Home Indiana Jones e il quadrante del destino (2023) Indiana Jones e il quadrante del destino: Harrison Ford e il regista James Mangold parlano di “Indiana Jones 5”

Indiana Jones e il quadrante del destino: Harrison Ford e il regista James Mangold parlano di “Indiana Jones 5”

Harrison Ford e il regista James Mangold parlano in una serie di interviste di “Indiana Jones e il quadrante del destino”: scene preferite, Indy in mutande e del potenziale futuro del franchise.

pubblicato 30 Giugno 2023 aggiornato 9 Ottobre 2023 12:09

Indiana Jones e il quadrante del destino ha fatto il suo debutto nei cinema italiani con Harrison Ford e il cast del film che hanno fatto tappa al Taormina Film Fest per una speciale proiezione in anteprima di “Indiana Jones 5”.

In un’intervista con il sito GamesRadar, a Ford e Mangold è stato chiesto quale fosse la sua scena preferita del film.

Ford nella risposta è stato un po’ criptico, per non rovinare il film a chi non lo ha ancora visto:

Svegliarsi nel 1969. Non voglio spiegare cosa significhi, ma cercalo nel film, capirai cosa intendo. È un momento che è stato appositamente creato per davvero – è semplicemente un film fantastico, e non voglio descriverlo.

Mangold concorda sul fatto che il momento del film scelto da Ford è qualcosa di speciale :

Sapevamo quando abbiamo girato quella scena – era abbastanza presto. Abbiamo girato tutte le scene nell’appartamento di Indy abbastanza presto nel programma. E penso che sia io che Harrison ci siamo guardati l’un l’altro e ci siamo resi conto dopo aver fatto un paio di riprese di quella scena che Harrison sta descrivendo, e c’è proprio questo momento in cui dici: “Oh, questo è il film”. È solo un momento in cui ti senti come se tutti nell’orchestra fossero armonizzati, e questa cosa suona e sembra come deve essere l’intera cosa. E ti dà una specie di piuma a cui aggrapparti mentre avanzi nei prossimo 150 giorni di riprese.

 James Mangold e Harrison Ford a Cannes (Photo by Pascal Le Segretain/Getty Images)

Disney e Lucasfilm hanno proposto di continuare il franchise di Indiana Jones senza il professor Jones, puntando su una serie di spin-off, non è chiaro quali siano i piani, ma quello che è certo è che l’ottantenne Harrison Ford, qualunque sia la decisione ha dato il suo definitivo addio al personaggio.

Le ipotesi fioccano, ma la più ricorrente è uno spin-off su Helena Shaw, il personaggio di Phoebe Waller-Bridge, ma anche se questo progetto prendesse corpo, il regista James Mangold ah detto al sito Variety che non è interessato a proseguire la sua esperienza con il franchise:

Non sono interessato. Mi rifiuto. Semplicemente non posso farlo. Ad un certo punto la quantità di tradizione, easter-egg e fan service inizia a diventare antitetica a qualsiasi di queste cose. Non è più narrazione. È pubblicità su larga scala.

Se un film con protagonista Helena Shaw è tra gli spin-off più quotati tra gli addetti ai lavori, i fan invece vorrebbero vedere coinvolto lo Short Round di Ke Huy Quan, attore amatissimo apparso da bambino al fianco di Harrison Ford di Indiana Jones e il tempio maledetto recentemente vincitore un Oscar come miglior attore non protagonista per l’acclamato Everything Everywhere All at Once.

La presidente di Lucasfilm, Kathleen Kennedy, aveva precedentemente parlato di una potenziale continuazione del franchise affermando che un ritorno di Ke Huy Quan è “del tutto possibile” ma anche che “non stiamo avendo nessuna di quelle conversazioni in questo momento. Siamo solo concentrati sul finire questo con Harrison”.

Sono trascorsi ben 15 anni dal deludente Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, senza dubbio il peggior capitolo del franchise. In una precedente intervista con Digital Spy, Harrison Ford ha parlato del nuovo film e del perché ci sono voluti così tanti anni per farne un altro.

Ci sono state alcune idee interessanti che sono state lanciate, ma non si sono del tutto concretizzate per un periodo di tempo. E poi abbiamo trovato un’idea, una sceneggiatura e una storia forte che volevamo raccontare. Sono molto contento della storia che stiamo raccontando. Stiamo arrivando alla fine del tempo di Indiana Jones sul pianeta, e volevo vedere una conclusione della sua storia che si adattasse alla realtà della sua età, e che effetto ha su questa persona che abbiamo imparato a conoscere gli anni. La sensazione che ho avuto è la sensazione che provi quando hai fatto qualcosa, e puoi guardarlo, o puoi ricordare di averlo fatto, [e avere] la soddisfazione di impegnarti e ottenere qualcosa di degno da esso. Ho provato un senso di pace, un senso di appagamento, che questo particolare lavoro che [James Mangold] e io e tutte le altre persone coinvolte avevamo svolto insieme, si è concluso in un modo che mi è sembrato davvero soddisfacente. È la mia speranza che gli altri lo trovino soddisfacente quanto me.

Chiudiamo questo giro di dichiarazioni parlando di un scena di “Indiana Jones 5” in cui Harrison Ford è a torso nudo e indossa solo le mutande. In un’intervista con Esquire Ford ha rivelato che la scena in questione è stata un’idea interamente sua, l’attore ha spiegato che uno dei grandi punti di forza del ritorno al ruolo di Indiana Jones era esplorare un Indiana Jones più vecchio.

Sì. Ecco perché ho voluto fare il film. Volevo sapere cosa gli è successo e come ha gestito la cosa. [Il regista James] Mangold e io abbiamo lavorato a stretto contatto, specialmente su quella scena. Svegliarsi in mutande con il bicchiere vuoto in mano è stata una mia idea. Volevo vedere Indiana Jones nel punto più basso e ricostruirlo da zero.

Il regista James Mangold a tal proposito ha parlato proprio di ciò che rende questa versione del personaggio così diversa, il mondo che è cambiato attorno al leggendario archeologo:

I primi tre film di Indiana Jones si sono svolti più o meno nello stesso periodo. Tutti si adattano facilmente allo stile serializzato, cinematografico, quasi d’azione dei film usciti nel periodo in cui sono ambientati. La sfida per [il regista Steven Spielberg] in [il teschio di cristallo], e per me in questo queinto film, è: come si fa ad andare avanti nei nuovi decenni in cui il mondo non è più visto in una demarcazione così netta di bianco e nero, bene e male? Dove l’intero concetto di razziare tombe e combattere per le reliquie è visto in modo diverso? Non si tratta di cambiare la storia, ma di permettere al personaggio di sperimentare come è cambiato il mondo intorno a lui.

“Indiana Jones e il quadrante del destino” è ambientato nel 1969 durante la corsa allo spazio, con Indiana Jones trascinato in un’altra grande avventura, che coinvolge Voller, un membro della NASA ed ex nazista coinvolto nel programma di allunaggio, che vuole “rettificare il mondo e trasformarlo in un posto migliore secondo la sua idea”. Sta cercando di correggere gli errori commessi da Hitler quando era al potere con il manufatto noto come Quadrante del destino.

Il film è del produttore Steven Spielberg e vede nel cast anche Mads Mikkelsen (Rogue One), Boyd Holbrook (Logan), Shaunette Renée Wilson (The Resident) e Thomas Kretschmann (Avengers: Age Of Ultron).

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