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Il diavolo e la città bianca, Martin Scorsese aggiorna sul film con Leonardo DiCaprio

Leonardo DiCaprio e Martin Scorsese di nuovo insieme con Il diavolo e la città bianca.

pubblicato 21 Dicembre 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 03:06

In attesa di vedere “Silence”, nei cinema d’Italia a gennaio, e ormai pronto a girare al fianco di Robert De Niro l’annunciato The Irishman, Martin Scorsese guarda oltre. Il leggendario regista americano è infatti tornato a parlare dell’adattamento cinematografico de Il diavolo e la città Bianca, romanzo di Erik Larson in Italia pubblicato da Neri Pozza che lo vedrà ritrovare Leonardo DiCaprio.

[quote layout=”big”]’In questo momento non c’è una sceneggiatura. Una delle cose che ho dovuto interrompere in questi ultimi sei mesi, perché dovevo completare Silence, sono stati proprio gli incotri su quella sceneggiatura. Voglio ricominciare a lavorarci a gennaio e vedere se siamo in grado di trovare un modo per adattarla, perché è una storia straordinaria’.[/quote]

Per Scorsese e DiCaprio, che ha acquistato i diritti del romanzo nel 2010, si tratterebbe della sesta collaborazione dopo “Gangs of New York”, “The Aviator”, “The Departed”, “Shutter Island” e “The Wolf of Wall Street”.

Il diavolo e la città bianca è ambientato nel 1983. L’architetto Daniel H. Burnham è sul tetto del mondo: l’Esposizione Universale di Chicago si è appena conclusa con uno straordinario successo di critica e pubblico e, ad appena quattro anni dal clamore suscitato dall’Esposizione di Parigi, l’America celebra il suo trionfo di avanguardia globale nel campo dell’architettura e simbolo delle promesse della modernità e del Novecento. Quella di Burnham è stata una lotta dai contorni epici contro tempo, politica e caratteristiche fisiche del terreno: tra complesse bonifiche rischi di sciopero, scontri con le personalità locali e un clima quanto mai inclemente, l’edificazione della «Città Bianca» appare a tutti come un miracolo. Un sogno giunto al suo lieto fine. Ma c’è un’altra città, oscura e demoniaca, che si è andata costruendo parallelamente nel ventre del paese; una città tirata su da un unico uomo nel silenzio dello scantinato del suo albergo, cadavere su cadavere, omicidio dopo omicidio. Per tutta la durata dell’Esposizione, Henry Howard Holmes, «l’assassino piú folle e depravato dell’Ottocento», ha infatti continuato a uccidere: il suo hotel, «il Castello», da cui sono passati nei mesi della fiera centinaia di turisti, è un intricato dedalo di stanze e corridoi che nascondono scannatoi, camere di tortura e forni crematori.

Fonte: Indiewire