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Golden Globes 2017 tra sorprese e grandi assenti: che fine ha fatto Sully?

Fuocoammare di Gianfranco Rosi escluso ai Golden Globes 2017, anche perché a mancare è la categoria ‘miglior documentario’.

pubblicato 12 Dicembre 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 03:21

L’incredibile assenza di Clint Eastwood e del suo Sully, con Tom Hanks clamorosamente snobbato; l’unica candidatura per Jackie (Natalie Portman); le due sole nomination per Fences (Denzel Washington e Viola Davis); le due nomination per Tom Ford (regia e sceneggiatura) con inattesa dimenticanza di Michael Shannon; la tutt’altro che scontata presenza della 17enne Hailee Steinfeld per “The Edge of Seventeen”; le due candidature di Deadpool (miglior commedia e miglior attore in una commedia); la 30esima candidatura di Meryl Streep (già Golden Globe alla carriera) con Florence Foster Jenkins, che aggiunge poi due ulteriori nomination con Hugh Grant e Simon Helberg; la definitiva rinascita di Mel Gibson con Hacksaw Ridge (regia, film drammatico e attore protagonista); la totale dimenticanza di Robert Zemeckis, Brad Pitt, Marion Cotillard e del loro Allied e l’ancor più clamorosa assenza di Martin Scorsese con l’attesissimo Silence; l’assenza del nostro Gianfranco Rosi con Fuocoammare e ovviamente le annunciate nomination a pioggia di La La Land (7, davanti a tutti) e Moonlight (6).

Golden Globes 2017 con non poche sorprese, va detto, con Lion dei Weinstein colpaccio a sorpresa (addirittura 4 candidature) e Manchester by the Sea terzo incomodo nella corsa agli Oscar a quota 5. La dimenticanza che pesa maggiormente, è evidente, è quella del capitano Sully targato Hanks (tra i super favoriti agli Oscar insieme a Casey Affleck), mentre spiace non applaudire tra i nominati Paterson di Jim Jarmusch. Vedere Adam Driver fuori dalla Top5 ‘drammatica’ fa venire il magone, per una suddivisione tra generi che ha come al suo solito ampliato il numero dei candidati e ancor più maggiormente differenziato le due categorie. Perché se La La Land non ha rivali tra le comedy/musical (ma fa piacere la presenza del delizioso Sing Street, mentre pesa da morire l’assenza dei Coen e del suo super cast con Ave Cesare!), nel listone dei drammatici sarà battaglia tra Manchester by the Sea, Moonlight e Hell or High Water, in Italia visto solo su Netflix.

Anche se troppo spesso e ancora oggi i Golden Globes vengono considerati ‘cartina da tornasole’ per gli Oscar, la verità è ben diversa. A votare i primi è la stampa estera, mentre tra i votanti Academy si fanno spazio produttori, attori, registi, sceneggiatori e i tanti ancora che lavorano attivamente nel mondo della settima arte. Due universi decisamente ‘distinti’, con i Golden Globes che verranno assegnati il prossimo 8 gennaio e le nomination agli Oscar che verranno annunciate il 24 gennaio.