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E’ morta Monica Vitti, iconica attrice della commedia all’italiana e musa di Antonioni

E’ scomparsa a 90 anni dopo una lunga malattia l’attrice e icona del cinema italiano Monica Vitti, lavorò con Antonioni e Sordi.

pubblicato 2 Febbraio 2022 aggiornato 5 Febbraio 2022 10:37

È morta a 90 anni Monica Vitti, attrice simbolo del cinema italiano da anni si era ritirata dalla vita pubblica per la malattia degenerativa che l’aveva colpita. Una carriera di quasi quarant’anni l’ha vista musa drammatica nella “trilogia dell’incomunicabilità” di Michelangelo Antonioni (L’avventura, La notte, L’eclisse e Deserto rosso) che le diede fama internazionale, nonché mattatrice della commedia all’italiana (da La ragazza con la pistola, Polvere di stelle, Teresa la ladra, Io so che tu sai che io so) al fianco di Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Marcello Mastroianni.

Monica Vitti Ha ottenuto numerosi premi, tra cui cinque David di Donatello come migliore attrice protagonista, tre Nastri d’argento, dodici Globi d’oro (di cui due alla carriera), un Ciak d’oro alla carriera, un Leone d’oro alla carriera a Venezia, un Orso d’argento alla Berlinale e una candidatura al premio BAFTA.

La notizia della scomparsa dell’attrice è stata data dal marito Roberto Russo attraverso un tweet di Walter Veltroni.

 

Monica Vitti all’anagrafe Maria Luisa Ceciarelli nasce a Roma il 3 novembre 1931. Scopre la passione per il teatro durante la guerra e nel 1953 si diploma all’Accademia nazionale d’arte drammatica. Adottato il suo nome d’arte, composto da metà del cognome di sua madre, Vittiglia e dal nome “Monica”, che aveva appena letto in un libro, nel 1954 esordisce al cinema in un piccolo ruolo nella commedia Ridere! Ridere! Ridere! al fianco di Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello; seguiranno altri ruoli comici, vedi Le dritte commedia del 1958 che la vede al fianco di Sandra Mondaini e Bice Valori.

Nel 1960 viene notata da Michelangelo Antonioni, con il quale intreccia una relazione artistica e sentimentale, diventando la musa del regista che la vuole protagonista nella sua celeberrima tetralogia dell’incomunicabilità. Vitti interpreterà la tormentata Claudia in L’avventura (1960), la seduttrice Valentina di La notte (1961), la misteriosa Vittoria di L’eclisse (1962) e la nevrotica Giuliana in Deserto rosso (1964). Nel 1966 interpreta un’eroina dei fumetti in Modesty Blaise – La bellissima che uccide, spy-comedy di produzione britannica con Terence Stamp e Dirk Bogarde.

Dopo ruoli in Fai in fretta ad uccidermi… ho freddo!, Ti ho sposato per allegria (1967) di Luciano Salce e La cintura di castità di Pasquale Festa Campanile, tutte pellicole uscite nel 1967, la carriera di Vitti nella commedia all’italiana prende slancio grazie a Mario Monicelli che la dirige nel cult La ragazza con la pistola (1968), film candidato all’Oscar come Miglior film straniero che vale a Vitti un David di Donatello, Un Nastro d’argento, un Globo d’oro e una Grolla d’oro alla migliore attrice protagonista.

Nel 1969 Vitti recita con Alberto Sordi in Amore mio aiutami, seguiranno ruoli in Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) di Ettore Scola (1970) dove recita con Marcello Mastroianni (premiato a Cannes) e Giancarlo Giannini; lo stesso anno interpreta Maria Campi, la diva di varietà, in Ninì Tirabusciò, la donna che inventò la mossa di Marcello Fondato. Nel 1973 è protagonista con Gigi Proietti de La Tosca di Luigi Magni; interpreta il ruolo di protagonista in Teresa la ladra tratto dal romanzo “Memorie di una ladra”, scritto da Dacia Maraini e torna al fianco di Alberto Sordi per il memorabile Polvere di stelle ambientato nel mondo dell’avanspettacolo degli anni della Seconda Guerra Mondiale, ruolo che vale a Vitti un David Di Donatello alla migliore attrice.

Nel 1974 Vitti viene diretta da Luis Buñuel in Il fantasma della libertà, l’anno successivo è in un altro classico della commedia all’italiana, A mezzanotte va la ronda del piacere al fianco di Claudia Cardinale, Giancarlo Giannini, Renato Pozzetto e Vittorio Gassman e lo stesso anno recita con Ugo Tognazzi in L’anatra all’arancia di Luciano Salce. Nel 1980 torna a collaborare con Michelangelo Antonioni in Il mistero di Oberwald in cui interpreta una regina in lutto; lo stesso anno interpreta la moglie di Johnny Dorelli in Non ti conosco più amore di Sergio Corbucci. Nel 1981 recita con Diego Abatantuono e Philippe Leroy in Il tango della gelosia di Steno e l’anno successivo ancora in coppia con Alberto Sordi per un altro classico della commedia all’italiana Io so che tu sai che io so. L’ultimo ruolo sul grande schermo dell’attrice è Scandalo segreto, dramma del 1990 scritto, diretto e interpretato dalla stessa Monica Vitti, mentre in tv la vedremo per l’ultima volta nel 1992, nella miniserie tv Ma tu mi vuoi bene? in cui ritrova Johnny Dorelli.

Filmografia

Ridere! Ridere! Ridere!, non accreditata, regia di Edoardo Anton (1954)
Adriana Lecouvreur, regia di Guido Salvini (1955)
Una pelliccia di visone, non accreditata, regia di Glauco Pellegrini (1957)
Le dritte, regia di Mario Amendola (1958)
L’avventura, regia di Michelangelo Antonioni (1960)
La notte, regia di Michelangelo Antonioni (1961)
L’eclisse, regia di Michelangelo Antonioni (1962)
La lepre e la tartaruga, episodio di Le quattro verità, regia di Alessandro Blasetti (1962)
Confetti al pepe (Dragées au poivre), regia di Jacques Baratier (1963)
Il castello in Svezia (Château en Suède), regia di Roger Vadim (1963)
La sospirosa, episodio di Alta infedeltà, regia di Luciano Salce (1964)
Deserto rosso, regia di Michelangelo Antonioni (1964)
Il disco volante, regia di Tinto Brass (1964)
La minestra, episodio di Le bambole, regia di Franco Rossi (1965)
Modesty Blaise – La bellissima che uccide (Modesty Blaise), regia di Joseph Losey (1966)
Fata Sabina, episodio di Le fate, regia di Luciano Salce (1966)
Fai in fretta ad uccidermi… ho freddo!, regia di Citto Maselli (1967)
Ti ho sposato per allegria, regia di Luciano Salce (1967)
La cintura di castità, regia di Pasquale Festa Campanile (1967)
La ragazza con la pistola, regia di Mario Monicelli (1968)
La donna scarlatta (La femme écarlate), regia di Jean Valère (1969)
Amore mio aiutami, regia di Alberto Sordi (1969)
Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca), regia di Ettore Scola (1970)
Ninì Tirabusciò, la donna che inventò la mossa, regia di Marcello Fondato (1970)
Il frigorifero e Il leone, episodi di Le coppie, regia di Mario Monicelli e Vittorio De Sica (1970)
La pacifista, regia di Miklós Jancsó (1970)
La supertestimone, regia di Franco Giraldi (1971)
Noi donne siamo fatte così, regia di Dino Risi (1971)
Gli ordini sono ordini, regia di Franco Giraldi (1972)
La Tosca, regia di Luigi Magni (1973)
Teresa la ladra, regia di Carlo Di Palma (1973)
Polvere di stelle, regia di Alberto Sordi (1973)
Il fantasma della libertà (Le fantôme de la liberté) di Luis Buñuel (1974)
A mezzanotte va la ronda del piacere, regia di Marcello Fondato (1975)
Qui comincia l’avventura, regia di Carlo Di Palma (1975)
L’anatra all’arancia, regia di Luciano Salce (1975)
Mimì Bluette… fiore del mio giardino, regia di Carlo Di Palma (1976)
Macchina d’amore e L’equivoco, episodi di Basta che non si sappia in giro, regia di Nanni Loy e Luigi Comencini (1976)
L’altra metà del cielo, regia di Franco Rossi (1977)
Ragione di stato (La raison d’état), regia di André Cayatte (1978)
Amori miei, regia di Steno (1978)
Un incontro molto ravvicinato, episodio di Per vivere meglio, divertitevi con noi, regia di Flavio Mogherini (1978)
Una mamma e Attenzione a quei due, episodi di Letti selvaggi, regia di Luigi Zampa (1979)
Un amore perfetto o quasi (An Almost Perfect Affair), regia di Michael Ritchie (1979)
Il mistero di Oberwald, regia di Michelangelo Antonioni (1980)
Non ti conosco più amore, regia di Sergio Corbucci (1980)
Camera d’albergo, regia di Mario Monicelli (1981)
Il tango della gelosia, regia di Steno (1981)
Io so che tu sai che io so, regia di Alberto Sordi (1982)
Scusa se è poco, regia di Marco Vicario (1982)
Flirt, regia di Roberto Russo (1983)
Francesca è mia, regia di Roberto Russo (1986)
Scandalo segreto, regia di Monica Vitti (1990)

Fonte: Corriere della Sera