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Nastri d’Argento: a Edith Bruck il Premio Speciale Documentari 2024 in occasione della “Giornata della Memoria”

Premio speciale dei Nastri d’Argento 2024 per i Documentari a Edith Bruck e alla sua eccezionale testimonianza sulla Shoah. un riconoscimento annunciato in occasione della Giornata della Memoria.

26 Gennaio 2024 14:46

Premio speciale dei Nastri d’Argento 2024 per i Documentari a Edith Bruck per il documentario “Edith”, eccezionale testimonianza sulla Shoah e sull’orrore dei campi di concentramento nei quali fu deportata, neanche adolescente, fino al 1945.

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Il Direttivo dei Giornalisti Cinematografici Italiani lo annuncia, in occasione della Giornata della Memoria, anticipando le ‘cinquine’ dei titoli finalisti e vincitori dei Nastri d’Argento per i Documentari 2024 che saranno premiati a Roma, lunedì 26 Febbraio al Cinema Barberini, partner di quest’edizione del Premio.

Il film, nato da un’idea della sceneggiatrice Giovanna Boursier e dalla sua collaborazione con Edith Bruck, è firmato per la regia da Michele Mally e realizzato da 3D produzioni di Didi Gnocchi in collaborazione con La7 che lo ha trasmesso, esattamente un anno fa, in una puntata speciale di Atlantide, la trasmissione di Andrea Purgatori che i Giornalisti Cinematografici ricordano in quest’occasione con grande affetto.

Nastri d’Argento 2024 -Il premio del Direttivo Nazionale dei Giornalisti (SNGCI)

“Inserirlo nella selezione ufficiale 2024 -sottolinea a nome del Direttivo Nazionale dei Giornalisti (SNGCI) Laura Delli Colli, Presidente – e annunciarne la premiazione proprio oggi, alla vigilia della Giornata della Memoria è una scelta che ne sottolinea il valore e ancora una volta riconosce a Edith Bruck il coraggio, la coerenza e la sua straordinaria capacità di continuare a raccontare il dramma che ha segnato tutta la sua vita perché nessuno dimentichi, ma soprattutto perché, come sostiene l’autrice, “bisogna raccontare oggi per ieri ma anche per oggi e per domani”.

“Edith” che ha avuto il Patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, della Fondazione Museo della Shoah, del Dicastero della Cultura e l’Educazione, e la collaborazione dell’Accademia d’Ungheria a Roma,  è il ritratto di una donna speciale, che ha continuato a vivere e amare nonostante il dramma vissuto nei campi di sterminio: dal lager al grande amore per il poeta Nelo Risi, alla scrittura che le ha permesso di continuare a vivere. La vediamo, nelle prime immagini, mentre guarda il documentario ungherese, “A Látogatas” (in italiano “La visita”).

Nastri d’Argento 2024 -Il documentario “Edith”

Sono immagini mai viste prima in Italia nelle quali proprio lei, tornata nel 1982 in Ungheria per rivedere i luoghi dov’è nata e dai quali fu deportata, torna a ricordare. Edith Bruck (pseudonimo di Edith Steinschreiber nata a Tiszabercel, in Ungheria e naturalizzata italiana), scrittrice, poetessa, traduttrice e testimone della Shoah è stata anche regista ma soprattutto, come sottolineava un anno fa ad Atlantide Andrea Purgatori, “è una donna speciale, piena di curiosità, amore e gentilezza nonostante le enormi fatiche del suo vivere”.

La selezione ufficiale è firmata dal Direttivo Nazionale dei Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI): Laura Delli Colli (Presidente), Fulvia Caprara (Vicepresidente), Oscar Cosulich, Maurizio di Rienzo, Susanna Rotunno, Paolo Sommaruga e Stefania Ulivi.

Lunedì 4 e martedì 5 Marzo, dopo la Premiazione del 26 Febbraio, una selezione dei film premiati sarà in programmazione nella rassegna dedicata ai Documentari premiati al Cinema Barberini di Roma, partner di quest’edizione dei Nastri d’Argento.

Edith Bruck in libreria

Per non dimenticare e per non far dimenticare, Edith Bruck, a sessant’anni dal suo primo libro, sorvola sulle ali della memoria eterna i propri passi, scalza e felice con poco come durante l’infanzia, con zoccoli di legno per le quattro stagioni, sul suolo della Polonia di Auschwitz e nella Germania seminata di campi di concentramento. Miracolosamente sopravvissuta con il sostegno della sorella più grande Judit, ricomincia l’odissea. Il tentativo di vivere, ma dove, come, con chi? Dietro di sé vite bruciate, comprese quelle dei genitori, davanti a sé macerie reali ed emotive. Il mondo le appare estraneo, l’accoglienza e l’ascolto pari a zero, e decide di fuggire verso un altrove. Che fare con la propria salvezza? Bruck racconta la sensazione di estraneità rispetto ai suoi stessi familiari che non hanno fatto esperienza del lager, il tentativo di insediarsi in Israele e lì di inventarsi una vita tutta nuova, le fughe, le tournée in giro per l’Europa al seguito di un corpo di ballo composto di esuli, l’approdo in Italia e la direzione di un centro estetico frequentato dalla “Roma bene” degli anni Cinquanta, infine l’incontro fondamentale con il compagno di una vita, il poeta e regista Nelo Risi, un sodalizio artistico e sentimentale che durerà oltre sessant’anni. Fino a giungere all’oggi, a una serie di riflessioni preziosissime sui pericoli dell’attuale ondata xenofoba, e a una spiazzante lettera finale a Dio, in cui Bruck mostra senza reticenze i suoi dubbi, le sue speranze e il suo desiderio ancora intatto di tramandare alle generazioni future un capitolo di storia del Novecento da raccontare ancora e ancora.

Il libro “Il pane perduto” è disponibile su Amazon.

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