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Da Everest a Cliffhanger – 10 film ad alta quota

Everest ha debuttato nei cinema e Blogo vi porta ad alta quota con 10 film ambientati in montagna.

pubblicato 27 Settembre 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 12:25

Everest ha fatto il suo debutto nei cinema italiani e quindi cogliamo l’occasione per proporvi una classifica con 10 film che, come l’Everest di Baltasar Kormakur, hanno fruito di location ad alta quota e che rappresentano un excursus trasversale sulle produzioni cinematografiche dedicate ad alpinismo, arrampicata e via discorrendo.

Partendo proprio da Everest che ci racconta di una doppia spedizione che cercherà di sopravvivere ad una scalata della vetta più alta del mondo (8.848 m) la nostra top 10 toccherà il genere action con Cliffhanger e Vertical Limit, il documentario con La morte sospesa che ci porta sulla Ande peruviane e storie vere come la scioccante cronaca del tragico evento accaduto all’alpinista americano Aron Ralston raccontata nell’inteso 127 ore di Danny Boyle.

 

 

1. Everest di Baltasar Kormakur (2015)

La pellicola narra la disastrosa spedizione sull’Everest avvenuta nel 1996 e raccontata nel saggio Aria sottile (Into Thin Air), scritto nel 1997 da Jon Krakauer.

  • Questo film è basato sul peggior disastro mai verificatosi nella regione del Monte Everest in Nepal, ma si è verificato un altro caso eclatante quando le riprese di questo film erano in corso in Nepal. Il 18 Aprile 2014 una valanga ha ucciso 16 persone sull’Everest, quasi tutte guide Sherpa che stavano preparando le basi per la prossima stagione di arrampicata. Le vittime sono state superiori al disastro del 1996 su cui questo film è basato.

 

2. Cliffhanger – L’ultima sfida di Renny Harlin (1993)

Effetti speciali d’alto profilo, una location azzeccata e un Sylvester Stallone in gran forma fanno di Cliffhanger un action-drama che diverte e coinvolge, certo si deve passare sopra ad alcune smargiassate tipiche del genere e a qualche inverosimiglianza come Sly in canotta in mezzo ad una bufera di neve, ma a parte questo il film risulta piacevole da guardare e con una confezione decisamente sopra la media.

  • Per dimostrare la sua fede nelle dotazioni di sicurezza adottate per il film, il regista Renny Harlin ha indossato un’imbracatura e si è lanciato su un cavo giù da una rupe.
  • La controfigura di Stallone durante le scene di arrampicata libera è Wolfgang Güllich, uno dei più grandi arrampicatori di tutti i tempi. È stato il primo ed ultimo film a cui ha preso parte poiché è morto in un incidente automobilistico il 29 agosto 1992 a soli 32 anni.

 

3. Alive – Sopravvissuti di Frank Marshall (1993)

Un survival-movie che ricostruisce un noto disastro aereo avvenuto sulle Ande il 13 ottobre 1972. Un aereo si schianta sulla cordigliera e nelle condizioni estreme in cui i superstiti versano, si arriva persino a nutrirsi dei corpi dei compagni morti e congelati.

  • La pellicola ha preso spunto dal libro di Piers Paul Read, edito nel 1974, Tabù – La vera storia dei sopravvissuti delle Ande.
  • Uno dei sopravvissuti, Fernando Parrado (interpretato nel film da Ethan Hawke), ha aiutato il regista nella ricostruzione cinematografica della tragedia.
  • Location principale del film è stata la località sciistica di Panorama sulla Montagne Rocciose canadesi. Per portare ogni mattina tutti e 150 membri di cast e troupe sui luoghi di ripresa sono stati utilizzati quotidianamente cinque elicotteri.

 

4. Nanga Parbat di Joseph Vilsmaier (2010)

Il film racconta della spedizione tedesca del 1970 al Nanga Parbat, durante la quale i fratelli altoatesini Reinhold e Günther Messner (Florian Setter e Andreas Tobias) riuscirono a conquistare la vetta salendo per la prima volta dal versante meridionale, lungo l’inviolata parete Rupal, in stile alpino e senza l’ausilio dell’ossigeno.

  • Il Nanga Pàrbat situata in Pakistan è la nona montagna più alta della Terra con i suoi 8125 metri (s.l.m).
  • Il Nanga Pàrbat è anche il secondo “ottomila” (dopo l’Annapurna) per indice di mortalità, ovvero rapporto tra vittime ed ascensioni tentate, con un valore che si aggira intorno al 28%, tanto da essere spesso soprannominata anche the killer mountain (la montagna assassina).

 

5. North Face – Una storia vera di Philipp Stölzl (2008)

Alpi bernesi, estate del 1936. Toni Kurz e Andreas Hinterstoisser (Benno Furmann e Florian Lukas) in cerca di gloria e di una medaglia olimpica si preparano a scalare la parete nord dell’Eiger che è già costata la vita ad altri alpinisti.

  • L’Eiger (3.970m s.l.m.) è una montagna svizzera situata nella regione montuosa dell’Oberland. È particolarmente famosa per la sua parete nord considerata pericolosa e impossibile da scalare. Vi fu anche un tentativo italiano di scalare la parete da parte degli alpinisti di Valdagno Bortolo Sandri e Mario Menti; partiti il 21 giugno, i due morirono cadendo in prossimità della “fessura difficile”, nella parte bassa della parete.
  • Andreas Hinterstoisser venne investito e trascinato via da una valanga. Toni Kurz sopravvisse e rimase appeso alla corda tra due compagni di scalata morti (gli austriaci Edi Rainer e Willy Angerer) e in seguito morì per sfinimento dopo disperati tentativi di salvataggio. Il corpo di Andreas Hinterstoisser fu in seguito recuperato ai piedi della parete nord dell’Eiger.

 

6. K2 – L’ultima sfida di Franc Roddam (1991)

Taylor Brook (Michael Biehn) e Harold jameson (Matt Craven) sono buoni amici e scalatori accaniti che si uniscono ad un team di scalatori guidato dal magnate Phillip Claiborne (Raymond J. Barry) che intende scalare il K2, la seconda vetta più alta del mondo che si dimostrerà colma di letali insidie.

  • Il film è liberamente basato su eventi reali raccontati in un testo teatrale scritto da Patrick Meyers e presentato come tesi di laurea presso la Stanford University.
  • Posto nel gruppo del Karakorum appartenente alla catena dell’Himalaya il K2 con i suoi 8.609,02 metri di altitudine (s.l.m) è la seconda montagna più alta della Terra dopo l’Everest.
  • Fra gli Ottomila, il K2 ha il terzo più alto tasso di mortalità di scalata dopo l’Annapurna e il Nanga Parbat. La cima fu raggiunta per la prima volta da Achille Compagnoni e Lino Lacedelli il 31 luglio 1954, due alpinisti di una spedizione italiana guidata da Ardito Desio.

 

7. Sette anni in Tibet di Jean-Jacques Annaud (1997)

Austria 1939, Heinrich Harrer (Brad Pitt) è un giovane e arrogante scalatore di montagne, membro del Partito nazionalsocialista, scelto dal governo tedesco per scalare le montagne dell’Himalaya, raggiungendo il Nanga Parbat, la nona vetta più alta del mondo, dove altre quattro spedizioni tedesche hanno fallito dopo la perdita di undici membri. Heinrich si unisce così al gruppo di Peter Aufschnaiter e durante la scalata, un’ascesa di ben ottomila metri, cade inavvertitamente perdendo un rampone e ferendosi a un piede. Dopo che gli scalatori sono costretti a ritirarsi a causa delle valanghe di neve, Heinrich, Peter e il resto del gruppo vengono arrestati dal presidio dell’Impero britannico in India in quanto cittadini del Terzo Reich e gli scalatori vengono imprigionati in un campo di detenzione britannico. Nel 1944 Heinrich Harrer e Peter Aufschnaiter riescono a fuggire dal campo di prigionia e raggiungomo il Tibet, allora chiuso agli stranieri.

  • Il film è ispirato da un libro autobiografico scritto dall’alpinista, esploratore e scrittore austriaco Heinrich Harrer e pubblicato nel 1953.
  • Richard Gere è stato considerato per il ruolo di Heinrich Harrer. Anche se alla fine non è comparso nel film, Gere ha fatto un favore ai produttori e inviato lo script al Dalai Lama al fine di ottenere la sua approvazione. Il Dalai Lama ha letto la sceneggiatura e si è ritenuto soddisfatto.

 

8. 127 ore di Danny Boyle (2010)

Il film si basa sulla storia vera di Aron Ralston (James Franco), un alpinista statunitense che nell’aprile del 2003 rimase intrappolato in un Canyon dello Utah e fu costretto ad amputarsi il braccio destro per potersi liberare.

  • Quando ad Aron Ralston è stato chiesto quanto considerasse autentico il film lui ha risposto: “il film è di fatto così preciso che è più vicino ad un documentario che a un film drammatico”.
  • Aron Ralston ha effettivamente avuto delle allucinazioni ed è sopravvissuto bevendo la propria urina.
  • Per immedesimarsi nel personaggio, James Franco ha utilizzato la vera videocamera di Ralston e visionato il materiale audio e video girato dallo scalatore stesso durante i cinque giorni, affermando di esserne rimasto profondamente turbato.

 

9. La morte sospesa di Kevin MacDonald (2003)

Il film è un documentario tratto dal libro omonimo del 1998 di Joe Simpson che racconta la storia vera dei due alpinisti Joe Simpson e Simon Yates interpretati da Brendan Mackey e Nicholas Aaron.

  • Il film narra fatti realmente accaduti nel 1985, riguardanti la conquista alpinistica da parte dei due amici scalatori del monte Siula Grande, 6.344 metri di altezza, nelle Ande peruviane, e le difficoltà vissute durante l’impresa.
  • Alcuni dei campi lunghi con inquadrature a distanza di Simon e Joe che scalano la montagna non sono interpretati dagli attori protagonisti, ma dagli stessi Simon Yates e Joe Simpson in veste di controfigue.
  • Alla fine del film c’è una scritta che sostiene che Simon subì “forti critiche” da parte della comunità di scalatori dopo il suo ritorno in Inghilterra. Questa affermazione è stata ripetuta in diversi comunicati stampa e recensioni, ma non è corretta. In realtà ciò che è accaduto veramente è che un mese dopo il suo ritorno in Europa, Simon si è recato sulle Alpi per una scalata senza sapere che il quotidiano Daily Mail aveva pubblicato una versione errata della sua storia, il che implicava che Simon aveva cercato di uccidere Joe. Questo era ovviamente assurdo e la comunità degli arrampicatori britannici l’ha subito bollata come una sciocchezza. Tuttavia una volta tornato a casa Simon ha scoperto che un piccolo gruppo di membri anziani della Mount Everest Fondation (ente che gestisce spedizioni e arrampicate) aveva creduto alla storia del tentativo di omicidio e ora voleva Simon escluso in futuro dai fondi della MEF, un mossa che avrebbe fondamentalmente stroncato la carriera di scalatore di Simon. A questo punto però Joe Simpson ha pubblicato una versione corretta della sua storia su una prestigiosa rivista di arrampicata è l’intera questione venne finalmente chiarita.

 

10. Vertical Limit di Martin Campbell (2000)

L’alpinista Annie Garrett (Robin Tunney) quattro anni dopo una tragica scalata costata la vita a padre decide di tentare l’ardua impresa di scalare il K2. Per questo viene assunta come guida da una spedizione sponsorizzata da compagnia aerea in cerca di pubblicità. La spedizione parte guidata da Tom McLaren (Nicholas Lea), ma incontra una tormenta che uccide quasi l’intero team. A salvarsi solo Annie e altri due componenti della spedizione che caduti in un crepaccio si ritrovano bloccati. Nonostante l’opposizione degli altri al campo base Peter Garrett (Chris O’Donnell), il fratello di Annie, decide di organizzare una missione di soccorso, il piano è utilizzare alcuni contenitori di nitroglicerina per liberare l’uscita del crepaccio.

  • La montagna che si vede nel film, location utilizzata per gli esterni, non è il K2 ma bensì il Monte Cook in Nuova Zelanda.
  • Nel film appare in un breve cameo lo scalatore Ed Viesturs, che interpreta sé stesso e ha addestrato gli attori del film.
  • I fratelli Cyril e Malcolm Bench (Steve Le Marquand e Ben Mendelsohn) sono basati sui gemelli Burgess, Alan & Adrian, due veri alpinisti inglesi dello Yorkshire.