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Stasera in tv: “Bentornato papà” su Rai 1

Rai 1 stasera propone”Bentornato papà”, film drammatico del 2021 di Domenico Fortunato con Domenico Fortunato, Donatella Finocchiaro e Dino Abbrescia.

2 Marzo 2022 08:57

Cast e personaggi

Domenico Fortunato (Franco)
Donatella Finocchiaro (Anna)
Riccardo Mandolini (Andrea)
Giuliana Simeone (Alessandra)
Dino Abbrescia (Giovanni)
Giorgio Colangeli (zio Silvano)
Giulio Beranek (Luca)
Silvia Mazzieri (Claudia)
Sara Putignano (Daniela)
Franco Ferrante (dott. Amati)

La trama

Una famiglia con un rapporto profondo, nonostante alcune incomprensioni. Franco (Domenico Fortunato), un padre che ha dedicato la vita ai suoi cari e al lavoro. Il figlio Andrea (Riccardo Mandolini), studente con le proprie ambizioni e inquietudini. La figlia Alessandra (Giuliana Simeone), sensibile e con il sogno di diventare maestra. La moglie Anna (Donatella Finocchiaro) apprensiva e amorevole. Il fratello, Silvano (Giorgio Colangeli), a cui è molto legato. Un tragico evento colpisce Franco improvvisamente, sconvolgendo la sua vita e quella dei suoi cari. Per tutti inizia un percorso terapeutico dell’anima alla ricerca di un nuovo equilibrio. Ma tutto cambierà ancora una volta.

Curiosità

  • L’attore Domenico Fortunato è al suo secondo lungometraggio da regista dopo l’esordio con Wine to love – I colori dell’amore del 2018. Fortunato dirige “Bentornato papà” da una sua sceneggiatura scritta con Cesare Fragnelli (Oltre il Mare), Francesca Schirruto (Di Notte, sul Mare), Lorenzo Righi (Samusca)e Michele Santeramo (Il Giorno più Bello) da un soggetto di Fragnelli e Schirru.
  • Il film è stato girato in Puglia (Martina Franca, Taranto, Porto Cesareo) e a Roma (Ostia).
  • Il team che ha supportato il regista Domenico Fortunato dietro le quinte ha incluso il montatore Mauro Ruvolo (Un Cielo Stellato Sopra il Ghetto di Roma), la costumista Magda Accolti Gil (Est – Dittatura Last Minute), lo scenografo Marco Vigna e il direttore della fotografia Giorgio Giannoccaro (Di Notte, sul Mare).

Note di regia

La nota principale che sembra risuonare nel film è certamente drammatica, struggente, da togliere il fiato nei polmoni e strozzarti. Come può essere diversamente l’intento di raccontare argomenti come la malattia e la sofferenza per quanto il racconto di queste possa anche essere sincero e delicato? Eppure in quello che apparentemente potrebbe essere l’inferno, c’è invece la vita. Quella “bella”. Semplice, potente e piena d’amore. È così che in Bentornato papà la malattia non è raccontata solo come momento doloroso, qui è soprattutto l’occasione per una famiglia di ritrovarsi, concedendosi tutto quel tempo necessario per parlare, capirsi, spiegarsi. Un tempo sospeso, in cui poter abbattere quei muri costruiti involontariamente negli anni, muri fatti di silenzi e di piccole e anche grandi incomprensioni. In una stanza di ospedale, davanti al letto di un marito e di un padre, con un po’ di coraggio, ci si può guardare finalmente di nuovo negli occhi e ritrovarsi con tutto il proprio amore. Ma diviene anche il tempo della formazione e della forza. La malattia diviene dunque anche il motore del cambiamento dei protagonisti. Franco ritroverà intorno a sé la propria famiglia, confortato dalla forza e dall’amore della moglie Anna, una donna coraggiosa e sensibile, e della figlia Alessandra, una ragazza intelligente e forse ancora un po’ immatura. Le vite di queste due donne saranno stravolte dalla malattia di Franco, entrambe dovranno ricostruire il proprio universo e le proprie certezze . Per Franco sarà anche e soprattutto occasione di confronto con il figlio Andrea, un ragazzo ribelle e inquieto, che di fronte a un evento così importante e doloroso metterà da parte tutte le proprie debolezze e le proprie paure, riuscirà a vincere e superare i suoi fantasmi per diventare finalmente grande. I personaggi quindi, di fronte alla malattia di Franco, hanno un’evoluzione e alla fine del film si ritrovano cresciuti, cambiati, in grado di affrontare con successo delle sfide, nonostante tutto quello che accade. L’ambientazione è caratterizzata principalmente dal dualismo e dal confronto tra la dolcezza della campagna pugliese, dove si erge la villetta famigliare di Franco e di Zio Silvano, un luogo molto caro a Franco, dove l’amore e la famiglia sono protagonisti, e l’ospedale, dove invece si consuma la malattia e la lotta per la vita. La narrazione si svolge nelle villette di famiglia nelle campagne pugliesi, nelle strade di una cittadina barocca e in un ospedale cattolico. Una fotografia calda, che predilige i toni del giallo, come a seguire le sfumature del gran o, simbolo di vita, racconta le prime location, mentre l’ ospedale è caratterizzato da colori più freddi, come dal blu che racconta nell’immaginario la durezza ed è, soprattutto nel territorio pugliese, simbolo dell’acciaio. Il linguaggio visivo segue quindi la narrazione, cercando di accompagnare attraverso le immagini i sentimenti dei protagonisti e le emozioni raccontate dalle dinamiche narrative. Bentornato papà è anche un film onirico che rappresenta, attraverso la crisi esistenziale, il senso della vita: la famiglia. [Domenico Fortunato]

La colonna sonora

  • Le musiche originali del film sono di Silvia Nair (La Direzione del Tempo, Anja Real Love Girl, Genova: il Ponte della Rinascita).

TRACK LISTINGS:

1. Tutto cambia 3:58
2. Attesa 2:42
3. Crisi 2:20
4. Andrea e Claudia 2:43
5. Tema d’amore 2:51
6. Addio Giovanni 3:10
7. Lettera di Claudia 2:15
8. Requiem 1:51
9. Caro papà 3:33
10. Sogno di Natale 2:58
11. Caro papà (Parte 2) 1:12

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