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Oscar 2016 miglior cortometraggio d’animazione: Bear Story, Prologue, Sanjay’s super team, We can’t live without cosmos, World of tomorrow

Il prossimo 28 febbraio saranno annunciati i vincitori degli Oscar 2016. Scopri e vota con Blogo tutti i candidati alla categoria Miglior corto d’animazione.

pubblicato 14 Febbraio 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 08:43

Prosegue la nostra carrellata sui candidati ai prossimi Oscar 2016 categoria per categoria, in un countdown che ci accompagnerà fino alla cerimonia di premiazione fissata per domenica 28 febbraio.

Archiviate le categorie migliore scenografia, costumi, trucco, fotografiasonoro, montaggio sonoro, colonna sonora, miglior canzone, effetti speciali , sceneggiatura originale e sceneggiatura non originale oggi ci occupiamo della categoria Miglior cortometraggio d’animazione.

I corti d’animazione candidati di questa edizione sono il cileno Bear Story, il britannico Prologue, il russo We can’t live without cosmos e gli statunitensi Sanjay’s super team e World of tomorrow.

A seguire trovate un sondaggio in cui potete esprimere la vostra preferenza sulla categoria e una serie di schede sui cortometraggi candidati in questa ottantottesima edizione.

 

“Bear Story” di Gabriel Osorio Vargas (Cile)

Bear Story è un cortometraggio prodotto da Punk Robot e diretto dal regista cileno Gabriel Osorio. Dalla sua premiere all’Annecy Animation Festival nel giugno 2014 il corto ha ricevuto oltre 50 premi internazionali nel circuito dei festival, tra cui Palm Springs Shortfest, Nashville, Animamundi e Zagabria.

 

Ogni giorno, un vecchio orso malinconico prende un diorama meccanico che ha creato per mostrarlo ad un angolo di strada. Per una moneta i passanti possono guardare nello spioncino della sua invenzione che racconta la storia di un orso da circo che anela a fuggire e tornare alla famiglia da cui era stato sottratto.

 

Il regista Gabriel Osorio alla sua prima candidatura all’Oscar parla del suo corto:

Mio nonno, Leopoldo Osorio, è stato arrestato nel 1973, durante la dittatura di Pinochet in Cile. E’ stato incarcerato per due anni, dopo di che è fuggito in Inghilterra, costretto a vivere in esilio e a stare lontano dalla sua famiglia. Durante la mia infanzia ho sentito la presenza invisibile di un nonno assente, che non era morto, ma non era presente nella mia vita. Il mio cortometraggio “Bear Story” non è la vita di mio nonno, ma si ispira alla sua assenza e al segno che ha lasciato su di me. Bear Story lascia alcune domande senza risposta. Cosa è successo alla famiglia dell’orso? Dove sono loro? Queste sono le stesse domande che migliaia di famiglie si pongono e che ad oggi ancora non sanno dove sono finiti i loro cari. Spero che non ci sia più bisogno di porsi queste domande. Questo cortometraggio è il risultato di oltre due anni di duro lavoro. Alcuni dei migliori animatori e artisti cileni si sono riuniti per realizzarlo. Spero sinceramente che Bear Story ricordi al pubblico l’importanza dei loro cari e il loro significato nelle loro vite.

 

 

“Prologue” di Richard Williams (Inghilterra)

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Prologue è un cortometraggio diretto dall’animatore canadese Richard Williams noto per aver contribuito all’animazione del film Chi ha incastrato Roger Rabbit?.

Williams è alla sua quarta candidatura all’Oscar con tre statuette vinte, una per il cortometraggio animato A Christmas Carol (1971) e due per gli effetti speciali, animazione e personaggi di Chi ha incastrato Roger Rabbit?

 

2.400 anni fa quattro guerrieri, due spartani e due ateniesi, combatterono fino alla morte, una lotta intensa di cui fu testimone una bambina che, sconvolta da ciò che ha visto, corre poi da sua nonna a cercare conforto.

 

 

 

“Sanjay’s super team” di Sanjay Patel (Stati Uniti)

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Sanjay’s super team è un nuovo cortometraggio di Pixar Animation Studios diretto dall’esordiente Sanjay Patel alla sua prima regia dopo aver collaborato in veste di animatore ai film d’animazione Ratatouille, Gli Incredibili, Monsters & Co., Monster University, Toy Story 2 e A Bug’s Life – Megaminimondo.

Patel utilizza la propria esperienza per raccontare la storia di un giovane il cui amore per la cultura pop occidentale entra in conflitto con le tradizioni di suo padre. Sanjay è assorbito nel mondo dei cartoni animati e dei fumetti, mentre il padre cerca di attirarlo nelle tradizioni della sua pratica indù. La noia e la riluttanza si trasformano rapidamente in un’avventura maestosa quando il ragazzino si imbarca in un viaggio al di là di ogni immaginazione.

Il regista cresciuto a San Bernardino (California) negli anni ’80 in una famiglia di immigrati indiani, come molti bambini americani dell’epoca ha giocato con i Transformers, guardato cartoni animati dei Looney Tunes e letto fumetti di Superman. Patel ha iniziato il film con la sola divinità “Vishnu” che serviva come specchio del padre e che sarebbe stata in contrasto con tre divinità / supereroi. Poi il team di sviluppo ha proposto di aggiungere altre divinità con Patel che ha scelto “Durga” per mostrare come nella filosofia vedica c’è sempre un’energia maschile ed un’energia femminile e “Hanuman” per una divinità che fosse in parte animale. Per “Ravana” ha tratto ispirazione da “Rakshasa” e seguendo la tradizione buddista “il demone quando viene sconfitto non viene distrutto. Una volta che il ragazzo distrugge il suo idolo, rende il mostro più umano”.

 

Il giovane Sanjay, prima generazione indiano-americana, è ossessionato dalla tv, i cartoni animati e le sue action figures di supereroi. Sanjay è riluttante a trascorrere del tempo nella preghiera quotidiana con il suo devoto padre indù, ma un volo di fantasia lo aiuta a sviluppare una nuova prospettiva che lui e suo padre potranno abbracciare insieme.

 

 

“We can’t live without cosmos” di Konstantin Bronzit (Russia)

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We can’t live without cosmos è un cortometraggio del regista e animatore russo Konstantin Bronzit alla sua seconda candidatura all’Oscar dopo quella ricevuta nel 2009 per il corto animato Lavatory – Lovestory (“Ubornaya istoriya – lyubovnaya istoriya”).

Il regista in un’intervista ha dichiarato: “Il mio film non riguarda il programma spaziale e solo in parte riguarda l’amicizia. Si tratta di solitudine. Riguarda gli stretti legami tra le persone, la nostra incapacità di vivere nella società umana senza a volte riuscire ad uscirne, esplorando aree diverse, uno spazio aperto in cui possiamo realmente respirare profondamente e liberamente.

 

Due migliori amici hanno sognato fin da bambini di diventare cosmonauti e insieme sopportano i rigori dell’addestramento e l’esame pubblico affrontando i sacrifici necessari per raggiungere il loro obiettivo comune.

 

 

 

“World of tomorrow” di Don Hertzfeldt (Stati Uniti)

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World of tomorrow è un cortometraggio animato del regista, produttore e animatore americano Don Hertzfeldt alla sua seconda candidatura all’Oscar dopo la nomination ricevuta nel 2001 per il corto animato Rejected.

Hertzfeldt è stato a lungo interessato alla fantascienza, ma esitava nel fare un film ambientato in un particolare genere in parte a causa del timore di esserne limitato creativamente. Il progetto del film è stato influenzato da romanzi di fantascienza degli anni ’50 e ’60 e da copertine di riviste scientifiche a cui Hertzfeldt ha voluto aggiungere un’estetica da libro di fiabe. Questo è il primo lavoro di Hertzfeldt con l’animazione digitale.

World of Tomorrow è ha vinto il premio della giuria per il miglior corto al Sundance Film Festival ed è stato eletto miglior corto d’animazione agli Annie Awards 2016.

 

Una bambina di nome Emily è condotta in un fantastico viaggio da un soprendente visitatore che le mostrerà il suo lontano futuro, rivelandole al contempo segreti inquietanti che riguardano il destino dell’umanità.

 

 

 

Premio Oscar