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Limitless: Recensione in Anteprima

Limitless (Usa, 2011) di Neil Burger; con Bradley Cooper, Robert De Niro, Abbie Cornish, Anna Friel, Andrew Howard, Jennifer Butler, Eddie J. Fernandez, Ned Eisenberg, Brian Anthony Wilson, Cindy Katz, Darren Goldstein, Daniel Breaker, Lee M. Cunningham, Gustavo Cunha, Tom Bloom, Don Whatley, Joe Zarriello, David Adam Smith, Dave Droxler, Billy Lee, Richard Bekins, J.

pubblicato 1 Aprile 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 13:46

Limitless (Usa, 2011) di Neil Burger; con Bradley Cooper, Robert De Niro, Abbie Cornish, Anna Friel, Andrew Howard, Jennifer Butler, Eddie J. Fernandez, Ned Eisenberg, Brian Anthony Wilson, Cindy Katz, Darren Goldstein, Daniel Breaker, Lee M. Cunningham, Gustavo Cunha, Tom Bloom, Don Whatley, Joe Zarriello, David Adam Smith, Dave Droxler, Billy Lee, Richard Bekins, J. Center, Robert Eckard, Seth Koen, Johnny Whitworth, Robert John Burke, Tomas Arana, Patricia Kalember, T.V. Carpio

Spesso ci sono film che nascono da un’idea vincente, per poi deragliare malamente, a causa di sceneggiature friabili e registi inappropriati. Ebbene Limitless non è uno di quei film. E già questa è una sorpresa, almeno per chi scrive. Perché se l’idea di fondo tratta da Dark Fields, romanzo partorito da Alan Glynn, è ottima, ad averla trasformata in immagini ci ha pensato l’inglese Neil Burger, regista che già con The Illusionist – L’illusionista aveva mostrato delle innegabili qualità.

Quattro anni dopo quell’esordio fortunato Burger ha fatto un ulteriore passetto verso la strada dorata di Hollwyood, dando vita ad un riuscito thriller, sicuramente non esaltante ma nettamente sopra la media di genere. Aiutato da una buona sceneggiatura, scritta da Leslie Dixon, Burger è riuscito a realizzare un trip cinematografico di tutto rispetto, notevolissimo nella prima parte e meno convincente nella seconda, appoggiandosi ad un attore in rampa di lancio, ovvero l’ottimo Bradley Cooper, e ad un ‘non protagonista’ di peso come Robert De Niro, autentica comparsa, purtroppo totalmente inutile.

Eddie è un giovane scrittore di scarso successo ad un passo dal baratro. Lasciato dalla fidanzata, con l’editore che gli tiene il fiato sul collo per un libro che sembra non arrivare mai, e vicino allo sfratto, si ritrova sul palmo della mano destra la risposta a tutti i suoi problemi. E’ una pilloletta, una ‘smart drug’ top-secret che è un grado di ‘amplificare’ le capacità intellettive di chi la assume, facendogli usare il 100% del proprio cervello. Una volta presa, Eddie finisce per non poterne fare più a meno. Il farmaco NZT gli stimola ogni sinapsi, trasformandolo in un autentico genio. Eddie riesce a ricordare tutto ciò che ha mai letto o sentito e ad imparare qualsiasi lingua in un giorno, riesce a fare equazioni complesse e ad ingannare chiunque incontri, finendo per sfondare nel mondo della finanza, guadagnando 2 milioni di dollari in una settimana. Le sue imprese attraggono il magnate della finanza Carl Van Loon, che lo invita a fare da mediatore per la più grande fusione nella storia delle corporation. Ma questo espone Eddie a persone che farebbero qualsiasi cosa pur di impadronirsi del suo rifornimento di NZT, tanto da farlo finire in un incubo, tra morti, inseguimenti e vuoti di memoria. Perché il magico farmaco ha anche delle pericolosissime controindicazioni…

Un avvio fulminante, folgorante, quasi entusiasmante. Grazie ad una regia sorprendente, adrenalinica, a tratti visionaria, estremamente originale e mai banale, con un montaggio incalzante ed un ritmo che ricorda il Guy Ritchie delle origini, Limitless conquista immediatamente l’attenzione dello spettatore. Il lavoro fatto in cabina di sceneggiatura è ottimo, il personaggio interpretato da Bradley Cooper sfaccettato ma non troppo, così come limitati sono gli intrecci narrativi, mai particolarmente complessi. La scelta vincente di Neil Burger è puramente visiva. Coraggiose e maledettamente riuscite le sue idee ‘allucinate’, tra angolazioni folli e prospettive assurde, chiamate a dover giustificare e rendere credibile un perdente ‘tipo’ diventato improvvisamente ‘Re del mondo’ grazie ad una droga. Una droga capace di soddisfare l’ambizione dell’uomo comune, probabilmente pronto a tutto pur di arrivare all’agognato successo. Per riuscire nell’impresa Burger si è aperto all’Universo dei ‘fractal’, disegni auto-replicanti, per poi affidarsi al direttore della fotografia, Jo Willems, chiamato a dividere i ‘due mondi’ di Eddie, in modo da poter interpretare lo stato d’animo del suo cervello. La macchina da presa è ciondolante e i colori sono grigi, cupi, sgradevoli e squallidi quando Cooper non si fa di NZT, per prendere luce, vita, forza, ed energia nel momento stesso in cui il protagonista si ‘droga’, con colori più patinati e sgargianti, e un punto di vista in soggettiva, con obbiettivi più larghi ed ordinati. Due stili ben amalgamati, per una regia di grande ‘personalità’.

Se ci fosse una pillola che ti rende ricco e potente, tu la prenderesti?“. A questa domanda provano a rispondere Burger e Leslie Dixon, perdutisi probabilmente lungo l’arco della pellicola, avendo ad un certo punto dimenticato quasi del tutto le terribili controindicazioni al farmaco scoperte nel corso degli eventi. Sottolineato il calo di attenzione e di interesse poco dopo la metà del film, ovvero una volta raggiunta la vetta insieme ad Eddie, a convincere è Bradley Cooper, sempre più attento agli script con oculatezza scelti, a differenza di una ‘leggera’ Abbie Cornish, che entra ed esce dal film con poca convinzione, e soprattutto De Niro, quasi del tutto gratuito. Scarsissimo il supporto dato alla pellicola dal leggendario Robert, inesistente per i primi 40 minuti e decisamente poco presente anche nei restanti 60, dando la triste impressione di aver inciso poco, se non nulla, sulla qualità del tutto. E pensare che Leslie Dixon pur di convincerlo dice di essersi chiusa in casa per una settimana, con l’obiettivo di rendere più presente ed incisivo il suo personaggio. A detta del grande Bob, avendo accettato la parte, ci è riuscita, ma così non è stato.

A funzionare è infatti l’originale soggetto alla base della storia, 3/4 della sceneggiatura, purtroppo in fase calante soprattutto nell’ultima parte, sicuramente poco coraggiosa, ma indubbiamente pregna di azione e buone idee, Bradley Cooper, ormai sempre più protagonista di ‘peso’, e il sorprendente Neil Burger, riuscito a superare a pieni voti l’esame di ‘maturità’ hollywoodiano.

Uscita in Sala: 15 aprile
Qui il trailer italiano
Voto Federico: 7
Voto Carla: 6/7
Voto Simona: 6,5