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Stasera in tv: “As Bestas – La terra della discordia” su Rai 4

Rai 4 stasera propone il thriller del 2022 diretto da Rodrigo Sorogoyen, vincitore di 9 Goya, interpretato da Denis Ménochet, Marina Foïs, Luis Zahera e Diego Anido.

27 Febbraio 2024 08:12

As Bestas – La terra della discordia, su Rai 4 il thriller franco-spagnolo con Denis Ménochet e Marina Foïs, diretto da Rodrigo Sorogoyen. ispirato ad eventi reali e vincitore di 9 Premi Goya.

As Bestas – Cast e personaggi

Marina Foïs: Olga Denis
Denis Ménochet: Antoine Denis
Luis Zahera: Xan Anta
Diego Anido: Lorenzo Anta
Marie Colomb: Marie Denis

Doppiatori italiani

Tiziana Avarista: Olga Denis
Alberto Bognanni: Antoine Denis
Dario Oppido: Xan Anta
Riccardo Scarafoni: Lorenzo Anta
Martina Felli: Marie Denis

As Bestas – Trama e trailer

Antoine (Denis Ménochet) e Olga (Marina Foïs) sono una coppia francese che si è stabilita da tempo in un piccolo villaggio dell’entroterra galiziano. Lì conducono una vita tranquilla, anche se la convivenza con la popolazione locale non è idilliaca come vorrebbero. Scoppia un conflitto con i loro vicini, i fratelli Anta (Luis Zahera e Diego Anido), per cui la tensione si fa crescente in tutto il villaggio fino a raggiungere un punto di non ritorno.

Curiosità sul film

  • Basato su una storia vera raccontata nel documentario Santoalla (2016).
  • Il film è ispirato a un fatto di cronaca nera avvenuto nel 2010 a Santoalla, una parrocchia civile nel comune di Petín, in Galizia.
  • Quasi tutte le scene sono state girate a Barjas e Ponferrada, entrambe nella provincia di Leon. che non fa parte della Galizia. Barjas si trova a pochi chilometri dal confine con la Galizia. Il paesaggio, gli edifici, l’agricoltura sono molto simili a quelli dei vicini comuni galiziani di Quiroga e Folgoso de Caurel.
  • Denis Ménochet e Marina Foïs hanno dovuto imparare lo spagnolo per i loro ruoli.
  • Il film è stato selezionato nella sezione “Anteprime” del Festival di Cannes 2022, la prima volta per il regista Rodrigo Sorogoyen.
  • Il film è stato girato alla fine del 2021 nella Spagna nordoccidentale, a el Bierzo e nell’entroterra della Galizia.
  • Per la natura della storia, nel film si sentono tre lingue diverse: il francese della nostra coppia, il galiziano dei loro vicini di villaggio e lo spagnolo che fa da ponte per comunicare.
  • Il processo di casting si è svolto in due paesi diversi; ma la sfida principale è venuta dalla parte spagnola, ancora una volta alla ricerca di verità e naturalismo, ed è stata quella di trovare il crogiolo di personaggi galiziani che avrebbero completato il mondo della sceneggiatura. Si è iniziato con un casting locale nelle città intorno all’area delle riprese, cercando l’autenticità più che l’esperienza di recitazione. In questo modo è stato riunito un cast che combinava attori di fama internazionale, come Dennis Ménochet, Marina Foïs o Luis Zahera, con attori non professionisti, alcuni in ruoli importanti, come José Manuel Fernández Blanco nel ruolo di “Pepiño”. Inoltre, attori poco conosciuti, come Diego Anido, che siamo sicuri sarà una grande rivelazione nel ruolo di Loren, il secondo dei fratelli insieme a Zahera.

 

  • Sul festival “A rapa das bestas” che ha ispirato il titolo:

E’ stato molto importante. Ha un significato simbolico nel film ed è anche all’origine del titolo. Un anno prima dell’inizio delle riprese abbiamo inviato un gruppetto in avanscoperta per vedere da vicino questa festa popolare e incontrare i suoi organizzatori. Quel primo incontro è stato fondamentale affinché si aprissero le porte per le riprese dell’anno successivo.

  • Sulla scelta della location:

La sfida più grande è stata la ricerca del ‘villaggio’. Un luogo che contenesse il maggior numero possibile di scenografie presenti nella sceneggiatura, che offrisse un buon rapporto visivo tra la casa dei protagonisti e quella dei loro vicini (i fratelli e gli antagonisti della storia) e, soprattutto, che riflettesse lo spirito del progetto di Antoine e Olga: un luogo idilliaco nella Spagna rurale e disabitata con molte possibilità di ricostruzione.

Note di regia

IL CONTESTO

Quando abbiamo letto la notizia di uno scontro in un villaggio della Galizia tra una coppia di stranieri e alcuni abitanti del luogo, vicini di casa da anni, abbiamo subito capito che in quegli eventi c’erano gli elementi per costruire una storia potente per il cinema. Abbiamo studiato il caso per conoscerlo e, proprio in questo modo, per poterne poi prendere le distanze e trasformarlo in un racconto, nel nostro racconto. Conoscevamo, o credevamo di conoscere, le persone coinvolte. Conoscevamo, o pensavamo di conoscere, le loro motivazioni, i loro sogni. E così abbiamo iniziato a creare i nostri personaggi. Abbiamo cambiato i loro nomi, l’età, la nazionalità. Non volevamo raccontare la storia vera, ma quella ispirata a noi da quell’evento. In primo luogo, sono emersi Antoine e Olga, due francesi di circa 50 anni che, stanchi della vita di città, si trasferiscono in un bellissimo villaggio isolato dell’Ourense per ricominciare da zero e vivere a diretto contatto con la natura. Poi è arrivato tutto il resto. Un villaggio che viene gradualmente abbandonato (come molti altri in Spagna, una tragedia del nostro tempo) e in cui gli abitanti sono sospettosi nei confronti degli stranieri. Una coppia di fratelli arrabbiati con il mondo e, quindi, anche con questi due stranieri. Il conflitto tra locali e stranieri. La patria come conflitto. La lotta del “io sono originario di qui e tu no”. Un problema finanziario, ma anche di identità, per quanto riguarda la proprietà della terra. Minacce, orgoglio, convivenza difficile, esplosioni di violenza, paura. Questi ultimi due elementi hanno finito per diventare gli assi portanti su cui poggiava la storia: la violenza e la paura. La violenza dell’ambiente circostante, la violenza dei fratelli nei confronti della coppia. La violenza di un villaggio che vuole cacciare lo straniero, colui che non è di qui, colui che è venuto a prendere ciò che non gli appartiene. E la paura della coppia che temeva per il proprio progetto, per il proprio futuro. La paura di quell’uomo ogni volta che tornava a casa. La paura di quella donna ogni volta che il marito tornava a casa più tardi del solito. La paura che il conflitto possa finire in tragedia per non essere riusciti a fermarlo in tempo. In quel momento abbiamo preso la decisione che avrebbe segnato il nostro film. Un po’ alla volta, volontariamente e anche spinti dalla forza della storia, abbiamo iniziato a concentrarci su di lei, su Olga. La sua storia meritava di essere raccontata. Quella di una donna che sembra essere nell’ombra, che sembra seguire il marito in un’avventura prima romantica e poi pericolosa, che teme per la sua vita, che cerca di mediare e portare pace nei conflitti… E che finisce per vivere la peggiore delle situazioni. Abbiamo trasformato Olga nella vera protagonista e abbiamo pensato a un doppio film. Abbiamo iniziato a concepire l’intera sceneggiatura come se fosse divisa in due parti. Abbiamo trovato la strada. La dualità che risiede in ogni cosa. Adesso, sì, questa storia meritava di essere raccontata. Abbiamo diviso la storia in due parti. La prima sarebbe stata raccontata dal punto di vista di Antoine. La seconda, dal punto di vista di Olga. Quella donna che sembra essere il personaggio secondario, quello che apparentemente segue la scia del protagonista, in realtà è la nostra vera protagonista.

L’ANIMALE CONTRO IL RAZIONALE

Durante la stesura, indagando sulla zona in cui volevamo ambientare la nostra storia, abbiamo scoperto che, ogni anno, in diversi villaggi vicini si celebra “a rapa das bestas”, una festa popolare che consiste nel tagliare le criniere dei cavalli selvatici per rimuovere eventuali parassiti prima di riportare gli animali sulle montagne. Le immagini degli “aloitadores” che saltano addosso all’animale, lottano con lui e lo paralizzano, per poi tagliargli delicatamente la criniera, ci sono sembrate una danza, bella e violenta al tempo stesso, in cui l’uomo e l’animale lottano irrimediabilmente finché uno dei due non vince. Dal caos nasce l’ordine e si ricomincia da capo, con un altro cavallo. Abbiamo deciso di introdurre questa tradizione, che ha un potere visivo così travolgente, nella nostra storia. Il titolo la cita ma, anche, una delle scene centrali vorrebbe essere un’allegoria della “rapa”. Chi è la bestia? Chi sono gli “aloitadores”? Antoine cerca di essere pacifico di fronte alla violenza dei fratelli, ma non riesce mai a separarsene. Olga è l’unica a prendere posizione contro la violenza degli uomini che la circondano, cercando di ragionare, di mediare, di individuare altre strade. “C’è sempre un’altra soluzione”, dice al marito in una scena.

As Bestas – La colonna sonora

  • Le musiche originali sono del compositore Olivier Arson (Il regno, Madre, Che Dio ci perdoni, serie tv La zona, Storie per non dormire).

1. A Rapa (Film Edit) 2:48
2. Hueso 0:34
3. Duel 1:00
4. Plomo 2:17
5. Breixo 1934-2010 0:59
6. Agüero 0:39
7. Nuestra maldad 1:20
8. L’hiver 1:14
9. L’indulgence 3:23
10. Assaut 2:27
11. Olga 2:05
12. Souto 1:09
13. El ojo del caballo 2:44
14. As Bestas 4:49
15. A Rapa 4:28

La colonna sonora di “As Bestas” è disponibile su Amazon.

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