premiati

Golden Globe Awards 2014: sorpresa Dallas Buyers Club, vince Sorrentino – ecco i premiati

American Hustle e 12 anni schiavo migliori film. La grande bellezza premiato come miglior film straniero

pubblicato 13 Gennaio 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 05:17

Credo che nessuno avrebbe da ridire se definissimo i Golden Globes di quest’anno ecumenici. Voglio dire, pressoché nessuno se n’è andato a casa a mani vuote, ed anche coloro che erano i favoriti hanno sì vinto nelle categorie cosiddette principali, ma non hanno fatto quelli sfaceli di cui si parlava alla vigilia. Certo, American Hustle ne esce meno “ammaccato” di 12 anni schiavo: al film di O. Russell vanno entrambi i riconoscimenti femminili.

Nota di colore, nonché campanilistica, comunque, rimane la vittoria de La grande bellezza, che a questo punto si presenta all’appuntamento dell’1 marzo già da vincente. E non alludiamo a nulla più, non sia mai ledere l’indole superstiziosa di alcuni, diretti interessati e non. Altra (mezza)sorpresa resta il dominio di Dallas Buyers Club nelle categorie recitative maschili, con Leto e McConaughey che tornano a casa con una statuetta in più in saccoccia. A grande richiesta vince pure DiCaprio, che si aggiudica il secondo Golden Globe della sua carriera. Insomma, a suo modo questa edizione qualcosa l’ha detta.

A questo punto, però, eccovi la lista al completo di tutti vincitori di quest’anno.

MIGLIOR FILM – DRAMMATICO

12 anni schiavo

MIGLIOR FILM – COMMEDIA/MUSICAL

American Hustle

MIGLIOR REGISTA

Alfonso Cuarón (Gravity)

MIGLIOR ATTORE IN UN FILM DRAMMATICO

Matthew McConaughey (Dallas Buyers Club)

MIGLIORE ATTRICE IN UN FILM DRAMMATICO

Cate Blanchett (Blue Jasmine)

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA

Jennifer Lawrence (American Hustle)

MIGLIOR ATTORE IN UNA COMMEDIA

Leonardo DiCaprio (The Wolf Of Wall Street)

MIGLIOR COLONNA SONORA

Alex Ebert (All Is Lost)

MIGLIOR CANZONE ORIGINALE

Ordinary Love (Mandela: Long Walk to Freedom)

MIGLIORE ATTRICE IN UNA COMMEDIA

Amy Adams (American Hustle)

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA

Jared Leto (Dallas Buyers Club)

MIGLIOR SCENEGGIATURA

Her (Spike Jonze)

MIGLIOR FILM STRANIERO

La Grande Bellezza

MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE

Frozen

Golden Globe Awards 2014 in diretta

Ci abitueremo mai a vedere Bryan Cranston nuovamente con i capelli?

Quale miglior modo per cominciare? Signori e signore, che la settantunesima edizione dei Golden Globes abbia inizio anche qui su Cineblog!

Recuperiamo il tempo perduto dando un sguardo a quanto ha sfilato sino ad ora sul red carpet. Per farlo vi rimandiamo direttamente a questo indirizzo.

Attualmente intervistata Zoey Deschanel, inevitabilmente emozionata, mentre parla di come ha passato la giornata. Abituiamoci. Nel frattempo ci si sposta su Sandra Bullock, di rosa-nero vestita: salvo un colpo di scena tocca alla Blanchett stasera… in caso contrario la Bullock è senz’altro in pole position. Ed ecco Jennifer Lawrence: abito bianco e capello corto per lei, mentre si produce in apprezzamenti per Bradley Cooper. Spazio alla prima mamma: è Kerry Washington, candidata nella categoria TV Drama.

Attenzione, è il momento di Leo (Di Caprio). «Ci sono voluti quasi otto anni per portare questo film sul grande schermo», riferendosi all’ultimo film di Scorsese. Ma cosa ne pensa del regista italo-americano? «Lui osa dove nessuno intende osare». Jimmy Fallon si riscalda con qualche battuta su Douglas e Damon: «mi piacciono… anche se non uno sopra l’altro».

Ecco, Julianna Margulies finge stupore per la sua undicesima presenza. Anche lei veste italiano. Nel frattempo mancano 35 minuti esatti all’inizio delle danze. Per ora si sta dietro alle interviste di rito che più di rito non si può. E, sempre nel frattempo, su Twitter è bagarre: esplode l’hashtag #GoldenGlobes.

Ah, ricordate il link in apertura relativo alle dive ed ai rispettivi abiti? Bene, è in continuo aggiornamento. I fashonisti sono avvisati.

Ecco Robert Redford, alla sua seconda (!) presenza. Però parla Emma Thompson. E Bradley Cooper? Si dice grato ad O. Russell; è positivo in merito a come andrà la serata. D’altronde, lo ripetiamo per l’ennesima volta, American Hustle è tra i favoriti. Le due conduttrici minacciano di cambiarsi per 50 volte.

Heidi Klum veste in nero con un motivo floreale lungo tutto l’abito. Si parla di Sports Illustrated, che quest’anno celebra i suoi cinquant’anni. Chiwetel Ejiofor, candidato con due progetti diversi, si sofferma invece su quanto sia stata profonda la sua esperienza sul set di 12 anni schiavo.

Tom Hanks incita la folla invece. Julia Roberts ritiene che quello relativo a I segreti di Osage County sia stato il lavoro più impegnativo della sua carriera. Non è strano per una come lei? «Perché no? Non volevo certo deludere nessuno alla luce di un progetto del genere». Pausa Twitter.

Si torna in diretta e si scherza sui “17 anni” di Matt Damon in Behind the Candelabra, nonché del suo trasferimento da New York a Los Angeles: poveri bimbi, che hanno dovuto superare questo traumatico trasloco. Seth Meyers sembra un po’ spaesato: il suo lavoro sarà raccogliere gente tra i tavoli. O così dice. E sarà divertente.

Usher presenterà la migliore colonna sonora originale. E si parla del suo album in lavorazione. E comunque riguardo alla Bullock l’inquadratura ci aveva ingannato: non c’è solo il rosa e il nero.

Ma c’è anche dell’altro.

E poi c’è la grazia.

Partono le minacce. E deve ancora cominciare.

La Blanchett veste Armani. «Aspettavo da una vita l’occasione di lavorare con Woody Allen», avverte l’elegante Cate. A Kate Beckinsale, invece, hanno cucito il vestito in macchina. Davvero. Non per dire. Uh, ecco Michael J. Fox, che mancava da quelle parti dal 1989.

C’era scappata una mamma. Pardon.

Siamo pienamente d’accordo col seguente tweet.

Spot TV moment.

È sempre interessante prendere atto del livello di entusiasmo in cui si propongono un po’ tutti, costruito o meno che sia. Per il resto, beh, si comincia. Ecco la diretta!

Entrano la Fey e la Poehler. Alcune battute di riscaldamento prima di iniziare davvero, tra peana e sfottò all’indirizzo delle varie star presenti. Tutti disposti ordinatamente nei rispettivi posti. Pure Matt Damon, che si becca un gratuito «fai schifo stasera» da parte delle due presentatrici sul palco.

Scambio di identità tra la Poehler e la Lawrence. Ce n’è pure la Roberts. «Gravity è la storia di come Clooney preferisca andare nello spazio e morire piuttosto che passare del tempo con una donna», più o meno era questa. Insomma si passano in rassegna le nomination. Il preferito della Fey è Her. Pare che Jonah Hill abbia fatto ricorso ad una protesi al posto del pene nel film di Scorsese.

Sul palco la Bullock e Tom Hanks. Per? Certo, la miglior attrice non protagonista in una commedia. Vince la Lawrence; insomma se il buon giorno si vede dal mattino, O. Russell può allentare la tensione. Nel frattempo la seppur meravigliosa Jennifer ringrazia tutti. Channing Tatum e Mila Kunis spostano l’attenzione sulle serie TV: pare che le alterneranno col cinema. Jacqueline Bisset miglior attrice non protagonista in una serie TV. La Bisset, novella vincitrice, intanto mette la platea a parte di un segreto di bellezza: «perdonate tutti, compresi voi stessi». Segreto per la giovinezza eterna o illusione di giovinezza allungata?

A chi comprensibilmente, nei commenti, va lamentando l’assenza di un link per il livestreaming, faccia un tentativo a questo indirizzo.

Sotto a chi tocca. Ah ecco, Behind the Candelabra si aggiudica il Golden Globe al miglior film TV. Mark Ruffalo e Naomi Watts consegnano il Golden Globe per la miglior attrice una serie TV ad Elizabeth Moss per Top of the Lake – alla quale scappa un sentito «oh shit!».

Matt Demon, da par suo, dopo i complimenti iniziali presenta Captain Philips. Presenta eh, nulla più. Per ora. E parte un breve estratto. Di seguito la prova.

La pubblicità mi dice che «i segreti della mente sono svelati» ed io tendo a crederci. Poco prima ho visto Briatore. Più di una volta. E il 7 febbraio iniziano le Olimpiadi invernali.

Babele sul palco per ringraziare la stampa estera. Ringraziati tutti per la loro integrità.

Attenzione, perché tocca al miglior attore in una serie TV. And the Golden Globe goes to… toh, Bryan Cranston. Per la prima volta. Ringraziamenti per tutti. Ne approfittiamo anche noi per ringraziare chi nei commenti ci supporta consigliandoci su come regolarci in queste occasioni. Grazie. Ci proviamo.

Torniamo a noi. Anzi a loro. Qual è la migliore serie TV? Quasi ci cascavamo: Breaking Bad. Immagine fugace della Lawrence mentre in una mano regge il Golden Globe e nell’altra un calice di qualcosa (champagne presumibilmente).

E voi piacete a noi, cari.

A proposito di signore…

Foto ricordo: «Mamma, sono qui col co-protagonista del film di Tom Hanks. —- Sì, l’ultimo. — No non ha ancora vinto. — Ma’, mi aspettano sul palco, cia’!»

«Ma’, visto che l’ho fatto!?»

Si riparte dopo la pausa. Miglior colonna sonora ad All is Lost di Alex Ebert; Zimmer battuto. Poco prima la vera Philomena Lee è salita sul palco. È scesa subito perché non voleva disturbare.

Rullo di tamburi per il miglior brano. Vince Bono. Seconda vittoria per lui con Ordinay Love per il film Mandela: Long Walk to Freedom. Bono dedica il suo discorso a Mandela.

Per qualcuno è finita la serata?

Critiche a caldo…

Il miglior attore non protagonista in una serie TV/film TV è… John Voight. Auguri vecchio mio! Via di discorso. Ti tocca.

Dio vi benedica!

Her è in lizza, eh…

Downey Jr. paventa futuri paralleli in cui la statuetta tocca a ciascuna attrice candidata. But the winner is… Amy Adams. Questa l’abbiamo azzeccata. La bella Amy chiede consigli alla platea su come piangere davanti alla macchina da presa anziché davanti al microfono. Nota a margine: è il quindicesimo anniversario da quando la Adams si trasferì ad LA: voleva girare pubblicità. Almeno quelle insomma.

Prendete nota: vuoi essere di classe? Indossa una sciarpa. Dentro a un edificio però. A 25 gradi. Mi raccomando.

La serata continua anche dal posto.

Storie di prole.

Nessuno che spenda una parola una sulla montatura di Kevin Bacon. Scorretti. A noi piace, Kevin. Il nero ti dona. Nel frattempo Robin Wright vince per House of Cards. Ce la ricordiamo recentemente per Two Mothers. Sul palco un redivivo Jim Carrey presenta American Hustle.

Oltremodo telefonato il Golden Globe a Jared Leto, chiesto a gran voce. A presentarlo c’è un Christoph Waltz in dissolvenza. E con un baffo impeccabile.

La Cina è vicina. Ma anche l’India non scherza.

Emma Thompson, accento britannico e scarpe in mano, mezza brilla, presenta la miglior sceneggiatura. Golden Globe a Spike Jonze per Her. Questo ci obbliga a riconsiderare le nostre previsioni. Ma avevamo già approntano un piano B preventivamente.

Laura Dern è affascinante come sempre. Verrà premiato il papà?

Esatto, la foto non rende giustizia.

Buona la prima per Brandy Samberg per Brooklyn Nine-Nine. Pubblicità. Ed ho dimenticato cosa stavo per scrivere. Qualcuno stava salendo sul palco comunque. Vi aggiorniamo a breve.

Intanto previsioni a breve termine. Sapete che c’è Woody Allen a ritirare un riconoscimento stasera, sì?

Spot TV: sempre gli stessi, ogni cinque minuti, approfittando dello stato semi-catatonico in funzione di una maggiore efficacia. Come quelle cassette che si ascoltavano la notte per imprimere “cose” nella mente.

Miglior film straniero. Ci siamo. Orlando Bloom e Zoe Saldana consegnano il Golden Globe per La grande bellezza. Complimenti Paolo! Mezza Los Angeles è già italiana.

Michael Douglas ritira il Golden Globe e racconta un aneddoto. Guardava la scena di un film con Soderbergh, al che quest’ultimo chiede «Michael, hai mai pensato a Liberace?»: sono trascorsi dieci anni ed eccolo qui.

C’è chi segue la premiazione.

Frozen è il miglior film d’animazione. Scacciato lo spettro, a dire il vero poco fondato, di un premio a sorpresa. Qui si sperava pure in un premio a Let it go.

Colin Farrell presenta A proposito di Davis (titolo italiano dell’ultimo film dei Coen). Ci avviciniamo ai premi più attesi…

Vi giriamo la domanda?

Amy Poehler sale sul palco. Di nuovo. Stavolta per ritirare un premio. Momento serietà. Lei conosce la scaletta e il tempo a disposizione.

Tutto pronto per il riconoscimento a Woody Allen. A ritirarlo Diane Keaton. Capello liscio e giacca e cravatta. Al regista newyorkese il Cecil B. DeMille Award. Citazione: «Truffaut è morto ma i suoi film sono sopravvissuti. […] Io preferisco restare vivo nel mio appartamento». E per chiudere la Keaton intona un simpatico motivetto celebrativo dell’amicizia.

Occhio perché Ben Affleck annuncia il miglior regista. Alfonso Cuarón vince il Golden Globe per la regia! D’obbligo il ringraziamento alla mamma, in pieno stile latino. Cliché ma sempre efficace.

Intanto Brooklyn Nine-Nine si aggiudica un’altra statuetta. Archiviati così tutte le categorie TV.

Intanto i/le Leofans partono con i cori pro-DiCaprio. Lo si vuole a tutti i costi sul palco. E DiCaprio vinse! Scorsese ringrazia e viene ringraziato.

Sembra appena uscito dalla famosa cena sul Titanic in prima classe.

E qualcosa ci dice che si avvicina il momento di 12 anni schiavo, quale che sia la forma in cui si manifesterà. D’altronde manca ancora il miglior attore in un film drammatico ed il miglior film drammatico. Gravity ha già la regia in tasca; peserà?

E per una commedia.

Miglior commedia: tocca a Drew Barrymore. Manco a dirlo. Ovviamente American Hustle. Non ci stanno nemmeno tutti in quel palco. Ringraziamenti di rito e tutto il resto. «Qual è uno dei benefici di questo mondo (industria cinematografica, ndr.)? Che si possono fare film come questo». Ed immancabile la lettura del cast stellare, che qualche merito effettivamente ce l’ha pure.

Di cuore proprio…

Prosegue la «Lawrence-mania».

A Cate Blanchett, come previsto, il Golden Globe per la miglior prova da protagonista femminile in un film drammatico. Si allena per l’1 marzo. Ecco tutto.

Matthew McConaughey invece è il miglior attore in un film drammatico. E Dallas Buyers Club si fa strada in sordina con due premi, entrambi ai propri attori. Ma lo si aspettava comunque da queste parti.

Johnny Depp presentato come la star di Trascendence. Ed è il turno di 12 anni schiavo. Golden Globe quale miglior film drammatico. Steve McQueen non riesce a tener ferma la testa. 5 spaccate. Si conclude la serata (nottata).

È tutto, gente. Vi ringraziamo per la compagnia. Il vostro sonno è meritato.

Golden Globe Awards 2014: il red carpet e la cerimonia di premiazione live su Cineblog

A non molte ore dall’apertura delle danze, anche noi di Cineblog ci stiamo preparando a quella che sarà una lunga notte. Notte che partirà, per noi come un per tutti, intorno all’una. Ed è già lunedì. Un’ora dopo, quando il rituale red carpet avrà emesso le proprie sentenze, allora sì che l’evento entrerà nel vivo, con l’inizio ufficiale della settantunesima edizione dei Golden Globe. E saranno le due di notte – ore 2 di lunedì 14 gennaio.

Suppongo che adesso tocchi fare qualche nome. Ce n’è più o meno quanti ne volete. Nei giorni scorsi la Hollywood Foreign Press Association ne ha snocciolato una serie, che vi riportiamo a bruciapelo: Chris O’Donnell, Margot Robbie, Mark Ruffalo, Kyra Sedgwick, Channing Tatum,Naomi Watts, Olivia Wilde ed Emma Watson. A questi si aggiungono coloro a cui toccherà consegnare le varie statuette, ossia Mila Kunis, Reese Witherspoon, Jimmy Fallon, Jennifer Lawrence, Robert Downey Jr., Kevin Bacon, Laura Dern, Julie Bowen, Colin Farrell e Uma Thurman. Le due conduttrici dell’edizione 2014 dei Golden Globe, come già ampiamente anticipato, saranno anche quest’anno Tina Fey ed Amy Poehler.

Non sia mai però che vi si lasci senza qualcos’altro su cui impunemente speculare. Ed allora occhio alle quote dei bookmakers d’oltremanica, che come sempre si sono già prodotti nei loro oracoli. Divinazioni che confermano la pole position rispettivamente di 12 anni schiavo per quanto attiene al miglior film drammatico, e di American Hustle, superfavorito nella categoria miglior commedia e musical con ben 7 nomination. Le quote sono impietose, tanto che Gravity è dato a 3.0 e The Wolf of Wall Street a 3.50.

In compenso Alfonso Cuaròn risulta il favorito alla statuetta per il miglior regista, con un eloquente 1.60. In tal senso è curiosa la posizione di Alexander Payne, che qualora dovesse vincere farebbe guadagnare 30 volte la cifra scommessa.

Passiamo agli attori. Cate Blanchett in pratica ha già vinto: 1.25 per lei, seguita da Sandra Bullock a non meno di 4.30. Fa specie il 17.0 appioppato a Lady Judi Dench, ma evidentemente altrove sanno parecchie cose che noi non sappiamo. Lato uomini, bella lotta tra Chiwetel Ejiofor, Robert Redford e Matthew McConnaughey, dati rispettivamente a 2.10, 3.00 e 4.00.

Testa a testa per la miglior prova maschile in una commedia tra Leonardo Di Caprio (1.80) ed il più volte osannato Bruce Dern (2.0). Christian Bale, terzo, non li vede nemmeno con il 15.0. Altra storia lato donne sempre per quanto riguarda la commedia. Perché se è vero che Meryl Streep è serenamente in testa con il suo 2.50, a 3.0 troviamo le belle e brave Amy Adams e Julia Louis-Dreyfus.

E per quanto riguarda il miglior film straniero? Anche qui ci troviamo dinanzi ad una sorta di scontro a due, dove La vita di Adéle (1.70) gode di un leggero vantaggio su Il sospetto (2.75). Solo terzo La grande bellezza, quotato a 8.50.

Prima di concludere questo nostro breve punto sulla situazione in ambito scommesse, invitiamo tutti coloro che non avessero altro modo per seguire la diretta di tenere d’occhio il livestreaming su Eonline. A più tardi!

Golden Globe Awards 2014: chi vincerà?

Da oltre mezzo secolo c’è un evento che in qualche modo spiana la strada alla notte che più conta, quella degli Oscar. Era il 1944 quando fu assegnato il primo Golden Globe, evento giunto quest’anno alla sua 71esima edizione. Insieme agli Emmy Awards, ad oggi questi tre riconoscimenti rappresentano gli appuntamenti più attesi da certa parte di mondo così legata alle vicende dello showbiz americano. Per alcuni semplici manifestazioni autocelebrative, in cui Hollywood si guarda attraverso lo specchio ripetendosi che lei è la più bella del reame; per altri un’occasione attesissima e imperdibile anche ma non solo per tirare le somme su una stagione intera. Che apparteniate all’una o all’altra categoria, noi di Cineblog quest’anno ci saremo e procederemo in vostra compagnia alla cronaca dei Golden Globe 2014.

A partire da questo nostro articolo, in cui sostanzialmente ci daremo anche noi a quel gioco delle previsioni che fa tanto astrologo più che analista. Soffermandoci chiaramente sulle categorie che più ci interessano, ossia quelle in cui in ballo ci sono premi afferenti al cinema a tutto tondo; perché come senz’altro saprete qui si premiano anche le serie TV, che oramai da parecchi anni a questa parte rappresentano una voce di gran lunga meno marginale nell’economia di questa industria dorata, anzi: per certi aspetti è questo il format che ha preso il sopravvento.

Ma andiamo con ordine. Per chi si fosse perso qualcosa, poco male. Qui trovate tutte le nomination ai Golden Globe 2014 che vi (ci) servono. Di seguito, perciò, procediamo con le nostre previsioni nonché le nostre preferenze, seguendo anche noi quel classico schema del «chi vincerà/chi vorrei che vincesse». Ad ognuna delle voci, manco a dirlo, integriamo un breve commento, sebbene sia doveroso mettere in chiaro da subito che ahinoi alcuni dei film in lizza dobbiamo ancora vederli: in quel caso andiamo a sensazione, appoggiandoci magari alle impressioni dell’ultim’ora che è possibile raccogliere per la rete. Partiamo.

Miglior film drammatico

Vincerà: 12 anni schiavo – scelta per certi aspetti “telefonata”, dato che all’ultimo film di Steve McQueen più o meno chiunque sta riservando un trattamento di tutto rispetto. Tanto che la vera notizia sarebbe che non vincesse.

Vorrei che vincesse: Gravity – a riguardo abbiamo scritto ampiamente. Per comodità tendo sempre a rimandare alla recensione di Gravity da Venezia, ma oramai dovrebbe essere pacifica l’importanza che per noi ricopre questo progetto.

Migliore commedia o musical

Vincerà: American Hustle – altro film che abbiamo particolarmente apprezzato, insieme a 12 anni schiavo pare essere lui il protagonista di questa edizione.

Vorrei che vincesse: Her o Inside Llewyn Davis – qui cominciamo a vagare in un buio semi-cosciente. L’unico altro film che abbiamo visto è Nebraska, che è notevole e su cui a breve spenderemo due paroline in relazione ad un’altra categoria. Ciononostante, Her, da un lato, ci pare il film più urgente e originale tra quelli in concorso, mentre Inside Llewyn Davis, dall’altra, rappresenta il ritorno in pompa magna dei fratelli Coen.

Miglior regista

Vincerà: Alfonso Cuarón – cominciamo a fare i conti. A Cuarón qualcosa bisogna dare, e se non sarà il miglior film dovrà senz’altro essere la regia. Lo merita e glielo auguriamo di cuore. Non a caso…

Vorrei che vincesse: Alfonso Cuarón – … non mi spiacerebbe che a trionfare in questa categoria fosse proprio Cuarón.

Migliore attrice in un film drammatico

Vincerà: Cate Blanchett – punto e a capo.

Vorrei che vincesse: Cate Blanchett – è stato amore a prima vista. Dandosi a Blue Jasmine ci si mette davvero poco a maturare l’assoluta profondità della performance della Blanchett, alla quale solo un “miracolo” potrà consentire di scipparle anche l’Oscar. Nonostante in corsa ci sia un’altra fuoriclasse, forse ancora più fuoriclasse, vale a dire Judi Dench. In più, statisticamente parlando, bisogna tener conto del fatto che la Blanchett è già stata nominata otto volte ai Golden Globe (questa inclusa) ed in cassaforte ha già due premi.

Miglior attore in un film drammatico

Vincerà: Chiwetel Ejiofor – vale qui il discorso approntato sopra. Questa pare essere l’annata di Ejiofor e difficilmente qualcuno riuscirà a strappargli un riconoscimento che sembra già scolpito nella pietra. Vedremo.

Vorrei che vincesse: Tom Hanks – non tanto perché Captain Phillips è l’unico film visto limitatamente a questa categoria, quanto perché Tom Hanks è un veterano e nel film di Greengrass è anima e corpo come non si vedeva da parecchio tempo.

Migliore attrice in una commedia

Vincerà: Amy Adams – Meryl Streep, un’habitué tra queste mura, è lì. Ma alla fine pensiamo che ad avere la meglio sarà proprio la stupenda Amy Adams. E di seguito spieghiamo il perché.

Vorrei che vincesse: Amy Adams – senza lanciarci in paragoni inopportuni, tra il 2012 e il 2013 ha accumulato almeno due prove da attrice di prim’ordine, rispettivamente in The Master e in American Hustle. Entrambe abbaglianti conferme di un talento che si è a questo punto meritatamente imposto.

Miglior attore in una commedia

Vincerà: Bruce Dern – qualora tale riconoscimento dovesse perfezionarsi non ci sarebbe nulla da ridire. L’immagine di lui che si incammina verso il Nebraska con il solo cappotto addosso è una di quelle che difficilmente si dimenticano e che valgono più di qualunque premio.

Vorrei che vincesse: Joaquin Phoenix o Christian Bale – perché sebbene auguri ogni bene a Dern, qui mi pare che Phoenix si produca in un’altra prova disarmante. Ma in realtà questa è più una preferenza di riserva: tutto a beneficio di Her, che almeno un Golden Globe sarebbe il caso lo incassasse. D’altro canto il camaleontico Bale ha senza dubbio il suo perché, e dato che nel film di O. Russell è forse addirittura il migliore non vedo perché no.

Miglior attrice non protagonista

Vincerà: Jennifer Lawrence – se non immeritato, quantomeno evitabile. Ma tant’è che American Hustle potrebbe fare incetta e la Lawrence da quelle parti piace parecchio.

Vorrei che vincesse: Lupita N’yongo – brancolare nel buio per brancolare nel buio vado sulla N’yongo. Mi baso su quel poco recepito sino ad ora e sul fatto che 12 anni schiavo è in ottima posizione al momento.

Miglior attore non protagonista

Vincerà: Jared Leto – per alcuni questo è uno dei globi d’oro più scontati. E d’altronde le premesse ci sono tutte perché ciò avvenga.

Vorrei che vincesse: Daniel Bruhl – è un gioco, dunque giochiamo. Bruhl è uno dei motivi alla base del successo di Rush. Riserve a parte di chiunque abbia riscontrato imperfezioni nella sua “imitazione” di Lauda, da queste parti lo abbiamo trovato eccezionale.

Migliore sceneggiatura

Vincerà: Eric Warren Singer & David O. Russell – ancora una volta, inutile nascondercelo: American Hustle piace e pure tanto. La miglior sceneggiatura, tra quelle nominate, non può che essere sua.

Vorrei che vincesse: Eric Warren Singer & David O. Russell – poiché anche a chi scrive non è dispiaciuto, voto per lui senza battere ciglio. Perché? Perché checché se ne dica American Hustle è una giostra che può non fare effetto finché la si osserva a distanza; se si ha il piacere di salirci sopra, allora la musica cambia. Ma alcuni sembrano rifiutare la corsa solo perché in biglietteria c’è David O. Russell, perciò…

Miglior film straniero

Vincerà: Blue Is The Warmest Color – annata pressoché perfetta quella del film di Kechiche, che a conti fatti è il miglior film straniero. Dopo la “misteriosa” batosta con le nomination agli Oscar, rimarrei perplesso se questo premio non andasse a La vita di Adéle. Ad ogni modo, occhio a La grande bellezza, che ad un certo livello è pure il favorito.

Vorrei che vincesse: The Wind Rises – poco importa se Miyazaki ci ha ripensato. The Wind Rises è uno dei suoi film più personali e coinvolgenti, quello che probabilmente meglio di tutti ci consente di accostarci al maestro giapponese. Per questo e qualche altro solido motivo tifo per lui.

Miglior film d’animazione

Vincerà: Frozen – non c’è minion che tenga: il film Disney ha già vinto. Ma quanto ad animazione c’è da dire che negli States sono un po’ particolari.

Vorrei che vincesse: Frozen – davvero non vediamo come I croods e Cattivissimo Me 2 possano scalzarlo.

Migliore colonna sonora

Vincerà: Hans Zimmer per 12 anni schiavo – mi stupirebbe il contrario. Da una parte Zimmer, tra i più accreditati (se non il più accreditato) nella sua categoria, dall’altra il film favorito. Fate un po’ voi.

Vorrei che vincesse: a ‘sto giro tocca davvero astenersi. Ahimè non ho visto un solo film tra quelli qui nominati, e poi la colonna sonora è qualcosa che non si può in alcun modo astrarre dal contesto. Il semplice ascolto, senza prima essersi dati al film, sarebbe mortificante.

Migliore canzone originale

Vincerà: Please Mr. Kennedy di Justin Timberlake & co. per Inside Llewyn Davis – anzitutto la motivazione: qui. E poi ci pare, tra tutte, l’unica nomination che possa seriamente sfociare in un meritato premio per il film dei fratelli Coen.

Vorrei che vincesse: Let It Go di Idina Menzel per Frozen o Please Mr. Kennedy di Justin Timberlake & co. per Inside Llewyn Davis – sinceramente spero in un riconoscimento ai Coen, ma Let It Go passa eccome, quindi non sarebbe malvagia come scelta.