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La Bella Gente: Recensione in Anteprima

Prima de Gli Equilibristi e I Nostri Ragazzi Ivano De Matteo aveva girato La Bella Gente, in arrivo nelle sale d’Italia con sei anni di ritardo

pubblicato 24 Agosto 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 13:21

Acclamato alla Mostra del Cinema di Venezia del 2012 e del 2014 con Gli Equilibristi e I Nostri Ragazzi, Ivano De Matteo aveva in realtà fatto il suo esordio alla regia nel 2009 con La Bella Gente, film presentato al Festival di Torino e vincitore del Gran Premio al festival del film italiano di Annecy. Peccato che in 6 anni quell’applaudito debutto non sia mai uscito nelle sale nostrane, girando nel frattempo il mondo tra un Festival e l’altro. Il prossimo 27 agosto, finalmente e con colpevole ritardo, La Bella Gente si farà vedere nei cinema d’Italia grazie all’Istituto Luce. Una cacciata dal ‘limbo distributivo’ a dir poco doverosa, vista la forza di questa storia sceneggiata con sorprendente maestria da Valentina Ferlan.

Un’opera ‘particolare’, quella di De Matteo, perché lontana dai soliti canoni del ‘dramma’ all’italiana. Ne La Bella Gente sembra quasi non succedere niente. Siamo lontano da Roma, in aperta campagna e a un paio d’ore dal Giglio. Alfredo è un architetto di sinistra, mentre Susanna, sua moglie da 30 anni e unico amore dai tempi del liceo, una psicologa che si occupa delle donne in difficoltà. Gente acculturata, politicamente impegnata, dalle ampie vedute e dal cuore apparentemente aperto nei confronti di chi ha bisogno. Piombati nel casolare di famiglia per trascorrere l’estate, la coppia viene travolta da una visione che disturba Susanna. Quella di una ragazza dell’est, una prostituta, umiliata e picchiata sulla strada dal suo pappone. La scioccante immagine che ai più non avrebbe scosso nulla travolge invece la donna, decisa a voler salvare quella povera ragazza. Convinto Alfredo della folle idea, i due accolgono in casa propria questa docile, gentile, educata e bella ragazza ucraina, progettando per lei un futuro roseo e lontano dalla prostituzione. Fino a quando in casa non arrivano il figlio e la fidanzata della coppia. E allora tutto cambia, improvvisamente, tramutando quella ‘bella gente’ del titolo in autentici mostri contemporanei.

Un film di scrittura, tutto incentrato sui personaggi e sulle relazioni che intercorrono tra di loro. Da una parte i radical chic, abituati ad una vita di agiatezza ‘eppure’ di sinistra, tra lotte e contraddizioni sociali; dall’altra gli amici di Susanna e Antonio, ovvero Iaia Forte e Giorgio Gobbi, cafoni di destra, volgari nei modi e quasi orgogliosi nel volerlo continuamente ostentare; nel mezzo lei, la giovane e indifesa Nadja, letteralmente finita dalla padella della strada alla brace di questa famiglia solo all’apparenza ‘irreprensibile’. De Matteo, ispirato anche dal punto di vista visivo tra riflessi deformanti, perché nessuno è come sembra, e abbaglianti cambi di scena, delinea gli spaventosi lineamenti dell’animo umano medio, perennemente diviso tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere.

Ad inscenarlo perfettamente una fantastica Monica Guerritore, quasi diabolica nel mutare lentamente dinanzi alla presenza della ‘sua’ Nadja, proprio da lei trascinata via dalla strada. L’eticamente osceno personaggio di Iaia Forte, così gratuitamente esagerato nel guardare il resto del mondo dall’alto in basso tanto da pulirsi la coscienza con un misero sms da mandare in Mozambico, è paradossalmente più lineare e coerente rispetto a quello dell’amica ‘comunista’ che vorrebbe salvare l’intera umanità in difficoltà, qui pennellata sulla figura di una sorprendente Victoria Larchenko. La sua sola presenza farà girar la testa ad Elio Germano, figlio di Antonio e Susanna fidanzato con un’insopportabile ‘pariolina’ dalla puzza sotto il naso, Myriam Catania, come al suo solito straordinario nell’interpretare questo viziato figlio di papà dai modi genuinamente ‘coatti’. Se l’arricchito Giorgio Gobbi bissa con forza la grezzezza della sboccata moglie, Antonio Catania è invece quasi costretto a ‘sopportare’ gli stati d’animo dell’impulsiva Guerritore, nonché l’arroganza dell’incoerente figlio. Un tiepido raggio di sole all’interno di un luminoso quadretto famigliare che con il passare dei minuti si incupisce sempre più, fino ad esplodere perché travolto dai pregiudizi sociali e dalle gelosie, dai dubbi e dalle paure. Prima di tornare alla normalità quotidiana, come se nulla fosse successo.

Un esordio folgorante nella sua anomala e disarmonica rappresentazione, quello targato De Matteo, riuscito persino a strappare più di una risata e ad ottenere il meglio del meglio da un cast meravigliosamente equilibrato, lasciando tra le mani dello spettatore una serie di quesiti ‘socio-comportamentali’ a cui i suoi protagonisti, vuoi o non vuoi, hanno trovato risposta. Ma noi, se fossimo stati nei loro panni, come ci saremmo comportati? Ed è qui, dinanzi a questa complicata domanda a cui trovar risposta, che La bella Gente ha centrato il proprio obiettivo.
[rating title=”Voto di Federico” value=”7.5″ layout=”left”]

La Bella Gente (Ita, 2015, drammatico) di Ivano De Matteo; con Monica Guerritore, Antonio Catania, Iaia Forte, Giorgio Gobbi, Victoria Larchenko, Myriam Catania, Elio Germano – uscita giovedì 27 agosto 2015.