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Film 2017-2018: Richard E Grant per Wolverine 3 – Sylvia Hoeks in Blade Runner 2

Richard E Grant sarà uno scienziato pazzo in Wolverine 3.

pubblicato 27 Aprile 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 12:05

Wolverine 3: Richard E. Grant interpreterà un misterioso scienziato pazzo in Wolwerine 3. Parola dell’Hollywood Reporter. Tanti sono i possibili ruoli per il divo, vedi il professor Andre Thorton o Dr. Abraham Cornelius o il signor Sinister. Nuovamente diretto da James Mangold, il film chiuderà la trilogia interamente dedicata a Logan, con Hugh Jackman per l’ultima volta (dice lui) nelle lame del mutante Fox. A completare il cast, per ora, Patrick Stewart e Boyd Holbrook. Via alle riprese imminente, tra New Orleans e New Mexico. Sceneggiato da David James Kelly, il film uscirà in sala il 3 marzo del 2017.

Blade Runner 2: continua ad arricchirsi sempre più il cast di Blade Runner 2. La Alcon Entertainment ha infatti annunciato l’ingaggio di Sylvia Hoeks, protagonista femminile dell’atteso e temuto sequel al fianco di Ryan Gosling. A completare il tutto Harrison Ford, Robin Wright, Ana de Armas e Dave Bautista. Celebre soprattutto in Olanda, la Hoeks è di fatto un volto sconosciuto in America, mentre in Italia è stata diretta dal nostro Giuseppe Tornatore ne La Migliore Offerta. Era lei la bella al fianco di Geoffrey Rush. Sceneggiatura di Hampton Fancher e Michael Green per Blade Runner 2, che riprenderà i fili del discorso diversi decenni dopo l’originale del 1982, tratto dal romanzo di Philip K. Dick Il cacciatore di androidi. A dirigere le danze Denis Villeneuve, con Roger Deakins direttore della fotografia e Ridley Scott produttore. Via alle riprese nel mese di luglio.

The Lost Wife – Un giorno solo, tutta la vita: ormai lanciatissima dopo il boom di Star Wars VII, Daisy Ridley sarò la protagonista femminile di The Lost Wife, adattamento cinematografico del romanzo di Alyson Richman arrivato in Italia con il titolo Un giorno solo, tutta la vita. A produrre la pellicola Robbie Brenner. Questa storia inizia a New York nel 2000, quando, alle nozze del nipote, Joseph Kohn scorge tra gli invitati una donna dall’aria familiare. Gli occhi azzurro ghiaccio, l’ombra di un tatuaggio sotto la manica. Il presentimento gli toglie il respiro. Le chiede di mostrargli il braccio; non importa se è scortese, lui deve sapere. La certezza è lì, sulla pelle: sei numeri blu, accanto a un piccolo neo che lui non ha mai dimenticato. E allora le dice: “Lenka, sono io. Joseph. Tuo marito”. Perché questa storia, in realtà, inizia a Praga nel 1939. Lenka e Joseph sono due studenti ebrei, si conoscono poco prima dello scoppio della guerra, si innamorano, diventano marito e moglie per lo spazio di una notte. Il giorno dopo, al momento di fuggire negli Stati Uniti Lenka decide di restare, perché non ci sono biglietti a sufficienza per la sua famiglia. Si separano con la promessa di ricongiungersi al più presto, ma Lenka finisce in un campo di concentramento. In mezzo all’orrore, fa ciò di cui è capace, dipingere, unico modo per dare colore a ciò che è privato di luce, per dare forma a ciò che non si può descrivere. Mentre Joseph, in America, si specializza in ostetricia: solo aiutare a dare la vita gli consente di non farsi trascinare a fondo dalle voci di chi non c’è più. Quando ormai si crederanno perduti per sempre, ci sarà un nuovo inizio per entrambi.