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Joker: Batman esiste già nell’universo del film?

Una nuova teoria ipotizza che in realtà Batman esista già nella linea temporale del film “Joker”.

pubblicato 16 Ottobre 2019 aggiornato 29 Luglio 2020 16:10

 

ATTENZIONE!!! L’articolo include spoiler sul film “Joker”.

 

Gran parte di ciò che accade in “Joker” è lasciato all’interpretazione di chi guarda, finale incluso. La sceneggiatura è chiara: quello che state per vedere è un mix di cruda realtà e deviata fantasia, una narrazione contaminata dal disagio mentale e fughe dalla realtà. Ad un certo punto Arthur Fleck smette di prendere i suoi psicofarmaci e da lì in poi i confini tra reale e immaginato sbiadiscono e come nel film Re per una notte di Martin Scorsese, importante fonte d’ispirazione per il film di Todd Phillips, il finale resta ambiguo e le immagini di caos e anarchia in cui vediamo sprofondare Gotham potrebbero o non potrebbero essere il parto di un mente traumatizzata ormai sconfinata nei territori della follia.

La teoria proposta dal sito ScreenRant si concentra sulle parti del Joker che si collegano alla storia delle origini di Batman. Un giovane Bruce Wayne appare in “Joker” e quello stesso ragazzino vede i suoi genitori, Thomas e Martha Wayne, uccisi davanti a lui in un vicolo dietro ad un cinema da un uomo con una maschera da clown, un trauma che poi nei fumetti darà origine al vigilante di Gotham City noto come Batman.

L’esistenza di Batman nel film “Joker” si basa sulla teoria che la maggior parte della storia che vediamo sullo schermo in realtà si svolge nella mente di Arthur Fleck. Sappiamo che Fleck ha trascorso del tempo in un istituto psichiatrico in cui lo rivediamo nella scena finale. Dal momento che Fleck è un tipo che fantastica parecchio, la teoria è che in realtà abbiamo visto la storia di Fleck attraverso una sua elaborata fantasia.

Supponendo che Arthur Fleck sia il Joker dei fumetti, la teoria immagina che Joker sia in realtà stato richiuso nella struttura psichiatrica tra il 2000 e il 2010, così da giustificare l’ambientazione anni ’80 del film rispetto all’età del piccolo Bruce Wayne. Immaginare la morte dei genitori di Bruce è un modo che Fleck utilizza per rendersi responsabile della nascita del Cavaliere oscuro, diventando così una nemesi perfetta per colui che lo ha confinato in quello che probabilmente è l’Arkham Asylum. Questo spiegherebbe perché Fleck dice alla sua psicologa che non capirebbe perché sta ridendo, perché lei non conosce la vera identità di Batman.

Se la storia di origine del Joker fosse una fantasia riscritta da Arthur Fleck nella sua mente traumatizzata, si comprenderebbero alcuni repentini cambi di fronte nella trama, vedi la trasformazione della Sophie di Zazie Beetz da interesse amoroso a potenziale vittima. Da questa prospettiva avrebbe più senso anche il surreale finale che vede emergere la nuova personalità di Fleck, l’anarchico Joker, con tanto di trucco, costume e violenti seguaci mascherati che saccheggiano e distruggono una inerme Gotham messa a ferro e fuoco.

Questa fantasia in cui Fleck aggiunge dettagli di cronaca noti dell’omicidio degli Wayne, vedi il cinema che proietta Zorro piuttosto che la collana di perle strappata dal collo di Martha, culmina con l’omicidio del suo medico e Fleck in fuga dal manicomio pronto a trasformare la sua fantasia in realtà e ad affrontare quello che nel frattempo nella sua mente delirante è diventato il suo arcinemico, il vigilante mascherato Batman.

Se Joaquin Phoenix si è detto aperto ad un eventuale Joker 2, il regista Todd Phillips ha ribadito che il nuovo Batman di Robert Pattinson e Matt Reeves non incrocerà mai la strada del suo Joker. Aggiungendo il fatto che il film “Joker” è sganciato dall’Universo Esteso DC, sembra davvero improbabile che vedremo questa nuova intrigante teoria trovare un qualche fondamento nella realtà, anche se a questo punto il confine tra reale e immaginato si è fatto davvero troppo labile per affermare qualunque cosa con un minimo di certezza.