Home Festival di Venezia Venezia 2019, considerazioni finali: dopo Netflix il Joker, per la Mostra del Cinema il futuro è oggi

Venezia 2019, considerazioni finali: dopo Netflix il Joker, per la Mostra del Cinema il futuro è oggi

Spiazzante vittoria del Joker interpretato da Joaquin Phoenix alla Mostra del Cinema. Che abbraccia i cambiamenti cinematografici del presente, guardando al domani.

pubblicato 8 Settembre 2019 aggiornato 29 Luglio 2020 16:57

Alzi la mano chi due settimane fa avrebbe scommesso anche un solo euro sul Leone d’Oro al Joker di Todd Phillips, dinanzi ad una giuria composta da Lucrecia Martel, Piers Handling, Mary Harron, Stacy Martin, Rodrigo Prieto, Paolo Virzì e Shin’ya Tsukamoto. L’impossibile, almeno alla vigilia, è diventato incredibilmente possibile, al termine di una 76esima Mostra Internazionale d’arte Cinematografica che ha di fatto ribaltato tutti i pronostici nei confronti del cinema di genere, di Hollywood, dei cinecomics, fino ad oggi mai riconosciuti in alcun Festival, così come agli Oscar.

Lo spin-off DC interamente dedicato al villain di Batman ha spalancato la strada ad un futuro prossimo più adulto, per il mondo dei cinefumetti, che al Lido è diventato realtà, ad un anno dal primo storico trionfo Netflix con Roma di Alfonso Cuaron. Venezia si conferma così sempre più centrale, dal punto di vista della cinematografia contemporanea che sappia e possa coniugare autorialità e puro intrattenimento, senza chiudere obbligatoriamente gli occhi al nuovo che inevitabilmente avanza. Si può discutere o meno sull’utilità e la necessità di un simile riconoscimento ad un titolo che incasserà centinaia di milioni di dollari in tutto il mondo, sbancando anche in casa Academy, ma a due anni da The Shape of Water di Guillermo del Toro la Mostra del Cinema ribadisce il cambio di rotta, deciso, intrapreso.

Tutto questo al termine di 12 giorni che hanno visto il Lido preso d’assalto, soprattutto nella prima settimana, da migliaia di accreditati, poi in parte fuggiti una volta archiviato il primo weekend. Ed è qui che subentra un problema di convivenza con il Festival di Toronto, che calamita parte della stampa estera all’interno di una sovrapposizione sempre più insostenibile. Non a caso Venezia 2020 prenderà vita il 2 settembre, puntando una volta per tutte allo scontro diretto con il festival canadese. Sarà quindi necessario scegliere, e non solo da parte della stampa estera ma anche da parte dei principali studios hollywoodiani, da che parte stare. La stessa programmazione festivaliera risente spaventosamente di questo intasamento iniziale, che vede il ‘meglio di’ condensato in pochi giorni, per poi precipitare dal punto di vista qualitativo nel corso della conclusiva seconda settimana.

Un’edizione priva di picchi indimenticabili ma dalla buona qualità media, quella appena conclusa, che ha visto il cinema italiano sugli scudi grazie a scelte coraggiose intraprese dal direttore Barbera. Fuori dal Concorso i titoli più scontati, con attori affermati e registi conosciuti, vedi Francesca Archibugi e Gabriele Salvatores, per lasciare spazio a pellicole assai più coraggiose, meno ovvie, più difficilmente vendibili alle stesse sale. Mario Martone, Pietro Marcello e Franco Maresco, con i film di questi ultimi due registi entrati nel palmares, hanno raccolto consensi, con Luca Marinelli giustamente consacrato grazie al suo splendido Martin Eden, a 5 anni dall’esplosione avvenuta proprio al Lido, ma Fuori Concorso, con Non Essere Cattivo di Caligari.

Un palmares che ha puntualmente lasciato l’amaro in bocca, causa premi che in alcuni casi hanno suscitato non poche perplessità. Vedere Marriage Story di Noah Baumbach ed Ema di Pablo Larraín tornare a casa con un pugno di mosche ha lasciato tanti (se non tutti) di sasso, considerando anche l’incredibile Osella per la sceneggiatura di Jìyuántái qīhào, che lo stesso regista Yonfan ha onestamente definito folle, la coppa Volpi ad Ariane Ascaride per Gloria Mundi e il premio alla regia di Roy Andersson, che ha esattamente replicato lo schema vincente del 2014 con il famigerato Piccione su un ramo che riflette sull’esistenza. Ma è chiaro che ogni palmares, in ogni Festival del Cinema, sia figlio di compromessi, di riconoscimenti da assegnare tramite bilancino, con immancabili polemiche a seguire.

Il Joker Warner firmato Todd Phillips, da questo punto di vista, ha completamente sparigliato le carte, tanto da poter immaginare un unico vincitore tra Lido e MTV Movie Awards del 2020, opzione fino a pochi anni fa semplicemente delirante, ma continuare a guardare con orrore al binomio “autorialità/intrattenimento” è non solo anacronistico, bensì poco sensato, perché Hollywood ha finalmente capito che si può fare cinema di cassetta con realistica e indiscutibile qualità. Joaquin Phoenix, qui alla prova recitativa di una vita, ne è la travolgente dimostrazione.

[accordion content=”Voti FEDERICO” title=”76ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia”]

Concorso
Ad Astra, regia di James Gray – voto 5
Babyteeth, regia di Shannon Murphy – voto 6
Ema, regia di Pablo Larraín – voto 9
Gloria Mundi, regia di Robert Guédiguian – voto 5
Guest of Honour, regia di Atom Egoyan – voto 4.5
A herdade, regia di Tiago Guedes – voto 4
Jìyuántái qīhào, regia di Yonfan – voto 6
Joker, regia di Todd Phillips – voto 8
La mafia non è più quella di una volta, regia di Franco Maresco – voto 7
Martin Eden, regia di Pietro Marcello – voto 8
Nabarvené ptáče, regia di Václav Marhoul -voto 8
Om det oändliga, regia di Roy Andersson – voto 6
Panama Papers (The Laundromat), regia di Steven Soderbergh – voto 7
The Perfect Candidate, regia di Haifaa Al-Mansour – voto 5
Il sindaco del rione Sanità, regia di Mario Martone – voto 6.5
Storia di un matrimonio (Marriage Story), regia di Noah Baumbach – voto 8
Teatro Lyceum (Lán xīn dà jùyuàn), regia di Lou Ye – voto 7
L’ufficiale e la spia (J’accuse), regia di Roman Polański – voto 8
Le verità (La vérité), regia di Hirokazu Kore’eda – voto 6.5
Waiting for the Barbarians, regia di Ciro Guerra – voto 6
Wasp Network, regia di Olivier Assayas – voto 3

Fuori Concorso
Adults in the Room, regia di Costa-Gavras – voto 7
The Burnt Orange Heresy, regia di Giuseppe Capotondi – voto 5
Il re (The King), regia di David Michôd – voto 7
Seberg, regia di Benedict Andrews – voto 5.5
Tutto il mio folle amore, regia di Gabriele Salvatores – voto 5.5

Non Fiction
Citizen K, regia di Alex Gibney – voto 7

Proiezioni speciali
Eyes Wide Shut, regia di Stanley Kubrick- voto 10
The New Pope – serie TV, episodi 1×02-1×07 – voto 7
ZeroZeroZero – serie TV, episodi 1×01-1×02 – voto 7

Orizzonti
Atlantis, regia di Valentin Vasjanovič – voto 6.5
Moffie, regia di Oliver Hermans -voto 6.5
Nevia, regia di Nunzia De Stefano -voto 7
Rialto, regia di Peter Mackie Burns -voto 5
Sole, regia di Carlo Sironi -voto 6.5

Settimana Internazionale della Critica
El príncipe, regia di Sebastian Muñoz – voto 6
Psykosia, regia di Marie Grahtø – voto 5
Bombay Rose, regia di Gitanjali Rao – 4

Giornate degli Autori
Lingua Franca, regia di Isabel Sandoval – 6.5
House of Cardin, regia di P. David Ebersole e Todd Hughes – 6.5

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