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L’ultima ruota del carro: 4 nuove clip e intervista al regista Giovanni Veronesi

L’ultima ruota del carro: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sulla commedia che uscirà in Italia il 14 novembre 2013.

pubblicato 12 Novembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 21:47

Aggiornamento di Pietro Ferraro

Dopo aver aperto fuori concorso Il Festival di Roma 2013 il prossimo giovedì debutta nei cinema L’ultima ruota del carro, la commedia con protagonisti Elio Germano e Ricky Memphis di cui oggi vi proponiamo 4 clip con sequenze tratte dal film, più un’intervista al regista Giovanni Veronesi che trovate a seguire.

Se volete approfondire è anche disponibile la recensione in anteprima del film.

Giovanni Veronesi parla del film:

Come è nata l’idea di questo film?
Conoscevo da diversi anni Ernesto Fioretti, un autista di produzione romano poco più che sessantenne di cui nel tempo sono diventato amico, ma non avrei mai pensato che un giorno mi sarei ritrovato a raccontare in un film la sua vita più che movimentata. Tutto è nato quando un giorno, mentre uscivamo da un autogrill reduci da un pranzo non esaltante, Ernesto mi ha detto: «abbiamo mangiato peggio di quando facevo il cuoco d’asilo…». E io: «in che senso? raccontami… ».
E così, andando avanti e indietro nel tempo come in una sceneggiatura di Harold Pinter, ha iniziato a descrivermi la sua esistenza ricca di eventi grandi e piccoli, collettivi e privati, spesso ai limiti dell’incredibile, da lui vissuti come testimone privilegiato, facendo diversi mestieri, primo tra tutti l’autotrasportatore. Attraverso i suoi racconti ho visto passare davanti agli occhi quasi quaranta anni di storia italiana e ho pensato subito che, nascosta dietro quell’uomo così candido e discreto, ci fosse una vicenda umana sorprendente per le tante casualità e coincidenze che l’hanno caratterizzata. Una vita così meritava di essere subito portata al cinema!

Che cosa ha scelto di raccontare nella sceneggiatura scritta con Ugo Chiti, Filippo Bologna e il vero Ernesto Fioretti?
Quello che mi ha fatto scattare la molla, la voglia di fare di Ernesto il protagonista di una storia, è il fatto che lui sia rimasto uguale a se stesso. Tutto quello che si vede nel film è vero al 90%. Raccontando in chiave di commedia corale la sua vera vita, il nostro è stato un lavoro d’assemblaggio, di riassestamento cronologico di suoi ricordi ed aneddoti di vita reale. È un film dalla parte degli ultimi: quando si racconta l’esistenza di una persona bisogna essere rigorosi, non si può mancare di rispetto ai diretti interessati. Mi è capitato di raccontare episodi molto divertenti, ma anche eventi drammatici: la vita di Ernesto Fioretti è la sua e la rispetto. In L’ULTIMA RUOTA DEL CARRO l’ho mostrato in scena nei panni di un mite autista di camion, (ribattezzato Ernesto Marchetti e interpretato da un formidabile Elio Germano), che per quarant’anni ha girato tutta l’Italia: attraverso il suo sguardo privilegiato sulle avventure tragicomiche e sugli episodi incredibili di cui lui è stato protagonista e testimone, abbiamo avuto la rara opportunità di portare in scena anche la storia recente del nostro Paese, rendendoci conto però che l’unico modo per raccontare la nostra società degli ultimi decenni era lasciarla come cornice e sfondo della vita di un uomo comune, di una persona normale. Nato in una famiglia patriarcale romana, Ernesto cresce coltivando i desideri di ogni ragazzino degli anni 60: sposarsi, avere una vita felice e magari un mestiere già avviato come quello del padre – che fa il tappezziere. Ma gli imprevisti e gli amici (primo tra tutti il più che intraprendente Giacinto, interpretato da Ricky Memphis) lo costringeranno invece a vivere catapultato in una realtà che non gli appartiene. Subirà il proprio destino, ma rimarrà sempre e comunque un uomo onesto, un soldato semplice fedele ai propri principi e a sua moglie Angela (Alessandra Mastronardi). La loro storia sentimentale è un altro dei pilastri fondamentali di questa vicenda: peraltro – ci tengo molto a dirlo – è il primo film della mia vita dove nessuno si fa le corna, perché la vera protagonista è l’onestà. Ernesto riesce a dribblare tutte le occasioni che la vita gli offre per essere disonesto e per approfittare degli altri. Il tutto viene raccontato con molta leggerezza, senza mai avere l’ambizione di raccontare un pezzo di Storia, che fatalmente scorre alle spalle di questo personaggio piccolo e apparentemente insignificante. Quella di Ernesto è la storia di un soldato semplice che ha vinto la sua guerra personale rimanendo integro e coerente con i propri principi, passando attraverso quelli che sono stati forse gli anni più corrotti del nostro Paese. Anni difficili di devastazione etico-morale, corruzione, microcriminalità, evasione, malasanità che ci hanno contaminati tutti. Ernesto invece li ha attraversati indenne, e mi sembrava giusto rendergli omaggio perché rappresenta l’eccezione e l’antidoto, incarna quella normalità e quella lealtà venuta a mancare mentre tutti noi ci siamo impantanati e questo lo porta ad essere una mosca bianca e quindi un protagonista.

Come entrano in scena gli altri personaggi?
Le varie persone che affiancano Ernesto in scena sono tutte ispirate a modelli reali: Giacinto (Ricky Memphis), il suo amico più caro, è una presenza fondamentale al fianco di Ernesto: lo accompagna nell’arco di tutta la vita e rappresenta l’italiano medio voltagabbana, che sfrutta tutte le occasioni che gli capitano a tiro e cambia bandiera politica a seconda del vento. Tra i due nasceranno contrasti anche molto duri, ma alla fine essendo la loro amicizia radicata fin dall’infanzia, i due non si perderanno mai di vista.
Sua moglie Angela, interpretata da Alessandra Mastronardi, lo segue come una specie di devota e silenziosa compagna di strada, e si rivelerà significativa e decisiva per le sue scelte. Il Maestro, un pittore di fama internazionale interpretato da Alessandro Haber è un personaggio tipicamente rappresentativo degli anni’80-90, con quella sorta di maledizione addosso che portavano con loro gli artisti della Scuola romana. Con lui nasce un rapporto particolarmente amichevole, all’insegna della fiducia reciproca: Ernesto diventa il suo trasportatore ufficiale, ed entra nelle case più belle del Paese incontrando una moltitudine di persone a cui non sarebbe mai approdato nella sua vita di quartiere. Sergio Rubini dà vita invece ad un tipico politico socialista senza scrupoli dell’epoca: opportunista, cinico e spietato con se stesso e con gli altri, e soprattutto poco imparentabile a quel tipo di socialismo ideale alla Pertini di cui tutti andavamo fieri in passato. Virginia Raffaele incarna poi una sorta di prodromo di quelle donne senza scrupoli a cui, negli anni successivi, non erano più sufficienti i calciatori per arrivare e sentirsi realizzate. La novità è che si tratta di una donna moderna, arrivista e spietata, che si è evoluta e smania non più per stare accanto agli uomini di potere, ma per esercitarlo direttamente: è come se avessi dipinto una delle prime figure femminili abilissime ad industriarsi per ottenere tutto e subito quello che volevano all’interno della politica. Ubaldo Pantani interpreta il toscano, l’amico balordo che tutti noi abbiamo avuto, il nostro specchio negativo, quello che avremmo potuto diventare se fossimo stati meno accorti. Ma alla fine, della nostra storia, inaspettatamente, sarà proprio il toscano che abbiamo visto solo e sempre ai margini della vita ad offrire generosamente del lavoro ad Ernesto e a sua moglie, ormai anziani, come comparse sul set di una fiction tv. Questo rende, spero, il nostro film una commedia vicina a quelle – inarrivabili – di Risi, Monicelli e Scola, a cui mi sono sempre ispirato, dove era all’ordine del giorno l’umiliazione delle persone umili da parte del’arroganza del potere. Mi piace l’idea che il riscatto di certi personaggi sia disperato, che non porti ad una vera svolta nella vita: nel film, ad esempio, Ernesto viene coinvolto direttamente in un episodio di malasanità, rimanendo vittima di una diagnosi sbagliata. L’unico riscatto che riesce a prendersi è quello di mandare al diavolo la dottoressa che lo aveva profondamente ferito.

Come ha scelto i suoi attori, che cosa cercava e cosa ha trovato in ognuno di loro?
Penso che Elio Germano sia l’interprete più dotato e completo in circolazione oggi in Italia. Ha 32 anni, un’età giusta per interpretare le varie fasi della vita di una persona. È molto duttile e intelligente, costruisce il personaggio con te gradatamente e non lo abbandona mai, è uno di quegli attori che ogni giorno ricorda a memoria tutto il film per intero come fa il regista. Con lui è come se ci fossero sempre sul set due persone che quotidianamente pensano al film nello stesso modo. Per una storia che abbraccia quaranta anni di vita italiana c’era bisogno di un attore del calibro di Elio che non molla mai il suo ruolo. Mi sono accorto che il personaggio avrebbe funzionato perché quando glie l’ho raccontato la prima volta gli si sono illuminati gli occhi; in quel momento ho capito che mi avrebbe detto sì. Elio ha un radar speciale per comprendere quello che vale davvero, separandolo poi da quello che vale meno, ed è dotato di una sorta di display per cui tu riesci a capire sempre quello che lui pensa davvero, è sempre molto vero. Era già bravissimo dieci anni fa, quando era stato uno degli interpreti principali del mio film CHE NE SARÀ DI NOI e non era ancora il numero uno tra gli attori italiani. Ora è diventato capace e versatile in ogni registro, puoi fargli fare un po’ di tutto, e lui riesce sempre a restituire la verità in modo straordinario, come solo i grandi attori sanno fare.
Non avevo mai lavorato con Ricky Memphis. Quasi tutti i miei colleghi gli avevano sempre offerto ruoli da bamboccione (quando non era impegnato a fare il poliziotto), mentre secondo me lui può contare su una faccia da vero figlio di mignotta. Mi sembrava quindi perfetto per dar vita al miglior amico di Ernesto, Giacinto, un personaggio opportunista, scaltro, sveglio, in soccorso del vincitore di turno, pronto a cambiare bandiera senza porsi il problema di dove sia finita la precedente. Un attore in grado di recitare un monologo su Berlusconi e la sua epoca così come è avvenuto in scena, insomma. Secondo me Ricky è fantastico perché riesce a dire le cose che dice rasentando il paradosso, ha una faccia talmente impassibile e immutabile… Ha una comicità naturale straordinaria, e poi, non c’è altra parola per definire il suo modo di essere comico: sa far ridere davvero, ma non te lo fa vedere.
Alessandra Mastronardi è stata un po’ una mia scommessa: non la conoscevo, sapevo solo che era un’attrice diventata popolare grazie ad alcune fiction, ma la mia compagna Valeria Solarino la stimava molto e ha insistito perché le facessi un provino. Mi sono fidato, e Alessandra si è rivelata bravissima nelle scene che ha recitato provando davanti alla telecamera insieme ad Elio. Ci siamo stupiti entrambi dell’alta qualità della sua recitazione realistica, sono sempre stato convinto che la naturalezza sia una dote fondamentale. Per lei era forse il primo ruolo complesso e completo della vita, ci siamo lanciati in questa avventura e la nostra è stata una cavalcata felice: Alessandra è una ragazza straordinaria, mi metteva quel buonumore di cui si ha bisogno tutte le mattine quando si va a lavorare, ogni volta che la incontravo avevo la consapevolezza che stavo facendo un lavoro straordinario.

Come e perché ha scelto due sue vecchie conoscenze come Alessandro Haber e Sergio Rubini?
Ho aspettato 20 anni per scritturare di nuovo Haber, dopo PER AMORE SOLO PER AMORE: per quel mio film lui vinse tutti i premi in circolazione, ma tutti dissero che fu bravo perché il suo personaggio era… muto! Gli avevo tagliato la lingua stroncando la sua proverbiale logorrea, ma questa volta si potrà apprezzare ugualmente la grandezza di un attore che quando è ben diretto e ha gli stimoli giusti può fare delle cose uniche. Penso ad esempio ad alcuni sguardi e a certe riflessioni che sfoggia nella scena del monologo in cucina: mentre lo recita mangiando il riso con le mani sembra di stare a casa sua! Il suo ruolo è quello di un pittore di talento e di fama, un po’ schizzato, che si avvicina molto al suo modo di vivere e di pensare: anarcoide e sregolato, ma quasi senza averne una piena consapevolezza.
Sergio Rubini era l’interprete perfetto per dar vita al personaggio del politico socialista corrotto. Da anni chiedo a Sergio di interpretare nei miei film tutti i ruoli che in quelli da lui diretti secondo me non reciterebbe mai: il gay, il marito tradito, il cinico spietato… è un attore poliedrico, per me sarebbe pertinente in ogni film che giro. Per un regista inquadrare la sua faccia è una goduria perché è asimmetrica, ma ha una sua geometria precisa che va bene per gli obiettivi e la cinepresa: sembra fatta apposta per essere inquadrata. E poi siamo amici, lo trovo molto simpatico, è uno dei pochi colleghi che vedo spesso e volentieri nel mondo del cinema.
Avevo bisogno infine di una spinta iniziale che facesse capire le origini di Ernesto e dovevo scegliere un interprete che potesse incarnare bene quel tipo di padre-padrone che era il babbo del protagonista. Anche in questo caso tutto quello che avviene è vero, avevo bisogno di un attore che sapesse portarsi dietro quel tipo di romanità un po’simpatica ma anche molto cinica, e Massimo Wertmuller ha fatto un grandissimo provino, il suo ingaggio è stato pienamente meritocratico.

Si tratta di un affresco dell’Italia degli ultimi 40 anni che le permette di coltivare ambizione più alte…
In questa occasione mi sono sentito molto libero di raccontare quello che volevo grazie al bel rapporto di totale stima, fiducia, rispetto e amicizia reciproca che si è instaurato con il produttore Domenico Procacci, che ha sposato il progetto e mi ha lasciato andare avanti da solo così come io ho lasciato felicemente libero lui. Questo mi era accaduto anche in altre occasioni, ma non necessariamente la libertà di movimento coincideva con il risultato migliore di un certo film: forse oggi sono abbastanza grande per scegliere meglio i progetti e per soffermarmi sulle persone che racconto con maggiore consapevolezza, senza l’ansia di dover ottenere necessariamente un risultato comico dal personaggio in sé, ma andando a cercare ironia e comicità in tante situazioni della vita che sono poi quelle che fanno ridere davvero. Ho scelto di intraprendere una strada diversa in un momento in cui, per quanto riguarda la commedia, il mercato italiano si è fossilizzato su due/tre stili soltanto perché funzionano. Io però resto sempre ottimista sul pubblico e sulla sua capacità di scegliere…

L’ultima ruota del carro: due nuove clip e uno spot tv del film di Giovanni Veronesi

I video, i trailer, i poster, le immagini e tutte le informazioni su L’ultima ruota del carro, la commedia che uscirà in Italia il 14 novembre 2013.

Aggiornamento di Pietro Ferraro

Ancora un paio di clip e uno spot tv per L’ultima ruota del carro, il nuovo film di Giovanni Veronesi che aprirà Fuori Concorso l’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma che si svolgerà dall’8 al 17 novembre presso l’Auditorium Parco della Musica.

Nella prima clip il personaggio di Sergio Rubini soprannominato “lo zozzone” dallo Giacinto di Ricky Memphis è impegnato in una telefonata bollente con l’amante interpretata da Virginia Raffaele, attrice comica e imitatrice (davvero impressionante la sua Belen Rodriguez) recentemente co-conduttrice di Striscia la notizia e apparsa in svariate commedie tra cui Faccio un salata all’Avana e Com’è bello far l’amore. Nella seconda clip seguiamo invece Ernesto interpretato da Elio Germano mentre riprende con una videocamera una performance artistica del maestro Alessandro Haber.

Ernesto (Elio Germano) è un uomo semplice che tenta di seguire le proprie ambizioni senza però mai perdere i valori veri della vita. Tappezziere, cuoco d’asilo, traslocatore, autista, comparsa del cinema. Insieme a lui e al suo migliore amico Giacinto (Ricky Memphis) riviviamo le fasi cruciali della storia del nostro paese dagli anni ’70 ad oggi.

Con uno sguardo sempre attento ed ironico sui vizi e le virtù dell’Italia e degli italiani, Giovanni Veronesi ci regala una nuova commedia corale incentrata sulle vicissitudini normali e al contempo eccezionali di un eroe dei nostri tempi.

L’ultima ruota del carro: due nuove clip del nuovo film di Giovanni Veronesi

I video, i trailer, i poster, le immagini e tutte le informazioni su L’ultima ruota del carro, la commedia che uscirà in Italia il 14 novembre 2013.

Disponibili due nuove clip per la commedia scritta e diretta da Giovanni Veronesi che torna dietro la macchina da presa a due anni dal terzo capitolo di Manuale d’amore. Per questo nuovo film Veronesi ha reclutato Elio Germano e Ricky Memphis coppia che da queste due nuove divertenti clip sembra piuttosto affiatata.

Ricordiamo che Germano dopo il premio ricevuto a Cannes nel 2010 come miglior interprete maschile (ex aequo con Javier Bardem) per La nostra vita ha avuto ruoli in Diaz – Don’t Clean Up This Blood di Vicari, Magnifica presenza di Özpetek (2012) e Padroni di casa di Edoardo Gabbriellini, mentre Ricky Memphis è stato nel cast del sequel Immaturi – Il viaggio e del corale Mai Stai Uniti.

Il cast de L’ultima ruota del carro include anche Sergio Rubini, Virginia Raffaele, Alessandro Haber, Maurizio Battista, Francesca D’Aloja, Massimo Wertmüller, Elena Di Cioccio, Luis Molteni, Dalida Di Lazzaro e Francesca Antonelli,

L’ultima ruota del carro: prima clip del nuovo film di Giovanni Veronesi

I video, i trailer, i poster, le immagini e tutte le informazioni su L’ultima ruota del carro, la commedia che uscirà in Italia il 14 novembre 2013.

Aggiornamento di Pietro Ferraro

Veronesi torna dietro la macchina da presa con un nuovo film che miscela dramma e commedia e vede Elio Germano, dopo il duetto con Valerio Mastandrea in Padroni di casa, fare copia con Ricky Memphis reduce dalla trasferta americana di Mai Stati Uniti e il successo del dittico Immaturi.

La filmografia di Veronesi (sceneggiatore per Francesco Nuti, Leonardo Pieraccioni e Carlo Verdone) include le regie della trilogia Manuale d’amore, del film a episodi Italians e di un paio di notevoli flop come Il mio West e Streghe verso Nord.

Il film musicato dalla cantautrice Elisa al suo debutto come autrice di colonne sonore è stato selezionato come film d’apertura del Festival di Roma 2013.

L’ultima ruota del carro: trailer, poster, foto e sinossi del nuovo film di Giovanni Veronesi

I video, i trailer, i poster, le immagini e tutte le informazioni su L’ultima ruota del carro, la commedia che uscirà in Italia il 14 novembre 2013.

Aggiornamento di Pietro Ferraro

Disponibili un trailer, una locandina ufficiale, un set di foto e la sinossi ufficiale per L’ultima ruota del carro, la nuova commedia di Giovanni Veronesi interpretata da Elio Germano, Ricky Memphis, Alessandra Mastronardi, Sergio Rubini, Alessandro Haber, Virginia Raffaele e Ubaldo Pantani.

Dopo la trilogia Manuale d’Amore con questo nuovo film Veronesi sembra voler tornare alle atmosfere di Genitori & figli – Agitare bene prima dell’uso, film che abbiamo decisamente gradito, con l’apparente intenzione, come in Italians, di raccontare un pezzo del “Bel Paese” tra passato e presente, fruendo di un talento come quello di Elio Germano, capace di regalare un surplus di coinvolgente e genuina emotività ad ogni personaggio “indossato”.

L'ultima ruota del carro poster e foto del nuovo film di Giovanni Veronesi L'ultima ruota del carro poster e foto del nuovo film di Giovanni Veronesi L'ultima ruota del carro poster e foto del nuovo film di Giovanni Veronesi L'ultima ruota del carro poster e foto del nuovo film di Giovanni Veronesi

Sinossi: Ernesto (Elio Germano) è un uomo semplice che tenta di seguire le proprie ambizioni senza però mai perdere i valori veri della vita. Tappezziere, cuoco d’asilo, traslocatore, autista, comparsa del cinema. Insieme a lui e al suo migliore amico Giacinto (Ricky Memphis) riviviamo le fasi cruciali della storia del nostro paese dagli anni ’70 ad oggi. Con uno sguardo sempre attento ed ironico sui vizi e le virtù dell’Italia e degli italiani, Giovanni Veronesi ci regala una nuova commedia corale incentrata sulle vicissitudini normali e al contempo eccezionali di un eroe dei nostri tempi.

L’ultima ruota del carro: via alle riprese per il nuovo film di Giovanni Veronesi


Giovanni Veronesi saluta Aurelio De Laurentiis e torna sul set con il marchio Warner. Separazione ‘momentanea’ tra il regista toscano e il padre della Filmauro, dopo i boom di Manuale d’Amore 1 e 2 e la ‘mezza’ crisi esplosa con Italians e Manuale d’Amore 3. Oggi, a Roma, iniziano infatti le riprese de L’ultima ruota del Carro, film scritto dallo stesso Veronesi insieme ad Ugo Chiti, Filippo Bologna ed Ernesto Fioretti.

Ricco, variegato ed interessante il cast, composto da Elio Germano, Alessandra Mastronardi, Ricky Memphis, Sergio Rubini, Virginia Raffaele, Alessandro Haber, Ubaldo Pantani, Francesca Antonelli, Maurizio Battista, Francesca D’aloja, Massimo Wertmuller, Elena Di Cioccio, Luis Molteni e Dalida Di Lazzaro. L’Ultima ruota del Carro, fa sapere Veronesi, sarà un racconto corale e disteso, amaro e graffiante, allegro e commovente. Un vero e proprio sincero omaggio alla grande commedia all’italiana, che potrà contare sulla fotografia di Fabio Cianchetti, sul montaggio di Patrizio Marone, le scenografie di Tonino Zera, i costumi di Gemma Mascagni, e il suono di Remo Ugolinelli.

Al centro della storia le vicende tragicomiche di Ernesto, semplice autista di camion che per quarant’anni ha girato tutta l’Italia, su e giù per le scale, a caricare e scaricare mobili, mille traslochi, duemila case, sono un viaggio nella storia italiana: dall’Italia della tv in bianco e nero anni ’60, a quella dalle tinte cupe anni ’70, dal rampantismo degli anni ’80, degli anni ’90 di Berlusconi Attraverso il suo sguardo semplice e nella sua posizione “accanto al finestrino”, Ernesto vede scorrere il tempo come fosse sul ciglio della strada. Tra scandali e malaffare, speranze e delusioni, burrasche e schiarite, è uno dei tanti eroi del quotidiano che nonostante tutto sono riusciti a schivare gli ostacoli più insidiosi restando fedeli alla famiglia, agli amici, e ai propri ideali

Quindicesimo film di Veronesi, L’ultima ruota del carro uscirà nell’autunno del 2013.