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Toronto 2012: come sono stati accolti i film più attesi?

Come sono stati accolti Cloud Atlas, Argo o Anna Karenina? E gli altri film più attesi di Toronto 2012? Scoprilo in anteprima su Cineblog.

pubblicato 13 Settembre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 22:13

Il Toronto Film Festival è già arrivato al giro di boa, e si concluderà il 16 settembre. Mancano ancora un po’ di film attesi che devono essere proiettati, tra cui il “nostro” Venuto al Mondo, il film di Sergio Castellitto che verrà presentato oggi (ma i primi pareri della stampa sembrano positivi: ci torneremo).

Cineblog ha voluto raccogliere per voi i primi pareri sui principali film proiettati finora al Festival, spulciando recensioni e provando a sintetizzare le varie opinioni. Ovviamente non ci sono i film di Cannes e Venezia, visto che i primi responsi li hanno già avuti: e, comunque, potete recuperare il nostro resoconto dalla Croisette, mentre dal Lido ne avete ben due (il mio e quello di Antonio).

Lo ribadiamo: noi non c’entriamo nulla, non sono opinioni nostre, e non abbiamo ancora visto i film. Riportiamo solo recensioni e voti di alcune principali testate americane. Se avete letto altri pareri o opinioni contrastanti sui film che vi presentiamo, segnalatecelo nei commenti. E ora, partiamo!

Aftershock – Nicolás López: l’horror scritto da Eli Roth ha suscitato opinioni diverse. L’Hollywood Reporter lo descrive come “divertente ma prevedibile”, mentre Dread Central (3/5) scrive che dovrebbe piacere ai fan del genere. Screen Daily nota però anche che c’è uno strano sottotesto anti-aborto…

Anna Karenina – Joe Wright: accoglienza tutto sommato positiva per l’ennesima e comunque attesa riduzione cinematografica del romanzo di Tolstoj. C’è tuttavia qualche voce fuori dal coro: l’inglese Observer fa notare che è “solo qualche volta toccante e raramente commovente”. Chi ne esce comunque sempre bene è Keira Knightley.

Continua dopo il salto.

Argo – Ben Affleck: Emanuel Levy lo definisce il miglior film diretto da Affleck; Roger Ebert già lo vede agli Oscar. Successo inequivocabile per la terza regia dell’attore, con 12 recensioni positive su 13 su Rottentomatoes e una media di voto pari a 8. Che altro aggiungere?

Byzantium – Neil Jordan: il regista torna a raccontare una storia di vampiri dopo il cult Intervista col vampiro, con Gemma Arterton e Saoirse Ronan nei panni di una madre e una figlia. Collider (C) nota come c’erano le potenzialità per fare qualcosa di originale, cosa che però il film non riesce ad essere. Della stessa opinione anche il Guardian (2/5).

Cloud Atlas – Tom Tykwer, Andy e Lana Wachowski: il The Fountain del 2012? Probabile, almeno per ambizioni ed accoglienza. Che però, per ora, sembra annoverare più “sì” che “no”, con 14 recensioni positive su RT e 4 negative. Tra le prime Variety (80/100), HitFix (A+), ed un Roger Ebert estasiato e “sconvolto”. The Playlist (C-) dice che è confuso e deludente.

Dans la Maison – François Ozon: è passato un po’ in sordina il nuovo fim di Ozon, forse oscurato da titoli più mainstream. Il regista francese torna alla grande con questo thriller “leggero”, secondo Variety, mentre per Screen Daily è un intrigante sguardo sul rapporto insegnante-allievo. Primissimi voti su Imdb da urlo (la media, destinata ovviamente a precipitare, è 9.1).

Dredd 3D – Pete Travis: forse, la sorpresa di Toronto 2012. E chi ci credeva? 93% su RT (opinione complessiva: “un raro esempio di remake che funziona davvero”), 7.7 su Imdb, 69/100 su Metacritic. Un film violento, cupo, teso e molto divertente: ok, datecelo.

Foxfire – Laurent Cantet: come nel caso del film di Ozon, anche il nuovo film del regista de La classe è passato un po’ inosservato. Il film racconta di una gang femminile nella New York dei ’50 (la storia è quella di Ragazze Interrotte con la Jolie). Poche le recensioni: L’Hollywood Reporter dice che è un film sincero, ma dalle interpretazioni indecise e con una trama un po’ stiracchiata. Stesso parere per indieWIRE (C+). Uhm…

Frances Ha – Noah Baumbach: il regista di Greenberg firma, assieme a Greta Gerwig (protagonista del film), un piccolo film indie in bianco e nero, e conquista la critica. Secondo il Guardian (4/5) il regista firma il suo film più “compassionevole” dall’esordio. Per The Playlist (B+) è il suo film più accessibile e gioioso, mentre indieWIRE (A-) lo compara al serial tv Girls.

Grandi Speranze (Great Expectations) – Mike Newell: l’attesa trasposizione cinematografica dell’opera di Charles Dickens pare aver diviso la critica. Il Guardian (2/5) scrive che è piatto e inutile, Variety che è “accettabile” e nulla più. L’Hollywood Reporter segnala invece le ottime interpretazioni di Ralph Fiennes e Helena Bonham Carter; The Independent (3/5) scrive invece che Fiennes è un Magwitch deludente.

Imogene – Shari Springer Berman, Robert Pulcini: quarto film per i registi di American Splendor, con bel cast (Kristen Wiig, Matt Dillon, Annette Bening). È da un po’ che i due non incontrano i favori della critica, e questo film non rompe la “tradizione”. Collider (D-) lo definisce “una commedia senza forma”; Screen Daily dice che gli manca la satira acida dei migliori lavori dei registi; per Film.com (D+) è “vuoto, senza interesse e falso”. Ops.

The Impossible – Juan Antonio Bayona: dopo The Orphanage, il regista firma un dramma in cui una famiglia viene divisa dallo tsunami del 2004. Film a rischio “retorica”, è stato invece promosso un po’ da tutti. Per il Guardian (4/5) è “commovente e potente”, per l’Hollywood Reporter realistico ed emozionante. Per indieWIRE (B-) è un film intenso, ma con un sentimentalismo esasperato. Fuori dal coro The Playlist (D+): “un film manipolatorio”.

Looper – Rian Johnson: come aprire un festival con successo. La critica ha decisamente applaudito il film di fantascienza con Joseph Gordon-Levitt, Bruce Willis ed Emily Blunt. 100% su RT e una media di 8.6 di voto; 86/100 su Metacritic; 8.3 la prima media di Imdb. Ambizioso, originale, oscuro: per alcuni, uno dei film dell’anno.

The Lords of Salem – Rob Zombie: i tweet che vi abbiamo fatto leggere mostravano una spaccatura del pubblico sul nuovo e attesissimo horror di Zombie. Originale, bellissimo da vedere, ma per alcuni “stanco”. La spaccatura la notiamo anche nelle recensioni, ma prevale il “sì”: per The Playlist (B+) è il miglior film del regista; per indieWIRE (B) è un film un po’ già visto ma con grandi momenti; per Dread Central (3.5/5) è ambizioso e ci vorrà tempo per “digerirlo”. Per Bloody Disgusting (2/5) i problemi sono lo script e Sheri Moon Zombie (!).

Much Ado About Nothing – Joss Whedon: adattamento di Shakespeare in salsa indie e in bianco e nero, diretto da colui che quest’anno ci ha regalato The Avengers. E l’esperimento pare aver funzionato: l’Hollywood Reporter scrive che è uno degli adattamenti di Shakespeare più divertenti di sempre; per HitFix (B+) è leggero e spassoso; per The Playlist (A-) è una “delizia inaspettata”. Wow.

L’orlo argenteo delle nuvole (Silver Linings Playbook) – David O. Russell: il nuovo film del regista di The Fighter è stato accolto molto bene. Le recensioni, tutte positive, lodano soprattutto le interpretazioni di Bradley Cooper e Jennifer Lawrence. Collider (B) nota come si tratti di un “crowd-pleaser” che intrattiene e non insulta lo spettatore. The Playlist (A) scrive che il film ha un gran cuore ed è esilarante. Roba seria per gli Oscar, insomma.

The Place Beyond the Pines – Derek Cianfrance: non nascondiamo che è uno dei titoli che attendevamo di più (già a Cannes e a Venezia). Abbiamo amato Blue Valentine, e il fatto che Cianfrance tornasse a lavorare con Ryan Gosling non poteva che farci felici. Il film pare non aver deluso le aspettative. Per Joblo (9/10) “sovverte le aspettative del pubblico” ed è “incredibile”; per Collider (9.2/10) ha una narrazione meravigliosa; più freddo l’Hollywood Reporter, che però segnala l’interpretazione di Gosling. In brodo di giuggiole The Playlist (A).

Quartet – Dustin Hoffman: l’esordio alla regia del grande attore, con protagonisti quattro ex-cantanti d’opera, è stato accolto in modo piuttosto positivo. Per il Guardian (3/5) è una “lettera d’amore” a cui si perdonano alcune “falsità”. Per l’Hollywood Reporter è un film “di classe”.

Seven Psychopaths – Martin McDonagh: ottima l’accoglienza per il nuovo lavoro del regista di In Bruges. 15 recensioni su 15 su RT sono positive, con una media di 8.5. Tra gli estasiati, segnaliamo indieWIRE (A-): “una gloriosa e assurda satira del processo di scrittura”. Voci fuori dal coro: Variey (6/10), secondo cui non regge il confronto con il film precedente, e The Playlist (C: “troppo lungo”).