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Il Caso Mattei: 56 anni dopo un mistero ancora irrisolto

In occasione del 56° anniversario della morte di Enrico Mattei, Blogo vi ripropone “Il Caso Mattei” di Francesco Rosi.

pubblicato 27 Ottobre 2018 aggiornato 27 Agosto 2020 15:21

Oggi 27 ottobre 2018 cade il 56esimo anniversario della tragica morte di Enrico Mattei. Blogo vuol ricordare la figura del dirigente e politico italiano, figura centrale nel rilancio della politica industriale italiana nell’immediato dopoguerra, attraverso il film Il Caso Mattei, un dramma biografico diretto da Francesco Rosi e interpretato da Gian Maria Volonté. La realizzazione del film di Rosi coincide con un altro giallo, ancora irrisolto, legato al giornalista Mauro De Mauro rapito il 16 settembre 1970 mentre svolgeva alcune ricerche per il film e il cui corpo non venne mai ritrovato.

 

Personaggi e interpreti del film

Gian Maria Volonté: Enrico Mattei
Luigi Squarzina: il giornalista liberale
Gianfranco Ombuen: ingegner Ferrari
Edda Ferronao: signora Mattei
Accursio Di Leo: personalità siciliana
Furio Colombo: assistente di Mattei
Peter Baldwin: Mc Hale
Aldo Barberito: Mauro De Mauro
Alessio Baume: giornalista del “Time”
Arrigo Benedetti: sé stesso
Sennuccio Benelli: giornalista
Luciano Colitti: Irnerio Bertuzzi
Terenzio Cordova: funzionario di polizia
Umberto D’Arrò: giornalista
Thyraud De Vosjoli: sé stesso
Vittorio Fanfoni: giornalista
Gianni Farneti: giornalista
Felice Fulchignoni: personalità siciliana
Franco Graziosi: Ministro delle partecipazioni statali
Elio Jotta: gen. commissione d’inchiesta
Salvo Licata: giornalista
Giuseppe Lo Presti: personalità siciliana
Andrea Artoni: controllore di volo (sé stesso)
Dario Michaelis: ufficiale dei carabinieri
Camillo Milli: giornalista in televisione
Blaise Morrissey: petroliere americano
Michele Pantaleone: sé stesso
Ferruccio Parri: sé stesso
Renato Romano: giornalista
Francesco Rosi: sé stesso
Giuseppe Rosselli: giornalista
Jean Rougeul: funzionario americano
Ugo Zatterin: sé stesso
Edy Biagetti: guardia del corpo di Mattei

 

La trama del film

 

Nominato, nell’immediato dopoguerra, a capo dell’Agip (l’ente petrolifero creato dal fascismo) con il compito di liquidarla, il marchigiano Enrico Mattei decide invece di tenerla in vita (questa decisione è dovuta al ritrovamento di una relazione affermante che la Val Padana nasconde importanti risorse energetiche). Riprese le trivellazioni, l’Agip trae soprattutto metano. Tale gas consentirà di fornire all’industria energia a basso prezzo. Per Mattei è il punto di partenza per la creazione di un centro di potere, al servizio dello Stato e degli italiani, che gli darà il modo di impostare su nuove basi i rapporti con i Paesi produttori di petrolio. La sua politica, sorretta da giuste intuizioni, e condotta con straordinaria energia e spirito imprenditoriale, provocherà la rabbiosa reazione degli interessi da lui colpiti. Che siano stati proprio questi a decretare la morte di Mattei, è l’interrogativo che pesa sulla sua fine, avvenuta nel 1962, quando il bi-reattore personale usato per i suoi spostamenti d’affari precipitò nelle campagne di Bascapè, a pochi chilometri da Milano. Molti elementi sembrano suffragare tale ipotesi, e il film, senza avvalorarli, li enumera attraverso interviste con l’ex capo dei servizi segreti francesi e con altre personalità

 

Il nostro commento

 

Francesco Rosi infonde al film quel realismo che gli è tipico e sceglie per il ruolo di protagonista il grande Gian Maria Volonté, con cui il regista aveva lavorato in Uomini contro. Volonté si cala nel ruolo infondendogli intensità e vigore cercando di carpire manierismi e cogliere elementi caratteriali del Mattei uomo e del Mattei spregiudicato e geniale imprenditore. Rosi costruisce una narrazione da giallo politico e ricostruisce il dipanarsi degli eventi utilizzando alcuni elementi tipici della docufiction, miscelando con estrema abilità immagini di archivio, vere interviste e parti di pura finzione. Rosi vaglia ipotesi, accompagna lo spettatore attraverso gli eventi, gli fornisce i pezzi di un puzzle ancora in gran parte insoluto e lascia che ognuno tragga le proprie conclusioni.

 

La morte di Enrico Mattei

 

La sera del 27 ottobre 1962 il velivolo Morane-Saulnier MS-760 Paris su cui Mattei stava viaggiando verso Milano da Catania, in prossimità dell’areoporto di Linate precipitò nelle campagne di Bascapè (nella provincia pavese). Non vi furono sopravvissuti a seguito dell’incidente. Le prime indagini svolte dall’Aeronautica militare italiana e dalla Procura di Pavia sull’ipotesi di attentato furono archiviate con la motivazione: “perché il fatto non sussiste”. Nel 1997 il caso venne riaperto grazie al ritrovamento di nuovi reperti e all’utilizzo di nuove tecnologie per le analisi e nel 2005 si giunse ad una parte della verità: l’esplosione dell’aereo in volo fu causa di un ordigno nascosto a bordo, quindi conseguenza di un attentato. La convinzione della Magistratura italiana che Mattei sia stato vittima di un attentato è stata ribadita nella sentenza di un processo a latere, quello per l’omicidio del giornalista Mauro de Mauro, che secondo la sentenza della Corte d’assise di Palermo del 2012 è stato ucciso perché stava per divulgare quanto aveva scoperto sulla morte di Enrico Mattei.

 

Curiosità sulla realizzazione del film

  •  Il film ha vinto il Grand Prix per il miglior film al 25º Festival di Cannes ex aequo con La classe operaia va in paradiso di Elio Petri. Nello stesso festival Gian Maria Volonté, protagonista di entrambi i film, è stato insignito di una menzione speciale.
  • Il film è stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare.
  • Il soggetto del film è di Tonino Guerra, dal libro “L’assassinio di Enrico Mattei” di Fulvio Bellini e Alessandro Previdi. La sceneggiatura è di Tito Di Stefano, Tonino Guerra, Nerio Minuzzo, Francesco Rosi, Fulvio Bellini (non accreditato) e Alessandro Previdi (non accreditato)
  • Negli ultimi giorni del luglio del 1970 il regista contattò il giornalista de L’Ora Mauro De Mauro per ricostruire le ultime ore di vita vissute dall’ing. Mattei a Gagliano, nell’ennese. L’intento del regista Rosi era di ottenere piccoli particolari da inserire nella sceneggiatura. Questo fatto è rappresentato anche in una scena del film. De Mauro, allettato dall’importanza del compito assegnatogli e dal buon compenso promessogli dalla Vides, iniziò immediatamente le sue ricerche. Andò a Gagliano dove grazie al sig. Puleo, gestore del locale cinema, riuscì a procurarsi il nastro con l’ultimo discorso fatto dal Mattei; chiese colloqui anche con Graziano Verzotto, uomo politico e amministratore dell’Ente Minerario Siciliano, (da molti indicato come molto vicino alla cosca di Giuseppe Di Cristina), e con Vito Guarrasi, personaggio molto ambiguo vicino tanto ad Amintore Fanfani quanto ai Servizi Segreti Statunitensi. Il 16 settembre del 1970 De Mauro venne sequestrato proprio sotto casa sua in viale delle Magnolie a Palermo.
  • Nel cast del film figura anche il giornalista Furio Colombo nella parte del giovane assistente di Mattei.
  • Nella scena dell’intercettazione dell’aereo di Mattei sulla Jugoslavia, i caccia che chiedono l’identità dell’aereo non sono realmente Jugoslavi ma due Aermacchi MB-326 dell’Aeronautica Italiana la cui Coccarda italiana tricolore è stata coperta con contrassegni adesivi di colore celeste e quindi con nessuna similitudine con i contrassegni usati dagli aerei dell’Armata Popolare Jugoslava in quegli anni.

 

 

 

Fonte: Wikipedia / Cristaldi Film