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The Counselor – Il procuratore: le recensioni dagli Usa e dall’Italia

Diamo un’occhiata alle recensioni Americane e Italiane di “The counselor – Il procuratore” diretto da Ridley Scott

di carla
pubblicato 19 Gennaio 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 05:08

Non ho ancora visto The counselor – Il procuratore (uscito il 16 gennaio) ma sono curiosa di leggere le critiche Italiane e Americane, specialmente alla luce della nostra recensione (positiva). Sì, perché il film diretto da Ridley Scott e scritto dal Premio Pulitzer Cormac McCarthy ha su Rotten, mentre scrivo, solo il 34% di recensioni positive. E nonostante il cast ricco ricco: Michael Fassbender, Penelope Cruz, Cameron Diaz, Javier Bardem, Brad Pitt, Toby Kebbell, Rosie Perez, Dean Norris, Natalie Dormer e Goran Visnjic.

Guy Lodge – Time Out: un’idea pomposa trattata con serietà mortificante da tutti i soggetti coinvolti.

Richard Brody – New Yorker: Ogni scena serve come una scheda indice per la trama meccanicistica.

James Berardinelli – ReelViews: Non è tanto un brutto film ma è deludente. Molto deludente.

Lisa Kennedy – Denver Post: è come i poliziotti in borghese: troppo innamorato dei mondi che esplora.

Randy Myers – San Jose Mercury News: L’azione è palesemente telegrafata.

Peter Travers – Rolling Stone: una meditazione sul capitalismo sotto forma di un thriller sul commercio di cocaina alla frontiera Tex-Mex.

Stephen Whitty – Newark Star-Ledger: Il film sembra che duri un’ora in più di quello che è, con troppe scene che non vanno da nessuna parte.

Tom Long – Detroit News: colpevole su tutti i fronti.

Richard Roeper – Richard Roeper.com: Sexy, complicato, intelligente, violento. Freddo.

Mick LaSalle – San Francisco Chronicle: contiene dialoghi memorabili, personaggi vividi e diverse scene superbe, eppure riesce ancora a essere sbagliato, un completo errore di calcolo.

Lou Lumenick – New York Post: Quasi ogni colpo di scena è telegrafato da risme di dialogo ampolloso.

Kenneth Turan – Los Angeles Times: freddo, preciso e senz’anima come i diamanti che figurano brevemente nella sua trama, il film è un pezzo estremamente sgradevole di business.

Peter Howell – Toronto Star: Un thriller erudito insolitamente costruito intorno al storie pulp.

Claudia Puig – USA Today: Il discorso di ognuno è inondato di psico-chiacchiere e osservazioni sgargianti.

Joe Morgenstern – Wall Street Journal: Il cast è tutto, ma soffocato da un dialogo sentenzioso.

Ian Buckwalter – NPR: il film è un fallimento ma è almeno affascinante.

Rafer Guzman – Newsday: il film è un disastro su quasi ogni livello, ma tutto inizia con una confusa e meschina sceneggiatura di McCarthy.

Jocelyn Noveck – Associated Press: Aspetta, chi è questo tizio? Da dove è venuto? Mi sono perso qualcosa?

Peter Debruge – Variety: La prima sceneggiatura originale di Cormac McCarthy è quasi tutta dialogo, ma è una storia schifosa e inetta, troppo difficile da seguire.

David Thomson – The New Republic: è un pessimo film. Manca la chiarezza, la plausibilità, la suspense e lo scopo.

Todd McCarthy – Hollywood Reporter: Nonostante il cast e la formidabile combinazione di sceneggiatore e regista, “Il procuratore” è una delusione.

Dario Zonta – l’Unità: Dialoghi in cui l’intenzione pesa come un macigno, senza il respiro di una storia che ha potuto largheggiare nello spazio della fantasia letteraria, quella propria di questo autore. Ridley Scott poi non sembra il regista adatto per esaltare le corde di questa storia di confine, di droga, di avidità, di spietatezza, di ricchezza, di stupri, di violenze e di morte.

Massimo Bertarelli – il Giornale: Eccitante, crudo poliziesco di Ridley Scott: gran ritmo, nonostante qualche chiacchiera di troppo, e tensione adeguata.

Fabio Ferzetti – Il Messaggero: The Counselor (cioè avvocato, non procuratore) giostra tra i massimi sistemi con la leggerezza di un cavaliere medievale in un torneo (…) in definitiva piuttosto scontato.

Maurizio Porro – Il corriere della sera: (…) sovrana è l’eleganza visiva da stilista non solo di costumi con cast stellare e il grande Fassbender che vive algido una superba scena hot con Cruz tra lenzuola da Magritte.

Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: A dirla in breve il problema diThe Counselor è che è esteticamente ricercato e si compiace di esserlo. (…) Che succede? Succede che segui il film abbagliato. Una suggestiva ambientazione nell’assolato, desertico Texas ai confini del Messico; interni magnificamente caratterizzati, dall’appartamento di Fassbender all’ultra moderna e lussuosa villa di Bardem, proprietario di locali e affarista; e, a fronte, il contraltare di depositi abbandonati e di squallidi alberghetti, abituale rifugio di ribelli e perdenti. E poi i dialoghi succosi, intriganti, persino divertenti mentre preannunciano possibili, anzi incombenti, scenari di torture ed efferati assassini. Ma alla fine che resta?

Roberto Nepoti – la Repubblica: (…) The Counselor è un petardo bagnato: ha tre o quattro scene sensazionalistiche (…) tutto il resto, però, è chiacchiera: puro sentenziare dei vari personaggi (ripresi in interminabili primi piani) intorno alla vita, il destino, le donne, il sesso e quant’altro. Se a Scott, come si sa, piacciono i personaggi femminili forti (vedi Thelma e Louise o Ripley), la Malkina di Cameron è una dark lady ai limiti del grottesco. Le altre star fanno del loro meglio: quale sottoutilizzata (Cruz), quale distratta (Pitt). Un vero spreco.