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Roma 2019, The Farewell, la recensione: una bugia da Oscar per Lulu Wang

Un finto matrimonio per nascondere la verità all’amata nonnina. Uno script da Oscar per Lulu Wang.

pubblicato 19 Ottobre 2019 aggiornato 29 Luglio 2020 16:06

A quasi un anno dalla premiere al Sundance Film Festival, The Farewell guarda prepotentemente agli Oscar del 2020, dopo aver sbancato il box office Usa, conquistato la A24 che ha sganciato 7 milioni di dollari per assicurarsene la distribuzione, strappato critiche entusiastiche e girato i Festival di mezzo mondo, Festa del Cinema di Roma in testa. Un’opera ispirata a fatti realmente accaduti alla sua famiglia, quella scritta e diretta da Lulu Wang, cinese emigrata negli Stati Uniti d’America che ha attinto dalle proprie esperienze personali per dar vita ad una pellicola low budget (3 milioni appena) dall’impatto dirompente, spiazzante, corrosivo.

Protagonista Billi, 30enne nata in Cina e cresciuta negli Stati Uniti, costretta a tornare a Changchun perché l’amatissima nonna Nai-Nai è malata. Secondo i medici le restano poche settimane di vita, ma alla dolce e arzilla nonnina tutto questo viene taciuto. I familiari, per starle accanto senza farla preoccupare, si inventano un matrimonio improvvisato, tornando tutti insieme a casa dopo 25 anni d’assenza…

Un film a più strati, quello divinamente scritto e diretto dalla Wang, così straordinariamente intelligente nello spaziare tra commedia e dramma, facendo venire a galla una sincerità che non si fa mai fastidiosamente stucchevole. Quanti altri autori avrebbero abusato della dolce nonnina malata (interpretata da una monumentale Shuzhen Zhao) per ottenere tragiche reazioni, bagnate dalle lacrime e segnate dai singhiozzi.

Ma non la Wang, che pennella differenze tra cinesi emigrati negli States e cinesi rimasti in patria, in un Paese che se da una parte conserva tradizioni millenarie dall’altra si evolve, muta, cambia pelle. Dove si vive meglio, negli USA di Donald Trump in cui una simile menzogna comporterebbe la galera o nella Cina di Xi Jinping in cui è prassi consolidata? La Billi Wang interpretata dalla lanciatissima Awkwafina riscopre una terra d’origine che aveva di fatto dimenticato, perché ormai newyorkese d’adozione, grazie ad un legame con la nonna mai del tutto sbiadito, anche se distanti quasi 12.000 km.

In 90 minuti appena, e con una manciata di spazi da poter sfruttare, Lulu Wang, compagna del premio Oscar Barry Jenkins, dimostra un amore totale nei confronti dei propri personaggi, eccentrici ed empatici al punto giusto, in un crescendo di bugie, equivoci, lingue (si fatica ad immaginarlo doppiato) e verità che stimolano le più disparate emozioni. L’assurdo prende forma nei momenti apparentemente meno opportuni, sbilanciando continuamente un’opera che ha il merito di strappare sorrisi e commozione, colpendo al cuore attraverso una scrittura quanto mai ispirata nello spaziare tra tragedia e stravaganza. Si ride di cuore, in The Farewell, grazie a situazioni esilaranti nella loro assoluta imprevedibilità e a caratteri mai scontati, spesso addirittura silenti, eppure così irresistibili. Esistono bugie a fin di bene, si domanda la bravissima Awkwafina nel reiterare la negazione della verità alla nonna malata, mentre un surreale matrimonio prende forma dopo solo tre mesi d’amore, contribuendo alla disperazione di un giovane costretto ad accettare il tutto in silenzio per il bene della pace famigliare.

L’immigrazione, e la sua reale integrazione in un contesto tanto diverso, fanno solo apparentemente da sfondo ad una storia che vede la famiglia come vero e unico collante sociale, in una globalizzazione che stravolge luoghi e scuote tradizioni. Tra le più inattese e travolgenti sorprese di questo 2019 cinematografico.
[rating title=”Voto di Federico” value=”8.5″ layout=”left”]

The Farewell (Usa, Cina, drammatico, 2019) di Lulu Wang; con Zhao Shuzhen, Awkwafina, X Mayo, Lu Hong, Lin Hong, Tzi Ma – uscita in sala: 1 gennaio 2020