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James Bond: 50 anni da 007

James Bond: una saga lunga 50 anni, sei 007 e ben 23 film, aspettando l’ultimo

di cuttv
pubblicato 5 Ottobre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 21:35

«Il mio nome è Bond, James Bond» … A distanza di cinque decadi, In pieno Global James Bond Day, con festeggiamenti lunghi 22 film (aspettando Skyfall) e 6 diversi intrepreti, è inevitabile ripensare alla saga degli 007 partendo da Sean Connery, visto che è stato il primo Bond con licenza di uccidere (e di sedurre) ad inaugurare la stirpe di agenti segreti cinematografici al servizio di sua maestà, presentandosi sul grande schermo il 5 ottobre del 1962 con Agente 007 – Licenza di uccidere (Dr. No) diretto da Terence Young.

La saga che nasce dai romanzi di Ian Fleming, ha inevitabilmente conquistato la sua fetta di immaginario condiviso, tra alti e bassi, episodi più fortunati di altri e interpreti che hanno finito per dare molto di loro al personaggio, dal sardonico Connery (per ben 6 volte) all’ironico Sir Roger Moore (per 7 film), dalla rapida apparizione di George Lazeby (solo) “Al servizio segreto di sua Maestà” a quelle (2 volte) di Timothy Dalton, dal raffinato Pierce Brosnan (per fortunate 4 volte) e il più viscerale Daniel Craig (per 3 film … fino ad ora). A questo punto un nuovo sondaggio (da quello del 2008) per decretare il Bond preferito è tanto scontato quanto auspicabile, (GQ gli ha dedicato anche le cover di novembre), prima però date una sbirciata dopo il salto per un ripasso di tutti i film e dei suoi Bond, con video e trailer, trame e curiosità sull’intera saga, per festeggiare al meglio questi primi 50 anni.

Agente 007 – Licenza di uccidere (Dr. No) diretto da Terence Young nel 1962, inaugura la saga degli 007 cinematografica ispirata ai romanzi di Ian Fleming (1908-64), con il giovane Sean Connery sotto contratto per 5 film (dopo il rifiuto di Richard Johnson, James Mason, Rex Harrison, David Niven, Trevor Howard, Patrick McGoohan e Cary Grant), che finisce in Giamaica per impedire al Dr. No interpretato da Joseph Wiseman di modificare la rotta dei missili americani, al fianco di un’indimenticabile Bond girl Ursula Andress che esce dall’oceano come una sirena. Le presentazioni ufficiali di Bond al tavolo di un casinò non nel video.

Il film, presentato in anteprima il 5 ottobre 1962, incassò anche qualche critica da chi trovava l’umorismo sardonico di Connery inappropriato o Ursula Andress non abbastanza attraente (no dico!!!). Costato un milione di dollari, ne incasso comunque sedici milioni solo negli Stati Uniti e nel 1999 il British Film Institute l’ha inserito al 41º posto della lista dei migliori cento film britannici del XX secolo.

A 007, dalla Russia con amore (From Russia with Love) diretto ancora da Terence Young nel 1963, con un cast simile e un budget raddoppiato, anticipa il prologo ai titoli di testa, introduce il personaggio di Q interpretato da Desmond Llewelyn, girando alcune scene da Istanbul a Venezia e sembra che il presidente John F. Kennedy lo abbia incluso tra i 10 film preferiti. James Bond inviato a Istanbul per scongiurare i piani della SPECTRE determinata a vendicare la morte del Dr. No, fa innamorare l’agente dei servizi segreti russi Tatiana Romanova, pedina inconsapevole, disposta a collaborare al furto della macchina per decodificare crittogrammi.

Agente 007 – Missione Goldfinger (Goldfinger), diretto da Guy Hamilton nel 1964 dispone di maggiore budget rispetto ai precedenti e regala più humour all’agente alle prese con il diabolico magnate dell’oro Auric Goldfinger (Gert Fröbe), determinato ad annientare la riserva aurea degli Stati Uniti a Fort Knox con una bomba radioattiva per dominare i mercato dell’oro, quanto alla celebre battuta che questo rivolte all’agente che sta per essere tagliato in due con il laser (BOND: Si aspetta che io parli? – GOLDFINGER: No, mi aspetto che lei muoia).

Tra i capitoli più popolari della saga, il film vanta il record americano del più grosso incasso raggiunto in breve tempo, la presenza di Pussy Galore (Honor Blackman), la Bond girl più anziana, un Premio Oscar per il Miglior montaggio sonoro a Norman Wanstall e il Premio BAFTA con la Nomination Migliore scenografia a Ken Adam, mentre nel 1999 il British Film Institute l’ha inserito al 70º posto della lista dei migliori cento film britannici del XX secolo. Ian Fleming morì prima di riuscire a vedere l’opera finita e in seguito ispirazione per numerose citazioni e parodie, dai ‘Due mafiosi contro Goldginger’ con Franco e Ciccio, ai fumetti di Topolino (Paperino missione Bob Finger del 1966 e Topolino 007-Missione Goldelicius del 1988).

Agente 007 – Thunderball: Operazione tuono (Thunderball) diretto ancora una volta da Terence Young nel 1965, pur ritardato da dispute legali vede Connery alle prese con Emilio Largo (Adolfo Celi con occhio bendato), numero 2 dell’associazione criminale SPECTRE intenzionato a dirottare un aereo della NATO contenente 2 bombe atomiche capaci di distruggere due metropoli inglesi o americane se non viene pagata la somma di 100 milioni di sterline. L’attore italiano fu scelto come Claudine Auger, ex miss Francia preferita a Raquel Welch, Julie Christie e Faye Dunaway, per sedurre il mercato europeo, e il film pur incassando solo 141 milioni di dollari, tenendo conto dell’inflazione, resta il Bond con il maggiore incasso.

Agente 007 – Si vive solo due volte (You Only Live Twice) diretto da Lewis Gilbert nel 1967, deve il titolo ad un haiku scritto da Fleming “You only live twice/Once when you’re born/And once when you look death in the face”, mentre il testo di Fleming viene sottoposto a notevoli revisioni. Bond, aiutato dal capo dei servizi segreti giapponesi “Tigre Tanaka” (Tetsuro Tamba), scongiura l’imminente frattura tra Stati Uniti e Unione Sovietica tramata dall’uomo SPECTRE Ernst Stavro Blofel (Donald d Pleasence) mostrato per la prima volta involto, che riesce comunque a far perdere le sue tracce lasciando aperta la caccia di Bond ma non di Connery, che decide di abbandonare la serie per non restare intrappolato nel personaggio, mentre la produzione cambia l’attore senza abbandonare il franchise.

Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà (On Her Majesty’s Secret Service) diretto da Peter R. Hunt nel 1969, dopo la rinuncia di Connery, di un Timothy Dalton troppo giovane e un Roger Moore troppo impegnato con la serie tv Il santo, affida il ruolo di Bond al modello australiano George Lazenby, che insegue, salva dal suicidio, seduce e sposa la bella e infelice contessa Tracy Di Vicenzo (Diana Rigg), ma in viaggio di nozze a bordo dell’Aston Martin DBS, la piange dopo averla vista ferita a morte da Irma Bunt, che li raggiunge su una Mercedes-Benz 600 con Blofeld. Un flop per qualcuno, un capolavoro per altri, il film incassò 87.400.000 dollari in tutto il mondo, 24 milioni in meno rispetto al film precedente, ma comunque più di episodi successivi interpretati dal carismatico e very british Roger Moore.

Agente 007 – Una cascata di diamanti (Diamonds Are Forever) diretto Guy Hamilton nel 1971 con un Bond interpretato di nuovo da Connery (sedotto dalle condizioni contrattuali: 1,25 milioni di dollari più il 12,5% degli incassi e un bonus di 145.000 dollari per ogni settimana di lavoro oltre la 18ª) e un intreccio analogo a quello di Missione Goldfinger, con il personaggio di Bloefeld interpretato da Charles Gray, che ironicamente in Si vive solo due volte interpretava un amico e alleato del protagonista. Dopo questa interpretazione Connery torna ad interpretare Bond solo in Agente 007 – Mai dire mai, una delle tre fuori serie e EON Productions.

Vivi e lascia morire (Live and Let Die) diretto da Guy Hamilton nel 1971, vede Roger Moore inaugurare il ruolo che interpreterà per ben 7 volte e per il maggior numero di anni (ben 12), conferendo al personaggio notevoli cambiamenti e un risultato notevole successo di incasso, che colloca questo film al terzo posto della classifica della serie. Arrivando fino al diplomatico dell’isola di San Monique, Mr. Kananga, co l’aiuto di Felix Leiter, di Quarrel Jr. e della veggente voodoo Solitaire (con un mazzo di tarocchi creato apposta per il film), Bond riesce a sventare il diabolico piano che ha condotto alla morte tre agenti di sua maestà.

Nella scena dell’inseguimento con il motoscafo Glastron girata nelle paludi della Louisiana, il balzo di 30 metri sull’auto dello sceriffo che ha richiesto l’utilizzo di 17 imbarcazioni, guadagna il Guinness dei primati, mentre uno dei coccodrilli prende il nome di “vecchio Albert”, dal produttore Albert R. Broccoli e le musiche sono del produttore dei Beatles George Martin.

Agente 007 – L’uomo dalla pistola d’oro (The Man with the Golden Gun) diretto da Guy Hamilton nel 1974, vede Roger Moore schivare le pallottole d’oro del killer Francisco Scaramanga interpretato da Christopher Lee (nonché cugino di Ian Fleming), prima di potersi godere il ritorno in Inghilterra don Miss Goodnight (Maud Adams). Tra le cose più curiose sicuramente il salto carpiato con l’auto tra le sponde del canale eseguito da un gruppo di stuntman, il finale del film girato nell’isola di Phuket, colpita dallo tsunami del 26 dicembre 2004 e la scena di lotta a Beirut nel camerino della ballerina, quando Bond sposta una specchio svelando il riflesso della telecamera e della troupe.

La spia che mi amava (The Spy Who Loved Me), diretto da Lewis Gilbert nel 1977, spinge Bond-Moon a trovare il responsabile della scomparsa dei sommergibili nucleari sovietico e britannico, scomparsi nel nulla. Oltre a tre candidature al premio Oscar per la migliore scenografia (Ken Adam), la migliore colonna sonora (Marvin Hamlisch) e la migliore canzone (Nobody Does It Better di Carly Simon), che non vinse, guadagnò 185 milioni e 400 mila $ conquistando il quinto incasso maggiore della serie 007, dopo Thunderball, Goldfinger, Si vive solo due volte e Vivi e lascia morire.

Moonraker – Operazione spazio (Moonraker) diretto da Lewis Gilbert nel 1979, vede Roger Moore scampare all’ennesimo tentativo di omicidio di un’amante pericolosa, abbandonato su un aereo privato, ingovernabile e privo di paracadute, mar rientrato a Londra, deve indagare sulla sparizione di uno Space Shuttle denominato Moonraker, di proprietà del miliardario Hugo Drax, sinistro presidente di una potente industria aerospaziale. Il film anticipa di diciotto mesi la prima missione dello Space Shuttle Columbia e le amanti di Bondo sono ancora tante e tutte modelle di Playboy, che gli dedicò anche un servizio esclusivo, prima che gli anni ’80 e l’AIDS arrivassero a ridimensionare la promiscuità dell’agente.

Solo per i tuoi occhi (For Your Eyes Only), diretto da John Glen nel 1981, girato tra Cortina d’Ampezzo, Albania e l’isola di Corfù (con la spiaggia di “ISSOS BEACH”), segna la scomparsa dello storico nemico Ernst Stavro Blofeld e della famigerata SPECTRE, anche se il cattivo muore a causa delle controversie legali della EON Productions.

Octopussy – Operazione piovra (Octopussy), diretto da John Glen nel 1983, oltre ad essere il sesto e penultimo film interpretato dall’agente Roger Moore, tra basi militari, uova Fabergé, traffici di gioielli, belle avventuriere e cortine di ferro, omaggia la fuga di Bond nella foresta appeso ad alcune liane con il famoso urlo di Tarzan.

007 – Bersaglio mobile (A View to a Kill), diretto da John Glen nel 1985, saluta per sempre Lois Maxwell nei panni di Miss Moneypenny, segretaria di M, e di Roger Moore che a 57 anni si sente troppo vecchio per il ruolo e ironizza sulla decisione maturata ‘dopo aver scoperto che la madre di Tanya Roberts era più giovane di lui’. Dalla ricerca di un microchip in Siberia (ghirata in realtà in Islanda) con fuga in un sommergibile camuffato da iceberg, ad una miniera per scongiurare un terremoto, con tanto di errore commesso da Q quando asserisce che il microchip è su base di silicone anziché di silicio.

La felina May Day (Grace Jones) urla sul serio durante la sequenza delle mine, ignorando che i cavi elettrici attorno a lei sarebbero esplosi come effetti speciali per la scena, mentre il suo fidanzato Dolph Lundgren, interpreta il suo primp ruolo come guardia del corpo del generale Gogol. A View to a Kill dei Duran Duran, rimane invece agli annali come la prima canzone dei film di James Bond a raggiungere il 1º posto in classifica, e l’ultima registrata dalla formazione originale dei Duran Duran prima della reunion del 2001. Inoltre per la prima volta i titoli di coda non menzionano il titolo del film successivo.

007 – Zona pericolo (The Living Daylights), diretto da John Glen nel 1987, festeggia il 25º anniversario della serie cinematografica di James Bond con l’attore gallese Timothy Dalton nei panni di un agente con licenza di uccidere più duro, professionale, elegante, simpatico e vicino al Bond del The Living Daylights (Il lume dell’intelletto) di Ian Fleming.

Il film segna anche la fine della collaborazione con John Barry che dopo tanti anni e canzoni, saluta la saga introducendo brani classici e nuovi in collaborazione con il gruppo The Pretenders e gli a-ha, tra cui The Living Daylights.

007 – Vendetta privata (Licence to Kill), diretto per l’ultima volta da John Glen nel 1989, con un Timothy Dalton affiancato da Robert Davi, David Hedison, Carey Lowell e dagli ormai abituali Robert Brown e Desmond Llewelyn, lascia le missioni per fare da testimone di nozze a Felix Leiter (il David Hedison che torna 16 anni dopo la sua prima interpretazione in Vivi e lascia morire) in Florida, ma sarà costretto a restare per vendicare il vecchio amico, torturato, dato in pasto agli squali, e sopravvissuto alla morte della sua giovane moglie.

GoldenEye (GoldenEye), diretto da Martin Campbell nel 1995 e interpretato per la prima volta da Pierce Brosnan, segna l’esordio di M interpretato da Dame Judi Dench, e delle riprese in una vecchia fabbrica di elicotteri della Rolls-Royce dismessa nel 1993, trasformato nel più grande teatro di posa d’Europa. I nei Pinewood Studios di Londra non erano disponibili. La scena acrobatica girata sulla diga di Verzasca vicino alla svizzera Locarno, richiese allo stunt Wayne Michaels un salto di quasi 200 metri da record del mondo. La scena della sfida in auto sulle strade di montagna sopra il Principato di Monaco, tra la Aston Martin DB5 di Bond e la Ferrari F355 di Xenia, è un chiaro riferimento al secondo capitolo del romanzo di Ian Fleming Al servizio segreto di sua maestà, mentre il titolo del film è il nome della casa giamaicana dove Ian Fleming scrisse tutti i romanzi di James Bond.

Il domani non muore mai (Tomorrow Never Dies), diretto da Roger Spottiswoode nel 1997, porta James-Brosnan in Afghanistan per neutralizzare una gang di commercianti d’armi come il pioniere del tecnoterrorismo Henry Gupta, braccato dall’FBI, anche se la scena iniziale ambientata al confine tra Afghanistan e Pakistan è stata girata sui Pirenei (Peyresourde), il palazzo del Carver Media Group di Amburgo in una sede europea della IBM, e l’inseguimento in auto nel parcheggio dell’Atlantic Hotel di Amburgo arriva dal parcheggio inglese del centro commerciale d’Europa a Brent Cross.

Grande protagonista del film è la MW 750iL super accessoriata da Q, con sistema di navigazione GPS e sistema di sicurezza avanzato con gas lacrimogeni e scosse elettriche, scocca e vetri antiproiettile, missili nascosti sotto il tettuccio apribile, chiodi tripunta sgonfiaruote nascosti nel paraurti posteriore, pneumatici a gonfiamento automatico e tagliacavi nascosto sotto il logo BMW. Un bolide delle meraviglie telecomandato con cellulare Ericsson provvisto di scanner per impronte digitali, pass-partout nascosto nell’antenna e 2 spuntoni retrattili capaci di generare una scossa elettrica di 20000 volt.

Tra i gioielli anche “Surrender (Tomorrow Never Dies)” scritta da David Arnold, la versione elettronica del classico “The James Bond Theme” di Monty Norman realizzata da Moby, e “Tomorrow Never Dies” scritta ed interpretata da Sheryl Crow.

Il mondo non basta (The World Is Not Enough), diretto da Michael Apted nel 1999, affianca Sophie Marceau e Desmond Llewelyn a un Pierce Brosnan con mitici occhiali a raggi x a caccia di donne che azionano bombe, uccidono banchieri, fuggono su motoscafi e mongolfiere prima di suicidarsi dopo aver capito che da Bondo non si scappa. Il castello usato come quartier generale dell’MI6 in Scozia è l’Eilean Donan Castle già utilizzato per Highlander – l’ultimo immortale, mentre 007 lascia la Walther PPK (cal. 7.65 Browning) per la più moderna Walther 99 (cal. 9×19), anche se alla fine spara con una Colt 1911 (cal. 45ACP). Per rivedere la Walther PPK dobbiamo aspettare Skyfall.

La morte può attendere (Die Another Day), diretto da Lee Tamahori nel 2002, a 40 anni dal primo film di James Bond, fa emergere dall’acqua l’agente della NSA Jinx interpretato da una stratosferica Halle Berrye, mentre la collega Miranda Frost è sotto copertura come assistente dell’eccentrico milionario Gustav Graves, in realtà il trafficante di armi Tai-Sun Moon sottoposto a un intervento di chirurgia plastica. Bond si finge invece ornitologo come nel romanzo Licenza di Uccidere di Felming, Miss Moneypenny riesce a baciarlo (ma solo virtualmente), mentre Q sfoggia il solito corredino di gadget storici, come lo zaino a reattore di Agente 007 – Thunderball: Operazione tuono, la scarpa con la punta avvelenata di Rosa Klebb, L’Acrostar e il finto coccodrillo usati entrambi in Octopussy – Operazione piovra.

Casino Royale, diretto da Martin Campbell nel 2006, è il ventunesimo capitolo della saga degli 007 ma il primo a stravolgere completamente il personaggio con l’avvento di un Daniel Craig oscuro, viscerale e granitico, ma così ‘emotivo’ da generare un nuovo parallelo con l’eroe, in grado di sopportare una scena di tortura che ha richiesto qualche taglio per poter ottenere il visto “12A” (ossia: età minima 12 anni con accompagnamento di un adulto) del British Board of Film Classification.

Da Venezia a Gaeta, da Giancarlo Giannini nei panni dell’ambiguo agente locale René Mathis, al terrorista incaricato di far esplodere l’aereo all’aeroporto di Miami interpretato da Claudio Santamaria, l’Italia è una presenza costante del film che da noi ha incassato 7.971.884 euro sui 594.200.000 dollari mondiali. Casino Royale resta ‘per ora’ il James Bond più remunerativo nella storia della serie, al 4º posto nella classifica dei film più visti nel 2006, al 38º di quelli che hanno incassato di più nella storia del cinema.

Quantum of Solace (Quantum of Solace), diretto da Marc Forster nel 2008, e sceneggiato dal premio Oscar Paul Haggis, accresce lo sforzo fisico per Bond-Craig alla ricerca di vendetta per la morte di Vesper Lynd (Eva Green), sottoposto a corse disperate, inseguimenti, incontri di boxe dal Messico al lago di Garda, dalle cave di Carrara alla città fantasma di Craco, Il film guadagna la seconda posizione al box-office, dopo Casino Royale, con un incasso globale di $ 586.090.727.

La pre-produzione dell’ultimo capitolo della serie di James Bond sarebbe dovuta partire a gennaio 2010 per arrivare in sala alla fine del 2011. A causa della grave crisi finanziaria in cui versava però, la Metro-Goldwyn-Mayer ad agosto 2010 aveva sospeso tutto a tempo indeterminato. Nel gennaio 2011 la EON Productions ha finalmente annunciato la ripresa della lavorazione per il novembre del 2011.

Aspettando l’arrivo di Daniel Craig in missione con Skyfall, sul grande schermo dal 31 ottobre 2012, non mi resta che lasciarvi a uno dei trailer del 23º film della saga.

E ora dopo questo ripasso lo spazio dei commenti aspetta anche la vostra personale classifica dei 5 film migliori…