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Postal: recensione in anteprima

Postal (Postal, USA 2007) Regia di Uwe Boll, sceneggiatura di Uwe Boll e Bryan C. Knight, con: Zack Ward, Dave Foley, Jackie Tohn, Chris Coppola, Michael Benyaer, Erick Avari, Larry Thomas, Brent Mendenhall.Un giorno nella vita di quello che sembra essere un pacato cittadino di Paradise, Postal Dude. Proprio quando il nostro pensa di aver

di simona
15 Aprile 2008 07:28

Locandina Postal Postal (Postal, USA 2007) Regia di Uwe Boll, sceneggiatura di Uwe Boll e Bryan C. Knight, con: Zack Ward, Dave Foley, Jackie Tohn, Chris Coppola, Michael Benyaer, Erick Avari, Larry Thomas, Brent Mendenhall.

Un giorno nella vita di quello che sembra essere un pacato cittadino di Paradise, Postal Dude. Proprio quando il nostro pensa di aver toccato il fondo, le cose iniziano ad andare peggio. Dopo aver sopportato i tradimenti della moglie, dopo un disastroso colloquio di lavoro, dopo un viaggio umiliante all’ufficio di collocamento, il poveraccio si ritrova nella comune hippy di zio Dave – praticamente l’ultima spiaggia. Nonostante sia il capo di una promiscua setta religiosa, Dave è però anch’egli in difficoltà finanziarie. È così che Dude e Dave si alleano per mettere illegalmente le mani su qualcosa di prezioso: un carico di richiestissime bambole, valutate centinaia di migliaia di dollari.

Postal è ispirato all’omonimo videogame (uno “sparatutto”) uscito nel 1997. Si legge sul press-book: “Alcune commedie esagerano. Questa va oltre. Perché privarsi di tutto il meglio che il presente può offrire? Sparatorie, esplosioni, terrorismo! Finalmente una storia irriverente, delirante, politicamente scorretta… senza nessuna inibizione!” Sul fatto che questo film vada “oltre”, non posso che trovarmi pienamente d’accordo. Oltre anche alla mia comprensione, ma questa è un’altra storia.

Uwe Boll ha fatto molto parlare di sè in quest’ultimo periodo e non propriamente per meriti artistici. Perciò devo dire di essere andata al cinema preparata a vedere qualcosa di delirante almeno quanto il suo creatore. Ma a “Postal” non ero davvero pronta. Passa dall’essere una commedia grottesca e demenziale che pesca a piene mani dalla comicità più becera, ad un delirio assoluto e quasi incomprensibile. Boll ha buttato indiscriminatamente nel calderone nazisti, poliziotti corrotti, terroristi islamici, influenza aviaria, bombe atomiche, belle ragazze poco vestite e molto disponibili, santoni hippy, Osama Bin Laden e il suo compagno di merende un po’ tonto George W. Bush, un nano (Verne Troyer, meglio conosciuto al pubblico come Mini Me) violentato da un gruppo di scimpanzè…e chi più ne ha più ne metta. Ci mancavano giusto Babbo Natale e Cappuccetto Rosso. Il tutto con un costante sottofondo di spari ed esplosioni (e relativi ettolitri di sangue) che nemmeno in tutti i film di Rodriguez concentrati in uno! Due scene, confesso, sono riuscite a steapparmi un sorriso. Quella che vede protagonista lo stesso Uwe Boll (se non altro per la fine che fa!) e quella finale. Decisamente, non è il mio genere.

Il film è stato presentato in anteprima al MIFF – Milano International Film Festival lo scorso sabato pomeriggio e sarà sugli schermi americani (secondo la volontà di Boll) in contemporanea con “Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo”, da noi arriverà a giugno.

Voto Simona: mi astengo!