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Studio Ghibli: “Si alza il vento” compie 10 anni e torna al cinema (24 – 30 agosto)

Lucky Red con la rassegna “Un mondo di sogni animati” riporta al cinema a luglio e agosto 2023 i classici di Hayao Miyazaki e dello Studio Ghibli.

24 Agosto 2023 08:09

La rassegna “Un mondo di sogni animati” targata Lucky Red e dedicata ai film dello Studio Ghibli torna al cinema con cinque film del maestro Hayao Miyazaki. Dal 6 luglio al 30 agosto arriveranno sul grande schermo Ponyo sulla scogliera, Kiki – Consegne a domicilio, Il castello nel cielo, Il mio vicino Totoro e Si alza il vento.

Un appuntamento attesissimo dagli appassionati che la scorsa estate hanno affollato le sale cinematografiche per seguire la prima edizione della rassegna che ha totalizzato oltre 1 milione di Euro di incasso.

L’estate Studio Ghibli non può che iniziare con la più amata pesciolina rossa: Ponyo sulla scogliera, al cinema dal 6 al 12 luglio, che proprio quest’anno compie 15 anni!

Si continua dal 13 al 19 luglio con una maldestra strega e una gatto di nome Jiji: Kiki – Consegne a domicilio, film tratto dall’omonimo romanzo di Eiko Kadono.

Dal 27 luglio al 2 agosto è la volta de Il castello nel cielo, premiato nel 1986 in Giappone come “Miglior film d’animazione”.

Festeggia il 35° anniversario dall’uscita in Giappone l’immancabile Il mio vicino Totoro, che sarà in sala dal 10 al 16 agosto.

Chiude la rassegna il candidato al Premio Oscar Miglior Film d’Animazione Si alza il vento, al cinema dal 24 al 30 agosto.

L’elenco delle sale è disponibile su www.studioghibli.it

Ponyo sulla scogliera (6 – 12 luglio)

La trama ufficiale: Sosuke, un bimbo di cinque anni, vive in cima a una scogliera. Una mattina, giocando sulla spiaggia sotto casa, trova Ponyo, una pesciolina rossa con la testa incastrata in un barattolo di marmellata. Sosuke la salva e la mette in un secchio di plastica verde. Tra i due nasce subito un legame forte e Sosuke promette a Ponyo che si prenderà cura di lei. Ma il padre di Ponyo, una volta umano e ora stregone che abita i fondali marini, la obbliga a tornare con lui nelle profondità dell’oceano. Ma Ponyo vuole diventare umana ed è così determinata da tentare la fuga. Prima di farlo, però, versa nell’oceano l’Acqua della Vita, la preziosa riserva dell’elisir magico di Fujimoto. L’acqua del mare si alza. Le sorelle di Ponyo sono trasformate in enormi onde dalla forma di pesce che si arrampicano alte fino alla scogliera dove si trova la casa di Sosuke. Il caos sprigionato dall’oceano avvolge il villaggio di Sosuke che affonda sotto i flutti marini. Riusciranno un bimbo e una bimba, con amore e responsabilità, a salvare il mare e la vita stessa?.

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CURIOSITA’ SUL FILM

  • «Questa è la storia di Ponyo, una pesciolina marina che lotta per realizzare il sogno di vivere con un bimbo di nome Sosuke. Ma è anche la storia di come un bambino di cinque anni riesce a mantenere una promessa solenne. Ponyo sulla scogliera porta La sirenetta di Hans Christian Andersen nel Giappone contemporaneo. È una fiaba avventurosa sull’amore infantile.» – ha dichiarato il maestro Miyazaki nelle note di regia scritte in occasione dell’uscita del film.
  • I dodici secondi di apertura, che coinvolgono vasti banchi di pesci e creature sottomarine, hanno richiesto lo sviluppo di 1.613 pagine di schizzi concettuali.
  • Hayao Miyazaki ha disegnato lui stesso la maggior parte delle immagini del mare e delle onde, sperimentando per renderle il più espressioniste possibile. John Lasseter ha detto che non aveva mai visto l’acqua animata in modo così bello prima.
  • Sôsuke è basato sul figlio di Hayao Miyazaki, Gorô Miyazaki, quando aveva cinque anni.
  • Questo è il primo lungometraggio d’animazione dai tempi di Principessa Mononoke (1997) ad essere creato e dipinto su pellicole di animazione tradizionali.
  • Hayao Miyazaki ha dichiarato al Comic-Con di San Diego del 2009 di essere stato ispirato a creare il film dopo aver visto l’adattamento animato della Disney La sirenetta (1989).
  • Il disegno delle onde dell’oceano, durante il tifone causato da Ponyo, è stato ispirato dalle onde della famosa xilografia The Wave Off Kanagawa dell’artista giapponese Hokusai.
  • Sparsi nel film ci sono molti riferimenti all’opera L’anello del Nibelungo di Richard Wagner. Il vero nome di Ponyo è Brünnhilde, uno dei ruoli principali de “La Valchiria” di Wagner. Brünnhilde è anche un essere “sovrannaturale”, che si innamora di un essere umano (Siegfried), proprio come Ponyo si innamora di Sôsuke. Quando Ponyo sta inseguendo Sôsuke e sua madre durante la scena della gigantesca tempesta, puoi sentire un tributo musicale alla “Cavalcata delle Valchirie” di Wagner.
  • Il livello di dettaglio dell’animazione ha prodotto 170.000 immagini separate, il massimo che sia mai apparso in un film di Hayao Miyazaki.
  • Il padre di Sôsuke lavora a bordo di una nave chiamata Koganei maru. “Koganei” è la città nella parte occidentale di Tokyo dove si trova lo Studio Ghibli.
  • Il villaggio sul mare in cui si svolge la storia è ispirato alla città di Tomonoura nel Parco Nazionale di Setonaikai in Giappone, dove Hayao Miyazaki soggiornò nel 2005.
  • Hayao Miyazaki era interessato a fare un sequel del film, ma il produttore Toshio Suzuki ha suggerito a Miyazaki di adattare invece Si alza il vento (2013).
  • Questo è stato il primo film d’animazione ad essere nominato e a vincere il premio per la migliore colonna sonora ai Japanese Academy Awards.
  • Nel 2009, l’incasso negli Stati Uniti del film (quindici milioni di dollari) ha stabilito un record per una produzione Disney/Ghibli. Solo altri cinque film animati hanno incassato di più negli Stati Uniti, tre dei quali sono film dei Pokémon, il quarto è Yu-Gi-Oh! The Movie (2004), e il quinto Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento (2010) (altra produzione Disney/Ghibli).
  • Sôsuke è un riferimento alle opere del famoso romanziere giapponese ‘Sôseki Natsume’ (1867-1916). In “La Porta”, il personaggio maschile centrale Sôsuke vive in una casa che sorge su una collina.
  • L’immagine di Granmamare che galleggia nell’acqua sulla schiena è stata ispirata dal dipinto di Ofelia di John Everett Millais dall’Amleto di Shakespeare.
  • Il disegno delle onde dell’oceano durante il tifone causato da Ponyo è stato ispirato dalle onde della famosa xilografia “Una grande onda al largo di Kanagawa” dell’artista giapponese Hokusai.
  • Un giocattolo che assomiglia allo spirito dell’anatra di La città incantata (2001) viene mostrato nel negozio in cui lavora Lisa.
  • La sequenza in cui Ponyo offre del cibo al bambino è stata inclusa per mostrare che Ponyo poteva essere altruista e vivere nel mondo umano. Hayao Miyazaki ha sviluppato la scena verso la fine della produzione, quando era bloccato su come concludere il film.

I DOPPIATORI ITALIANI

Agnese Marteddu: Ponyo
Ruggero Valli: Sōsuke
Massimo Corvo: Fujimoto
Laura Romano: Risa
Sabrina Duranti: Granmamare
Carlo Scipioni: Koichi
Franca Lumachi: Toki
Ludovica Modugno: Yoshie

LA COLONNA SONORA

  • La colonna sonora del film è stata composta ed eseguita da Joe Hisaishi, il compositore delle musiche di quasi tutte le produzioni di Miyazaki.
  • La sigla finale, intitolata “Gake no Ue no Ponyo” è cantata da Fujioka Fujimaki (il famoso duo composto da Takaaki Fujioka e Naoya Fujimaki) e da Nozomi Ōhashi, una bambina di otto anni. La versione italiana della canzone è invece cantata da Fabio Liberatori e sua figlia Sara Liberatori.
  • La colonna sonora include il brano “Umi no okâsan” (Mother Sea) di Hayao Miyazaki (testi) e Joe Hisaishi (musica), interpretato da Masako Hayashi

1. Deep Sea Pastures 4:18
2. Mother Sea 2:21
3. The First Meeting 0:31
4. Town by a Cove 2:36
5. Kumiko 2:06
6. Ponyo and Sosuke 2:17
7. The Empty Bucket 1:30
8. Night Signals 2:37
9. I Want to Be a Girl! 1:30
10. Fujimoto 1:34
11. Ponyo’s Sisters 1:32
12. Ponyo Flies 1:43
13. The Sunflower House Caught in the Storm 2:20
14. Ponyo Rides a Sea of Fish 3:36
15. Ponyo and Sosuke II 2:01
16. Lisa’s House 3:20
17. A New Family Member 1:09
18. Ponyo’s Lullaby 1:29
19. Lisa’s Resolve 1:33
20. Gran Mamare 2:14
21. A Night of Shooting stars 2:40
22. The Toy Boat 1:55
23. Towards the Sea of the Dipnorhynchus 1:41
24. March of the Boats 2:26
25. The Baby and Ponyo 0:33
26. March of the Boats II 1:14
27. Sosuke’s Voyage 2:08
28. Sosuke’s Tears 1:02
29. Underwater Town 2:02
30. A Mother’s Love 0:49
31. The Tunnel 1:26
32. Toki 0:48
33. Ponyo’s Sisters Lend a Hand 1:40
34. A Song for Mothers and the Sea 2:15
35. The Grand Finale 0:44
36. Ponyo on the Cliff by the Sea (Movie Version) 1:36

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Kiki – Consegne a domicilio (13-19 luglio)

La trama ufficiale: Kiki è una giovane strega simpatica e un po’ maldestra. Come impone la tradizione, compiuti i tredici anni deve lasciare casa e partire alla ricerca di una città in cui svolgere un anno di apprendistato, così da dimostrarsi capace di rendersi indipendente. In compagnia dell’inseparabile gatto nero parlante Jiji, a cavallo della scopa di sua madre corredata con la radiolina di suo padre, Kiki arriva nella grande città di Koriko, che bagnata dal mare e sovrastata da una splendida torre con l’orologio, rappresenta la città dei sogni di Kiki. Ma la città ha in serbo molte sorprese per la piccola strega, prima fra tutte l’indifferente freddezza dei suoi cittadini. Armata del suo unico talento magico, quello di volare nel cielo, Kiki riesce faticosamente ad avviare un’attività di consegne a domicilio. La conquista dell’indipendenza economica ed emotiva si mostra subito come un duro percorso di crescita per Kiki, che dovrà affrontare molte sorprese e tante difficoltà, sia fuori che dentro di lei…

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Speciale illustrazione di Manuele Fior per il ritorno in sala del film

In occasione del ritorno al cinema di “Kiki – Consegne a domicilio” il fumettista e illustratore Manuele Fior ha realizzato un omaggio per l’amatissimo film di Hayao Miyazaki, record di incassi in Giappone.

Apprezzato in Italia e all’estero, Fior è noto per la sua straordinaria tecnica e versatilità artistica. I suoi graphic novel sono tradotti in più di dieci lingue. Con i suoi libri si aggiudicato il prestigioso Fauve d’or al Festival Internazionale di Angoulême, il Gran Guinigi e lo Yellow Kid a Lucca Comics and Games, il Premio Micheluzzi a COMICON Napoli, l’Inkpot award a San Diego Comic-Con, il Romics d’oro a Romics Festival.

Mi piace perché tra tutti i personaggi volanti di Miyazaki, Kiki è la più stupita e meravigliata di saper volare, un talento che deve riscoprire in sé stessa per poterlo usare. Kiki è una delicatissima allegoria di una bambina che diventa ragazza, si emancipa dalla famiglia e si rende indipendente. Nessuno nell’animazione aveva trattato un tema così universale in una chiave accessibile a tutti, magica e umana allo stesso tempo: Miyazaki lo fa con un film grondante di amore per la vita, per le sue manifestazioni mutevoli, trasformando la linea d’ombra di Conrad in un orizzonte sterminato spazzato dal vento – Manuele Fior

CURIOSITA’ SUL FILM

  • Durante la fase di produzione Hayao Miyazaki e i suoi artisti hanno viaggiato in Svezia onde trovare ispirazione per l’ambientazione del film. Le fotografie che hanno scattato di Stoccolma e Visby, hanno costituito la base della città immaginaria di Koriko. La città contiene anche elementi di Lisbona, Parigi, San Francisco e Milano.
  • La storia del film si svolge in una Europa alternativa degli anni ’50, dove la prima e la seconda guerra mondiale non sono mai avvenute.
  • Il dipinto di Ursula intitolato “The Ship Flying Over The Rainbow” è stato dipinto dagli studenti di una scuola per bambini disabili.
  • Hayao Miyazaki non voleva annoiare il pubblico durante i titoli di coda del film usando solo i nomi. Li ha impostati per essere come un mini sequel in modo che il pubblico lasciasse il cinema felice.
  • Quando Kiki arriva per la prima volta in città, viene quasi investita da un autobus che porta il nome “Studio Ghibli”. Questo è il nome dello studio di animazione di Hayao Miyazaki. “Ghibli” si vede a lato di altri due autobus; una volta mentre viene interrogata dall’agente.
  • Il nome del panificio di Osono, “Guchokipanya” è un gioco di parole giapponese formato dalle parole “guchokipa” (Sasso Carta Forbici) e “pan’ya” (panificio).
  • Il dialogo durante una scena in cui a Kiki viene dato il caffè, cambia la bevanda in cioccolata calda nell’uscita Disney. Ciò è stato fatto perché la Disney pensava che fosse inappropriato che dei bambini consumino caffè. Anche i sottotitoli del video menzionano alla cioccolata calda, sebbene il giapponese “kohii” (“caffè”) sia chiaramente udibile nella colonna audio.
  • L’attore che ha doppiato Jiji nella versione doppiata della Disney è Phil Hartman. È stato assassinato prima che il nuovo doppiaggio fosse finito e quella versione del film è dedicata alla sua memoria. Il 28 maggio 1998 Hartman venne ucciso dalla moglie Brynn Omdahl, che a sua volta si tolse la vita.
  • In questo film sono stati utilizzati 462 colori.
  • Il biplano quadrimotore (più precisamente sesquiplano) che Kiki vede durante i titoli di testa è un aereo vero, l’Handley-Page HP42. Otto di questi aerei furono commissionati negli anni ’30; in seguito furono convertiti ad uso militare e tutti furono distrutti nel 1941. Ma poiché questo film – secondo il regista Hayao Miyazaki – si svolge in un mondo in cui la seconda guerra mondiale non è mai avvenuta, è plausibile che l’HP42 sia ancora in servizio civile.
  • I cartelli con i nomi delle strade della città sono stati copiati da quelli usati a Stoccolma, fino a utilizzare i nomi (o parti di nomi) di strade e piazze esistenti a Stoccolma in almeno due scene, tra cui “Klara Norra Ky” tratta da Klara Norra Kyrkogata (Northern Klara Church Street).
  • Prima dell’uscita in video della Disney negli Stati Uniti nel 1998, c’era un precedente doppiaggio inglese prodotto all’inizio degli anni ’90 da Streamline Pictures per le proiezioni in volo sui voli della Japan Airlines. Questo doppiaggio aveva anche Jiji doppiato da un doppiatore maschile. È stato considerato un ottimo lavoro di doppiaggio che era più fedele alla versione giapponese originale rispetto al doppiaggio della Disney. Aveva anche brevi proiezioni cinematografiche ai festival cinematografici negli Stati Uniti prima che la Disney acquistasse i diritti. Non è stato rilasciato in nessun formato video, ad eccezione del cofanetto LD giapponese dei film Ghibli come traccia audio alternativa.
  • All’inizio, Miyazaki era solo un produttore del film. La prima sceneggiatura è stata scritta da Nobuyuki Isshiki e Sunao Katabuchi avrebbe dovuto fare il suo debutto come regista. Ma Isshiki ha presto abbandonato il progetto, poiché Miyazaki non era soddisfatto della sua sceneggiatura. Miyazaki ha quindi riscritto la sceneggiatura e alla fine ha diretto il film, con Katabuchi come assistente alla regia.
  • Per questo film sono stati utilizzati 67.317 “cel” tradizionali.
  • Un cartello nel film dice “Antik o Konst” che significa antico e arte in svedese.
  • Verso la fine del film, Jiji non parla più (almeno con parole umane) a Kiki, perché sono cresciute, non perché lei ha perso un qualche potere. Nel libro originale, viene spiegato che una strega e un gatto nero che sono cresciuti insieme fin dall’infanzia possono “parlare” tra loro (si noti che la mamma di Kiki non parla mai direttamente con Jiji). Sono in grado di parlare tra loro a causa della loro stretta relazione, piuttosto che per la magia stessa (un gatto in grado di vivere così a lungo potrebbe però essere magico). Miyazaki ha impedito a Jiji di parlare con Kiki anche dopo aver riacquistato il suo potere per dimostrare che Kiki è cresciuta e non ha più bisogno del suo “alter ego”.
  • Nella versione Disney, Jiji parla di nuovo alla fine. Nell’originale, non lo fa.
  • Durante l’incidente dello zeppelin, l’emittente radiofonica dice “Oh! the humanity”. Sono le stesse parole pronunciate nel 1937 dal giornalista radiofonico statunitense Herbert Morrison durante il disastro dell’Hindenburg trasmesso in diretta.
  • Streghe come Kiki possono attuare i loro poteri per scomparire, se sono abbastanza depresse ed emotivamente confuse. Ursula lo menziona, anche se come un blocco mentale di qualche tipo come il suo blocco dell’artista.
  • Il regista Hayao Miyazaki appre nel film in un cameo: può essere visto per un momento nella scena in cui lo spazzino dice “è la mia scopa che ha usato”. È nell’angolo in alto a destra della foto.

I DOPPIATORI ITALIANI

Domitilla D’Amico: Kiki, Ursula
Ilaria Stagni: Jiji
Francesca Guadagno: Kokiri (madre di Kiki)
Mauro Gravina: Okino (padre di Kiki)
Davide Perino: Tombo
Giò Giò Rapattoni: Osono
Maria Pia Di Meo: Signora (Rō-fujin)
Angiolina Quinterno: Bertha (Barsa)
Nanni Baldini: telecronista
Alina Moradei: signora Dora
Perla Liberatori: streghetta

Ridoppiaggio (2013)

Eva Padoan: Kiki, Ursula
Ilaria Stagni: Jiji
Roberta Pellini: Kokiri (madre di Kiki)
Oreste Baldini: Okino (padre di Kiki)
Manuel Meli: Tombo
Giò Giò Rapattoni: Osono
Gianfranco Miranda: marito di Osono, vigile urbano
Maria Pia Di Meo: Signora (Rō-fujin)
Doriana Chierici: Bertha
Gianluca Crisafi: telecronista
Graziella Polesinanti: signora Dora
Barbara De Bortoli: Maki (stilista)
Tatiana Dessi: Ketto
Valeria Vidali: madre di Ketto
Carlo Scipioni: portiere dell’albergo
Joy Saltarelli: streghetta

LA COLONNA SONORA

  • Le musiche del film sono del compositore e pianista giapponese Joe Hisaishi, assiduo collaboratore del regista Takeshi Kitano, per cui ha musicato 7 film tra questi L’estate di Kikujiro, Brother e Dolls. Per quanto riguarda invece la collaborazione tra Hisaishi e lo Studio Ghibli sono 11 le pellicole musicate tra queste Porco Rosso, La città incantata e Il castello errante di Howl.
  • La colonna sonora include i brani “Rouge no dengon” e “Yasashisa ni tsutsumareta nara” entrambi interpretati da Arai Yumi.

1. On A Clear Day
2. Departure
3. Town Where You Can See The Ocean
4. Flying Express Delivery Service
5. Helping At The Bakery
6. Starting A Job
7. Substitute Jiji
8. Jeff
9. Hectic Kiki
10. Late For The Party
11. Osono’s Favor
12. Propeller Bicycle
13. I Can’t Fly!
14. Heartbroken Kiki
15. To Ursula’s Cabin
16. Mysterious Painting
17. Rough-Flying Airship Adventure
18. Old Man’s Deck Brush
19. Rendezvous With A Deck Brush
20. Lipstick Message
21. If Enveloped In Tenderness

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Il castello nel cielo (27 luglio – 2 agosto)

Il castello nel cielo (Laputa) ha un tratto grafico caratteristico che a molti fan delle serie animate giapponesi riporterà alla mente Conan il ragazzo del futuro diretto da Hayao Miyazaki con la collaborazione di Keiji Hayakawa e Isao Takahata nel lontano 1978. In “Il castello nel cielo” il maestro Miyazaki miscela, amalgama e rielabora con il suo caratteristico tratto visionario l’immaginario fanta-avventuroso di Jonathan Swift (I viaggi di Gulliver), Jules Verne e Robert Louis Stevenson (L’isola del tesoro). “Il castello nel cielo” porta gli spettatori in un mondo tutto da esplorare magistralmente materializzatosi grazie all’arte di disegnatori e illustratori come Kazuo Oga (responsabile dei magnifici fondali di Il mio vicino Totoro) e Katsu Hisamura (Devilman) e animatori “storici” per i fan degli anime come il compianto Yoshinori Kanada (suo il leggendario Daitarn III) e Tsukasa Tannai, già collaboratore di Miyazaki in Lupin III – Il castello di Cagliostro e in Nausicaä.

La trama ufficiale: La giovane Sheeta è tenuta prigioniera dal cinico colonnello Muska a bordo di un’aeronave diretta verso la fortezza Tedis. Durante il volo, in una notte rischiarata dalla luna, l’aeronave viene attaccata da una banda di pirati guidata dall’intrepida Dola, che vuole impossessarsi del ciondolo che la ragazzina porta al collo. Questo ha un valore inestimabile: permette di vincere la forza di gravità e localizzare la leggendaria isola fluttuante di Laputa, dove – si racconta – sono custoditi immensi tesori e un potere inimmaginabile. Sheeta riesce però a fuggire, finendo tra le braccia di un giovane minatore di nome Pazu che, da quel momento, decide di proteggerla unendosi a lei nella ricerca dell’isola e dei suoi misteri.

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Speciale illustrazione di Elisa Menini per il ritorno in sala del film

La fumettista e illustratrice Elisa Menini – considerata la rivelazione del fumetto italiano a livello internazionale, best seller in Francia, acclamata dalla critica e dai lettori italiani, vincitrice premio Boscarato come migliore artista 2021, conosciuta per le sue opere fortemente legate al Giappone – ha realizzato un intrigante e suggestivo omaggio per “Il castello nel cielo”.

CURIOSITA’ SUL FILM

  • Laputa l’isola volante è un luogo immaginario creato per il romanzo “I viaggi di Gulliver” di Jonathan Swift pubblicato nel 1726.
  • “Il castello nel cielo” è stato ispirato da Paronella Park, un castello costruito da Jose Paronella a Mena Creek, nel Far North Queensland, in Australia. Il tema musicale di Laputa viene utilizzato durante le visite notturne del castello.
  • Il 3 agosto 2013, una mostra giapponese di Laputa ha portato ad un nuovo record di Twitter con 143.199 tweet al secondo.
    Nel film sono stati utilizzati 69.262 “cel” tradizionali e 381 colori.
  • Questo è il primo film dello Studio Ghibli dopo l’apertura dello studio nell’estate del 1985.
  • Anche se Laputa è basata sull’isola volante dee “I Viaggi di Gulliver” di Jonathan Swift, il film ha dovuto cambiare titolo in Spagna e in altri paese latini e del Sudamerica, perché “la puta” in spagnolo significa letteralmente prostituta. Miyazaki ha chiesto scusa per questa incomprensione nata dal fatto che la parola Laputa in inglese e giapponese non aveva alcun significato.
  • Gli armamenti e le impostazioni meccaniche in Laputa sono una miscela di design inglese e tedesco. Miyazaki è un fan delle armi tedesche. Tuttavia dal momento che la città mineraria che si vede nel film è stata modellata su una città mineraria del Galles in Gran Bretagna, lo stile degli abiti civili e le armi sono inglesi come il fucile Lee-Enfield SMLE Mk. III (soldati) e il Webley top-break revolver (Muska ei suoi agenti).

I DOPPIATORI ITALIANI

Doppiatori originali

Mayumi Tanaka: Pazu
Keiko Yokozawa: Sheeta
Kotoe Hatsui: Dola
Minori Terada: Muska
Takumi Kamiyama: Shalulu
Yoshito Yasuhara: Luis
Sukekiyo Kameyama: Anli
Fujio Tokita: Nonno Pom
Ichirō Nagai: Generale Mouro
Hiroshi Ito: Daffi
Machiko Washio: Signora (moglie di Duffy)
Tarako: Madge (figlia di Duffy)

Doppiatori italiani

Gabriele Patriarca: Pazu
Eva Padoan: Sheeta
Sonia Scotti: Dola
Danilo De Girolamo: Muska
Carlo Valli: Shalulu
Luca Dal Fabbro: Lui
Nanni Baldini: Anli
Paolo Buglioni: Daffi
Valerio Ruggeri: Nonno Pomme
Gerolamo Alchieri: Generale Moro
Cristina Giachero: Moglie del capo
Sandro Tuminelli: Anziano del treno
Graziella Polesinanti: Nonna di Sheeta
Carlo Reali: Marito di Dola

Ridoppiaggio (2012)

Alex Polidori: Pazu
Eva Padoan: Sheeta
Sonia Scotti: Dola
Tony Sansone: Muska
Carlo Valli: Shalulu
Luca Dal Fabbro: Lui
Gianluca Crisafi: Anli
Fabrizio Temperini: Daffi
Dante Biagioni: Nonno Pom
Ambrogio Colombo: Generale Mouro
Valeria Vidali: Madge
Carlo Reali: Hara Motro
Giò Giò Rapattoni: Moglie
Graziella Polesinanti: Nonnina
Giorgia Ionica: Sheeta (da piccola)
Luciano Turi: Esaminatore
Goffredo Matassi: Macchinista
Roberto Draghetti, Riccardo Deodati, Gaetano Lizzio e Gianluca Solombrino: Agenti “Occhiali scuri”
Daniele Valenti: Ka
Alessandro Ballico: Ki
Giuliano Santi: Ku
Mauro Magliozzi: Ke
Emidio La Vella: Ko

LA COLONNA SONORA

  • Le musiche originali del film sono del compositore Joe Hisaishi che ha riscritto personalmente la musica per l’edizione americana del film distribuita da Disney.
  • Il brano dei titoli di coda “Kimi wo nosete” è scritto da Hayao Miyazaki e cantato da Azumi Inoue.

1. Prologue – Flaptors Attack
2. The Girl Who Fell From The Sky (Main Theme)
3. The Levitation Crystal
4. Morning In The Mining Village
5. Pazus Fanfare
6. The Legend Of Laputa
7. A Street Brawl
8. The Chase
9. Floating With The Crystal
10. Memories Of Gondoa
11. Stones Glowing In The Darkness
12. Disheartened Pazu
13. Robot Soldiers – Resurrection – Rescue
14. Dola & The Pirates
15. Confessions In The Moonlight
16. The Dragons Nest
17. The Lost Paradise
18. The Forgotten Robot Soldier
19. The Invasion Of Goliath
20. Pazu Fights Back
21. The Final Showdown
22. The Destruction Of Laputa (Choral Version)
23. The Eternal Tree Of Life

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Il mio vicino Totoro (10 – 16 luglio)

Compie 35 anni ma non è invecchiato di un giorno: Il mio vicino Totoro di Hayao Miyazaki torna al cinema dal 10 al 16 agosto con la rassegna Lucky Red “Un mondo di sogni animati”. Prodotto dallo Studio Ghibli, ha debuttato in Giappone nel 1988, dove ha vinto la maggior parte dei premi cinematografici dell’anno, fino a diventare un personaggio iconico, amato e riconosciuto da più generazioni.

L’iconicità di Totoro nasce quasi per caso, non per il film ma per la versione peluche, che è diventata un grosso successo nei negozi di giocattoli giapponesi. I pupazzi di peluche sono stati immessi sul mercato quasi due anni dopo l’uscita al cinema, e non erano stati creati appositamente per la promozione. E’ stato un fabbricante di peluche a intestardirsi sul fatto che Totoro era un personaggio che doveva diventare un gioco; è stato così insistente nel chiedere l’autorizzazione allo Studio Ghibli, che alla fine gli è stata concessa. Per ironia della sorte, grazie alle vendite di Totoro, lo Studio Ghibli è stato in grado di coprire il deficit nei costi di produzione dei suoi altri film. Totoro è così diventato anche il logo dello studio.

e particolarità del successo de Il mio vicino Totoro sono tante e variegate. Inizialmente l’uscita commerciale all’estero dei film dello Studio Ghibli era limitata principalmente a Hong Kong e Taiwan, ma le cose sono cambiate a metà degli anni Novanta. Il mio vicino Totoro è uscito in alcune sale cinematografiche degli Stati Uniti e, poco dopo, la 20th Century Fox Home Entertainment lo ha fatto uscire in video vendendo quasi mezzo milione di videocassette.

La trama ufficiale: Le sorelline Satsuke e Mei (11 anni la prima, 4 la seconda) si trasferiscono insieme al padre in una nuova casa, in campagna, in attesa che la madre venga dimessa dal vicino ospedale. Per le due bambine inizia un viaggio alla scoperta di un nuovo mondo, abitato da creature fantastiche: dai nerini del buio, spiritelli della fuliggine che occupano le vecchie case abbandonate, visibili solo agli occhi dei bambini, a buffi esseri di pelo di varie dimensioni, tra cui Totoro, una creatura grigia e morbida dall’aspetto un po’ pittoresco, una sorta di incrocio tra un orso e un grosso gatto. Totoro è uno spirito buono della foresta, colui che porta il vento, la pioggia, la crescita. Vederlo è un privilegio! Insieme a lui, Satsuke e la piccola Mei vivranno avventure straordinarie.

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CURIOSITA’ SUL FILM

  • Quando Miyazaki concepì per la prima volta Il mio vicino Totoro, la protagonista era unica ed era una bambina di 6 anni. Prima di avviare la produzione però, decise di dividerla in due sorelle, una più grande e una più piccola di quella che aveva in mente. Ecco come sono nate Satsuki e Mei. La loro origine comune è visibile nel nome: “Mei” è la versione giapponese della parola inglese per maggio (May); “Satsuki” è un termine in giapponese arcaico per il quinto mese dell’anno, maggio appunto.
  • Il film è in parte autobiografico. Quando Miyazaki e i suoi fratelli erano piccoli, la loro madre ha sofferto di tubercolosi spinale per nove anni, trascorrendo molto del suo tempo in ospedale. Di conseguenza nel film, anche se non viene mai rivelato, la madre di Satsuki e Mei soffre anch’essa di tubercolosi. Miyazaki una volta disse che per lui sarebbe stato troppo doloroso se i due protagonisti fossero stati bambini anziché bambine.
  • Lo storyboard originale descriveva la città di Matsuko come ambientazione e l’anno 1955, tuttavia Miyazaki dichiarò che l’anno era sbagliato e il suo team lavorò quindi ad un “recente passato”. Era stata prevista una durata di un’ora per il film, ma con l’andare del lavoro questa durata fu estesa per rispondere meglio al contesto sociale, incluse le ragioni del trasloco e il lavoro del padre.
  • Il mio vicino Totoro ha contribuito a portare l’animazione giapponese all’attenzione mondiale e ad avviare al successo Hayao Miyazaki.
  • Tra analogie e riferimenti, la simbologia della primavera e la sua espressione sintomatica delle forze della Natura, ricorre anche nel nome di Satsuki che in giapponese significa “maggio”, così come “maggio” in inglese è pronunciato Mei, avviene nel mese di maggio anche il trasloco della famiglia, mentre la primavera risveglia gli spiriti kami della natura come Totoro.
  • La casa delle bambine e l’albero di canfora dove dimora Totoro rappresentano un “jinja”, un santuario scintoista costituito da un’area naturale e da una serie di edifici dove si recano i fedeli per venerare i Kami.
  • Il mio vicino Totoro non è stato un grande successo commerciale, né in patria, né sul mercato internazionale. In Giappone, dalla sua uscita nel 1988 è stato visto da 802.000 spettatori. A fronte di un budget di 304.221.364 yen (circa 3.8 milioni di dollari) il film ha incassato appena 588.000.000 yen. L’incasso totale nel mondo è stato di 1.097.907 dollari, di cui 381.161 solo in Italia.
  • Tra i suoi 27 riconoscimenti si contano:

1989 – Mainichi Film Concours
– Miglior film ad Hayao Miyazaki
– Noburo Ofuji Award ad Hayao Miyazaki

1989 – Blue Ribbon Awards
– Special Award ad Hayao Miyazaki

1989 – Kinema Junpo Awards
– Miglior film ad Hayao Miyazaki
– Readers’ Choice Award Miglior film giapponese ad Hayao Miyazaki

1995 – Saturn Award
– Nomination Best Genre Video Release

  • Hayao Miyazaki e Tsugiko Kibo nel maggio del 1988 hanno realizzato una serie di quattro volumi anime comic con immagini e dialoghi tratti dal film, rilasciati in edizioni successive da Tokuma, in Italia della Planet Manga in volume unico nel 2002.
  • Con il corto Mei to Konekobasu (めいとこねこバス, letteralmente “Mei e il Gattinobus”), nel 2002 lo stesso Miyazaki ha approfondito la figura di Mei e delle sue avventure in compagnia di un cucciolo di Gattobus, non resta proiettato esclusivamente all’interno del Museo Ghibli.
  • Totoro ha fatto delle apparizioni in numerosi film dello Studio Ghibli, incluso Pom Poko, Kiki consegne a domicilio e I sospiri del mio cuore, mentre i nerini del buio (ススワタリ – Susuwatari) compaiono anche ne La città incantata, ma la fama del personaggio a finito per estendersi ben oltre lo Studio Ghibli, con citazioni e apparizioni in film, anime e serie televisive, non solo giapponesi, dal peluche nel film Pixar Toy Story 3 all’apparizione parodistica nella folla di personaggi fantastici dell’episodio Terra dell’Immaginazione nella serie South Park.
  • Totoro ha anche dato il nome ad un asteroide della fascia principale, scoperto il 31 dicembre 1994 dall’astronomo giapponese Takao Kobayashi e nominato “10160 Totoro” in omaggio al protagonista del film di Miyazaki.

I DOPPIATORI ITALIANI

Doppiatori originali

Noriko Hidaka: Satsuki
Chika Sakamoto: Mei
Shigesato Itoi: Tatsuo Kusakabe
Sumi Shimamoto: Yasuko Kusakabe
Hitoshi Takagi: Totoro
Tanie Kitabayashi: Nonnina
Yūko Maruyama: Kanta

Doppiatori italiani

Letizia Ciampa: Satsuki
Lilian Caputo: Mei
Oreste Baldini: Tatsuo Kusakabe
Roberta Pellini: Yasuko Kusakabe
Vittorio Amandola: Totoro
Liù Bosisio: Nonnina
George Castiglia: Kanta

LA COLONNA SONORA

  • La colonna sonora del film è composta da Joe Hisaishi. I titoli di testa sono accompagnati dalla canzone “Sampo”, scritta da Reiko Nakagawa. Mentre la canzone “Tonari no Totoro” è stata composta dallo stesso Miyazaki ed è divenuta talmente celebre in Giappone, da essere insegnata addirittura nelle scuole.
  • Le versioni italiane delle canzoni delle sigle iniziale e finale, “Passeggiata” e “Il mio vicino Totoro” sono interpretate da Roberta Frighi su testi di Gualtiero Cannarsi (Shito sul web), adattatore dei dialoghi e direttore del doppiaggio italiano.
  • La colonna sonora è stata raccolta nell’album “Tonari no Totoro Saundotorakku Shuu”, pubblicato da Tokuma Shoten nel 1988, seguito da versioni con arrangiamenti diversi e variazioni sul tema delle tracce.

1. Hey Let’s Go – Opening Theme Song 2:43
2. The Village in May 1:38
3. A Haunted House! 1:23
4. Mei and the Dust Bunnies 1:34
5. Evening Wind 1:01
6. Not Afraid 0:43
7. Let’s Go to the Hospital 1:22
8. Mother 1:06
9. A Little Monster 3:54
10. Totoro 2:49
11. A Huge Tree in the Tsukamori Forest 2:15
12. A Lost Child (Joe Hisaishi & Azumi Inoue) 3:48
13. The Path of the Wind (Instrumental) 3:16
14. A Soaking Wet Monster 2:33
15. Moonlight Flight 2:05
16. Mei is Missing 2:32
17. Cat Bus 2:11
18. I’m So Glad 1:15
19. My Neighbor Totoro – Ending Theme Song (Joe Hisaishi & Azumi Inoue) 4:17
20. Hey Let’s Go – With Chorus (Joe Hisaishi & Azumi Inoue) 2:43

La colonna sonora di “Il mio vicino Totoro” è disponibile su Amazon.

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Si alza il vento (24 – 30 agosto)

A dieci anni dall’uscita in Giappone, dove è stato il più grande successo cinematografico della stagione, Si alza il vento (Kaze Tachinu) di Hayao Miyazaki torna al cinema dal 24 al 30 agosto e chiude la rassegna Studio Ghibli “Un mondo di sogni animati”. Il film è stato Premiato come Miglior film d’animazione dalla Japan Academy e candidato come Miglior film d’animazione al Premio Oscar e come Miglior film straniero ai Golden Globe.

Hayao Miyazaki stavolta narra la biografia romanzata di Jiro Horikoshi, l’ingegnere aeronautico giapponese che ha progettato il famoso caccia Mitsubishi A6M Zero utilizzato durante la seconda guerra mondiale. L’opera è tratta dal manga omonimo scritto e disegnato dallo stesso Miyazaki e ispirato all’omonimo romanzo di Tatsuo Hori. Miyazaki mette in scena un film che tocca il cuore, il regista non rinuncia ai suoi voli pindarici all’insegna del fantastico inserendoli nelle diverse sequenze oniriche che costellano il film e inserisce nella trama anche una tenera e struggente storia d’amore.

La trama ufficiale: Il film racconta la storia di Jiro, che sogna di volare e progettare aeroplani ispirandosi al famoso ingegnere aeronautico italiano Gianni Caproni. Miope fin dalla giovane età e pertanto impossibilitato a diventare pilota, nel 1927 entra a lavorare in una delle principali società giapponesi di ingegneria aeronautica. Sono anni importanti quelli per Jiro, perché ha modo di mostrare l’innato talento che lo farà diventare uno dei progettisti aeronautici più affermati al mondo ma soprattutto perché inizia a frequentare la dolce Nahoko, il suo più grande amore, oltre al cielo…

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CURIOSITA’ SUL FILM

Jiro Horikoshi e Tatsuo Hori

  • E’ la prima volta che il personaggio di un film di animazione dello Studio Ghibli viene creato sulla base di qualcuno realmente esistito. Due individui vissuti nella stessa epoca – Jiro Horikoshi, l’ingegnere aeronautico che disegnò e creò il leggendario aereo da combattimento “Zero”, e lo scrittore Tatsuo Hori – sono stati fusi per diventare il protagonista del film, Jiro.
  • Le opere del passato di Miyazaki hanno spesso raccontato storie che si svolgono nell’arco di tempo di tre o quattro giorni. Quest’ultimo film invece racconta in modo epico trent’anni della vita di Jiro. Il personaggio di Jiro può per certi versi essere considerato come una proiezione che il regista Hayao Miyazaki fa di se stesso.

Il Libro dell’Ecclesiaste

  • Un passaggio nel libro di Yoshie Hotta, Kuu no Kuu Nareba koso, è la citazione di una frase dell’Ecclesiaste del Vecchio Testamento: “Tutto ciò che la tua mano trova da fare, fallo con tutte le tue forze”. Miyazaki ammira Hotta e ha citato questo passaggio in una lezione, dicendo: «In qualunque tipo di lavoro probabilmente esiste un momento in cui ci si sente felici per aver creato qualcosa che ha un senso. Credo che queste parole siano un monito a darci da fare per arrivare a vivere quel particolare momento».
  • Diverse volte nel film Caproni chiede a Jiro: «Stai vivendo a pieno la tua vita? ». Questa domanda trae spunto dall’ultima raccolta di saggi di Yoshie Hotta. Facendo porre questa domanda al mentore spirituale di Jiro, forse Miyazaki vuole porre la stessa domanda al Giappone di oggi.

Aeroplani e fluttuazioni aeree

  • Uno dei grandi piaceri visivi offerti dai film di Miyazaki è vedere i protagonisti volteggiare nel cielo, con quel senso di fluttuazione che ci coinvolge, come in Nausicaä della Valle del vento, Il Castello nel cielo, Kiki- Consegne a domicilio e Porco Rosso.
  • In “Si alza il vento” non ci sono pietre levitanti o sortilegi, ma come nelle sue opere precedenti, molte sequenze si svolgono nel cielo. Il cielo, gli aeroplani, l’amore, le sigarette…Si alza il vento è pieno delle cose preferite da Hayao Miyazaki.

Hayao Miyazaki e Stephen Alpert

  • Stephen Alpert ha lavorato alla Divisione internazionale dello Studio Ghibli fino alla fine del 2011. Ha sempre accompagnato Miyazaki nei suoi viaggi oltreoceano, e il loro rapporto alla fine si è trasformato in una vera amicizia. Quando Alpert è stato costretto a lasciare Ghibli e a tornare negli Stati Uniti per ragioni familiari, Miyazaki ha pensato di farne un ritratto caricaturale come regalo di addio. Il regista ha fatto diversi tentativi, fino al giorno della partenza di Alpert, ma non è stato in grado di realizzarne per tempo uno che lo soddisfacesse. Poi, l’anno successivo, un ritratto di Alpert è saltato fuori negli storyboard di Si alza il vento.
  • Miyazaki è riuscito alla fine a fare un ritratto somigliante di Alpert nel personaggio di Castorp. Alpert è poi volato in Giappone per dare la sua voce a Castorp. Il personaggio, risultato della loro amicizia, è colui che fa incontrare Jiro e Nahoko, oltre a giocare un ruolo importante nel convogliare nel film la situazione mondiale dell’epoca.

Hikoki Gumo (Sentiero di vapore)

  • Nel dicembre 2012 si è tenuto un evento al quale erano presenti il produttore Toshio Suzuki e Yumi “Yuming” Matsutoya. Sul palco Suzuki si è improvvisamente rivolto a Matsutoya per fargli un’offerta, dicendo: «La tua canzone Hikoki Gumo è perfetta per l’atmosfera del film che stiamo facendo. Stiamo valutando (con il regista Miyazaki) la possibilità di usarla come tema portante». L’offerta ha meravigliato tutti perché è stata fatta addirittura in anticipo rispetto all’annuncio ufficiale della lavorazione di Si alza il vento, per cui né lo staff né la stessa Matsutoya se l’aspettavano. Matsutoya si è subito detta d’accordo: «Mi hai appena fatto venire la pelle d’oca. Forse la mia quarantennale carriera da musicista è servita per portarmi a questo momento…». Così, 24 anni dopo una prima collaborazione per “Kiki – Consegne a domicilio”, lo Studio Ghibli e Yuming si sono ritrovati per questo film. Matsutoya ha dei ricordi speciali legati alla sua canzone Hikoki Gumo, contenuta nel suo album di esordio (pubblicato con il suo nome da nubile, Yumi Arai). Miyazaki ha anche dato alla canzone la sua piena approvazione, affermando che: “E’ perfetta per il film”. Hikoki Gumo è usata nel finale del film.

Effetti sonori particolari

  • Per questo film è stata fatta la scelta coraggiosa di usare gli effetti sonori creati dalla voce umana. Durante la prima fase della produzione, Miyazaki aveva manifestato particolare interesse negli effetti sonori generati dalla voce. Così, diversi suoni, dal motore fuori giri di un aereo al fischio di una locomotiva a vapore, dal rumore delle auto al brontolio della terra durante il Grande terremoto di Kanto, sono stati riprodotti dalla voce umana. Anche il corto di animazione House Hunting (soggetto, sceneggiatura e regia di Hayao Miyazaki), proiettato al Ghibli Museum dal 2006, contiene effetti sonori sperimentali realizzati con la voce; ma questa è la prima volta che vengono utilizzati per un lungometraggio dello Studio Ghibli. Gli effetti sonori realizzati con la voce danno “personalità” a molti dei veicoli che appaiono nel film e a molte importanti ambientazioni. Miyazaki stesso avrebbe voluto realizzare i suoni per una particolare sequenza. Ha fatto un provino, ma non ha ricevuto l’approvazione del suo staff e ha dovuto perciò abbandonare l’idea.

I DOPPIATORI ITALIANI

Doppiatori originali

Hideaki Anno: Jirō Horikoshi
Miori Takimoto: Nahoko Satomi
Hidetoshi Nishijima: Kirō Honjō
Masahiko Nishimura: Kurokawa
Steve Alpert: Castorp
Morio Kazama: Satomi
Keiko Takeshita: madre di Jirō
Mirai Shida: Kayo Horikoshi
Jun Kunimura: Hattori
Shinobu Otake: signora Kurokawa
Nomura Mansai: Giovanni Battista Caproni

Doppiatori italiani

Emiliano Coltorti: Jirō Horikoshi
Riccardo Suarez: Jirō da bambino
Rossa Caputo: Nahoko Satomi
Agnese Marteddu: Nahoko da ragazza
Massimo De Ambrosis: Kirō Honjō
Ambrogio Colombo: Kurokawa
Edwin Alexander Francis: Castorp
Luca Biagini: Satomi
Giulia Tarquini: Kayo Horikoshi
Chiara Fabiano: Kayo da bambina
Aurora Cancian: signora Horikoshi
Ugo Maria Morosi: Hattori
Barbara De Bortoli: signora Kurokawa
Benedetta Degli Innocenti: Kinu
Angelo Maggi: Giovanni Battista Caproni

NOTE DI REGIA

Nel periodo Taisho della storia giapponese (1912-1926), un ragazzo di campagna decide di diventare ingegnere aeronautico. Sogna di costruire un aereo in grado di volteggiare come un vento meraviglioso. Cresciuto, va a studiare a Tokyo e diventa un ingegnere di primo livello dell’enorme industria bellica giapponese. Il suo talento fiorisce, arrivando a creare un aereo meraviglioso che lascerà un segno nella storia dell’aviazione: il Mitsubishi A6M1, più conosciuto come aereo da combattimento ‘Zero’. Per tre anni, a partire dal 1940, ‘Zero’ è stato il miglior aereo caccia del mondo.

Gli anni durante i quali il nostro protagonista Jiro passa dall’infanzia alla giovinezza sono contrassegnati da una sensazione di stasi: il terremoto di Kanto del 1923, la Grande Depressione, la disoccupazione, povertà e tubercolosi, rivoluzioni e fascismo, soppressione della libertà di parola, una guerra dopo l’altra. Intanto, nello stesso periodo, la cultura popolare fiorisce; si affermano modernismo e nichilismo, come pure l’edonismo. I poeti, lungo il loro cammino, restano vittime delle malattie e della morte.

Jiro è impegnato a progettare aeroplani mentre l’Impero giapponese si avvia verso la sua distruzione e la sua fine definitiva.

Con il film, volevo, invece, riprodurre in tutto il suo splendore il meraviglioso paesaggio verdeggiante del Giappone dall’era Taisho all’inizio dell’era Showa. Allora il cielo era ancora limpido e punteggiato in alto da nuvole bianche. L’acqua scorreva trasparente.

Nelle campagne non c’erano rifiuti. Ma d’altro canto nelle città la povertà era molto diffusa. Non volevo mettere in ombra le architetture usando tonalità seppiate; così abbiamo osato, utilizzando i colori del modernismo dell’Estremo Oriente. Le strade sono accidentate e irregolari. Le insegne dei negozi e i cartelloni pubblicitari si sovrappongono disordinatamente. Ovunque, mucchi di pali elettrici e di altro genere.
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Questo film doveva essere una specie di biografia del protagonista, dall’infanzia alla mezza età, ma la vita quotidiana di un progettista rischia di essere abbastanza monotona. Per cui si sono resi inevitabili tagli coraggiosi e salti temporali, cercando però di minimizzare al massimo il possibile disorientamento del pubblico. Il film è probabilmente il risultato dell’intreccio di tre tipi diversi di immagini:

Le scene di vita quotidiana sono un insieme di sequenze semplici e tranquille.

Le sequenze oniriche sono più libere e sensuali: oscillazioni temporali, terreno ondeggiante e oggetti volanti che fluttuano liberamente. I sogni servono a simboleggiare le idee che ossessionano Caproni e Jiro.

Le spiegazioni e le riunioni tecniche sono rese in modo caricaturale. Non mi interessa mostrare fatti e aneddoti legati alla tecnologia dell’aviazione, ma quando sono necessari vengono presentati con uno stile eccessivo come quello dei fumetti. Il difetto di queste opere cinematografiche è dato dalle troppe scene di meeting e incontri, con il destino dei singoli deciso nelle sale riunioni. Il nostro film non ha scene del genere. Le riunioni sono incluse solo quando assolutamente necessarie, come dei fumetti, e senza dialoghi. La nostra attenzione è rivolta alle persone. Voglio creare qualcosa di realistico, fantastico, a tratti caricaturale, insomma un film meraviglioso.

“Si alza il vento” è la storia di un individuo dedito al suo lavoro, che ha perseguito tenacemente il suo sogno. I sogni contengono un elemento di follia, e questo aspetto “velenoso” non può essere nascosto. Desiderare ardentemente qualcosa di troppo bello può distruggere. Accostarsi alla bellezza può richiedere un prezzo da pagare. Jiro sarà distrutto e sconfitto, la sua carriera di progettista interrotta, ma resta un uomo di grande originalità con un talento non comune.

Il titolo è tratto da un omonimo racconto scritto da Tatsuo Hori. Hori aveva scelto una frase da una poesia di Paul Valéry, Le vent se lève, il faut tenter de vivre, e l’aveva tradotta in giapponese: Kaze tachinu, iza ikimeyamo (Si alza il vento. Dobbiamo provare a vivere). Il nostro film mette insieme Jiro Horikoshi e lo scrittore Tatsuo Hori, due persone reali vissute nello stesso periodo, facendone un solo individuo, Jiro, il nostro protagonista. E’ un’opera inusuale di assoluta finzione che descrive la gioventù giapponese degli anni ’30. La nascita dell’aereo da combattimento ‘Zero’, e l’incontro e la separazione del giovane ingegnere Jiro e della bella e sfortunata Nahoko. Questa è la nostra storia. Il buon vecchio Caproni, superando le barriere dello spazio e del tempo, servirà ad aggiungere un po’ di colore al racconto. [Hayao Miyazaki]

LA COLONNA SONORA

  • Le musiche originali del film sono state affidate a Joe Hisaishi compositore storico dello Studio Ghibli.
  • Il brano sui titoli di coda è “Vapor Trail / Hikoki-gumo” interpretato dalla cantautrice Yumi Arai (Yumi Matsutoya) che scrisse la canzone nel 1973 dedicandola ad una sua compagna di scuola prematuramente scomparsa.

Journey (Dreamy Flight) (2:55)
Shooting Star (1:37)
Caproni (Engineer’s Dream) (1:45)
Journey (Determination) (1:12)
Naoko (Meeting) (0:48)
Evacuation (1:20)
Benefactor (0:47)
Caproni (Illusory Giant Machine) (1:43)
Excitement (0:40)
Journey (Sister) (1:43)
Journey (First Day of Work) (1:28)
Squad Falcon (1:34)
Falcon (1:22)
Junkers (1:28)
Journey (Wind of Italia) (1:45)
Journey (Caproni’s Retirement) (1:20)
Journey (Meeting at Karuizawa) (1:45)
Naoko (Fate) (0:46)
Naoko (Rainbow) (1:09)
Castorp (The Magic Mountain) (1:10)
Wind (0:52)
Paper Airplane (2:38)
Naoko (Propose) (1:10)
Surveillance Prototype 8 (0:58)
Castorp (Farewell) (1:49)
Naoko (Yearning) (3:06)
Naoko (Crossing Paths) (3:04)
Journey (Marriage) (1:57)
Naoko (Gaze) (1:04)
Journey (Farewell) (1:18)
Journey (Dreamland) (3:36)
Vapor Trail (written by Joe Hisaishi and Yumi Matsutoya, performed by Yumi Matsutoya) (3:23)

La colonna sonora di “Si alza il vento” è disponibile su Amazon.

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Lo Studio Ghibli

Fu lo straordinario successo di pubblico e critica di Nausicaä della Valle del Vento a dare l’impulso per la creazione dello Studio Ghibli, nel 1985. Tokuma Shoten (Tokuma Shoten Publishing Co., Ltd, la società che aveva prodotto Nausicaä) fonda lo Studio insieme ai registi Hayao Miyazaki e Isao Takahata.In quello stesso anno, Ghibli produce Laputa, il castello nel cielo.

La storia dello Studio Ghibli, però, è iniziata probabilmente più di trent’anni fa, quando Takahata e Miyazaki si incontrano per la prima volta: entrambi lavorano alla Toei Animation, uno studio di produzione che all’epoca si occupava solo di film di animazione per il cinema. Per varie ragioni, lo studio aveva iniziato poi a produrre soltanto cartoni animati per la tv (tra cui la serie Heidi, in onda nel 1974, animata da Miyazaki e diretta da Takahata).

Miyazaki e Takahata, insoddisfatti dei limiti del piccolo schermo, desideravano fare qualcosa di più: creare un’animazione di altissima qualità, che esplorasse la profondità della mente umana e illustrasse le gioie e i dolori della vita e delle emozioni. Quando si rendono conto che gli studi esistenti non permettono loro di realizzare questo tipo di film, capiscono di non avere altra scelta che avviare un proprio studio.

L’idea iniziale di uno studio non è necessariamente quella di una struttura di lunga durata. Quando iniziano a lavorare al loro primo film, Nausicaä della Valle del Vento, il loro scopo è concentrare su questo lavoro tutti gli sforzi e le energie, assicurandosi che il budget e il tempo siano sufficienti per non dover compromettere la qualità del film. Miyazaki e Takahata vogliono essere i responsabili del progetto, non dei semplici finanziatori dello studio o dirigenti d’azienda.

All’inizio, forse, nessuno dei fondatori e dello staff pensa veramente che lo Studio esisterà a lungo. “Facciamo un film. Se viene bene, ne facciamo un altro. Se è un flop, allora finisce lì…”: è questa la filosofia. Così, per mantenere i rischi al minimo, non si assume personale a tempo indeterminato, ma circa 70 persone a tempo determinato per portare a compimento il progetto. Al termine del film, la squadra viene sciolta.

In questa prima fase la sede dello Studio, in affitto, si trova in uno stabile a Kichijoji, nella periferia di Tokyo. È Takahata a mettere in atto le politiche del nuovo Studio, è lui a produrre Nausicaä della Valle del Vento ed è la sua abilità di dirigente aziendale a dare un forte contributo all’avvio di Ghibli. Nausicaä esce nel 1984 e porta al cinema quasi un milione di persone. Il successivo Laputa arriva in sala nel 1986 e vende 775.000 biglietti. Entrambi i film sono ben accolti dalla critica e dal pubblico.

Che cosa significa “ghibli” e come si pronuncia?

“Ghibli” è il nome che, durante la Seconda Guerra Mondiale, i piloti italiani in Nord Africa diedero ad un vento caldo del deserto proveniente dal Deserto del Sahara, ed è anche il nome usato per indicare i loro aeroplani da ricognizione. Hayao Miyazaki, che ha da sempre una passione per i vecchi velivoli, ne era a conoscenza, e ha deciso di usare questa parola come nome per il nuovo studio: “Facciamo soffiare un vento caldo nel mondo dell’animazione giapponese!”.

Anche se “Ghibli” è una parola italiana, la giusta pronuncia è jee-blee (ji-bu-ri in giapponese).

[Fonte: Lucky Red]

Locandina con le date di uscita