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Venezia 2018: a David Cronenberg il Leone d’Oro alla carriera

Va ad uno dei registi di culto il Leone d’Oro alla carriera della settantacinquesima edizione della Mostra di Venezia. David Cronenberg presente perciò a Lido a settembre

pubblicato 19 Aprile 2018 aggiornato 18 Gennaio 2024 15:56

Anche quest’anno il Presidente Paola Baratta ed il Direttore Alberto Barbera hanno individuato a chi assegnare il consueto Leone d’Oro alla carriera. Ed è uno di quelli che fa piacere a molti, un riconoscimento ad un cineasta molto apprezzato, laddove non addirittura amato, ossia David Cronenberg. Un’occasione, questa, magari per proporlo pure ad un pubblico meno smaliziato, per così dire, dato che comunque quella dei suoi estimatori è pur sempre una nicchia, estesa quanto si vuole ma che col grande pubblico non ha granché a che vedere (qui qualcuno obietterà che siamo pur sempre a un Festival, però insomma).

Ad ogni modo, questo è quanto dichiarato da David Cronenberg nell’accettare la proposta: «Ho sempre amato il Leone d’oro di Venezia. Un leone che vola su ali d’oro –– è l’essenza dell’arte, non è vero? L’essenza del cinema. Sarà davvero entusiasmante ricevere il Leone d’oro». Chiaramente più articolato il commento di Barbera, che in merito a tale scelta è intervenuto come di seguito:

Benché in origine Cronenberg sia stato relegato nei territori marginali del genere horror, sin dai suoi primi film scandalosamente sovversivi il regista ha mostrato di voler condurre i suoi spettatori ben al di là del cinema di exploitation, costruendo film dopo film un edificio originale e personalissimo. Ruotando intorno all’inscindibile relazione di corpo, sesso e morte, il suo universo è popolato di deformità grottesche e allucinanti accoppiamenti, nel cui orrore si riflette la paura per le mutazioni indotte nei corpi dalla scienza e dalla tecnologia, la malattia e il decadimento fisico, il conflitto irrisolto fra lo spirito e la carne. La violenza, la trasgressione sessuale, la confusione di reale e virtuale, il ruolo deformante dell’immagine nella società contemporanea, sono alcuni dei temi ricorrenti, che contribuiscono a fare di lui uno dei cineasti più audaci e stimolanti di sempre, un instancabile innovatore di forme e linguaggi.

Cronenberg, va detto, non è certo un habitué della Mostra: solo un film in Concorso, e tutto sommato di recente, nel 2011 con A Dangerous Method. Discorso ben diverso rispetto a Cannes, dove il regista si è ritrovato a concorrere per la Palma d’Oro ben cinque volte, con Crash, Spider, A History of Violence, Cosmopolis e Maps to the Stars. Il suo pubblico però lo ricorda anche, se non soprattutto, per film di altro tipo, come implicitamente evidenziato dal Direttore. Opere come Scanners (1981), Videodrome (1983), La zona morta (1983), La mosca (1986) e Il pasto nudo (1991) restano nella memoria collettiva della Settima Arte, senza contare altri meno bazzicati ma ugualmente significativi, da alcuni addirittura preferiti a quelli più conosciuti.

L’edizione numero 75 della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, lo ricordiamo, si terrà dal 29 agosto all’8 settembre 2018.

David Cronenberg