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Oscar 2014, migliore sceneggiatura originale: American Hustle, Blue Jasmine, Dallas Buyers Club, Lei – Her, Nebraska

Il prossimo 2 marzo saranno annunciati i vincitori degli Oscar 2014. Scopri e vota con Cineblog tutti i candidati alla categoria Migliore sceneggiatura originale.

pubblicato 13 Febbraio 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 04:14

Ancora un sondaggio e un approfondimento in attesa il prossimo 2 marzo della consegna degli Oscar 2014.

Dopo avervi proposto i candidati per la miglior scenografia, costumi, trucco, fotografia, sonoro, montaggio sonoro, colonna sonora, canzone originale ed effetti speciali cominciamo ad occuparci delle categorie principali con i 5 nominati per la Migliore sceneggiatura originale.

Quest’anno i titoli designati a concorrere in una delle due categorie dedicata agli sceneggiatori sono American Hustle – L’apparenza inganna, Blue Jasmine, Dallas Buyers Club, Lei (Her) e Nebraska.

A seguire trovate il sondaggio in cui potete esprimere la vostra preferenza sulla categoria e a seguire un approfondimento su film e autori.

American Hustle – L’apparenza inganna

– La sceneggiatura originale di American Hustle è stata scritta in tandem dal regista del film David O. Russell e lo sceneggiatore Eric Warren Singer.

– O. Russell è alla sua quinta candidatura all’Oscar con la seconda come sceneggiatore, la prima l’ha ricevuta per lo script non originale de Il lato positivo – Silver Linings Playbook che gli è valso un BAFTA.

– Eric Warren Singer è alla sua prima candidatura all’Oscar e alla seconda sceneggiatura per il grande schermo dopo quella per il thriller The international.

Note sul film:

La genesi di American Hustle – l’apparenza inganna è iniziata con lo sceneggiatore Eric Warren Singer, che ha incontrato i produttori Roven e Suckle per prospettare loro l’idea di un film per Atlas Entertainment che raccontasse l’operazione Abscam; e aveva scritto una sceneggiatura poi inserita nella black list. Quando Roven e Suckle hanno presentato il progetto a Russell, questi ha suggerito una nuova impostazione, più lontana dal fanatismo e dall’avidità morbosa dello scandalo, e più ricca di ricordi personali, rimembranze, ricordi, sentimenti e immaginazione per creare una storia basata veramente sui personaggi. “Anche mio padre era un uomo d’affari negli anni ‘60 e ‘70, e assomigliava molto al padre di Christian Bale nel film: scrupoloso ed estremamente onesto, ho visto gente approfittarsi di lui nel lavoro. Le persone per bene restano sempre fregate. Devo dire che questo ha avuto delle conseguenze importanti sulla nostra famiglia. Per questo è naturale che io abbia posto molta enfasi sulla duplicità di Christian Bale: da una parte l’ammirazione per suo padre, uomo onesto, e dall’altra l’ostinazione nell’evitare che gli accadano le stesse cose.” è stato straordinario, ha scritto una sceneggiatura emozionante” afferma Roven. “Ispirato da questo strano personaggio, David ha preso quello che Eric aveva scritto e lo ha ricontestualizzato all’interno una storia che assume un senso e una verità più profondi, il senso del reinventare se stessi e del sopravvivere.” “I personaggi di questo film accelerano verso un inevitabile incontro-scontro con la verità, un regolamento di conti che, in qualche modo, riguarda anche tutti noi” dice Singer. Per alcuni, questo momento di chiarezza trasforma la vita in modo positivo; per altri, invece, si trasforma in costernazione. Per me, questo evento arriva nel bel mezzo del viaggio che Irving, Sidney, Richie, Rosalyn e Carmine stanno vivendo. Quest’idea era fondamentale per la storia che volevo raccontare. Non puoi metterti contro la verità – mai. Prima o poi viene a prenderti.

Blue Jasmine

Oscar 2014, migliore sceneggiatura originale American Hustle, Blue Jasmine, Dallas Buyers Club, Lei - Her, Nebraska (2)

–  La sceneggiatura  originale di Blue Jasmine è stata scritta dal regista Woody Allen.

– Allen è alla sua ventiquattresima candidatura all’Oscar di cui 16 nomination gli sono state attribuite in veste di sceneggiatore, di queste 3 si sono tramutate in statuette: una per Io & Annie (1977), una per Anna e le sue sorelle (1987) e una per Midnight in Paris (2011).

Note sul film:

“Fin dal primo minuto del film si evince che Jasmine è una donna persa”, afferma Allen. ” Il fatto che lei si ritrovi a parlare da sola è sintomo di chi ha dei problemi evidenti.” Di fronte al tracollo finanziario e psicologico, e non avendo un posto dove andare, Jasmine decide di raggiungere sua sorella Ginger (Sally Hawkins), la cassiera di un negozio di alimentari a San Francisco. “La resistenza di Jasmine è stata davvero messa a dura prova”, dice Allen, “In un impeto di rabbia ha commesso un fatto che ha avuto dei risvolti terribili, che non aveva previsto, dei quali porta ancora le molte conseguenze traumatiche”. La Blanchett aggiunge: “Jasmine è in‘ caduta libera’, e deve lasciarsi alle spalle tutte le sue certezze, e le sue aspettative. Sta per percorrere un cammino oscuro ed ignoto, trasferendosi da una parte della costa all’altra, passando da uno status ad un altro, e da una classe sociale ad un’ altra.

Dallas Buyers Club

Oscar 2014, migliore sceneggiatura originale American Hustle, Blue Jasmine, Dallas Buyers Club, Lei - Her, Nebraska (4)

– La sceneggiatura originale di Dallas Buyers Club è stata scritta in tandem dagli sceneggiatori Craig Borten e Melisa Wallack.

– Sia Borten che la Wallack sono alla loro prima candidatura all’Oscar con il primo che è praticamente un esordiente e la seconda che ha scritto e diretto la commedia Ti presento Bill e scritto la storia per la commedia fantastica Biancaneve di Tarsem Singh.

Note sul film:

Borten aveva appreso la storia del Dallas Buyers Club da un amico e ne era rimasto affascinato. Ron scoprì di aver contratto l’HIV nel 1985, quando in America la crescente consapevolezza dell’AIDS era all’apice…dopo tante lettere rimaste senza risposta, Borten telefonò agli uffici del Dallas Buyers Club. Ron, proprio lui, rispose e si rese disponibile a incontrarlo il giorno dopo. Borten sentiva che la storia di un cowboy omofobo che incredibilmente si ritrova all’improvviso in prima linea contro la pandemia dell’AIDS fosse unica e d’impatto.

«Più andavo avanti e più mi sembrava convincente», riflette lo sceneggiatore. «Quello che più mi interessava era quest’uomo che inizia con un atteggiamento estremamente intollerante e finisce per trovarsi con i suoi più cari amici che gli voltano le spalle, poi si emancipa e impara cos’è l’amicizia vera, cosa significa. Quelli che lo accettano e lo sostengono sono i pazienti sieropositivi e i malati di AIDS, e sono quasi tutti gay». «Ecco una persona condannata a morte che rovescia la sua sentenza e fa delle scoperte. In questo percorso, cambia dentro di sé e aiuta altre persone. Chiunque smentisca ogni aspettativa attira la mia attenzione, ed è quello che ha fatto Ron. È diventato una persona migliore per questo». Borten ha trascorso diversi giorni con Ron al Dallas Buyers Club, riportando a casa oltre 20 ore di interviste su un registratore vocale Dictaphone.

Nel 2000 ha iniziato a collaborare con la sceneggiatrice Melisa Wallack per la rilavorazione dello script. Insieme hanno reso più dinamica la storia, sfoltendo le informazioni e le testimonianze raccolte, per cogliere più da vicino l’odissea individuale. Borten ricorda: «Abbiamo suddiviso la storia per ogni singola persona, rappresentando i punti di vista differenti». Osserva la Wallack: «L’evoluzione di Ron era davvero sorprendente. Sono stati il suo intuito e le scoperte su di sé, come sull’AIDS e sulla farmacologia, a portare il copione nella direzione che alla fine ha preso». Nel 1985 l’AZT (azidotimidina) era l’unico farmaco antivirale a dare speranze nel trattamento dell’HIV e dell’AIDS. Eppure non era disponibile su larga scala: era usato solo con i pazienti che partecipavano alle sperimentazioni cliniche, o venduto sottobanco nel mercato nero in rapida ascesa. Poi, nel 1987, fu commercializzato come il più costoso farmaco mai venduto, oltre 10.000 dollari per una fornitura di un anno. I pazienti morivano ogni giorno. Le infezioni da HIV e le morti dovute all’AIDS crescevano in modo esponenziale anno dopo anno. Nel frattempo gli attivisti e i malati di AIDS come Ron spingevano per trattamenti alternativi e a un prezzo abbordabile, sollecitando l’approvazione più rapida da parte della FDA di decine di farmaci potenzialmente utili che non erano disponibili negli Stati Uniti. «Ron si misurò con la FDA, e al contempo con la DEA, l’FBI e l’IRS», si meraviglia la Wallack. «Era un uomo che combatteva le istituzioni per il diritto di controllare quello che avveniva all’interno del proprio corpo. Portò la FDA di fronte alla Corte Federale di San Francisco, accusandola di aver violato il nono emendamento della costituzione, sul diritto alla sanità mentale. Più andavamo avanti con le ricerche e più eravamo colpiti da domande più ampie inerenti alle libertà personali e costituzionali».

Lei (Her)

Oscar 2014, migliore sceneggiatura originale American Hustle, Blue Jasmine, Dallas Buyers Club, Lei - Her, Nebraska (3)

– La sceneggiatura originale di Lei (Her) è stata scritta dal regista Spike Jonze.

– Jonze è alla sua quarta candidatura all’Oscar senza nessuna statuetta all’attivo. Per Jonze questa è il primo script realizzato in solitario e la prima nomination in veste di sceneggiatore.

Note sul film:

L’idea è nata una decina di anni fa dal link di un sito che prometteva messaggi istantanei con un’intelligenza artificiale. Sembrava una normale chatline (?Ehi, come stai??, ?E tu come stai ??), finché non sono saltati fuori gli insulti: ?Non essere odioso?,

?Non fare l’insolente?. Allora ho capito che il programma ripeteva frasi fatte, ma per venti secondi ho avuto l’illusione che interloquisse con me. Un’esperienza buffa, ma non certo un film, finita nel cassetto virtuale delle idee casuali. Se ne ho, quando non sono al computer mi spedisco una mail: che soddisfazione ricevere dritte da me stesso».

Ha ripescato l’idea cinque anni fa, mentre montava Nel paese delle creature selvagge…

«Non mi sentivo pronto a cominciare niente di impegnativo, e come sempre ero a caccia di piccole cose veloci. È stato in quel periodo che ho messo a punto il corto I’m Here sulla storia d’amore di un robot, il corto We Were Once a Fairytale con Kanye West, e il corto animato in stop motion, Mourir auprès de toi».

In sei mesi Her è diventata una sceneggiatura aumentando i personaggi intorno al volto di Thedore e alla voce di Samantha: l’ex moglie Catherine, la confidente Amy. Ha trovato subito il produttore, l’emergentissima Megan Ellison della Annapurna (appena 27 anni!), e il protagonista, Joaquin Phoenix, che dieci anni fa aveva rifiutato in malo modo la parte dei due gemelli di Il ladro di orchidee andata poi a Nicolas Cage.

«Non solo Joaquin si è fatto crescere i baffi ma ha anche dato un grosso contributo a migliorare la storia. È riduttivo definirlo attore, è un vero e proprio filmmaker». [fonte]

Nebraska

2014 Writers Guild Awards Annual Beyond Words Panel

– La sceneggiatura originale di Nebraska è stata scritta da Bob Nelson alla sua prima candidatura all’oscar nonché prima sceneggiatura per il grande schermo dopo aver lavorato come autore per serie tv.

Note sul film:

Com’era giusto forse, Nebraska ha avuto origine con il tentativo di un vero midwesterner di superare i suoi limiti. Bob Nelson, l’autore di programmi comici originario dell’Illinois, aveva deciso di mettersi alla prova scrivendo qualcosa di più vicino alla realtà. Alla mancanza di esperienza è riuscito a supplire con anni di osservazione e analisi del tipo di personaggi dei quali avrebbe voluto scrivere: i tipi taciturni un po’ buffi, quei modesti abitanti del Midwest che possono lavorare per tutta la vita, andare in guerra, crescere i figli e avere conflitti interiori senza mai raccontare la propria storia a nessuno, nemmeno ai propri familiari.

“Volevo scrivere una storia su gente vera” racconta Nelson. “Mi piacciono le storie che trattano di umanità e volevo scrivere qualcosa sulla gioia di vivere e sulla tristezza che sempre l’accompagna. Volevo anche scrivere qualcosa che facesse commuovere il pubblico, perché sono dieci anni che scrivo pezzi comici. Ma soprattutto volevo che le persone rappresentate in questo film apparissero talmente reali da coinvolgerti completamente nella loro vita”. Questo senso di verità della sceneggiatura di Nelson per Nebraska deriva dalle sue esperienze familiari. “Ho saccheggiato storie della mia famiglia per dar vita alla struttura della storia e poi ho inventato partendo da quelle” spiega. Un’altra fonte di ispirazione per Nelson sono state le storie vere di anziani cittadini che si presentano negli uffici commerciali per reclamare le loro false vincite. “E’ stato partendo da questo che ho cominciato a chiedermi: cosa accadrebbe se fosse tuo padre il tipo convinto di aver vinto?” ricorda lo scrittore. “Cosa faresti? Ho pensato che un certo genere di figli lo accompagnerebbe comunque, ed è da lì che tutto ha avuto inizio”. Ma quella che inizia come un’impresa donchisciottesca per reclamare un milione di dollari si trasforma in un’impresa ancora più ardita per padre e figlio, qualcosa di simile ad un percorso verso un tacito perdono.

“David vuole vedere suo padre come un brav’uomo, ma anche lui ha i suoi problemi” racconta Nelson. “E in fondo in fondo Woody vuole rimettere a posto le cose con la sua famiglia, anche se non sa assolutamente come fare”. La potente combinazione di umorismo e umanità nella sceneggiatura di Nelson ha subito attirato l’attenzione della produttrice esecutiva Julie M. Thompson, con la quale Nelson aveva lavorato per un progetto alla PBS. “Ho riso molto e mi è sembrata molto sincera e profonda” ricorda la Thompson a proposito della sceneggiatura. “Essendo anch’io originaria del Midwest, mi sono calata completamente nei personaggi”.

Oscar 2014, migliore sceneggiatura originale American Hustle, Blue Jasmine, Dallas Buyers Club, Lei - Her, Nebraska (1)

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