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L’Uomo di Neve: Oslo e le scenografie norvegesi del thriller di Tomas Alfredson

Scopriamo Oslo e le suggestive location scandinave del thriller “L’uomo di neve” al cinema il 12 ottobre con Universal Pictures.

pubblicato 12 Ottobre 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 01:06

 

Il 12 ottobre Universal Pictures porta nei cinema italiani L’uomo di neve, il thriller diretto da Tomas Alfredson, basato sull’omonimo bestseller dello scrittore norvegese Jo Nesbo e interpretato da Michael Fassbender, Rebecca Ferguson, Charlotte Gainsbourg, JK Simmons, Chloe Sevigny e Val Kilmer.

In un panorama glaciale come il suo terreno di caccia, un sociopatico che si autodefinisce “The Snowman Killer” ha puntato l’unica persona a cui vuole mostrare il suo metodico gioco perverso e criminale: il detective Harry Hole (Michael Fassbender) investigatore capo di una squadra speciale anticrimine. Fornendogli delle esche avidamente semplicistiche come “Signor Poliziotto, ti ho dato tutti gli indizi…” lancia il guanto di sfida ad un degno avversario da affrontare nel suo gioco malato che prevede vittime mutilate e trasformate in raccapriccianti pupazzi di neve.

 

 

La Costruzione del Mondo de “L’Uomo di Neve”

Uno dei punti di forza del thriller L’Uomo di Neve sono le suggestive location norvegesi, con quel tocco di mistero in più che diventa perfetta cornice per l’introspezione psicologica dei personaggi e dei loro tormenti interiori. Scenari immersivi che raccontano un paesaggio invernale straniante e l’aspetto unico di una città nordica come Oslo, che sta al detective Harry Hole come Sherlock sta a Londra. Città e protagonista sono collegati, le loro identità s’intrecciano così in profondità che la scelta di girare in Norvegia è stata quasi obbligata come spiega il produttore Robyn Slovo.

[quote layout=”big”]Oslo era fondamentale per il film, e Tomas Alfredson era determinato fin dall’inizio a girare il film in quel luogo. Voleva mostrare l’importanza dei silenzi, della tranquillità di questa città nordica e il suo aspetto unico. “L’Uomo di Neve” è norvegese nell’ ambiente, nel carattere, circondato da paesaggi che non potrebbero essere altro che scandinavi.[/quote]

Per questioni di budget prima di optare per la Norvegia, sono state prese in considerazione altre località come gli Stati Uniti, la Svezia e persino Londra. Ma alla fine dopo lunghi negoziati “L’Uomo di Neve” è diventato il primo lungometraggio internazionale girato in Norvegia che ha ottenuto dei finanziamenti dal nuovo programma di incentivi statali destinato ad attirare produzioni cinematografiche e televisive straniere. Infatti “L’Uomo di Neve” è il più grande film girato totalmente in Norvegia.

Nel corso delle 12 settimane di riprese, la produzione ha approfittato delle splendide location che la Norvegia ha da offrire: dalla gelida metropoli di Oslo, alla città di Bergen, Patrimonio dell’Umanità, ai vasti e drammatici paesaggi marini della regione di Telemark, all’iconica Atlantic Road che percorre la frastagliata costa atlantica. Una location del film, la casa di Rafto, si trova su una penisola ventosa con vista sulla costa norvegese, arroccata sul margine di rocce che sorgono dal Mare del Nord, la casa è circondata da un paesaggio selvaggio e talmente remoto da essere accessibile solo in elicottero.

Riguardo alla sua esperienza in Norvegia l’attrice Charlotte Gainsbourg, che interpreta Rakel Fauke ex del detective Hole, ha parlato di una visione condivisa con il regista Tomas Alfredson

[quote layout=”big”]La visione di Tomas sulla volontà di girare a Oslo, l’ho condivisa appieno: ha voluto mostrare l’importanza dei silenzi e dei ritmi che ha mantenuto alti per tutto l’intero film.[/quote]

 

 

Le Scenografie e Location Norvegesi

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La creazione delle scene per “L’Uomo di Neve” è iniziata nel 2014, quando il regista Tomas Alfredson e la scenografa nominata ai BAFTA e all’Oscar, Maria Djurkovic, si sono recati in Norvegia per esplorare la città, alla ricerca della giusta tonalità visiva da dare al film.

[quote layout=”big”]Per Tomas è sempre stato determinante ambientare “L’Uomo di Neve” a Oslo. E’ una città che presenta molti lati diversi. Abbiamo visitato la zona di Oslo e di Bergen osservando tutto attentamente. Tomas mi ha descritto la visione che aveva in mente, e io ho cercato di cementare il suo pensiero. Abbiamo guardato le gallerie d’arte, i musei, l’architettura, per definire l’immagine visiva.[/quote]

Maria Djurkovic e Tomas Alfredson avevano già lavorato insieme per lo spy-thriller La Talpa, la scenografa descrive Alfredson come uno spirito affine e dotato di una visuale accogliente e una straordinaria apertura mentale, elementi cinematograficamente non convenzionali.

[quote layout=”big”]Tomas è il regista più visivamente colto che conosca, e lavorare con lui è una vera gioia. Ha standard elevati ed è un regista molto ambito. Sprona le persone a spingersi oltre ai propri limiti, e ad agire con audacia. Le sue idee sono così audaci e così diverse da quelle di chiunque altro.[/quote]

L’Uomo di Neve dispone di un aspetto visivo forte e senza compromessi che crea il giusto contesto all’oscurità e alla tensione di questo thriller su un killer seriale, in un genere inesplorato da una scenografa celebrata per il suo lavoro su film d’epoca come The Imitation Game.

 

 

Quando si è trattato di ricreare gli ambienti in cui si muove il detective Harry Hole, il regista Tomas Alfredson ha specificamente chiesto che il quartier generale della polizia si percepisse come un ambiente all’opposto di Harry, un luogo in cui un uomo come Harry si sentisse fuori luogo, scomodo e refrattario. Era compito di Djurkovic e della sua squadra addetta alle scenografie riflettere il temperamento del detective Hole nell’ambiente e il quartier generale della polizia ne è un esempio come spiega la stessa Djurkovic.

[quote layout=”big”]La nostra stazione di polizia è la più funzionale che si sia mai vista. Era importante per Tomas che Harry si sentisse fuori luogo. Tutto il contrario di un ufficio tipico, uno spazio amichevole e solidale dove gli impiegati vengono curati e sostenuti. Harry in sostanza è colui che si sente a disagio e fuori luogo. Ci sono un tavolo da ping-pong, e gigantesche poltrone imbottite per riposarsi durante le pause. E’ un ambiente gioioso. Poi c’è l’ufficio che Harry condivide con Katrine, dove spicca uno scaffale che separa il suo spazio da lei, su cui ha appiccicato poster e biglietti quasi ad isolarlo da quell’ambiente così a lui estraneo. Non mostra così solo il temperamento del suo personaggio, ma la volontà di estraniarsi da uno spazio che lo mette a disagio.[/quote]

A differenza dell’energia positiva che emana la stazione di polizia, l’ambiente personale di Harry è invece freddo e vuoto come spiega la scenografa Djurkovic.

[quote layout=”big”]Ad Harry non interessa circondarsi di cose belle. Ha un bell’appartamento in stile Bauhaus, ma è vuoto e spartano. Gli effetti personali non li considera importanti. Tomas voleva che il detective fosse come un gufo seduto sul suo nido con la vista di Oslo fuori dalle finestre. Attraverso le finestre, abbiamo sfruttato la vista, la luce esterna ed i suoi cambiamenti. [/quote]

 

 

La Realizzazione di Ghiaccio e Neve

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In un paesaggio invernale che diventa coprotagonista del film, neve e ghiaccio dovevano apparire reali poiché la neve falsa è diversa visivamente e reagisce in modo diverso al tatto.

[quote layout=”big”]Sul terreno la neve falsa è come se fosse morta. Non ha vita, non brilla. La neve vera è viva, è luminosa. Ha tanti riflessi di colori, mentre la neve falsa ha un solo colore. Le differenze sono evidenti da vicino.[/quote]

Per questo livello di autenticità è stato necessario reclutare un supervisore alla neve: Johan Harnesk, il cui compito era quello di assicurare che il regista Tomas Alfredson avesse una neve vera ed autentica per le scene e di girare con neve reale anche le scene filmate in studio. Tutto ciò è stato possibile grazie all’utilizzo di una cella frigorifera e di grossi camion che hanno portato dei blocchi di neve provenienti da Holmenkollen che si trova sopra Oslo, dove ha sede una famosa pista da sci.

[quote layout=”big”]Abbiamo portato lo studio ad una temperatura di meno 5, per mantenere intatta la neve e rendere visibile il respiro. È abbastanza insolito, non l’ho mai fatto prima, ma Tomas voleva lavorare con della neve reale, così l’abbiamo accontentato.[/quote]

 

Per scoprire di più sul film:

https://www.facebook.com/LUomoDiNeveFilm

#LuomoDiNeve

 

 

 

Iniziativa realizzata in collaborazione con Universal Pictures Italia