Home Recensioni Ribelle – The Brave: recensione in anteprima da Los Angeles

Ribelle – The Brave: recensione in anteprima da Los Angeles

Una principessa-maschiaccio, ribelle e in conflitto con la madre: è Merida, la prima eroina della Pixar. Leggi la recensione di Cineblog di Ribelle – The Brave.

pubblicato 13 Agosto 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 23:18

Merida, abile arciera, è l’impetuosa figlia di Re Fergus e della Regina Elinor. Il potente Lord MacGuffin, il burbero Lord Macintosh e l’irascibile Lord Dingwall fanno sfidare i propri figli per prendere Merida in sposa. Ma la principessa decide di partecipare alla sfida, sconfiggere i tre pretendenti e non essere costretta a sposarsi. Le sue azioni scatenano il caos nel regno e la furia della madre. La ragazza chiede aiuto ad un’eccentrica vecchia strega che le concede di esaudire un unico desiderio. Il “dono” della strega, però, si rivelerà fatale. Solo allora Merida farà ricorso a tutto il suo coraggio per sconfiggere una terribile maledizione…

1995: esce il primo, rivoluzionario lungometraggio della Pixar, Toy Story. Per una quindicina di anni si alternano soltanto ottimi film, alcuni dei quali toccano punte di eccellenza che difficilmente si trovano nel cinema americano mainstream recente. Porte volanti (Monsters & Co.), il blu profondo del mare (Alla ricerca di Nemo), il mito del deserto e del Grand Canyon (Cars), la notte romantica di Parigi (Ratatouille), e via dicendo: ci ha fatto viaggiare e sognare tanto, la Pixar, fino ad una tripletta incredibile come quella formata da WALL·E, Up e Toy Story 3.

Mondi fantastici, certo, ma anche la consapevolezza di un gruppo di persone che ha capito tutto del cinema d’animazione: e lo sfrutta non come “genere”, ma come mezzo espressivo. Il cinema d’animazione è infatti cinema tout court, per questo già predisposto ai generi. WALL·E, che sconfina pure nel cinema muto, è un film di fantascienza, Up ha il sapore di un film d’avventura dei bei tempi andati, Toy Story 3 sfrutta il prison movie per regalare alcune tra le scene più tese e angoscianti che il pubblico di massa abbia visto di recente sul grande schermo.


Ma, soprattutto, la Pixar ci ha sempre abituati bene. Come? Sorprendendoci. Per 15 anni ogni pellicola sfornata è stata per il grande pubblico fonte di dettagli gentilissimi, di personaggi indimenticabili, di scene inaspettate, di sviluppi commoventi e sorprendenti (la Pixar fa piangere, certo: ma chi si aspettava con Up di piangere subito dopo i primi 15 minuti?). Poi… Poi è arrivato Cars 2. Un prodotto a cui non riusciamo a voler bene, di cui non sappiamo cosa tenere. Un film piatto, più nella tradizione Dreamworks. È il primo, vero brutto colpo per critica e fan. La Pixar non è infallibile: una dura realtà da mandar giù.

Come si deve prendere quindi questo attesissimo e già parecchio discusso Ribelle – The Brave? Forse con una piccola ma significativa consapevolezza in più: con la Pixar d’ora in poi bisognerebbe iniziare ad abbassare le proprie aspettative. Ribelle – The Brave non è un brutto film, affatto. Ma è, ancora una volta, un film che non mantiene quelle aspettative troppo alte che il pubblico di aficionados ormai ha. Un decente film “alla Disney”, verrebbe da dire subito dopo essere usciti dalla sala, come in molti lo hanno tacciato.

Il film ha però uno dei personaggi più memorabili della recente storia d’animazione, e questo è un dato di fatto. Prima protagonista nella storia dei film Pixar, Merida riscrive, secondo i canoni del cinema postmoderno, i tratti caratteristici della classica principessa delle fiabe. Le principesse non sono mai andate troppo d’accordo con l’ambiente che le circondava, è vero, ma Merida va oltre. È innanzitutto un maschiaccio, assolutamente non incline al galateo che una buona principessa deve rispettare. Grazie alla sua chioma lunga, riccia e rossissima, Merida già si impone come un personaggio da ricordare a livello visivo, ma resta in mente anche per la sua volontà di affermarsi a tutti i costi secondo la sua convinzione.

Con i tre fratellini più piccoli ne combina di tutti i colori, è grossolana di natura, adora il tiro con l’arco e non ascolta i consigli della madre, che ormai non sa più come prendere sua figlia. Non a caso la prima parte del film, che vede sostanzialmente lo scontro tra figlia ribelle e madre “severa”, è la più divertente, persino furiosa grazie al suo ritmo. Siamo dentro al film in un attimo sin dal prologo, con il quale si possono già apprezzare le caratterizzazioni dei personaggi e il mondo del film: un piacere che aumenta se si guarda Brave in originale, dove ovviamente viene usato un delizioso e semplificato accento scozzese.

La frattura del film avviene con la seconda parte, dal momento in cui uno snodo narrativo, causato da una maledizione andata male, rimette in gioco il rapporto tra Merida ed Elinor, e mettendole entrambe in estrema difficoltà rispetto al regno. Da questo momento succede qualcosa: lo sviluppo della sceneggiatura rende Brave più frammentario e, dopotutto, abbastanza fragile nel complesso, nonostante non manchi l’azione e il ritmo regga. Forse il problema è da riportare alla travagliata storia produttiva del film, anche se non è il primo prodotto Pixar ad averne una simile.

Come probabilmente saprete, la storia originale di Brave è di Brenda Chapman, che ha all’attivo nel campo dell’animazione collaborazioni con film come La sirenetta, Il gobbo di Notre Dame, La bella e la bestia e Il re leone. Doveva essere la prima regista donna di un film Pixar grazie a The Bear and the Bow (il titolo originale di Brave), ma improvvisamente è stata licenziata. Il film è finito quindi nelle mani di Mark Andrews. Il perché è ancora poco chiaro, anche se alcune voci vorrebbero che la storia originale della Chapman fosse troppo dark e complessa, quindi da semplificare.

Se così fosse, saremmo ancora più sorpresi dalla Pixar, a cui non è mai mancato il coraggio (escluso il precedente Cars 2, ovviamente). E guardando Brave, così com’è oggi, si ha la netta sensazione che il film sia appunto “fratturato”, modificato – e forse addolcito – di corsa: ciò che ne è uscito fuori è un classicissimo film d’animazione, senza infamia ma anche senza troppe lodi. Approfondendo la storia produttiva del film viene davvero voglia di vedere la versione che è rimasta solo sulla carta, quella con la quale una regista voleva esplorare, attraverso il mito scozzese e le possibilità dell’animazione, il rapporto con sua figlia.

La vera “rivoluzione” della pellicola, infatti, sta nel dare risalto alla figura della madre in una fiaba che ribalta le regole del racconto “alla Grimm”: quante madri morte ci sono nel mondo Disney? E quante matrigne cattive le hanno rimpiazzate? Qui la madre invece c’è, è presente, severa e ansiosa. Lo spunto originale del film, quindi, non manca affatto. E visivamente Brave è un lavoro mozzafiato, incantevole per come riesce a dipingere il proprio mondo, sorprendente nella ricchezza dei dettagli (e il 3D è abbastanza luminoso per lasciarli apprezzare in tranquillità).

Brave è quindi in definitiva un discreto e divertente film d’animazione: ciò che manca però al risultato finale è una struttura narrativa inattaccabile, che sviluppi nel modo più ferreo e convincente possibile la relazione tra madre e figlia. Ma, soprattutto, gli mancano quei piccoli grandi sussulti emotivi, quelle scelte inaspettate che illuminano gli occhi mentre scaldano il cuore. Cose che non mancano invece al cortometraggio che anticipa la pellicola, La Luna dell’italiano Enrico Casarosa, un gioiello di emozione che riesce a creare in pochissimo tempo un climax che scoppia di poesia grazie alla sua ultima inquadratura.

Intanto, qualche giorno fa, Brenda Chapman, che era rimasta alla Pixar per collaborare ad altre storie, ha lasciato ufficialmente la casa di produzione. Ma che futuro c’è per la Pixar? Dopo Brave, ci regalerà il suo primo prequel, Monsters University, ed ha pure annunciato il sequel di Nemo… Noi contiamo di più sui progetti originali, come quello sui dinosauri o quello ambientato nella mente di una bambina. Due film che, sulla carta, ricominciano a spostare l’asticella del rischio: e, quindi, delle sorprese. Alla Pixar, dopotutto, vogliamo troppo bene. Con la speranza che ci regali nuovamente una danza nell’universo, un nome scritto sotto una scarpa, una pagina su un album mai letta prima.

Voto di Gabriele: 7
Voto di Federico: 7

Ribelle – The Brave (Brave, Usa, animazione, 2012) di Mark Andrews e Brenda Chapman – Dal 5 settembre in salaQui il trailer italiano.