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Nemico Pubblico N.1 – L’ora della fuga – Parte 2: Recensione in Anteprima

Nemico pubblico n. 1 – L’ora della fuga (Parte 2) (L’Ennemi public n°1, Francia, Canada, 2009) di Jean-François Richet; con Vincent Cassel, Ludivine Sagnier, Gérard Lanvin, Samuel Le Bihan, Mathieu Amalric, Olivier Gourmet, Georges Wilson, Michel Duchaussoy, Myriam Boyer, Alain Doutey, Anne Consigny, Laure Marsac, Alain Fromager.Adrenalinico, elettrizzante, emozionante, coinvolgente, forse il miglior action movie

15 Aprile 2009 10:39

Nemico Pubblico N.1 â�� Lâ��ora della fuga â�� Parte 2: Recensione in Anteprima Nemico pubblico n. 1 – L’ora della fuga (Parte 2) (L’Ennemi public n°1, Francia, Canada, 2009) di Jean-François Richet; con Vincent Cassel, Ludivine Sagnier, Gérard Lanvin, Samuel Le Bihan, Mathieu Amalric, Olivier Gourmet, Georges Wilson, Michel Duchaussoy, Myriam Boyer, Alain Doutey, Anne Consigny, Laure Marsac, Alain Fromager.

Adrenalinico, elettrizzante, emozionante, coinvolgente, forse il miglior action movie degli ultimi anni. Parliamo di Nemico Pubblico N.1 – L’ora della fuga, seconda parte del doppio capitolo cinematografico dedicato da Jean-François Richet a Jacques Mesrine, gangstar di Francia portato sul grande schermo da un immenso Vincent Cassel.

Dopo aver già convinto con la prima parte, Richet si supera con questo secondo capitolo, diverso sia nel ritmo che nello stile rispetto al titolo che l’ha preceduto. Immeritatamente ignorato dal pubblico italiano, questo biopic di due parti merita assolutamente di essere ritrovato e rilanciato, perchè meritevole di esser visto, commentato ed applaudito…

Dove eravamo rimasti? Nemico Pubblico N.1 – L’ora della fuga riparte esattamente da dove era finito il primo capitolo, con Jacques Mesrine tornato in libertà dopo una spettacolare evasione. Peccato che Mesrine non riesca a non delinquere la giustizia, rapinando banche a viso scoperto e strizzando l’occhio ai media, che seguono le sue incredibili sfide alla polizia e alla giustiza con passione e calore, trasformandolo in un eroe nazionale.

Jean-François Richet cambia totalmente registro nel portare al cinema quest’ultima parte di vita di Mesrine, cercando il lato più spettacolare, intraprendente, folle ed adrenalinico. Macchina in spalla e montaggio frenetico sono gli ingredienti principali della pellicola, che non lascia un attimo di respiro allo spettatore, grazie anche ad una storia tanto vera quanto incredibile, ad una sceneggiatura solida come la roccia e ad un incalzante ed incisiva colonna sonora.

Richet si supera tra riusciti inseguimenti, sparatorie e trovate registiche di altissimo livello, confezionando una prima mezz’ora da applausi a scena aperta. A completare l’opera un trasformato Vincent Cassel, ingrassato di 20 kg e pauroso nel dar vita ad un personaggio tanto famoso, quanto amato e temuto in Francia. Il suo gangster senza paura, egocentrico e a tal punto vanesio da decidere di scrivere un’autobiografia perchè infastidito dal fatto che i quotidiani transalpini parlano di “un certo Pinochet” e non di lui, entra sicuramente nella storia del cinema francese, tanto da essersi strameritato un Cesar.

Se il primo capitolo giustamente introduceva il personaggio, in questa seconda parte è l’azione a dominare la scena, riuscendo pienamente nel suo intento. Perennemente in fuga, dalla polizia, dai genitori, dai figli, dalla giusizia e da se stesso, Mesrine spinge al massimo il pedale dell’accelleratore, fino ad oltrepassare quella linea di confine che l’ha reso veramente il “Nemico Pubblico Numero 1”, anche per la stampa, quella stessa stampa che aveva contribuito a renderlo un ‘eroe rivoluzionario’ per molti connazionli.

Fù il brutale assassino di un giornalista, reo di aver parlato male di lui, a far conoscere il ‘vero’ Mesrine ai francesi, finalmente più impauriti che affascinati da questo incredibile personaggio, pronto addirittura ad allearsi con le Brigate Rosse italiane pur di riuscire a ‘distruggere il sistema’.

Inutile sottolineare poi un altro merito che va dato a Richet, riuscito a rendere teso un finale visto addirittura in apertura del primo capitolo, concludendo la propria splendida opera con un immagine ‘sacra’ di Mesrine, trivellato e sanguinante come un povero Cristo in croce, giustiziato a sangue freddo e diventato autentica icona.
Sorprendente.
Noi italiani, un film così, ce lo sogniamo…

Voto Federico: 8